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ARTE, DIPINTI, QUADRI E SCULTURE ANTICHE E CONTEMPORANEE

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Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme
ARAROT0248042

Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme

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Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme

Tecnica mista (matita, penna, inchiostro marrone e gesso bianco) su carta. Scuola italiana di inizio '800. La scena rappresenta l'incontro tra un alto sacerdote e un condottiero: se questi è seguito da tutto il suo esercito, con soldati di diverso grado truci e armati, il sacerdote è seguito da tutto il popolo che inneggia al vincitore, mentre due giovani donne in ginocchio offrono corone di fiori. Alle spalle della scena, le possenti mura con la porta d' ingresso ad una città, verso la quale indica il sacerdote, quasi a consegnarla al condottiero. L'abbigliamento del sacerdote, in particolare la presenza del pettorale cosiddetto "della Decisione" che egli indossa, rimandano ad un sacerdote israelita, e quindi la città potrebbe essere Gerusalemme; invece l' abbigliamento del condottiero vincitore, con l'elmo sormontato da due cavalli, rimanda ad Alessandro Magno, che nel 332 a.C. conquistò effettivamente la città. Il disegno è presentato in cornice in legno intagliato di fine '800.

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Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este
ARAROT0247129

Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este

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Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este

Tecnica mista (matita, penna, inchiostro marrone e gesso bianco) su carta. Scuola italiana di inizio '800. Ludovico Maria Sforza piange sulla tomba della giovane moglie Beatrice d'Este (1475 -1497); attorno a lui i frati di Santa Maria delle Grazie e alla sua sinistra Bramante e Leonardo. Sul lato corto del baldacchino marmoreo della tomba è presente lo stemma degli Sforza, con due serpenti e due aquile. Il Moro fu profondamente scosso dalla morte precoce per parto della giovanissima moglie Beatrice, compagna della vita privata ma anche di quella politica, così come alla stregua del del marito, una mecenate per i geni dell'arte della loro corte, quali appunto Leonardo da Vinci e Il Bramante, autori di molte opere pittoriche e architettoniche della corte viscontea-sforzesca. Di questo episodio si conoscono diverse versioni soprattutto ottocentesche, da quella del 1815 di Giovanni Battista Cigola alla Pinacoteca Ambrosiana, a quella di Alessandro Reati del 1850 ca. Il dipinto è presentato in cornice in legno intagliato di fine '800.

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Dipinto di Carlo Vittori
ARARNO0248104

Dipinto di Carlo Vittori

Paesaggio con Mulino

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Dipinto di Carlo Vittori

Paesaggio con Mulino

Olio su cartone. Firmato in basso a destra. Carlo Vittori, artista cremonese, ritrasse prevalentemente i paesaggi della sua pianura padana. Qui propone un campagna abitata da un mulino, a cui l'acqua arriva attraverso una canalizzazione sopraelevata. Il dipinto è presentato in cronice.

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Scultura in Bronzo di Gino Masciarelli
ARARCO0248107

Scultura in Bronzo di Gino Masciarelli

Volo d'Anatre

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Scultura in Bronzo di Gino Masciarelli

Volo d'Anatre

Scultura in bronzo. Firma incussa sulla base. Gino Masciarelli, scultore d'origine abruzzese ma che ha vissuto nel milanese, dopo aver lavorato anche presso il Centro Sperimentale di Ricerca Scientifica “F. Marinotti” in Lombardia, occupandosi di ripresa cinematografica ad alta frequenza, imparò a cogliere in molte sue opere l'instabilità dei corpi in movimento e la dissoluzione della materia nello spazio. Nelle sculture "Gruppi umani" e "Voli " - alla cui serie appartiene l'opera qui presentata-, si può osservare il dinamismo del volo quasi fosse una sequenza fotografica. Ha detto lo stesso artista :" “Solo 8 secondi impressionavano 300 metri di pellicola, lo scopo era rallentare quello che l'occhio umano non può vedere, volevo catturare il movimento e la proiezione di questi secondi durava un paio d'ore” .

