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Disegno su Carta di Fausto Melotti 1972
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Disegno su Carta di Fausto Melotti 1972

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Disegno su Carta di Fausto Melotti 1972

Matita su carta. Firmato al retro. Il disegno è registrato presso l'Archivio Fausto Melotti, con codice DIS 72006. Fausto Melotti, fu un artista poliedrico e molto prolifico e risulta quasi impossibile legare la sua produzione ad una particolare tecnica o tematica, senza fornire una visione solo parziale della sua visione artistica. Le caratteristiche salienti che risultano costanti in Melotti sono il geometrismo, lo studio dell'astrazione, che lo porta ad utilizzare elementi realistici ma non accurati scientificamente, e il disporre gli elementi in modo che ricordino un ritmo musicale, un particolare che rimanda alla sua formazione da musicista Scultore, pittore, musicista, poeta, realizzò numerosi disegni progettuali per le sue opere. Il disegno ha rappresentato per lui un esercizio fondamentale, per trasfondere l' originale tratto grafico dai fogli di carta nelle sculture e nelle ceramiche. Le sculture per cui è maggiormente conosciuto sono costituite da elementi geometrici realizzati con metalli (ottone, ferro e oro) lavorati in filamenti sottili, dando vita a composizioni eteree, senza peso e quasi fragili. L'opera è presentata in cornice.

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Serigrafia di Alberto Burri
ARARCO0231323
Serigrafia di Alberto Burri

Sestante 14 1989

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Serigrafia di Alberto Burri

Sestante 14 1989

Serigrafia a colori su carta. Firmata a matita in basso a destra, numerata n. IV/XV in basso a sinistra. E' corredata di autentica su foto della Casa d'arte "Il borghetto" di Milano. L'opera era parte della serie "Sestante", costituita da 16 serigrafie differenti. Nel 1982 Alberto Burri realizza Sestante, un grande ciclo di diciassette cellotex e una scultura in ferro, che viene esposto da maggio a settembre dell'anno seguente nello spazio degli ex Cantieri navali della Giudecca a Venezia. L'evocazione del vecchio strumento nautico, che serviva ai viaggiatori per stabilire la posizione di un punto dato rispetto all'orizzonte, è un omaggio al destino marittimo di Venezia. I dipinti sono l'ennesima sfida di Burri: nelle loro combinazioni le forme e i colori del "sestante" creano un ciclo inesauribile dove non c'è la minima ripetizione. All'interno dello stesso quadro, o nell'accostamento di uno all'altro, il caleidoscopio delle forme fa sì che strutture quadrate e curvilinee convivano, insieme ad ampie campiture cromatiche e fitti patterns visivi. Nel 1989 l'artista ripropone il ciclo come opera grafica, realizzando la serie "Sestante". Lo storico dell'arte Bruno Corà ha detto che "nel caso di Burri, parlare di grafica non significa parlare di una produzione minore rispetto ai dipinti, ma soltanto di una modalità artistica diversa e parallela, nella concezione e nell'esecuzione, tale insomma da potersi annoverare con assoluto rilievo nella produzione del grande pittore, a fianco di tutti gli altri suoi rivoluzionari pronunciamenti innovativi". L'opera è presentata in cornice.

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Disegno di Fausto Melotti
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Disegno di Fausto Melotti

Progetto per Scultura

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Disegno di Fausto Melotti

Progetto per Scultura

Matita su carta filigranata. Firmato in basso a sinistra. Il disegno è corredato di autentica su foto dell'Archivio Fausto Melotti, con codice DIS 36 015, riportante i dati dell'opera. Fausto Melotti, fu un artista poliedrico e molto prolifico e risulta quasi impossibile legare la sua produzione ad una particolare tecnica o tematica, senza fornire una visione solo parziale della sua visione artistica. Le caratteristiche salienti che risultano costanti in Melotti sono il geometrismo, lo studio dell'astrazione, che lo porta ad utilizzare elementi realistici ma non accurati scientificamente, e il disporre gli elementi in modo che ricordino un ritmo musicale, un particolare che rimanda alla sua formazione da musicista Scultore, pittore, musicista, poeta, realizzò numerosi disegni progettuali per le sue opere. Il disegno ha rappresentato per lui un esercizio fondamentale, per trasfondere l' originale tratto grafico dai fogli di carta nelle sculture e nelle ceramiche. Le sculture per cui è maggiormente conosciuto sono costituite da elementi geometrici realizzati con metalli (ottone, ferro e oro) lavorati in filamenti sottili, dando vita a composizioni eteree, senza peso e quasi fragili. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto di Luca Caccioni
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Dipinto di Luca Caccioni

