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10 cm 260 cm

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ARTE, DIPINTI, QUADRI E SCULTURE ANTICHE E CONTEMPORANEE

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Dipinto Betsabea al Bagno
ARARPI0240154

Dipinto Betsabea al Bagno

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Dipinto Betsabea al Bagno

Olio su tela. Il dipinto di grandi dimensioni, riprende le modalità pittoriche del XVII secolo ma è di epoca successiva, ed è stato realizzato su una tela applicata su altra più antica. La scena racconta l' episodio biblico (tratto dal Libro dei Re) ampiamente narrato pittoricamente, affigura il bagno di Betsabea, la moglie del generale Uria, al servizio del re Davide. Secondo il racconto biblico, Davide si trova nella terrazza del suo palazzo quando nota la donna che si fa il bagno nel giardino della sua abitazione, attorniata dalle sue ancelle. Davide se ne invaghisce e la seduce, mettendola incinta. Per mascherare il misfatto, richiama il generale Uria dal fronte, per farlo giacere con la moglie, ma Uria non vuole lasciare i suoi soldati; allora Davide lo manda a combattere in prima linea sperando che resti ucciso: così avviene e Davide può sposare Betsabea, ma verrà punito da Dio per l'adulterio e l'empietà commessa. Il dipinto propone il momento in cui Betsabea, appena uscita dal bagno, mentre si specchia nello specchio che le regge una schiava, e circondata da altre serve, legge il biglietto che le ha mandato il re Davide; quest'ultimo compare in alto a destra, affacciato al terrazzo. La scena è dominata dalle figure femminili intrecciate tra loro, in un viluppo di vesti e tessuti, e contornate dai fiori del giardino; al centro spicca lo specchio in una ricca cornice dorata. Il dipinto presenta un rattoppo in basso a destra. E' presentato in cornice antica dorata.

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Dipinto naif di Mario Previ
ARARCO0241617

Dipinto naif di Mario Previ

Il falò sotto la nevicata, 1979

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Dipinto naif di Mario Previ

Il falò sotto la nevicata, 1979

Olio su vetro. In basso a destra presenti la firma e la data, accompagnate dal simbolo dell'artista, la figurina stilizzata di un uomo in carrozzina. E' un'opera su vetro del pittore Mario Previ, che dall'età di diciotto anni vive e dipinge su una carrozzina, per una tetraplegia conseguente ad un tuffo nel suo Taro. Ha detto di sè :" Il mondo, il passare del tempo, da questo punto di vista (la sedia a rotelle) insegnano tante cose. Impari a svegliarti ogni mattina con uno scopo, anche se il tuo corpo è dolente, se ogni gesto genera sofferenza e dipendi dagli altri e mollare potrebbe essere una soluzione facile. E invece, l'arte, la pittura, insieme alla serenità del mio mondo, degli amici, mi danno un'energia incredibile. Mi hanno salvato, dandomi la forza di vivere". Nel 1974, tre anni dopo l'incidente, ispirato da una trasmissione televisiva sui pittori naif jugoslavi, in particolare dalle opere su vetro di Mijo Kovacic, Previ inizia a dipingere e ad imparare l'arte della pittura su vetro da autodidatta, fino ad arrivare a farsi conoscere ed apprezzare per i suoi dipinti. Nei suoi naif Mario Previ racconta una realtà ormai quasi scomparsa, storie reali se pur in tono fiabesco, fa rivivere tradizioni perdute, spaccati di vita appartenuta ad altre generazioni, quelle della civiltà contadina (da cui peraltro lui proviene), ma ciò che più emerge dalle sue visioni sono le “forë”, quelle che si potevano ascoltare un tempo nei “firossi”, le serate tradizionali delle frazioni del parmense dedicate al ritrovarsi per raccontare aneddoti, racconti e curiosità storiche, spesso di fronte al fuoco del caminetto, quando fuori c'era freddo e nevicava. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto David con la Testa di Golia
ARARPI0240139

Dipinto David con la Testa di Golia

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Dipinto David con la Testa di Golia

