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PITTURA ANTICA
 

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In questa sezione si possono trovare tutte le opere di pittura antica disponibili nel nostro catalogo online. Un’ampia e raffinata selezione che comprende paesaggi, nature morte, ritratti, volti, soggetti sacri, scorci e vedute con cui poter arricchire ogni ambiente della tua casa.

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Dipinto Crocifissione XVII secolo
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ARARPI0215965
Dipinto Crocifissione XVII secolo

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Dipinto Crocifissione XVII secolo

Olio su tela. Scuola italiana del XVII secolo. La grande scena rappresenta l'evento drammatico della morte di Gesù in Croce, con tutti gli attori che compaiono nel Vangelo, emergenti da uno sfondo buio e cupo nel quale si intravvede appena sulla sinistra un sole spento. Al centro la grande Croce di Cristo svetta quasi solitaria, ad occupare la parte superiore del dipinto; ai due lati le croci dei due ladroni crocifissi con Gesù, quello di sinistra, il buon ladrone redento, girato a guardare e dialogare con il Cristo, quello di destra in posizione frontale, con lo sguardo che rifugge dal centro. Ai piedi della Croce, a sinistra Maria e il gruppo delle pie donne dietro di lei, a destra San Giovanni apostolo; tutto all'intorno, i sacerdoti, gli accusatori di Gesù che ancora discutono fra loro, e di sfondo tutto il popolino. Spicca in primo piano in basso a sinistra, la figura a mezzo busto di un sacerdote di era moderna che guarda alla Croce con le mani giunte, e che probabilmente corrisponde al committente della tela. La tela è stata restaurata e ritelata, e applicata su un telaio nuovo. E' presentata in cornice in stile.

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Dipinto Ritratto Femminile
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ARAROT0214054
Dipinto Ritratto Femminile

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Dipinto Ritratto Femminile

Olio su tela. Scuola Nord- italiana del XVII secolo. Nel ritratto di questa donna non più giovane, vestita di un austero abito nero che si confonde nello sfondo, risaltano però i pizzi del collo e delle maniche bianchi e lo stomacher staccabile, ovvero la pettorina riccamente ricamata a simulare un gioiello, inventata alla fine del '600 per coprire le profonde scollature degli abiti femminili, a seguito dell'influenza moralizzatrice cattolica della corte di Francia; la donna esibisce poi un fine bracciale d'oro al polso. Restaurato e ritelato nel XIX secolo, il dipinto è presentato in cornice di fine '800-inizio '900.

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Dipinto con San Giacomo Minore
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ARARPI0214055
Dipinto con San Giacomo Minore

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Dipinto con San Giacomo Minore

Olio su tela. Scuola italiana del XVII secolo. San Giacomo di Alfeo, uno dei Dodici apostoli di Gesù, è detto il minore per essere distinto chiaramente dall'altro apostolo di nome Giacomo, il cui padre era invece Zebedeo e che viene chiamato dalla tradizione Giacomo il Maggiore. In questo dipinto è raffigurato secondo l'iconografia classica, che lo descrive con la barba e i capelli lunghi, vestito con la tunica e il pallio, che regge un lungo bastone uncinato; il suo attributo, infatti, è lo strumento con cui fu martirizzato, ovvero il bastone usato per cardare la lana con un'estremità triangolare uncinata. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice ridorata di fine '800.

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Dipinto Sacra Famiglia con San Giovannino
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ARARPI0214053
Dipinto Sacra Famiglia con San Giovannino

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Dipinto Sacra Famiglia con San Giovannino

Olio su tela. Scena ripresa in controparte e con diverse variazioni nello sfondo e in alcuni dettagli, dall'opera di Pieter Van Avont (1600 -1652), probabilmente diffusa attraverso incisioni. Tale soggetto sacro fu ampiamente proposto nella produzione pittorica, come emblema della Famiglia, modello fondamentale dei legami di affetto, di amore, di comprensione che ogni famiglia umana è chiamata ad esprimere. Anche in questa rappresentazione traspaiono la tenerezza genitoriale, gli affetti della famiglia allargata nella figura del cuginetto Giovanni, i sereni rapporti tra i bambini, vegliati dagli adulti. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dell'800.

