Osvaldo Borsani chaises

Designer: Osvaldo Borsani

Osvaldo Borsani était un architecte et designer italien. Son père, Gaetano Borsani, était un célèbre artisan du meuble et son frère jumeau Fulgencio était son collaborateur et partenaire commercial. Il a étudié au Politecnico di Milano et après avoir obtenu son diplôme, il a rejoint l'entreprise familiale, Atelier Varedo (plus tard Borsani Furniture) en tant que designer de meubles. Tout au long des années 1940 et au début des années 1950, Borsani a produit une large gamme de modèles. Un modèle de 1946 du système d'étagères murales est particulièrement remarquable. En 1953, Osvaldo et Fulgenzio ont fondé la société Tecno qui, comme son nom l'indique, est célèbre pour son sens aigu de la technologie dans le design. En 1955, Tecno sort l'une des pièces les plus connues, le fauteuil P40. Il est caractérisé par des bras en caoutchouc et peut prendre 486 positions distinctes. Une autre pièce célèbre est le D70, un canapé qui a rapidement acquis une renommée mondiale. Osvaldo Borsani a agi en tant que designer unique de l'entreprise pendant plus de 30 ans, ce n'est qu'au milieu des années 1980 que d'autres auteurs ont rejoint l'entreprise. Aujourd'hui, Tecno est connue pour ses meubles innovants pour les bureaux et les bâtiments publics.
En savoir plus sur Osvaldo Borsani grâce à nos informations :
FineArt : Fauteuils 'P35'
FineArt : Canapé 'D70'
Beaux-Arts : Archivio Borsani

Production: Arredamenti Borsani Varedo

La Villa di Varedo progettata dal primo nel 1943 per il padre Gaetano. Qui negli Anni 20 è iniziata la storia della Fabbrica di Mobili Borsani che, nelle mani dei due fratelli, si è trasformata in Tecno, marchio di arredi per ufficio noto per la qualità della manifattura unita all'eleganza del segno. La stessa della casa, tuttora un gioiello dell'architettura moderna paragonabile per importanza e atmosfera a capolavori da poco riscoperti come Villa Necchi Campiglio. La logica con la quale la residenza è stata realizzata è il marchio di fabbrica dei Borsani: l'attenzione dal generale al particolare, dal fuori al dentro. È sempre stato così. A partire dal progetto per una Casa Minima presentato alla Quinta Triennale di Milano nel 1933 quando Osvaldo era studente. la sperimentazione non si limitava al design. Borsani, nella composizione dei suoi lavori, amava coinvolgere grandi artisti inserendo contributi eccellenti: è così che il camino del salotto è stato finito dalle ceramiche di Lucio Fontana o che la grande scala nell%u2019atrio di ingresso ha accolto le sculture metalliche di Agenore Fabbri. E come non citare, a proposito di certi interventi sugli arredi, la collaborazione con il pittore Adriano Spilimbergo? Per l'epoca - va ricordato - non era un fatto così eccezionale: architettura, arte e design erano solite dialogare tra di loro. La villa per certi versi ne è una testimonianza: racconta in forma concreta una delle storie recenti che hanno creato il mito della Brianza: due anime - come i gemelli Borsani- in equilibrio tra unicità quasi artistica e produzione industriale.

Période: 1950 - 1959

1950 - 1959