Olio su tela. Scuola centro-italiana del XVII secolo. Il dipinto richiama nello stile pittorico la produzione di Angelo Caroselli (1585-1652), artista barocco romano che fu pittore, copista, restauratore, ma anche pasticheur e conoscitore in materia d'arte, ovvero realizzatore di dipinti “alla maniera di” – nella “tecnica” e nello “stile” di un determinato tempo artistico o di un determinato autore, anche assemblando “parti” tratte da dipinti diversi. Inizialmente di stampo caravaggesco, Il Caroselli sviluppò in seguito un suo linguaggio artistico personale, che fu copiato da molti artisti minori. In quest'opera risalta l'espressività fissa e quasi esasperata del personaggio, la cui eleganza del vestito secentesco e i tratti quasi femminei del volto dal roseo incarnato, contrastano con la crudezza della testa di Golia, sanguinolenta, con l'ampia ferita da taglio che spicca sul pallore mortale. Il dipinto è stato restaurato e ritelato, conservando il telaio ligneo originale. E' presentato in cornice lignea coeva.

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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta
ARARPI0240147

Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta

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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta

Olio su tela. Scuola italiana del XVII-XVIII secolo. Una grande composizione di fiori variopinti, in vasi di metallo sbalzato, e alcuni frutti sparsi per terra, sono collocati a ridosso di una parete che dà su un paesaggio marittimo: la luminosità del cielo e del mare sulla destra contrasta con la zona d'ombra sulla sinistra, sulla quale spiccano i colori dei fiori. Il dipinto, ritelato e restaurato, presenta un cretto marcato. E' presentato in cornice coeva laccata e dorata.

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Dipinto con Soggetto Storico
ARARPI0234755

Dipinto con Soggetto Storico

ARARPI0234755
Dipinto con Soggetto Storico

Olio su tela. La scena si svolge presso un accampamento militare: fuori da una tenda sulla sinistra un condottiero di un esercito, probabilmente greco, sta ricevendo le offerte di un gruppo di uomini, poveri e laceri, che si prostrano davanti al nuovo padrone; il primo porge dei pani, un altro sta tirando fuori qualcosa da un sacco, il terzo mostra le piaghe del corpo per invocare pietà; alle loro spalle si stanno avvicinando altre figure di questuanti, che formano una fila sparpagliata sul sentiero sfumante in lontananza sulla destra. Sullo sfondo a sinistra ferve la vita nell'accampamento militare. Il dipinto è stato restaurato e ritelato.

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Dipinto di Henry Clifford Warren
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Dipinto di Henry Clifford Warren

Paesaggio fluviale con Figure 1878

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Dipinto di Henry Clifford Warren

Paesaggio fluviale con Figure 1878

Acquarello e matita su carta. Firmato e datato in basso a sinistra. Del pittore inglese Henry Clifford Warren si conoscono diversi scorci paesaggistici della campagna inglese, realizzati prevalentemente ad acquarello. Qui è proposta la veduta di una campagna boschiva attraversata da un ampio fiume, con un pastore che conduce le sue mucche al pascolo sulla collina in primo piano. Presentato in cornice.

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Disegno di Claudio Bravo Camus
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ARARNO0235215

Disegno di Claudio Bravo Camus

Chiquito Futbolista de Tanger 1982

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Disegno di Claudio Bravo Camus

Chiquito Futbolista de Tanger 1982

Sanguigna su carta. Firmato e datato in cifre romane in basso a destra. In alto a destra il titolo. Claudio Bravo Camus è stato un pittore cileno affermatosi soprattutto per le composizioni (in particolare i pacchi) e i ritratti iperrealistici, tra cui quelli di eminenti personaggi politici. Considerato a tutta ragione uno dei più grandi maestri dell'iperrealismo, Claudio Bravo ha rincorso nella pittura la fotografia, ma partendo sempre dall'osservazione diretta degli oggetti stessi: "Gli occhi vedono molto più della fotocamera: mezzi toni, ombre, cambiamenti minuti di colore e luci", ha dichiarato. Il ritratto qui presentato, quello di un noto giocatore di calcio marocchino, emana un realismo minuzioso e mimetico, in particolare nello guardo dell'uomo; è stato realizzato negli anni in cui l'artista visse a Tangeri, ove si era rifugiato per sfuggire alla dittatura franchista. E' presentato in cornice.