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Dipinto di Salvatore Sportelli
ARARNO0247293

Dipinto di Salvatore Sportelli

Figura Seduta

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Dipinto di Salvatore Sportelli

Figura Seduta

Olio su tavola. Firmato in basso a destra. Il pittore Salvatore Sportelli d' origine pugliese ma vissuto a lungo a Lodi, ove insegnava ( di recente si è tenuta una sua mostra postuma nella città), ha prodotto numerose figure popolari e scene di genere caratterizzate da uno sguardo al post-impressionismo . L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto di Gino Federici
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Dipinto di Gino Federici

Paesaggio montano

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Dipinto di Gino Federici

Paesaggio montano

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. Il pittore milanese Gino Federici si specializzò in scorci alpini, come in questa veduta, ove in primo piano un gregge di pecore si abbevera all'acqua di un ruscello, nell'ampia vallata, sotto cime scoscese. Il dipinto è presentato in cornice coeva. Presenta segni di restauro precedente.

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Busto Femminile in Marmo di Carrara
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Busto Femminile in Marmo di Carrara

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Busto Femminile in Marmo di Carrara

Il busto raffigura una donna nobile, riccamente abbigliata. Certamente un ritratto, come si evince dalla grande tipizzazione fisiognomica del volto; l'effigiata ha uno sguardo e un atteggiamento austeri, elemento che contraddistingueva i ritratti scultorei dell'epoca. I capelli sono raccolti sulla nuca in un'elaborata acconciatura a trecce. Il collo è ornato da un girocollo con medaglione centrale e da diversi fili di perle. Indossa un vestito che lascia le spalle nude, rifinito da una sottile bordura in merletto e un fiocco in mezzo al petto. Grande abilità dello scultore nell'uso del cesello per la rifinitura dei dettagli e nella resa materica delle stoffe.

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Dipinto Angelo custode in Ghirlanda di Fiori
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Dipinto Angelo custode in Ghirlanda di Fiori

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Dipinto Angelo custode in Ghirlanda di Fiori

Olio su tela. Scuola centro-italiana del XVII secolo. Secondo la tradizione iconografica, anche in questo dipinto l' angelo custode è raffigurato come un giovane alato che accompagna su un tratto di strada un fanciullo, indicandogli il cielo come meta del cammino. La figura alata spicca e domina la scena, vivace nei colori, possente nella forza fisica che emana, seppur dolce nell' atteggiamento delicatamente protettivo verso il bambino, la cui piccola figura avviluppata tra le membra del suo custode. La scena è racchiusa all'interno di una ghirlanda di fiori, vivaci e variopinti, che conferiscono colore alle figure, altrimenti collocate in un paesaggio scuro e quasi monocromo. La raffigurazione di personaggi, prevalentemente religiosi, racchiusi in cornici floreali ebbe grande sviluppo soprattutto a Roma, legata a nomi come Giovanni Stanchi (1608 -1675), piuttosto che Mario Nuzzi detto Mario de' Fiori (1603 -1673), ed altri ancora. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice a listello.

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Dipinto di Mario Previ
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Dipinto di Mario Previ

Il Taglialegna 1980

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Dipinto di Mario Previ

Il Taglialegna 1980

Olio su vetro. In basso a sinistra presenti la firma e la data, accompagnate dal simbolo dell'artista, la figurina stilizzata di un uomo in carrozzina. E' un'opera su vetro del pittore Mario Previ, che dall'età di diciotto anni vive e dipinge su una carrozzina, per una tetraplegia conseguente ad un tuffo nel suo Taro. Ha detto di sè :" Il mondo, il passare del tempo, da questo punto di vista (la sedia a rotelle) insegnano tante cose. Impari a svegliarti ogni mattina con uno scopo, anche se il tuo corpo è dolente, se ogni gesto genera sofferenza e dipendi dagli altri e mollare potrebbe essere una soluzione facile. E invece, l'arte, la pittura, insieme alla serenità del mio mondo, degli amici, mi danno un'energia incredibile. Mi hanno salvato, dandomi la forza di vivere". Nel 1974, tre anni dopo l'incidente, ispirato da una trasmissione televisiva sui pittori naif jugoslavi, in particolare dalle opere su vetro di Mijo Kovacic, Previ inizia a dipingere e ad imparare l'arte della pittura su vetro da autodidatta, fino ad arrivare a farsi conoscere ed apprezzare per i suoi dipinti. Nei suoi naif Mario Previ racconta una realtà ormai quasi scomparsa, storie reali se pur in tono fiabesco, fa rivivere tradizioni perdute, spaccati di vita appartenuta ad altre generazioni, quelle della civiltà contadina (da cui peraltro lui proviene), ma ciò che più emerge dalle sue visioni sono le “forë”, quelle che si potevano ascoltare un tempo nei “firossi”, le serate tradizionali delle frazioni del parmense dedicate al ritrovarsi per raccontare aneddoti, racconti e curiosità storiche, spesso di fronte al fuoco del caminetto, quando fuori c'era freddo e nevicava. L'opera è presentata in cornice.

