Comò Luigi XVI Torinese

Cassettone torinese sec. XVIII

Codice :  ANTCAS0000694

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Comò Luigi XVI Torinese

Cassettone torinese sec. XVIII

Codice :  ANTCAS0000694

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Comò Luigi XVI Torinese - Cassettone torinese sec. XVIII

Caratteristiche

Cassettone torinese sec. XVIII

Stile:  Neoclassico (1765-1790)

Epoca:  XVIII Secolo - dal 1701 al 1800

Origine:  Torino, Piemonte, Italia

Essenza principale:  Bois de Rose

Materiale:  Marmo Bardiglio , Noce Massello

Descrizione

Comò a tre cassetti. Il primo cassetto più basso sotto piano segue il motivo delle fasce con riserve a greca, gli altri due cassetti presentano due riserve a marquetterie come quelle dei fianchi ed una riserva centrale con l'impiallacciatura disposta a raggiera. Le quattro pilastrate sporgenti di cui le due frontali disposte a 45 gradi hanno delle riserve in bois de rose contenute in piccole cornici che marcano anche i cassetti. I legni utilizzati per gli intarsi sono il palissandro per la parte scura, il bois de rose, noce ed acero per le filettature e le due bocchette dei cassetti anche i piedi slanciati e torniti nel noce massello contengono intarsi a toppo. Gli interni dei cassetti sono costruiti da ebanista, scegliendo e sposando le assi di noce e con incastri a piccole code di rondine disposti a 45 gradi sul fondo. Il piano è in marmo scelto di bardiglio.

Condizione prodotto:
Prodotto restaurato.

Dimensioni (cm):
Altezza: 91
Larghezza: 122
Profondità: 56

Certificato rilasciato da:  Enrico Sala

Perizia rilasciata da  Enrico Sala

Informazioni aggiuntive

Note storico bibliografiche

Per quanto riguarda l'ebanisteria, Torino nel settecento è fortemente condizionata dalla figura di Pietro Piffetti ( 1701-1777, ritenuto insieme a Charles Buolle il più grande ebanista di tutti i tempi). Nelle sue ultime realizzazioni riuscirà ad abbandonare quasi definitivamente le linee di “Juvarriana memoria” che l'hanno caratterizzato ed anche i ricchi materiali come madreperla, avorio, tartaruga e metalli vari, realizzerà, come prototipo per i suoi eredi, dei mobili più semplici e alla “nuova moda” d'oltralpe. L'influenza francese sarà infatti sempre molto presente nella capitale sabauda. Se per quanto riguarda le opere di intaglio Torino gioverà di un altro artigiano eccezionale, Bonzanico , per l'ebanisteria degli ultimi decenni del XVIII sec. l'eredità di Piffetti sarà presa in carico da più ebanisti, capaci di grande maestria esecutiva ma senza la qualità inventiva del maestro. Tra questi ricordiamo Giovanni Galletti( 1735-1819) e Giuseppe Viglione( 1748-1823). Il nostro cassettone è senz'altro avvicinabile più alle opere note del secondo. Se la qualità costruttiva ne denuncia la committenza molto importante, i motivi di ebanisteria a marquetterie e l'uso delle greche sono tratti caratteristici dei mobili noti del Viglione. Un mobile, che ho avuto la fortuna di analizzare dal vero, e che presenta molte similitudini, per la l'esecuzione molto accurata, gli stessi materiali pregiati e lo stesso marmo, è la cassettiera a mezza luna, conservata Torino al secondo piano nobile di Palazzo Reale; anche i piedi torniti e intarsiati sembrano unire i due mobili alla stessa paternità. Particolarmente interessante è anche la presenza del piano in marmo Bardiglio di Valdieri. Le cave del “Bardiglio di Valdieri “ erano di proprietà reale, infatti sono state trovate ancora sui massi croci di Savoja e Corone Reali che ne stabilivano la proprietà sin dal 13 agosto 1743. Possiamo pertanto affermare con sicurezza che il comò qui analizzato sia stato realizzato nell'ultimo quarto del XVIII sec. in Torino città, se non per la famiglia reale per una aristocrazia a lei vicina, mentre non avendo firme non è possibile dare con certezza la produzione alla bottega del Viglione, anche se tra le botteghe note ci sembra senz'altro la più probabile.

Stile: Neoclassico (1765-1790)

Questo periodo storico comprende una prima fase propriamente definibile di Stile Luigi XVI.
Solo in un secondo momento, con il maturare delle mode archeologiche, si formula e si codifica una nuova visione della civiltà d'arredo, ora compiutamente ascrivibile allo Stile Neoclassico.
Nei fatti, entrambe le tendenze convivono all'unisono fino agli ultimi anni del Settecento.
A pieno titolo, in ambito di ebanisteria, rientrano nell'epoca neoclassica anche gli stili Direttorio, Retour d'Egypte, Consolare e Impero.
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Epoca: XVIII Secolo - dal 1701 al 1800

Essenza principale: Bois de Rose

Si tratta di un legno duro, biondo chiaro, ma con forti venature rosse e rosate, che si ottiene da alberi tropicali simili al legno di palissandro. Le sue venature ricordano i tulipani a righe, per questo nelle aree anglofone è chiamato tulipwood. Viene usato per tarsie, spesso affiancato al bois de violette. Nel '700 e '800 venne molto apprezzato e impiegato in Francia e Inghilterra per impiallacciature pregiate. Emana profumo per decenni se non secoli dopo la stagionatura.

Materiale:

Marmo Bardiglio

Noce Massello

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