Antiquariato 800

L'800 è il primo secolo dell’età contemporanea. È un secolo di grandi trasformazioni sociali, politiche, culturali ed economiche. Ha visto l’ascesa e la caduta di Napoleone Bonaparte e la successiva Restaurazione, i moti rivoluzionari, la costituzione di molti stati moderni tra cui il Regno d’Italia e l’Impero Germanico, la seconda rivoluzione industriale, la grande depressione e la Belle Époque. Tutti questi eventi hanno portato a un cambiamento del pensiero e di conseguenza a tutte le opere d'arte realizzate in questo periodo. Per l’antiquariato 800, infatti, si possono notare grandi cambiamenti soprattutto per quanto riguarda i mobili antichi.

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Mobili antichi 800

 

L’ottocento in Italia ripropone quella disomogeneità stilistica, quel mescolarsi di generi che rimane la caratteristica principale dei mobili antichi 800 in tutta Europa.
Il settecento si chiudeva con il progressivo irrigidirsi delle linee. Lo stile Luigi XVI ha trasmesso al nuovo secolo il gusto per la simmetria, l’equilibrio, l’impiego di meno ornamenti e di linee curve e, infine, per l’utilizzo di ornamentazioni ispirate al mondo dell'arredamento antico. Questo nuovo modo di fare mobili antichi si trasmette anche in Italia. Le linee diventano sempre più essenziali e rigide.
 

Lo stile Impero

 

Lo stile impero si sviluppa nei primi anni dell’800. È caratterizzato dalla maestosità degli arredi eleganti, progettati per esaltare, appunto, il nuovo impero di Napoleone. Charles Percier e Pierre-François-Léonard Fontaine furono i due ideatori dello stile impero. La loro idea fu quella di affiancare la grandiosità all’armonia, ma anche alla praticità. Applicarono questo concetto a tutti gli arredamenti di stile: dal tavolo ai letti, dagli specchi ai tappeti e dalle porcellane agli argenti.
Un’altra caratteristica fondamentale di questo stile è la costante ricerca di forme e decorazioni ispirate all’antichità, in particolare al mondo degli egizi, dei greci e dei romani. Gli elementi che si trovano più spesso sono: aquile, sfingi, chimere, leoni, fenici, corone d’alloro, cetre, palme e molto altro. 
Gli elementi dell’architettura classica come architravi, ovuli, colonne, timpani e frontoni iniziano ad essere usati come parte strutturale e decorativa dei mobili. Gli arredi da parata vengono ancora laccati, dipinti di bianco o nei colori di moda e, gli intagli e le sculture sono dorati. Le scoperte di Ercolano e Pompei in quegli anni riescono a dare nuovi spunti per le decorazioni: amorini, putti, fanciulle alate, motivi mitologici e ghirlande. In più forniscono idee per nuovi tipi di mobili d'epoca. Il più famoso tra questi è il tripode che poi diventerà un tavolino, un lavabo, una fioriera, un incensiere e un candelabro.
Tutte queste caratteristiche le possiamo trovare anche nei mobili epoca 800 italiani. Dopo la caduta di Napoleone lo stile impero continua a esistere fino al 1830 circa affiancandosi allo stile della Restaurazione di importazione francese. In Italia, però, questo stile può essere considerato solo come di transizione senza caratteristiche ben definite.
 

La seconda metà dell'800

 

Alla bottega dell’artigiano si sostituisce l’officina organizzata con nuovi macchinari che svolgono parte delle lavorazione che prima veniva fatta a mano. I mobili antichi, quindi, non sono solo più richiesti dalle corti e dall’aristocrazia ma, anche da ricchi borghesi e imprenditori. Sicuramente i mobili d'epoca richiesti da questi ultimi sono di minor pregio estetico ma, più pratici e di buona esecuzione.
Tra il 1830 e il 1848 circa si afferma il nuovo stile Luigi Filippo. Gli elementi barocchi e gotici si mescolano a quelli neoclassici. I mobili di stile sono caratterizzati dall’utilizzo di legni chiari, oppure ebano o legni “ebanizzati”, cioè tinti di nero.
Nella seconda metà del XIX secolo è caratterizzato dallo stile Umbertino dove è sempre più presente l'eclettismo di questo secolo. Tra tutti gli ibridi e tutti gli gli stili a cui si ispirano i produttori di mobili fine ottocento predomina quello rinascimentale. Gli artigiani interpretano liberamente pezzi quattrocenteschi e cinquecenteschi mantenendo però il tono cupo e greve caratteristico dell’epoca.
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