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Coppia di Dipinti su Ardesia
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Coppia di Dipinti su Ardesia

La Maddalena penitente e San Giovanni Battista

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Coppia di Dipinti su Ardesia

La Maddalena penitente e San Giovanni Battista

Olio su ardesia. Sono qui proposti due esempi di pittura a olio su pietra, genere pittorico che a cavallo tra '500 e '600 i ebbe particolare fortuna nella Repubblica Veneziana, nella sua forma di pittura ad olio su lavagna o pietra di paragone. La scelta di una pietra così scura come sfondo non è legata solo a motivazioni pratiche (la vicinanza delle miniere bresciane e della Val Brembana), ma, come ben dimostrano le nostre due opere, l'emergere delle figure dal fondo scuro alla luce risponde in pieno anche alle nuove esigenze della pittura del tempo, che nel clima della Controriforma, tendevano ad esprimere non più solo le certezze esistenziali idealizzate del pieno rinascimento, ma anche le ansie e l'aprirsi a nuove fasi, tendenti già con Tintoretto a una maggiore attenzione al reale ed ai contrasti luministici, per poi sfociare in modo travolgente nelle ricerche seicentesche fortemente giocate proprio sul binomio contrapposto luce-ombra. Le due opere qui presentate ben rientranti nella produzione di area veneta dei primi decenni del '600, propongono due figure di santi, entrambi eremiti, collocate su uno sfondo naturalistico scuro, appena visibile. La figura della Maddalena emerge dall'oscurità, appoggiata a seguire la curva del supporto lapidico; è raffigurata volta con aria interrogativa verso il buio, come in atteggiamento di ascolto, la mano sinistra alzata e l'altra appoggiata al “memento mori”egregiamente scorciato. Davanti a lei un flagello ed il vaso d'unguento. Dipinto en pendant, san Giovanni Battista è rappresentato giovinetto, con un agnello ai suoi piedi, in mano la croce astile con il vessillo “ecce agnus dei”, mentre con la mano destra attinge alla fonte d'acqua, richiamando l'episodio che lo vedrà battezzare Gesù Cristo. In entrambi i dipinti le figure spiccano in modo forte e incisivo grazie al nero che caratterizza la placca di ardesia su cui sono raffigurati. I due dipinti, di formato ovale, sono presentati in cornici lignee nere, di fine '800.

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Dipinto naif di Mario Previ
ARARCO0241617

