Ritratto di Papa Pio VI

Olio su tela. Intenso ritratto di Papa Pio VI, eletto al soglio pontificio nel 1775, raffigurato nella posa tradizionale per i ritratti ufficiali di ogni Pontefice: con indosso i paramenti sacri, benedicente con la mano destra, mentre la sinistra regge una lettera, simbolo della missione apostolica. Il dipinto, già restaurato e ritelato, è presentato in cornice dorata di fine'800-inizio '900.

Andrea Scacciati, ambito di

Composizioni con fiori e frutta

Olio su tela. Si tratta di una ricca composizione di fiori, presentati in vaso di metallo sbalzato, ai pedi del quale vi sono alcuni frutti (fichi,pesche, ciliege). Di ambito toscano, l'opera rimanda all'opera di Andre Scacciati, figura di punta della pittura di natura morta a Firenze in età tardobarocca. Molto amato dai Medici e dalle più note famiglie patrizie toscane, lo Scacciati fu autore di opere di altissima qualità stilistica, dedicate in prevalenza a composizioni floreali, caratterizzate da una sapiente capacità pittorica ed esaltate da intensi effetti cromatici. L'opera ,restaurata e ritelata, è presentata in cornice in stile.

San Francesco da Paola

Olio su tela. Scuola napoletana. Efficace ritratto, poco idealizzato e invece molto realistico, umano anche nell'atteggiamento contemplativo, del santo eremita (1416-1507) originario di Paola (Cosenza), vestito di un saio, con un bastone in mano e una barba bianca fluente; in alto a destra, ove è diretto il suo sguardo, la scritta Charitas, motto suo e, per estensione, anche dell'Ordine da lui fondato, quello dei Minimi. In basso a destra vi è disegnata una piccola immagine che rimanda ad un culto particolare del Santo: tra i tanti miracoli attribuitigli vi è l'attraversamento del Cana­le dello Stretto di Messina sul suo mantello, che lo fece diventare il patrono della gente di mare italiana. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice dorata in stile.

Giovanni Ghisolfi, ambito di

Scena di arresto in paesaggio con rovine

Olio su tela. Nella scena ,ambientata in mezzo a rovine di strutture classiche, numerose figure assistono alla cattura di un uomo da parte di soldati a cavallo: l'aureola intorno al capo e la fisionomia dell'uomo arrestato, piuttosto anziano, farebbero pensare a S.Pietro apostolo, arrestato più volte dai romani prima di subire il martirio. L'attribuzione al Ghisolfi nasce dal gusto del pittore seicentesco per le scene con figure di fantasia o derivate da storia mitizzata, inserite in architetture pittoriche, per il cui gusto anticipa le scelte di Andrea Locatelli e Giovanni Paolo Pannini. Il dipinto, già restaurato e ritelato, è presentato in cornice dorata di fine '800.

Cristo benedicente

Olio su tela. Scuola italiana. Il Cristo benedicente raffigurato secondo la tradizione a mezzo busto, si distingue per la posizione della mano destra, in atto appunto di benedire: le tre dita unite simboleggiano la Trinità, mentre le altre due indicano le due nature del Cristo, umana e divina. La mano sinistra del cristo benedicente a volte, come in questo caso, regge il Libro delle scritture, segno della Rivelazione divina, altre il globo terrestre, che simboleggia il ruolo di Salvator mundi. In questo dipinto spicca l 'espressione dolente del Cristo, partecipe delle sofferenze umane, su un volto peraltro circonfuso di luce, a sottolinearne la divinità. Sul retro dell'opera è presente antica ceralacca di appartenenza a collezione. Il dipinto è presentato in cornice antica.

Paesaggio con architetture e figure

Olio su tela. Scuola centro-Italia. Nel paesaggi è inserito al centro lo scorcio di un piccolo villaggio, a cui si accede dal ponticello che scavalca il fiume, sul quale transitano due viandanti; a sinistra un altro gruppo di popolani e contadini, davanti ai ruderi di un tempio in disuso; peculiare è infine la presenza delle rovine di una struttura piramidale in pietra che ricorda la Piramide Cestia: tale monumento compare frequentemente nella paesaggistica romana del XVII-XVIII secolo, inserita nei cosiddetti "capricci architettonici". I dipinto è stato restaurato e ritelato in epoca non recente (fine '800- inizio '900). E' presentato in cornice dorata di fine '800.

