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Rete Operatori nazionale dell'usatoSiamo gli operatori e gli organizzatori dei mercati storici e delle pulci, delle fiere e delle strade, delle cooperative sociali, cooperative di produzione lavoro che lavorano nel sociale, delle botteghe rigattiere e dell’usato, dei negozi in conto terzi e degli enti di solidarietá.

Il Manifesto

Noi Operatori del Riutilizzo di tutta Italia, riuniti qui a Torino in occasione dei primi Stati Generali dell’Usato, affermiamo che la nostra attivitá produce valore ambientale, sociale, economico e culturale, e che tale valore costituisce un’esternalità positiva di interesse generale per l’intera società.

Siamo gli operatori e gli organizzatori dei mercati storici e delle pulci, delle fiere e delle strade, delle cooperative sociali, cooperative di produzione lavoro che lavorano nel sociale, delle botteghe rigattiere e dell’usato, dei negozi in conto terzi e degli enti di solidarietá, e riconosciamo che le nostre differenze si compongono in una dimensione che ha la dignità del comparto produttivo: la filiera del riuso.

Grazie al nostro lavoro quotidiano e invisibile decine di migliaia di tonnellate di beni post-consumo vengono sottratte allo smaltimento.

Grazie al nostro impegno decine di migliaia di famiglie trovano di che sostentarsi. Nella filiera del riuso lavorano soggetti svantaggiati e onesti imprenditori, migranti, rom e pensionati, lavoratori con reddito insufficiente e persone prive di reddito che con poco investimento riescono ad attivare un commercio onesto, operatori sociali e amatori dei beni d’epoca e del collezionismo.

Grazie alle nostre capacità, i luoghi dove esercitiamo sono occasione di incontro e scambio tra persone di lingua, cultura e condizione economica differente.

Siamo radicati nei nostri territori e viviamo in funzione del circuito sociale che riusciamo a sviluppare, acquistando, intermediando, raccogliendo o ricevendo in dono le merci usate, e redistribuendole a persone con scarso potere d’acquisto o innamorate dell’infinita varietá e trasversalitá merceologica che solo l’usato puó e sa offrire.

I nostri mercati storici sono una componente imprescindibile dell’identitá delle nostre cittá, e la nostra attivitá rende viva e palpabile la memoria del passato.

Il settore dell’usato, che come nessun altro riesce a conciliare gli aspetti economici con quelli sociali, é una delle risposte piú efficaci alla crisi.
Ma oggi la nostra attivitá, invece di essere incentivata, é penalizzata e, spesso, costretta al sommerso da oneri fiscali e regimi autorizzativi ritagliati per altre figure professionali: siamo le prime vittime del vuoto normativo sul nostro settore e della scarsa attenzione della Pubblica Amministrazione.

Chi tra di noi fa raccolta dei RU ingombranti ha difficoltá autorizzativa a selezionare e rimettere in circolazione enormi volumi di merci riusabili, mentre il resto del settore é affamato di merci e sogna l’acquisizione dei beni con valore di mercato che assurdamente vengono avviati a smaltimento.

Tra chi lavora all’aperto, c’é chi é registrato come professionista e paga oneri fiscali e contributivi insostenibili in proporzione al proprio fatturato e c’é chi é costretto all’abusivismo e al precariato che ne consegue. Tra gli hobbisti ci sono migliaia di operatori che aspirano a diventare professionisti ma sono costretti a vincoli che ne frustrano le aspettative. Siamo sempre insicuri rispetto alle autorizzazioni, ai luoghi e ai tempi di svolgimento delle nostre attività: in balia delle interpretazioni soggettive dei “buchi” normativi da parte delle amministrazioni e degli arbitrii dei pubblici ufficiali.

Chi di noi ha un negozio, si trova a pagare imposte che incidono sui fatturati maggiormente rispetto al nuovo ricevendo in questo modo, in cambio della propria azione ambientale, un disincentivo anziché un appoggio.

Chi di noi raccoglie merci usate a fini solidali, spesso non riceve appoggi materiali per il proprio lavoro ed è anche costretto al paradosso di essere obbligato a pagare per smaltire ció che non é riuscito a donare o a vendere per beneficenza.

Noi Operatori del Riutilizzo, a partire da oggi cammineremo uniti come settore e come filiera, esigendo nuove regole, capaci di fornire i corretti dispositivi di riconoscimento per la nostra attività, e pretendendo un sistema di incentivi e agevolazioni che renda finalmente possibile la piena espressione della nostra capacità produttiva, assieme a tutti i benefici che la nostra attività apporta alla collettività. Per l’ambiente, per l’uomo, per un mondo piú consapevole e solidale.

Resta informato sul sito www.reteonu.it