Nicola Bertuzzi,attribuibile a - Esaù vende la primogenitura a Giacobbe
Caratteristiche
Esaù vende la primogenitura a Giacobbe
Artista: Nicola Bertuzzi (1710-1777) Attribuibile a
Titolo opera: Esaù vende la primogenitura a Giacobbe
Scuola Artistica: Scuola Bolognese
Epoca: XVIII Secolo - dal 1701 al 1800
Soggetto: Soggetto Allegorico/Mitologico
Tecnica artistica: Pittura
Specifica tecnica: Olio su Tela
Descrizione : Esaù vende la primogenitura a Giacobbe
Olio su tela. Di sicura scuola bolognese, l'opera è riconducibile alla mano di Nicola Bertuzzi,detto l'Anconetano.Nato ad Ancona nel 1710,si recò giovanissimo a Bologna,dove fu allievo di V.Bigari,e si specializzò nella pittura di figure,sempre definite con pochi tocchi in tono spedito e brioso. Dal 1735 membro dell'Accademia Clementina,si inserì rapidamente a Bologna tra i più validi pittori dell'epoca. Oltre alle numerose commissioni pubbliche, si distinse come pittore di cavalletto,con tele di piccole dimensioni,del genere del "bozzetto",una specialità che lo vide in competizione con i migliori pittori del tempo. A questo genere appartiene la tela in oggetto, caratterizzata appunto da un segno spigliato ed un efficace uso degli effetti di luce ed ombre. IL dipinto è stato restaurato e ritelato, conservato il telaio originale.Sullo stesso è apposto stemma in ceralacca. che indica l'originaria appartenenza ad una famiglia nobiliare,con numero di inventario scritto a fianco. Presentato in cornice dorata antica.
Condizione prodotto:
Prodotto in buone condizioni, presenta piccoli segni di usura.Restaurato e ritelato,in telaio originale.
Dimensioni cornice (cm):
Altezza: 57
Larghezza: 68
Profondità: 5
Informazioni aggiuntive
Artista: Nicola Bertuzzi (1710-1777)
Scuola Artistica: Scuola Bolognese
Epoca: XVIII Secolo - dal 1701 al 1800
Nel secolo dell'Illuminismo, ovvero dell'esaltazione della ragione e della scienza come unici strumenti che possono liberare l'uomo dall'ignoranza e dal giogo della Chiesa e della nobiltà, l'arte passa dall'intento del Barocco di raccontare le verità religiose o di imitare la natura, con forti contrasti chiaroscurali ed eccessi artificiosi, alle forme più leggere e vaporose (talora anche frivole e leziose) del cosiddetto Barocchetto o Rococò, per sfociare nel Neoclassicismo che, guardando all'arte antica dei Greci e dei Romani, vuole riproporre la scoperta del bello, nella ricerca dell'armonia, delle proporzioni, degli equilibri.Scopri di più sul XVIII secolo con i nostri approfondimenti:
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