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Dipinto con Scena di Genere
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Dipinto con Scena di Genere

L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

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Dipinto con Scena di Genere

L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

Olio su tela. Scuola francese del XIX secolo. La scena, ambientata nella povera camera da di un anziano veterano di guerra, che piange nel suo letto, vede i familiari comunicargli la triste notizia della sconfitta di Waterloo, come si deduce dal foglio di giornale tra le mani della donna, su cui spicca il nome della storica località ove fu sconfitto definitivamente Napoleone Bonaparte. La tela presenta segni di restauri precedenti, in particolare è ben visibile il rattoppo in corrispondenza della figura femminile. E' presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto raffigurante la Ricchezza di Salomone
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Dipinto raffigurante la Ricchezza di Salomone

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Dipinto raffigurante la Ricchezza di Salomone

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII secolo. Il grande dipinto presenta come soggetto un noto tema veterotestamentario, la ricchezza del re Salomone, raccontata nel Primo libro dei Re: "Il re Salomone superò, dunque, per ricchezza e saggezza, tutti i re della terra. In ogni parte della terra si desiderava di avvicinare Salomone per ascoltare la saggezza che Dio aveva messo nel suo cuore. Ognuno gli portava, ogni anno, offerte d'argento e oggetti d'oro, vesti, armi, aromi, cavalli e muli". Nel dipinto il re, sfarzosamente vestito con i simboli della regalità (la corona, lo scettro, il manto d'ermellino), ascolta in piedi i postulanti che vengono da lui per ricevere i consigli dettati dalla sua proverbiale saggezza, e in cambio gli recano offerte, che sono commisurate al loro ruolo sociale: alcuni contadini portano in dono sacchi di granaglie, i frutti del loro lavoro nei campi, un altro solleva in alto una coppa, per richiamare l'attenzione del re. Il dipinto rimanda nei colori e nello stile pittorico alla produzione del nord-Italia, soprattutto veneta. Il dipinto è stato restaurato e ritelato.

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Dipinto Giovane che accende la Pipa
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Dipinto Giovane che accende la Pipa

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Dipinto Giovane che accende la Pipa

Olio su tela. Il dipinto propone il ritratto a mezzo busto di un giovane uomo che, in deshabillé, sta accendendo la pipa attingendo il fuoco con un bastoncino dalla candela posata davanti a lui, sul tavolo ove è appoggiata anche una spada: forse si tratta di un giovane cavaliere in un momento di riposo. E' proprio la candela, unica fonte di luce della scena, a suggerire che l'artista guardasse alla produzione di Georges De La Tour (1593 -1652), il pittore francese di stampo caravaggesco che si affermò per le sue scene "notturne", caratterizzate da figure, solitamente gente di basso rango più che modelli storici o personaggi altolocati, illuminate dalla luce di una candela, a creare una speciale atmosfera di intimità. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Carataco davanti all'Imperatore Claudio
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Dipinto Carataco davanti all'Imperatore Claudio

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Dipinto Carataco davanti all'Imperatore Claudio

Olio su tela. Scuola nord-europea del XVIII secolo. Carataco fu un re celta della tribù dei britanni Catuvellauni e leader della resistenza anti-romana e celebre come combattente per la libertà. Per otto anni resistette all'invasione romana della Gran Bretagna a partire dal 43 d.C. Per otto anni fu l'uomo più ricercato dell'Impero romano, braccato senza sosta, di combattimento in combattimento, di fortezza in fortezza, sulle montagne del Galles, finché non fu tradito e consegnato ai Romani nel 51 d.C. da Cartimandua, regina dei Briganti dello Yorkshire, a cui era ricorso per chiedere aiuto. Sconfitto, fu portato in catene a Roma con tutta la sua famiglia: condotto davanti all'imperatore, il re britanno parlò con tale saggezza ed orgoglio (con il discorso riportato da Tacito nei suoi Annales) che Claudio, colpito dalle sue parole, concesse la grazia a lui, alla moglie e ai fratelli, consentendo di trascorrere il resto dei loro giorni a Roma. Il dipinto ripropone il momento della perorazione di Carataco, al centro della scena in catene, perorante con fervore la sua causa davanti all'imperatore: questi sta seduto sul suo trono, affiancato dalla moglie e attorniato da senatori e soldati. Il dipinto, restaurato e ritelato a fine '800, presenta lievi danni.