Studio 1992

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Dipinto di Luca Caccioni

Studio 1992

Tecnica mista su carta. Firmato e datato in basso, con titolo. Al retro il timbro dell'artista con la firma, il titolo e la data dell'opera. Caccioni, artista che è nato, si è formato e vive tuttora a Bologna, è uno dei protagonisti di una generazione che è giunta ormai ad una definitiva maturazione linguistica e occupa uno spazio di rilievo all'interno del panorama artistico contemporaneo. La sua ricerca utilizza principalmente materiali inconsueti come gli acetati, il pvc e, più recentemente, fondali scenici di opere teatrali dell'Ottocento, sui quali interviene dipingendo forme tratte da una memoria personale e dalle suggestioni provenienti da culture e periodi storici diversi. Elemento ricorrente nell'opera di Luca Caccioni è la scrittura, segno autosignificante che disegna l'opera ed è capace di raccontare pensieri; lavorando per sovrapposizione, le immagini sono costruite per addizione o sottrazione del colore sui vari supporti. Operqa in cornice.

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Dipinto di Luca Caccioni 1991
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Dipinto di Luca Caccioni 1991

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Dipinto di Luca Caccioni 1991

Tecnica mista su carta. Al retro il timbro dell'artista con la firma, il titolo (non decifrato) e la data dell'opera. Caccioni, artista che è nato, si è formato e vive tuttora a Bologna, è uno dei protagonisti di una generazione che è giunta ormai ad una definitiva maturazione linguistica e occupa uno spazio di rilievo all'interno del panorama artistico contemporaneo. La sua ricerca utilizza principalmente materiali inconsueti come gli acetati, il pvc e, più recentemente, fondali scenici di opere teatrali dell'Ottocento, sui quali interviene dipingendo forme tratte da una memoria personale e dalle suggestioni provenienti da culture e periodi storici diversi. Elemento ricorrente nell'opera di Luca Caccioni è la scrittura, segno autosignificante che disegna l'opera ed è capace di raccontare pensieri; lavorando per sovrapposizione, le immagini sono costruite per addizione o sottrazione del colore sui vari supporti. Opera in cornice.

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Dipinto di Gabriella Benedini
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Dipinto di Gabriella Benedini

Composizione a quattro pannelli, 1978

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Dipinto di Gabriella Benedini

Composizione a quattro pannelli, 1978

Tecnica mista su tela applicata a pannelli lignei, che propongono una sequenza. In basso a destra la sigla dell'artista GB e la numerazione dei pannelli; al verso di ciascun pannello è presente la firma per esteso, con la data e i seguenti titoli sequenziali: "By Bosch", "Declinazione di una civetta", Trascrizione" e "Scomparsa per civetteria". Gabriella Benedini ha definito la sua figura d'artista come "un nomade alla ricerca del senso profondo delle cose". Anche se attratta e interessata dalla pittura astratto-informale prima, dal Realismo Esistenziale e dalla Nuova Figurazione poi, Gabriella Benedini procede per una ricerca strettamente personale non assimilabile ad alcuna corrente specifica. Tutti gli anni Settanta sono segnati prevalentemente da opere pittoriche che sono il riflesso di spunti letterari filtrati dal suo bisogno di crescita e di confronto. Attraverso poi la sua passione per l'Alchimia, la Benedini comincia a trasformare in opere d'arte qualsiasi cosa le capiti sottomano; conchiglie, pagine di vecchi libri, flaconi, tutto si combina in un insieme armonioso che ricorda gli spazi. I suoi lavori diventano perciò soprattutto tridimensionali, o da appendere a parete, oppure sono sculture, anche di grandi dimensioni. I quattro pannelli sono qui presentati in cornice unica.

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Bill Davis
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Bill Davis

Fiore Urbano 2016

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Bill Davis

Fiore Urbano 2016

Tecnica mista: su legno dipinto fiore in tessuto in un campo geometrico. Firmato e datato al retro. L'artista dice di sè: "E' il grande amore per l'arte che mi ha spinto a concretizzare emozioni e visioni coloristiche che da sempre vivevano nella mia vivace immaginazione. Suggestioni che derivano da varie influenze pittoriche che ho rivisitato in una personale interpretazione".