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Gerrit Van Honthorst Ambito di
SELECTED
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ARTPIT0001596
Gerrit Van Honthorst Ambito di

Gesù davanti a Caifa

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Gerrit Van Honthorst Ambito di

Gesù davanti a Caifa

Olio su tela. Il dipinto riprende l'opera del maestro olandese Gerrit Van Honthorst, realizzata nel 1617 e oggi conservata alla National Gallery di Londra. Olandese di nascita, van Honthorst giunse a Roma poco dopo la morte di Caravaggio, di cui assimilò lo stile, che gli valse il soprannome di “Gherardo delle Notti". A Roma l'artista fu ospitato dalla famiglia Giustiniani, che gli commissionò l'opera per la sua collezione privata, ove essa rimase sino al 1804. Portata dapprima a Parigi presso la collezione Bonaparte, dopo ulteriori passaggi di proprietà, giunse infine a Londra nel 1922. Il dipinto racconta l'episodio drammatico dell'incontro tra il sacerdote Caifa e Gesù, durante la sua Passione. Tutta la parte superiore è occupata dal buio: il vuoto, il nulla, fanno concentrare l'attenzione sui due protagonisti e sul dramma che si sta svolgendo. La scena è fortemente statica, quasi bloccata in un momento preciso, l'atto accusatorio del sacerdote nei confronti del Cristo, a sottolineare l'intensità del dramma interiore, profondamente doloroso. Nella scena, Caifa è a sinistra, seduto al tavolo su cui è posato il libro della Legge ebraica, e solleva il dito in tono accusatorio; Gesù è a destra, in piedi, le mani legate, in atteggiamento umile. Al centro una candela, unica fonte di luce, che fa da raccordo tra il volto di Caifa e quello di Gesù, che si incontrano in un gioco di sguardi lungo una linea diagonale, e di cui la luce artificiale sottolinea impietosamente il contrasto espressivo, grottesco e arrabbiato quello del sacerdote, sofferente, ma luminoso e composto quello del Cristo. Sullo sfondo, dietro i due protagonisti, sono presenti le figure di altri sommi sacerdoti. Sono solo ombre nel buio, attendono il giudizio e le loro facce sono avvolte nell'oscurità che aumenta la tensione. Ben si coglie, nel contrasto di luci e ombre, nell'intensità degli sguardi, l'impronta caravaggesca. La tela qui proposta, di dimensioni circa la metà dell'originale, ma fedele nei moduli stilistici e interpretativi, fu probabilmente commissionata in misure ridotta da chi aveva apprezzato l'originale a palazzo Giustiniani. Essa è stata restaurata e ritelata nel XIX secolo. Sul retro sono scritti alcuni nomi, indicazione di proprietà. Cornice in stile.

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Dipinto di Bottega di Luca Giordano
ARARPI0057105
Dipinto di Bottega di Luca Giordano

Allegoria del Fuoco con Giove e Semele

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Dipinto di Bottega di Luca Giordano

Allegoria del Fuoco con Giove e Semele

Olio su tela. La grande scena vede al centro, sorvolante delle rocce, un volatile dal quale si librano fiamme, a raffigurare allegoricamente l'elemento naturale; nella parte sinistra della scena si svolge la frenetica vita di una fucina: in primo piano due uomini con delle gerle piene di legna, altri due più defilati sono intenti a parlare con dei putti, davanti a un'ara. La parte principale dell'inquadratura è però occupata da Giove e Semele: nella parte superiore il re degli dei scende dal cielo, coperto da un panneggio svolazzante aranciato, nelle mani trattiene un fascio di folgori ed è accompagnato dai venti; in basso a destra la principessa, reclinata su un cuscino e attorniata da putti. Il dipinto è attribuibile alla bottega di Luca Giordano (1634-1705) realizzato plausibilmente negli anni Ottanta del Seicento. La nostra tela ripropone infatti, seppur con qualche modifica, lo stesso soggetto che Giordano aveva già realizzato per il Palazzo della Zarzuela a Madrid, dove fu mandato nel 1688 assieme ad altri dipinti con soggetti mitologici. Questo soggetto dovette essere particolarmente apprezzato, perché è nota almeno un'altra copia della bottega, realizzata in controparte rispetto a quella del palazzo madrileno, conservata presso il Museo di Casa Martelli a Firenze: tale versione appartiene a una serie di dipinti giordaneschi raffiguranti i quattro elementi, provenienti dalle collezioni di don Gaspar de Haro y Guzmán, marchese del Carpio e viceré di Napoli dal 1683 al 1687. Rispetto all'originale, anche la nostra versione presenta delle modifiche: non in controparte, ma con la medesima impostazione della scena, differisce però per le dimensioni, ampliando leggermente l'altezza da 114 cm dell'originale ai 125 cm di questa tela, consentendo dunque un'inquadratura più ampia. Questa accortezza lascia plausibilmente supporre che il dipinto in esame fosse stato realizzando per una committenza ben precisa, forse italiana, e nelle dimensioni adeguate alla sede di collocamento. Anche un'altra importante modifica può essere letta come diretta richiesta del committente, ossia il fatto che la principessa Semele sia presentata in una variante più casta, non più pressochè nuda e con solo un leggero panneggio a coprirla, ma abbigliata con una tonaca e un mantello. Rispetto all'originale autografo di Luca Giordano, la nostra versione dimostra, nonostante l'alta qualità pittorica, una maggiore ingenuità e una resa meno minuziosa, che portano dunque l'attribuzione alla bottega. Il dipinto presenta segni di retauro e ritelatura.

