Rocco Lentini

Campanile di Pieve di Cadore

Codice :  ARTOTT0000289

non disponibile
Rocco Lentini

Campanile di Pieve di Cadore

Codice :  ARTOTT0000289

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Rocco Lentini - Campanile di Pieve di Cadore

Caratteristiche

Campanile di Pieve di Cadore

Artista:  Rocco Lentini (1858-1943)

Titolo opera:  Campanile di Pieve di Cadore

Epoca:  XX Secolo - dal 1901 al 2000

Descrizione : Campanile di Pieve di Cadore

Olio su cartone telato. Firmato e datato in basso a sinistra. Al retro etichetta cartacea con titolo, firma e data. In cornice coeva.

Dimensioni cornice (cm):
Altezza: 54
Larghezza: 45

Dimensioni opera (cm):
Altezza: 44
Larghezza: 35

Informazioni aggiuntive

Artista: Rocco Lentini (1858-1943)

Figlio d'arte, nato a Palermo nel 1858 dal pittore e decoratore Giovanni, già durante una prova giovanile, illustrò con Enrico Cavallaro il manoscritto Il testamento del Nanno di Antonio Palomes, testo filo-clericale e anti-unitario, adoperando la tecnica ad acquerello. L'anno successivo entrò nello studio del paesaggista Francesco Lojacono. Nel 1877 fu premiato con una borsa di studio dal comune di Palermo, questo gli permise di frequentare l'Accademia di belle arti di Bologna. Si stabilì poi a Napoli, in un arco di tempo limitato, ma seguì con interesse l'opera di Filippo Palizzi e di altri realisti napoletani. Appena due anni dopo fu rappresentato con suoi dipinti al Salon di Parigi. Dopo la sua presenza alla Promotrice delle belle arti di Torino del 1879, continuò la sua formazione. Rientrato dopo un viaggio all'estero ottenne la cattedra di pittura all'Accademia di Brera, soggiornando a Milano per alcuni anni. Dal 1888 al 1924 insegnò disegno presso il regio educandato "Maria Adelaide" di Palermo. Nell'ultimo decennio dell'Ottocento e nel primo del Novecento, stagione di grande sviluppo urbanistico ed edilizio per Palermo, il Lentini si dedicò intensamente alla decorazione, coordinando il lavoro di una numerosa équipe. In quel periodo partecipò attivamente alla vita culturale della Sicilia e realizzò le imprese più importanti nella città natale, tra le quali le decorazioni e gli affreschi per i teatri Massimo, Politeama, Bellini, per la Stazione centrale, e per gli interni di palazzo delle Aquile con Giuseppe Damiani Almeyda e altri. Organizzò la "I mostra siciliana di pittura, scultura bianco e nero", tenutasi a villa Gallidoro. Fondò e diresse il mensile La Sicilia artistica e archeologica, insieme ai Basile (padre e figlio) e a Francesco Saverio Cavallari. Fu un assiduo frequentatore dei circoli artistici europei, in particolar modo tedeschi e settentrionali. Oltre alle numerose esposizioni nazionali e internazionali, prese parte alle Biennali di Venezia del 1905 e del 1922. In particolare negli anni Venti, mentre a Palermo diminuivano le grandi committenze pubbliche e private, la pittura divenne la sua attività principale. Viaggi in Europa e numerosi soggiorni nelle Alpi accesero e resero più ricca e materica la sua tavolozza ora aperta a esperienze espressioniste e ai volumi strutturati di Valori plastici. Trasferendosi in seguito al matrimonio con una nobildonna veneta nella città lagunare, vi risiederà fino alla morte avvenuta nel 1943.

Epoca: XX Secolo - dal 1901 al 2000

IL XX secolo è caratterizzato dal prevalere della borghesia sulla classe operaia e dalla scoperta che la vita continua ad essere una lotta per la sopravvivenza e per migliorarne la qualità. Il progresso tecnologico, anziché favorire tale sviluppo, diventa strumento di meccanizzazione e di inaridimento dell'uomo, che ha bisogno di cercare un “supplemento d'anima” e nuove forme per esprimerlo. Nascono pertanto tutta una serie di correnti artistiche che realizzano opere esprimendo l'interiorità dell'uomo, che evocano dall'intimo la realtà piuttosto che rappresentarla, e la raffigurano utilizzando, in libertà, le forme e i colori. Si hanno perciò, il Decadentismo con l'Art Nouveau, il Fauvismo di Matisse e Braque, il Cubismo di Picasso, poi ancora l'Espressionismo con Munch, l'Astrattismo di Kandinskij e la pittura Metafisica di Carrà e De Chirico. Numerose sono le correnti e i gruppi di artisti e intellettuali che utilizzano l'Arte come un Manifesto del loro pensiero, spesso anche con una connotazione politica.
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