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Soggetto Storico
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Soggetto Storico

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Soggetto Storico

Olio su tela. Metà XIX secolo. La grande scena racconta un episodio storico, non identificato, ambientato in periodo rinascimentale, in cui un arcivescovo ascolta la supplica di un giovanetto in arme, accompagnato dalla madre, che sostiene la sua supplica. L'ambientazione è all'interno del salone di ricevimento dell'alto prelato, presumibilmente nel palazzo vescovile, che dalla loggia sullo sfondo si affaccia sul Duomo, di cui si intravvede la cupola; il vescovo è circondato dai suoi sottoposti e da guardie, mentre persone diverse del popolo assistono. Particolare è la presenza dell'uomo seduto in primo piano a sinistra, che guarda verso lo spettatore e indica la scena, come se la stesse raccontando. L'atmosfera è giocata sui contrasti tra luci e ombre, tra i colori vivaci dei personaggi dominanti rispetto ai toni spenti e soffusi delle figure di contorno, che tendono letteralmente a sparire nell'ombra ai limiti della scena. L'opera rientra in quell'ampia produzione ottocentesca che si rifaceva al soggetto storico o letterario, riproponendolo in chiave romantica. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in importante cornice della seconda metà dell' 800, con mancanze.

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Dipinto Paesaggio invernale con Figure
ARAROT0229486

Dipinto Paesaggio invernale con Figure

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Dipinto Paesaggio invernale con Figure

Olio su tela. Scuola nord- europea di inizio '800. Il dipinto, secondo il gusto ottocentesco, vuole proporre più una scena di genere che un paesaggio: in primo piano spiccano infatti, in un paesaggio di campagna, brullo e con tracce di neve, le figure di una famigliola che scende da una sorta di slitta in legno, piena di paglia e trainata dal cavallo. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice lignea dorata in stile, con diverse mancanze.

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Dipinto su Tavola Annunciazione XVI secolo
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Dipinto su Tavola Annunciazione XVI secolo

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Dipinto su Tavola Annunciazione XVI secolo

Olio su tavola. Scuola centro-italiana della seconda metà del '500. La sacra scena dell'Annunciazione vede le due figure protagoniste collocate in primo piano in un interno che corrisponde alla stanza di Maria. La giovane donna è seduta davanti ad un piccolo scrittoio ligneo, sorretto da figure di angeli, su cui poggiano il libro di preghiere e un vasetto con fiorellini; ai suoi piedi, il cestino del lavoro di cucito. Maria ha il corpo parzialmente rivolto all'indietro, in un movimento contorto, quasi di tentativo di fuga, come se volesse allontanarsi dall'altra figura, quella dell' Arcangelo Gabriele. Costui sta in piedi sulla destra, maestoso ed elegante, con una mano che regge un giglio e l' altra che indica verso l'alto sopra di lui, dove sta uscendo da un varco di luce la colomba bianca, simbolo dello Spirito Santo. Sullo sfondo, alte colonne con drappeggi che sormontano la pedana su cui poggia il letto di Maria. La composizione rimanda, nello stile figurativo e nelle scelte cromatiche, alla pittura già manierista delle scuole del centro Italia: in particolare vi è un forte concordanza di stile e composizione con alcune opere dello stesso soggetto del pittore Bastiano Vini Detto Bastiano Veronese (1525/1530 - 1602), che dal 1540 circa visse e lavorò a Pistoia. E' in tale città che si ritrovano alcune sue Annunciazioni: in particolare quella nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie (una pala d'altare di dimensioni superiori ai due metri di altezza), mostra evidenti rassomiglianze sul piano formale e compositivo con quella qui presentata. Vi è concordanza nell' ambientazione della scena sacra: una stanza, sul cui sfondo è una tenda che copre parzialmente un letto, arredata con gli elementi essenziali alla narrazione, il leggio e la sedia riccamente ornati con cariatidi di putti o angioletti che paiono intagliati nel legno. Corrisponde, anche se con lievi variazioni, lo schema compositivo, con le due figure che si dispongono "a fregio" sullo stesso piano di posa, e corrispondono altresì i tratti somatici della Vergine e dell'Arcangelo. Si differenzia invece il pavimento, che, mentre è omogeneo nella nostra tavola, in quella pistoiese si presenta con cromie alternate a scacchiera, ma pare che tale disegno del pavimento sia stato aggiunto in un periodo successivo, in occasione del rifacimento dell'altare nel 1637-1639, in pendant con quello di altra opera dello stesso Sebastiano Vini nella stessa chiesa, una Sacra Conversazione. Pare quindi piuttosto certo che la nostra tavola sia stata dipinta guardando all'opera di Bastiano Veronese, probabilmente su richiesta specifica del committente, e prima della variazione del pavimento, quindi collocabile nella seconda metà del XVI secolo. Il dipinto è stato sottoposto a restauro, con applicazione di due rinforzi al retro della tavola. E' presentato in cornice di fine '800. (Riferimento per la pala d'altare di Pistoia: Catalogo dei beni culturali https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900035285)