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Remo Bianco
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Remo Bianco

Tableau doré

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Remo Bianco

Tableau doré

Tecnica mista su compensato (pittura e fogli di carta argento). Al retro presente autentica con timbro e firma della sorella dell'artista. L'opera appartiene alla serie dei Tableaux dorés, opere realizzate dall'artista milanese Remo Bianco a partire dagli anni '50. Nato e formatosi a Milano, Remo Bianco fu allievo di De Pisis, presso il cui studio frequentò i grandi artisti del Novecento italiano (Carrà, Sironi, Savinio, Soffici, Soldati, Marini, Cantatore). Dopo la parentesi della guerra (arruolato, affondò con la sua nave e fu fatto prigioniero a Tunisi), riprese la sua attività artistica a Milano, partecipando al Movimento Nucleare e allo Spazialismo, arrivando a staccarsi completamente dalla pittura figurativa per creare opere fatte di pennellate pure. All'inizio degli anni Cinquanta cominciò a realizzare opere, pittoriche e scultoree, con materiali diversi e a sperimentare temi e tecniche differenti; a questa produzione appartengono i Tableaux dorés, composti da lamine di alluminio argentato o dorato su basi dipinte. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto di Emilio Scanavino
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Dipinto di Emilio Scanavino

Senza Titolo 1971

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Dipinto di Emilio Scanavino

Senza Titolo 1971

Acrilico su cartone. Firmato in basso a destra. Accompagnato da Autentica su foto firmata dall'artista, con timbro della Galleria Bolzicco di Portogruaro (VE). Pubblicato su Catalogo generale edizioni Electa (vol.II, pag. 535, n. 230). Emilio Scanavino, pittore e scultore originario di Genova, dopo un inizio figurativo diede alla sua pittura caratteristiche postcubiste, con le forme che si stilizzarono progressivamente sino a dissolversi del tutto nei primi anni '50. Nel '54 nelle sue tele cominciò a comparire il nodo stilizzato, che divenne il suo segno caratteristico, caratterizzante tutta la sua produzione successiva. Nella produzione degli anni '70, a cui appartiene l'opera qui presentata, il "nodo" diventa perfettamente delineato e riconoscibile, declinato in inquietanti forme, talvolta minacciose e macchiate di rosso sangue. L'opera è presentata in cornice.

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Bill Davis
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Bill Davis

Omaggio a Nannarella 2017

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Bill Davis

Omaggio a Nannarella 2017

Tecnica mista: su base di legno, vernici sgocciolate e carta. Firmato e datato al retro. L'artista dice di sè: "E' il grande amore per l'arte che mi ha spinto a concretizzare emozioni e visioni coloristiche che da sempre vivevano nella mia vivace immaginazione. Suggestioni che derivano da varie influenze pittoriche che ho rivisitato in una personale interpretazione".

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Dipinto di Riccardo Licata
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Dipinto di Riccardo Licata

Senza titolo 1998

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Dipinto di Riccardo Licata

Senza titolo 1998

Olio su tela. Firmato e datato in basso a destra. Riccardo Licata, artista eclettico che si è dedicato alla pittura, all'incisione, al mosaico, alla scultura ed anche alla scenografia, ha attraversato diverse fasi di ricerca artistica ed ha saputo coniugare l'astrazione con una profonda ricerca di ritmi spaziali scanditi da segni. La sua scrittura grafico-pittorica, ispirata alla musica, ha conferito un'identità unica alle sue opere, che si distinguono per l'uso sapiente dei simboli e dei tratti grafici. L'opera è presentata in cornice.

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Mario Francesconi
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Mario Francesconi

Senza Titolo 1958

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Mario Francesconi

Senza Titolo 1958

Olio su tela. Firmato e datato in basso a destra. L'opera di forte impatto emotivo, propone uno sfondo quasi monocromatico viola, in cui si inseriscono pochi tratti in bianco e nero a definire una sagoma rannicchiata a sinistra, forse una forma umana, raccolta e chiusa su se stessa. Nato nel 1934 a Viareggio, dove vive tuttora, il pittore e scultore Mario Francesconi è considerato uno dei pochi superstiti del Dadaismo, che dalla fine degli anni Cinquanta ha attraversato le stagioni dell'arte italiana ed europea in una ricerca spiccatamente personale di forme e di tecniche. A partire dalla sua prima personale nel 1959 sviluppa un percorso artistico che attraversa diverse fasi, spesso riconducibili alla passione per le materie povere e di recupero. La sua attività artistica si muove tra gli ambiti della pittura, della scultura, del collage e dell'installazione e confina con gli adiacenti ambiti della poesia e della letteratura, anche grazie ad amicizie e rapporti professionali con alcune tra le più significative figure del mondo intellettuale italiano della seconda metà del secolo scorso, da Emilio Villa a Cesare Garboli, da Leonardo Sciascia a Mario Luzi, da Cesare Zavattini a Pier Paolo Pasolini, da Alfonso Gatto a Sandro Penna a Venturino Venturi. L'opera è presentata in cornice.