Dipinto naif di Mario Previ

Il falò sotto la nevicata, 1979

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Dipinto naif di Mario Previ

Il falò sotto la nevicata, 1979

Olio su vetro. In basso a destra presenti la firma e la data, accompagnate dal simbolo dell'artista, la figurina stilizzata di un uomo in carrozzina. E' un'opera su vetro del pittore Mario Previ, che dall'età di diciotto anni vive e dipinge su una carrozzina, per una tetraplegia conseguente ad un tuffo nel suo Taro. Ha detto di sè :" Il mondo, il passare del tempo, da questo punto di vista (la sedia a rotelle) insegnano tante cose. Impari a svegliarti ogni mattina con uno scopo, anche se il tuo corpo è dolente, se ogni gesto genera sofferenza e dipendi dagli altri e mollare potrebbe essere una soluzione facile. E invece, l'arte, la pittura, insieme alla serenità del mio mondo, degli amici, mi danno un'energia incredibile. Mi hanno salvato, dandomi la forza di vivere". Nel 1974, tre anni dopo l'incidente, ispirato da una trasmissione televisiva sui pittori naif jugoslavi, in particolare dalle opere su vetro di Mijo Kovacic, Previ inizia a dipingere e ad imparare l'arte della pittura su vetro da autodidatta, fino ad arrivare a farsi conoscere ed apprezzare per i suoi dipinti. Nei suoi naif Mario Previ racconta una realtà ormai quasi scomparsa, storie reali se pur in tono fiabesco, fa rivivere tradizioni perdute, spaccati di vita appartenuta ad altre generazioni, quelle della civiltà contadina (da cui peraltro lui proviene), ma ciò che più emerge dalle sue visioni sono le “forë”, quelle che si potevano ascoltare un tempo nei “firossi”, le serate tradizionali delle frazioni del parmense dedicate al ritrovarsi per raccontare aneddoti, racconti e curiosità storiche, spesso di fronte al fuoco del caminetto, quando fuori c'era freddo e nevicava. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto David con la Testa di Golia
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Dipinto David con la Testa di Golia

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Dipinto David con la Testa di Golia

Olio su tela. Scuola centro-italiana del XVII secolo. Il dipinto richiama nello stile pittorico la produzione di Angelo Caroselli (1585-1652), artista barocco romano che fu pittore, copista, restauratore, ma anche pasticheur e conoscitore in materia d'arte, ovvero realizzatore di dipinti “alla maniera di” – nella “tecnica” e nello “stile” di un determinato tempo artistico o di un determinato autore, anche assemblando “parti” tratte da dipinti diversi. Inizialmente di stampo caravaggesco, Il Caroselli sviluppò in seguito un suo linguaggio artistico personale, che fu copiato da molti artisti minori. In quest'opera risalta l'espressività fissa e quasi esasperata del personaggio, la cui eleganza del vestito secentesco e i tratti quasi femminei del volto dal roseo incarnato, contrastano con la crudezza della testa di Golia, sanguinolenta, con l'ampia ferita da taglio che spicca sul pallore mortale. Il dipinto è stato restaurato e ritelato, conservando il telaio ligneo originale. E' presentato in cornice lignea coeva.

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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta
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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta

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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta

Olio su tela. Scuola italiana del XVII-XVIII secolo. Una grande composizione di fiori variopinti, in vasi di metallo sbalzato, e alcuni frutti sparsi per terra, sono collocati a ridosso di una parete che dà su un paesaggio marittimo: la luminosità del cielo e del mare sulla destra contrasta con la zona d'ombra sulla sinistra, sulla quale spiccano i colori dei fiori. Il dipinto, ritelato e restaurato, presenta un cretto marcato. E' presentato in cornice coeva laccata e dorata.

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Dipinto con Soggetto Storico
ARARPI0234755

Dipinto con Soggetto Storico

ARARPI0234755
Dipinto con Soggetto Storico

Olio su tela. La scena si svolge presso un accampamento militare: fuori da una tenda sulla sinistra un condottiero di un esercito, probabilmente greco, sta ricevendo le offerte di un gruppo di uomini, poveri e laceri, che si prostrano davanti al nuovo padrone; il primo porge dei pani, un altro sta tirando fuori qualcosa da un sacco, il terzo mostra le piaghe del corpo per invocare pietà; alle loro spalle si stanno avvicinando altre figure di questuanti, che formano una fila sparpagliata sul sentiero sfumante in lontananza sulla destra. Sullo sfondo a sinistra ferve la vita nell'accampamento militare. Il dipinto è stato restaurato e ritelato.