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Statua Allegoria dell'Autunno in Marmo Bianco
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ARARAR0183427

Statua Allegoria dell'Autunno in Marmo Bianco

Italia Metà XIX Secolo

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Statua Allegoria dell'Autunno in Marmo Bianco

Italia Metà XIX Secolo

Statua femminile in marmo bianco statuario, personificazione allegorica dell'autunno, Italia metà XIX secolo. Figura intera vestita all'antica con toga, copricapo di pampini e grappoli d'uva, questi ultimi posti anche lungo il fianco sinistro; con il braccio destro regge frutti autunnali. Poggiante su base circolare. Piccole rotture.

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Dipinto con La Sacra Famiglia a Tavola
ARARPI0224075

Dipinto con La Sacra Famiglia a Tavola

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Dipinto con La Sacra Famiglia a Tavola

Olio su tela. Scuola centro-italiana del XVII secolo. L'insolita e particolare rappresentazione presenta sulla sinistra le tre figure della Sacra Famiglia, con Gesù già fanciullo, seduti alla tavola e benedicenti il semplice pasto che si accingono a consumare (composto da frutta e pane); la scena, soggetto raffigurato piuttosto raramente e in genere con carattere di maggior sacralità per la presenza di angeli che servono il cibo alla famiglia, ha qui invece il sapore dell'intimità domestica molto normale e semplice. Spicca invece maestosamente tutto intorno alla Sacra Famiglia, lo scorcio di una città rinascimentale, con alti palazzi a logge e colonnati, presentati secondo una bell'effetto prospettico che conduce, in fondo a destra, alle mura di ingresso ad una città riccamente turrita, probabilmente Gerusalemme. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di fine '800.

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Dipinto Natura morta con Frutta, Ortaggi e Gatto
ARARPI0225885

Dipinto Natura morta con Frutta, Ortaggi e Gatto

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Dipinto Natura morta con Frutta, Ortaggi e Gatto

Olio su tela. Scuola italiana del XVII secolo. La grande composizione presenta una varietà di alimenti su un tavolo di cucina: a sinistra un grande canestro di vimini pieno di ortaggi, sormontato da un gruppo di pesci appesi; altri ortaggi sono posati sul piano del tavolo, accanto a un piatto di ciliege, ad uno con una forma di pane, e più indietro un altro con gamberi; sulla destra spicca un vaso colmo di fiori variopinti e, seduto sul rialzo di una madia, un gatto nero che si lecca tranquillamente la zampa. Spicca la nitidezza dei colori, esaltati dai riflessi di luce alcuni alimenti, come le ciliege o i gamberi, e sulla brocca in rame davanti ai fiori. Il dipinto, restauratoe ritelato, è presentato in cornice a listello.