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Dipinto con Scena di Genere
ARARPI0210822
Dipinto con Scena di Genere

Il ritorno dalla Caccia

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Dipinto con Scena di Genere

Il ritorno dalla Caccia

Olio su tela applicata a tavola. Scuola nord-europea del XVII-XVIII secolo. Al retro è presente antica attribuzione a Peter Wouwerman (1623 -1682), giustificata dalla vicinanza ai modi pittorici dell'artista fiammingo, molto attento alla resa dei particolari minuti. In questo quadretto è raffigurato il ritorno dalla caccia di un signorotto al suo palazzetto sul lato sinistro: mentre i cavalli vengono portati al riposo e i cani si abbeverano alla fontana, un servo aiuta il padrone a togliere gli alti stivali, mentre le donne escono di casa per accogliere i cacciatori. Il dipinto è presentato in cornice di fine '800.

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Gruppo di quattro Dipinti con Scene Pastorali
ARARPI0206743
Gruppo di quattro Dipinti con Scene Pastorali

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Gruppo di quattro Dipinti con Scene Pastorali

Olio su carta applicata a tela. Le quattro opere propongono soggetti pastorali, animati da pastori con i loro armenti e i loro fedeli cani, a volte a riposo sul ciglio della strada, in due scene affiancati anche da venditrici di frutta. Le opere sono ispirate (come anche da citazione al retro di una di esse) alla produzione di Francesco Londonio, l'artista milanese del '700 che si affermò per le scene agresti e pastorali, in un repertorio di gustosi fotogrammi della vita contadina. I quattro dipinti sono presentati in cornice dorate coeve, con piccole mancanze.

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Dipinto con Scena di Guarigione XVII Secolo
ARARPI0210824
Dipinto con Scena di Guarigione XVII Secolo

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Dipinto con Scena di Guarigione XVII Secolo

Olio su rame. Scuola fiamminga del XVII secolo. Il dipinto, attribuito da tradizione orale a Frans Francken il giovane (1581 -1642), raffigura una guarigione miracolosa compiuta da Gesù: mentre va con i suoi discepoli, Egli incontra sulla sua strada un uomo malato, probabilmente di lebbra, malattia che comportava l'isolamento e il bando dalla città; l'uomo invoca il Cristo che compie il miracolo e lo guarisce. Il dipinto colloca l' evento sul margine sinistro della scena, in primo piano, ove le figure vestite secondo la foggia propria dei tempi del Cristo, spiccano per i colori vivaci; peraltro il paesaggio che riempie tutto il resto della scena è decisamente nordico, con un fiume pieno d'acqua che scorre in una campagna ricca di vegetazione, e una città sullo sfondo sotto cime montuose. La descrizione pittorica della vegetazione è minuziosa e precisa, ricca e ben definita nei particolari: il tronco spezzato in primo piano, le fronde del grande albero alle spalle dei personaggi, gli uccellini che volano alti nel cielo, i fiorellini sulla riva, le sfumature dell'acqua in cui si specchiano le piante e le nuvole, sono dipinti con una raffinatezza pittorica propria della pittura fiamminga, vicina per stile a quella del grande artista di Anversa. Il dipinto è presentato in cornice antica riadattata.

