I Maccheroni Poemetto giocoso dedicato a sua Eccellenza Girolamo Savorgnan Capitanio e V. Podestà
Caratteristiche
Autore: [Jacopo Vittorelli]
Editore: Dionigi Ramanzini
Luogo di stampa: Verona
Anno pubblicazione: 1785
Condizione prodotto:
Legatura muta cartonata alla rustica con cartoncino marmorizzato: ampie spelature ai piatti, notazioni di catalogazione al piatto anteriore. Carte leggermente brunite con sparse fioriture e piccoli strappi al margine esterno; cc A2-A3 parzialmente slegate; mancanza all'angolo inferiore esterno di A2
Pagine: 19,(1)
Formato: In ottavo
Dimensioni (cm):
Altezza: 21
Larghezza: 15
Descrizione
Curioso poemetto che narra l'invenzione dei Maccheroni da parte di Pulcinella. L'occasione della composizione, come indicato nella dedica dell'editore a Girolamo Savorgnan, sono i festeggiamenti relativi ad un'altra specialità gastronomica, la Festa de' Gnocchi a Verona, che dal 1531 si celebrava l'ultimo venerdì di quaresima (da cui il nome di Venerdì gnoccolàr). Nel poemetto i maccheroni sono presentati come una sana alternativa a “zucchetti, fricassee, torte, pastiglie”, se ne sottolinea l'evoluzione che da pasta arrotolata a mano “ora gli spreme il torchio, e in più di dodici / fogge diverse ogni convito beano”, se ne vanta l'esportazione in tutto il mondo (“Puglie e Liguria vi diran se approdici / Legno stranier da tutto il vasto Oceano, / che, abbandonando le riviere Italiche, / con questa merce in sen non lo rivaliche”: già allora le eccellenze gastronomiche italiane conquistavano il mercato… ). E allora, conclude, “Muojan le droghe, che di vita privano, / e i Maccheroni eternamente vivano”
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