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque
ARARPI0222522

Dipinto Mosè salvato dalle Acque

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque

Olio su tela. La scena racconta l'episodio biblico del libro dell' Esodo in cui il piccolo Mosè, che la madre aveva affidato al fiume all'interno di una cesta per salvarlo dalla strage dei figli maschi israeliani (ordinata dal Faraone d'Egitto per impedire che il popolo israeliano diventasse troppo numeroso e potesse ribellarsi alla schiavitù), viene ritrovato da una ancella della figlia dello stesso Faraone, che decide di adottarlo e lo salva. La scena, ambientata lungo il fiume, è interamente occupata dalle figure femminili del seguito principesco, ammassate e proiettate verso l'angolo in basso a destra ove è collocato il cesto con il neonato. Anche tutti gli sguardi sono rivolti verso il bambino, nella direzione indicata dal braccio proteso della donna in primo piano a destra. Spiccano le rotondità delle forme femminili, soprattutto delle tre figure in primo piano, ove giochi di luci e ombre fanno risaltare gli incarnati che emergono dalle vesti. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice.

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Giovanni Boni
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Giovanni Boni

Scena d'Assedio

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Giovanni Boni

Scena d'Assedio

Olio su tela. Al di fuori delle fortificazioni di una città un condottiero, attorniato dai suoi soldati, si accinge ad accendere la miccia del cannone. L'esercito difende la cittadella al di fuori delle mura e i soldati scrutano l'orizzonte guardando verso il basso: ciò induce a collocare la scena sulle fortificazioni di una città, in particolare di quelle di Genova che si ergono sulle montagne retrostanti e dalle quali i genovesi difendevano la città dagli attacchi provenienti dal mare; la collocazione a Genova è avallata dallo stendardo che sventola sulle mura, la Croce di San Giorgio (croce rossa in campo bianco) vessillo della Repubblica di Genova. La foggia delle armature, delle armi e delle vesti rimanderebbe all'assedio di Genova del 1522. Si tratta quindi della rappresentazione ottocentesca di un episodio storico, che rientra perciò in quella produzione pittorica diffusa ampiamente in Italia nel XIX secolo, ispirata al nuovo romanzo storico proposto dalla letteratura. Sul retro del telaio è riportato il nome G. Boni, insieme a un numero che rimanda alla partecipazione a mostra ufficiale. Giovanni Boni fu allievo dell'Accademia di Brera, in particolare seguace di Giuseppe Sogni, artista che tra i primi predilesse la pittura a soggetto storico nelle sue innovative declinazioni romantiche. Del Boni non si conosce molto, nè dal punto di vista biografico nè della sua produzione. Di sua sicura attribuzione si conosce solamente il Nudo d'uomo (Accademia dipinta) con cui vinse il primo premio per la Scuola del Nudo a Brera nel 1852. L'opera rende con efficacia espressiva le figure e il pathos della scena; i personaggi in primo piano sono molto ben caratterizzati nelle pose, nelle espressioni, nei dettagli degli abiti e delle armi, mentre poi le altre figure sfumano in secondo piano, suggerendo la presenza di un esercito numeroso. Il dipinto, ancora in prima tela, presenta piccole diffuse cadute di colore. E' presentato in cornice in stile.

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Il Tragico Ritorno
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Il Tragico Ritorno

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Il Tragico Ritorno

Olio su tela. Si tratta molto probabilmente di una rappresentazione pittorica di un tragico episodio antisemitico. A destra un militare in uniforme russa, di ritorno a casa ferito, si ritrova davanti agli occhi la drammatica scena della famiglia trucidata, che il rabbino sta vegliando in preghiera. La finestra divelta e i cassetti a soqquadro indicano l'irruzione forzata degli assassini. A sinistra della specchiera troviamo una scritta in ebraico che potrebbe suggerire la localizzazione o la traccia che l'artista propone. La parola potrebbe essere tradotta con "Ciro", e potrebbe riferirsi alla zona della Georgia ed Azerbaijan attraversata dal Kura, fiume che dalla Turchia sfocia nel Mar Caspio, noto appunto nell'800 come Ciro. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice dell'800.