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Dipinto L'Ingresso di Gesù a Gerusalemme
ARARPI0208638
Dipinto L'Ingresso di Gesù a Gerusalemme

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Dipinto L'Ingresso di Gesù a Gerusalemme

Olio su tela. La grande scena, raccontata nei Vangeli, presenta l'entrata messianica di Gesù in Gerusalemme, sul dorso di un asino e osannato dalla folla festante che lo riconosce come il Messia. Il dipinto, in prima tela, presenta diverse cadute di colore e necessita di restauro e pulizia. E' presentato in cornice di fine '800.

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Dipinto Paesaggio lacustre
ARARPI0208637
Dipinto Paesaggio lacustre

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Dipinto Paesaggio lacustre

Olio su tela. Il grande paesaggio presenta una campagna boschiva che si affaccia su uno scorcio di lago, circondato da monti e su cui si affacciano piccoli borghi,; dal lago fuoriesce un torrente che scorre impetuoso tra le rocce delle rive. In prima tela, il dipinto necessita di restauro per piccolo strappo e diverse cadute di colore. E' presentato in cornice di fine '800.

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Dipinto Paesaggio con Armenti e Figure
ARARPI0207619
Dipinto Paesaggio con Armenti e Figure

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Dipinto Paesaggio con Armenti e Figure

Olio su cartone. Scuola italiana del XIX secolo. La scena pastorale vede sulla sinistra un gregge di pecore e mucche che si abbevera e rinfresca nel fiume; sulla riva a destra, sotto un albero si riposano la pastora con il figlioletto che, dopo aver consumato il pasto, giocano con un telaio in legno. La scena bucolica risulta serena e tranquilla. Il dipinto è presentato in cornice di fine '800.

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Dipinto Ritratto di Giovane Sposa
ARARPI0212469
Dipinto Ritratto di Giovane Sposa

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Dipinto Ritratto di Giovane Sposa

Olio su tela. La giovane donna, che già compare nel quadro gemello (codice ARAROT0212468), è qui ritratta in abito da sposa, riccamente adornato di pizzi. Peraltro la donna indossa la stessa parure di gioielli in perle dell'altro ritratto, così come esibisce la stessa acconciatura, con una frangia sulla fronte a treccine. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Madonna con Bambino
ARARPI0198577
Dipinto Madonna con Bambino

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Dipinto Madonna con Bambino

Olio su tela con applicazione in rilievo di colore fortemente materico, a definire le corone e le sigle in alto. Il dipinto riprende lo stile delle antiche icone, sia nel soggetto che nella pittura in oro a definire alcuni particolari, come anche nell'uso del cirillico per le sigle in alto. Peraltro sulla corona di Maria compare la scritta Rome in caratteri latini, probabilmente a indicare la sede della committenza. Già ritelato, il dipinto presenta nella parte dipinta alcune tracce di restauro pregresso, piuttosto grossolano, e alcune piccole cadute di colore.

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Giuseppe Zais
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ARARPI0131969
Giuseppe Zais