Giove fulmina i Titani

Dipinto in arte povera, ovvero olio su tela, con tecnica dell' incisione. Grande diffusione ebbe, soprattutto in area veneta, tra '600 e '700, l'incisione preparata ad hoc per la decorazione di mobili ed oggetti,più raramente per crearne dipinti. Tra i più noti stampatori vi furono i Remondini di Bassano,attivi fin dal 1620,per i quali lavorarono artisti illustri,come Canaletto,Ricci, Tiepolo. La tecnica consisteva nell'applicare sottilissime incisioni,sommarie e semplificate,a volte ritagliate, a mobili,oggetti o , come nel nostro caso, ad una tela. Le incisioni venivano poi dipinte e,soprattutto sui mobili, coperte da una leggera lacca trasparente. Il vantaggio era quello di avere una maggiore rapidità esecutiva e dunque un minor costo. Assai rara è la presenza sul mercato antiquario di dipinti sviluppati secondo questa tecnica; il nostro,di notevole dimensione, è presentato in cornice laccata coeva,con grande effetto decorativo. Piccola lacerazione in basso a sinistra.

La Morte di Re Dario

Olio su tela. Epilogo delle grandi battaglie tra Alessandro Magno e il re persiano, l'episodio narrato da Plutarco, racconta come, di fronte all'incessante progredire di Alessandro, partì una rivolta tra le file persiane,che portò gli uomini di fiducia di Dario a farlo prigioniero e poi a pugnalarlo all'approssimarsi dell'esercito greco. Dario non riuscì a vedere il conquistatore rivale ma, prima di morire, incontrò Polistrato, militare greco che,accorso al suo capezzale, gli porse dell'acqua; Dario allora gli chiese umanità e clemenza per la propria famiglia e le proprie spoglie mortali. Restaurato e ritelato, il dipinto è in buone condizioni. Incorniciato.

Giovanni Ghisolfi, ambito di

Falaride fa gettare Perillo nel toro

Olio su tela. La scena rappresenta la vicenda di Perillo, inventore di un nuovo strumento di tortura, un toro metallico, vuoto all'interno e con una porta sul fianco, nel quale veniva rinchiusa la vittima e sotto il quale veniva poi acceso un fuoco che riscaldava il metallo fino ad arroventarlo: così la vittima all'interno arrostiva lentamente fino alla morte; Perillo propose la sua invenzione al tiranno di Agrigento Falaride, che però lo sperimentò sullo stesso inventore, gettandovelo dentro. Restaurato e ritelato. Il dipinto è presentato in cornice dorata di inizio '900.

Ecce Homo

Olio su tela. Scuola veneta. Soggetto della via Crucis, l'Ecce Homo propone il Cristo quando, a spregio del motivo della sua condanna a morte, viene presentato alle folle a guisa di finto re, incoronato di spine, con il manto rosso e in mano una canna a raffigurare lo scettro. Questa raffigurazione propone il Cristo in primo piano, a mezzo busto, affiancato da un soldato romano e da uno scriba, rappresentanti delle due autorità che lo condannarono. Il dipinto è in prima tela; è presentato in cornice ridorata del XIX secolo.

Gesù guarisce i malati

Olio su tela. Scuola napoletana. La ampia scena è collocata all'ingresso di un tempio, le cui alte colonne corinzie creano una sorta di cornice ai lati: in mezzo ad esse in alto si libra un Angelo, in basso la figura centrale di Gesù attorniato dai malati che guarisce. Lo stile pittorico, in particolare nell'organizzazione della complesse coreografie, movimentate e dai colori accesi, e nelle caratteristiche prospettiche rese attraverso l'ampio risalto degli elementi architettonici, hanno fatto attribuire tale dipinto a Domenico Gargiulo, detto Micco Spadaro (1609/10-c.1675). La tipologia di soggetto - che per formazione e produzione fu prevalentemente paesaggistica per ampia parte della sua vita - e lo stile rimandano alla produzione più tarda di tale artista napoletano, che subì l'influenza di Luca Giordano. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice d'epoca, intagliata e decorata.

Adorazione dei Pastori

Olio su tela. Scuola del Centro Italia. Scena ricca di dinamismo proprio del gusto barocco, centrata sulle figure di Maria e il Bambino, circondati da figure adoranti: sulla destra S.Giuseppe, a sinistra due pastori e in alto una schiera di angeli incensanti. Il dipinto, già restaurato e ritelato, presenta piccole diffuse cadute di colore. Presentato in cornice in stile.