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Dipinto La Madonna di San Gerolamo
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Dipinto La Madonna di San Gerolamo

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Dipinto La Madonna di San Gerolamo

Olio su tela. Scuola emiliana del XVII-XVIII secolo. Si tratta di copia antica del celebre dipinto su tavola di Correggio, intitolato La Madonna di San Girolamo o Il Giorno, databile al 1528 circa e conservato oggi nella Galleria Nazionale di Parma. Il soggetto della rappresentazione è la presentazione a Gesù, da parte di san Girolamo, della traduzione della Bibbia dall'ebraico al latino popolare, lavoro svolto dal santo su richiesta di Papa Damaso e che egli compì rinchiudendosi in solitudine nella grotta di Betlemme. Nel dipinto, la centralità della scena è occupata da Maria seduta con in braccio il Bambin Gesù. Attorno a loro sono composte a semicerchio diverse figure. Sulla sinistra è collocata in piedi la possente figura del vecchio Girolamo, che guarda al Bambino, mentre stringe nella mano il rotolo della traduzione, con il leone, suo compagno di eremitaggio, accucciato ai piedi. Sullo stesso lato, un angelo sorregge la Bibbia rivolgendosi sorridente alla Madonna e al Bambino. Sull'altro lato giace semisdraiata la Maddalena, che abbraccia affettuosamente il piedino del bimbo, il quale a sua volta le accarezza i capelli, in un gesto intimo che sottolinea l' intenso legame tra le due figure. Dietro la Maddalena, un angioletto arriccia il naso annusando il vasetto degli unguenti della santa penitente. La scena è collocata sotto un tendaggio rosso, aperto su un ampio paesaggio. IL dipinto del Correggio ebbe ampio successo, tanto che ne esistono numerose copie e repliche antiche, tra le quali questa qui presentata. L'opera, restaurata e ritelata., è presentata in cornice antica coeva.

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque
ARARPI0221744

Dipinto Mosè salvato dalle Acque

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque

Olio su tela. La scena racconta l'episodio biblico del libro dell' Esodo in cui il piccolo Mosè, che la madre aveva affidato al fiume all'interno di una cesta per salvarlo dalla strage dei figli maschi israeliani (ordinata dal Faraone d'Egitto per impedire che il popolo israeliano diventasse troppo numeroso e potesse ribellarsi alla schiavitù), viene ritrovato da una ancella della figlia dello stesso Faraone, che decide di adottarlo e lo salva. La scena è ambientata sulle rive di un fiume ma in un paesaggio non orientale, con strutture architettoniche sulla destra: numerose le figure , raffiguranti il seguito della principessa, collocata al centro insieme al bimbo nella cesta. La tela restaurata, è stata applicata su telaio moderno. E' presentata in cornice del XIX secolo.

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Scena di Battaglia
ARARPI0066829

Scena di Battaglia

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Scena di Battaglia

Olio su tela. Scuola mittel-europea. Al retro presente monogramma No.S. e cifre di probabile inventario. Il dipinto ricorda opere di area austriaca. Raffigura una battaglia tra cavalieri, dominato in primo piano dallo scontro tra due di essi. Il dipinto proviene da una collezione storica lombarda. Ancora in prima tela e in telaio originale; al retro sono presenti rattoppi e segni di restauri antichi, ed e' stata peraltro sottoposta a ulteriore restauro pittorico e riparativo, presso il nostro laboratorio. Cretto ben marcato. Il dipinto è presentato in cornice anch'essa originale e coeva, laccata.

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Dipinto di Hercules Sanders
ARARPI0220300

Dipinto di Hercules Sanders

Figure con Natura Morta Autunnale

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Dipinto di Hercules Sanders

Figure con Natura Morta Autunnale

Olio su tela. Sulla botte in basso a sinistra è presente la firma H.Sanders. La scena, ambientata in esterno in una via di una città fiamminga, con il canale di sfondo sulla sinistra, vede in primo piano una venditrice di ortaggi dietro il suo banchetto, che è allestito con una variegata composizione di ortaggi invernali, una natura morta composta da cavolfiori, verze, carote, pannocchie; al fianco della donna, un passante che porta in spalla un arpione, le sta offrendo dei pesci, evidentemente il frutto del suo pescato che vuole vendere. L' ambientazione fa pensare ad Amsterdam, città ove nacque e visse il pittore olandese Hercules (o Herkules) Sanders, che si affermò prevalentemente come ritrattista, ma di cui è nota una scena di genere in interno, attualmente presso il Detroit Institute of Arts, datata 1647 e intitolata "Donna che pulisce il pesce", la cui figura femminile molto somiglia alla venditrice dell'opera qui presentata. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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