Paesaggio Fluviale con Pastorella Fanciullo e Armenti

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Giuseppe Zais

Paesaggio Fluviale con Pastorella Fanciullo e Armenti

Olio su tela. Il dipinto è corredato delle perizie di due storici dell'arte, il dr. Dario Succi e la dott.ssa Federica Spadotto. Entrambi confermano l'attribuzione del dipinto a Giuseppe Zais, "il maestro bellunese unanimemente riconosciuto come uno degli interpreti più originali e genuini della grande pittura di paesaggio del Seicento veneto." Nel paesaggio, sotto le fronde di un albero che fa da cornice a sinistra e con lo sfondo di montagne azzurrate, campeggiano in primo piano una pastora e il figlioletto che fanno abbeverare al fiume le loro bestie (pecore e mucche). lo Zais, dopo una prima formazione nel paese natio alla scuola del conterraneo Marco Ricci, trasferitosi a Venezia nel 1732, divenne presto parte della schiera di paesaggisti lagunari, apprezzati ed ingaggiati per grandi opere decorative nei palazzi della città. Negli anni '70 lo Zais abbandonò tale produzione e scelse di dedicarsi solo ad opere di piccole dimensioni, che riflettevano un'adesione al mondo degli umili e una dimensione contemplativa del passato, raramente soggetti presenti nei dipinti dei committenti importanti. L'opera qui presentata si può considerare un esempio di quest'ultima fase creativa, collocabile secondo gli storici dell'arte negli anni '70 del XVIII secolo: lo Zais propone un paesaggio pedemontano, piuttosto brullo, dove la pastora seguita dal figlioletto svolgono il loro incarico, senza alcuna concessione ad una bellezza ideale, ma piuttosto con un richiamo ad una vita reale precisa, dura, semplice, fatta di fatica e insieme affetti. Anche i colori della tela esaltano l'empatia dell'artista per il mondo che raffigura: le calde tonalità bruno-dorate del paesaggio, rischiarate dall'azzurro delle cime lontane riverberanti quello del cielo, avvolgono le figure umane e animali in primo piano, che emergono grazie a pennellate materiche e a colori più accesi ma non squillanti, soprattutto nel vello degli animali e negli abiti della donna. Peculiare dello Zais sono anche i volti, rotondi e pieni, con lineamenti che si ripetono sempre identici nelle figure contadine delle sue opere, associati a corpi torniti, rivestiti di abiti che paiono di cartapesta. L'opera presenta segni di restauro, benchè ancora in prima tela. Sul retro è presente una scritta in tedesco con il nome del precedente proprietario e la data "Natale 1977". E' presentata in cornice dorata di inizio '900, con piccole rotture e mancanze.

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Scena di Battaglia
ARARPI0066829
Scena di Battaglia

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Scena di Battaglia

Olio su tela. Scuola mittel-europea. Al retro presente monogramma No.S. e cifre di probabile inventario. Il dipinto ricorda opere di area austriaca. Raffigura una battaglia tra cavalieri, dominato in primo piano dallo scontro tra due di essi. Il dipinto proviene da una collezione storica lombarda. Ancora in prima tela e in telaio originale; al retro sono presenti rattoppi e segni di restauri antichi, ed e' stata peraltro sottoposta a ulteriore restauro pittorico e riparativo, presso il nostro laboratorio. Cretto ben marcato. Il dipinto è presentato in cornice anch'essa originale e coeva, laccata.

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Dipinto Ritratto delle Tre Sorelle
ARARPI0210825
Dipinto Ritratto delle Tre Sorelle

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Dipinto Ritratto delle Tre Sorelle

Olio su tela. Scuola nord- europea del XIX secolo. Ritratto familiare di tre ragazze, la cui spiccata somiglianza nei tratti del viso, nel sorriso e nello sguardo arguto e malizioso, è rimarcata dai vestiti pressochè identici che esse indossano, i cui colori accesi vivacizzano la scena e sui quali risaltano i pizzi delle scollature, pregevolmente dipinti; la più giovane al centro, ancora bambina, ha un abito leggermente meno lavorato e un'acconciatura meno elaborata, consoni alla sua età. Il dipinto è presentato in cornice di fine '800 riadattata e ridorata.

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Veduta dei Fori Imperiali di Roma
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ARARPI0132735
Veduta dei Fori Imperiali di Roma

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Veduta dei Fori Imperiali di Roma

Olio su tela. L'ampia veduta dei Fori imperiali di Roma rientra nella vasta produzione vedutistica del periodo del Grand Tour, destinata ai ricchi aristocratici europei in viaggio per l'Europa - e in particolare in Italia, ove Roma era considerata meta obbligata -, che volevano un ricordo dei luoghi visitati. I Fori Imperiali romani sono un complesso architettonico composto da una serie di edifici e piazze monumentali, centro dell'attività politica di Roma antica, edificate in un periodo di circa 150 anni, tra il 46 a.C. e il 113 d.C. Nonostante gli ampliamenti, gli incendi, i restauri e le ricostruzioni, nel corso dell'Antichità i Fori Imperiali mantennero intatte sia la loro conformazione architettonica che la loro funzione. La loro distruzione quasi definitiva avvenne durante il Rinascimento per mano di Papa Giulio II (1503-1513), che sfruttò tutta l'area come cava di materiali da riutilizzare nel progetto di rinnovamento edilizio e artistico della città da lui avviato. A poco valsero le proteste di artisti di primo piano come Raffaello e Michelangelo. Nei secoli successivi furono intraprese varie campagne di scavo, con maggiore vigore a partire dal XIX secolo, ma l'area fu completamente scavata agli inizi del XX secolo e le architetture antiche furono quasi del tutto cancellate per fare spazio alla realizzazione di via dei Fori Imperiali, che collega Piazza Venezia con il Colosseo. Il Foro fu riscoperto a partire dal Cinquecento anche grazie ai pittori di vedute romane che in quel periodo amavano dipingere le rovine affioranti nell'area del pascolo. La veduta qui proposta presenta i Fori Imperiali prima degli scavi iniziati nell'Ottocento, quando appunto ancora non era stata realizzata la via che li attraversa tuttora: essi sono ancora circondati da una verde campagna e sullo sfondo si stagliano i colli romani. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dell' 800 riadattata.