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Due disegni di Jean Cocteau
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Due disegni di Jean Cocteau

Tre Volti otto Foglie

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Due disegni di Jean Cocteau

Tre Volti otto Foglie

Gouache su carta. Al retro son presenti adesivi di provenienza da Asta Sotheby's con il nome dell'artista e il titolo originale "Three faces eight leaves". Si tratta di due disegni simili, con lo stesso soggetto seppur con piccole differenze, e colorati con tecniche diverse. Jean Cocteau fu artista poliedrico: scrittore, drammaturgo, commediografo, si dilettò anche di arti visive, amando sperimentare tutte le avanguardie del suo secolo. Jean Cocteau pubblicò il suo primo libro di disegni nel 1923, a soli 36 anni. In esso il poeta ha ritratto i suoi amici Raymond Radiguet, Pablo Picasso, Erik Satie, Francis Poulenc, ma anche numerose scene di vita quotidiana parigina, i balletti russi di Nijinski, allegorie, caricature, immagini poetiche. Cocteau si rivela un bozzettista pieno di talento, ma soprattutto un artista capace di cogliere l'essenza dei volti, dei comportamenti, delle debolezze umane. Opera in cornice.

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Bill Davis
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Bill Davis

Serratura Indiscreta 2019

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Bill Davis

Serratura Indiscreta 2019

Tecnica mista: opera su plexiglas con inserti in tessuto e rifiniti con oli. Firmato e datato al retro. L'artista dice di sè: "E' il grande amore per l'arte che mi ha spinto a concretizzare emozioni e visioni coloristiche che da sempre vivevano nella mia vivace immaginazione. Suggestioni che derivano da varie influenze pittoriche che ho rivisitato in una personale interpretazione".

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Dipinto di Virgilio Guidi
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Dipinto di Virgilio Guidi

I Tondi-Occhio nello Spazio 1968

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Dipinto di Virgilio Guidi

I Tondi-Occhio nello Spazio 1968

Olio su tela. Firmato in basso a destra. Al retro presente il titolo, la data e ulteriore firma ad autentica dell'opera. Pittore, poeta e saggista, Virgilio Guidi mantenne sempre una posizione solitaria, critica e mai di adesione programmatica assoluta ai dettami estetici delle correnti e dei gruppi artistici del XX secolo gruppi o correnti, anche se fu sempre portatore di significativi contributi personali alle nuove ricerche pittoriche. A partire dagli anni '40 il Guidi iniziò a sviluppare sistematicamente i grandi cicli, con i quali indagò ripetutamente uno stesso nucleo soggetto-composizione, continuando a seguire il filo conduttore di tutta la sua arte: la luce. La sua pittura ha prediletto la scelta di delicati accordi tonali e la rappresentazione di elementi figurativi e paesaggistici attraverso ritmi astratti. Quest'opera appartiene alla serie realizzata negli anni Sessanta de " I Tondi", con il sottotitolo di "Occhio nello spazio". E' presentata in cornice.

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Serigrafia  di Ibrahim Kodra
ARARCO0176124
Serigrafia di Ibrahim Kodra

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Serigrafia di Ibrahim Kodra

Serigrafia su cartone applicato su tela. Firmato in basso a destra. La serigrafia è stata sottoposta dall'autore a ritocchi successivi a tempera, e riquadrata a matita. La pittura di Kodra, pittore albanese formatosi artisticamente in Italia e attivo in ambito milanese, consiste in un'interpretazione personale, di tipo fantastico, del cubismo, con la peculiarità che le scomposizioni tipiche del cubismo analitico vengono proposte secondo un'impostazione propria più del cubismo sintetico. Il paesaggio marino qui raffigurato, con barche a vela che navigano in prossimità di una costa, rientra nella produzione più tarda, in cui spesso viene evocato il paese natio.

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Tecnica mista, attribuito a James Mcclintock
ARARCO0231494
Tecnica mista, attribuito a James Mcclintock

Poesia della natura 1962

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Tecnica mista, attribuito a James Mcclintock

Poesia della natura 1962

Tecnica mista, con applicazioni in metallo su tela. Al retro è presente il nome dell'artista, con il titolo e la data. James McClintock è un artista americano che ha aderito al Post Painterly Abstraction (Astrattismo Post-pittorico), movimento sviluppatosi in America negli anni 60-70 che rivendicava con forza la sua discendenza dall'Espressionimo astratto americano e dall'opera degli action painters del gruppo di Pollock, tagliando ogni dipendenza dall'Europa a partire dagli anni '40. McClintock peraltro operò anche in Europa, in particolare fu a Firenze dove tra il 1961 e il 1967 lavorò in collaborazione con la Galleria Numero di Fiamma Vigo, luogo anticonformista, creato dalla gallerista argentina per presentare e promuovere opere innovative. L'opera è presentata è in cornice.

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