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Ritratto di Giovane Donna 1666
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Ritratto di Giovane Donna 1666

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Ritratto di Giovane Donna 1666

Olio su tela. Scuola lombarda del XVII secolo. Una giovane fanciulla sorridente è ritratta in un elegante abito nero, impreziosito dal pizzo sullo scollo e dal gioco di pizzi e nastri rossi e verdi sulle maniche, che fanno pendant con la sottoveste rossa ricamata; indossa i suoi gioielli al collo, ai polsi, alle orecchie, nell'acconciatura dei capelli, ove l'austerità delle perle è alleggerita dai nastri colorati; tiene in mano un mazzolino di fiorellini, che sottolinea la sua leggiadria e la sua grazia. Restaurato e ritelato, sulla seconda tela è riportata scritta, probabilmente copia dell'originale sulla prima tela, che indica chi è la giovane:" Margh.a D. Gridonia Gonz. Agnella - Soada Maffei - D'etta Anni XVIII", seguito da uno stemma con le iniziali C F.A.S. Tale scritta, oltre a definirne il nome l'età, evidenzia l'appartenenza della giovane donna al Collegio delle Vergini di Gesù di Castiglione delle Stiviere, fondato nel 1608 dalla marchesa Guidonia Gonzaga insieme alle due sorelle Cinzia ed Olimpia, tutte nipoti di San Luigi Gonzaga. Tale collegio aveva lo scopo di impartire un'educazione a giovani nobili o provenienti da buona famiglia, le quali, con la dote donata al collegio, contribuivano al sostentamento dello stesso. Il ritratto presenta piccoli difetti. E' presentato in cornice antica non coeva, con piccole mancanze.

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Antonio Francesco Peruzzini attribuibile a
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ARARPI0131571
Antonio Francesco Peruzzini attribuibile a

Paesaggio con Figure al Fiume

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Antonio Francesco Peruzzini attribuibile a

Paesaggio con Figure al Fiume

Olio su tela. L'ampio paesaggio è centrato sul fiume che scorre nella valle ricca di vegetazione. Lungo il suo corso, in primo piano, alcune donne stanno lavando i panni. I tratti pittorici, veloci e poco aggregati, rimandano alla produzione di Antonio Francesco Peruzzini, appartenente a famiglia di pittori originaria di Pesaro, comprendente il padre Domenico e i figli Giovanni, Antonio Francesco e Paolo, attivi in ambito marchigiano e in città italiane come Roma, Bologna, Torino e Milano, durante il XVII secolo e il primo quarto del XVIII. La produzione di Antonio Francesco è spesso associata a quella del fratello Giovanni, avendo i due lavorato insieme. Antonio Francesco si specializzò nella pittura di paesaggio, subendo l'influenza di Salvator Rosa e di paesaggisti come Pietro Montanini e Pandolfo Reschi, e ulteriori influssi gli vennero anche da pittori nordici attivi in Italia, soprattutto da Pieter Mulier detto il Tempesta. Nelle sue prime opere si distingue già l'originalità della sua pittura data una stesura rapida e da un timbro cromatico intenso e brillante. Dal principio degli anni Novanta iniziò il lungo legame artistico di Antonio Francesco Peruzzini con Alessandro Magnasco, in seguito al loro incontro avvenuto a Milano, ove il Peruzzini si era stabilito; da questo periodo in poi la sua pittura sembra sfaldarsi, attraverso forme che si fanno più dinamiche e leggere, quasi fantastiche, per approdare infine ad uno stile improntato ad una sempre maggiore disgregazione delle forme della natura ed al loro movimento. Restaurata e ritelata, l'opera è presentata in cornice primi '900.

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