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Dipinto di Henry Clifford Warren
ARAROT0234107

Dipinto di Henry Clifford Warren

Paesaggio fluviale con Figure 1878

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Dipinto di Henry Clifford Warren

Paesaggio fluviale con Figure 1878

Acquarello e matita su carta. Firmato e datato in basso a sinistra. Del pittore inglese Henry Clifford Warren si conoscono diversi scorci paesaggistici della campagna inglese, realizzati prevalentemente ad acquarello. Qui è proposta la veduta di una campagna boschiva attraversata da un ampio fiume, con un pastore che conduce le sue mucche al pascolo sulla collina in primo piano. Presentato in cornice.

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Disegno di Claudio Bravo Camus
SELECTED
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ARARNO0235215

Disegno di Claudio Bravo Camus

Chiquito Futbolista de Tanger 1982

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Disegno di Claudio Bravo Camus

Chiquito Futbolista de Tanger 1982

Sanguigna su carta. Firmato e datato in cifre romane in basso a destra. In alto a destra il titolo. Claudio Bravo Camus è stato un pittore cileno affermatosi soprattutto per le composizioni (in particolare i pacchi) e i ritratti iperrealistici, tra cui quelli di eminenti personaggi politici. Considerato a tutta ragione uno dei più grandi maestri dell'iperrealismo, Claudio Bravo ha rincorso nella pittura la fotografia, ma partendo sempre dall'osservazione diretta degli oggetti stessi: "Gli occhi vedono molto più della fotocamera: mezzi toni, ombre, cambiamenti minuti di colore e luci", ha dichiarato. Il ritratto qui presentato, quello di un noto giocatore di calcio marocchino, emana un realismo minuzioso e mimetico, in particolare nello guardo dell'uomo; è stato realizzato negli anni in cui l'artista visse a Tangeri, ove si era rifugiato per sfuggire alla dittatura franchista. E' presentato in cornice.

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Dipinto con Scena di Genere
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Dipinto con Scena di Genere

L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

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Dipinto con Scena di Genere

L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

Olio su tela. Scuola francese del XIX secolo. La scena, ambientata nella povera camera da di un anziano veterano di guerra, che piange nel suo letto, vede i familiari comunicargli la triste notizia della sconfitta di Waterloo, come si deduce dal foglio di giornale tra le mani della donna, su cui spicca il nome della storica località ove fu sconfitto definitivamente Napoleone Bonaparte. La tela presenta segni di restauri precedenti, in particolare è ben visibile il rattoppo in corrispondenza della figura femminile. E' presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto raffigurante la Ricchezza di Salomone
ARARPI0232570

Dipinto raffigurante la Ricchezza di Salomone

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Dipinto raffigurante la Ricchezza di Salomone

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII secolo. Il grande dipinto presenta come soggetto un noto tema veterotestamentario, la ricchezza del re Salomone, raccontata nel Primo libro dei Re: "Il re Salomone superò, dunque, per ricchezza e saggezza, tutti i re della terra. In ogni parte della terra si desiderava di avvicinare Salomone per ascoltare la saggezza che Dio aveva messo nel suo cuore. Ognuno gli portava, ogni anno, offerte d'argento e oggetti d'oro, vesti, armi, aromi, cavalli e muli". Nel dipinto il re, sfarzosamente vestito con i simboli della regalità (la corona, lo scettro, il manto d'ermellino), ascolta in piedi i postulanti che vengono da lui per ricevere i consigli dettati dalla sua proverbiale saggezza, e in cambio gli recano offerte, che sono commisurate al loro ruolo sociale: alcuni contadini portano in dono sacchi di granaglie, i frutti del loro lavoro nei campi, un altro solleva in alto una coppa, per richiamare l'attenzione del re. Il dipinto rimanda nei colori e nello stile pittorico alla produzione del nord-Italia, soprattutto veneta. Il dipinto è stato restaurato e ritelato.

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Dipinto Giovane che accende la Pipa
ARARPI0229465

Dipinto Giovane che accende la Pipa

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Dipinto Giovane che accende la Pipa

Olio su tela. Il dipinto propone il ritratto a mezzo busto di un giovane uomo che, in deshabillé, sta accendendo la pipa attingendo il fuoco con un bastoncino dalla candela posata davanti a lui, sul tavolo ove è appoggiata anche una spada: forse si tratta di un giovane cavaliere in un momento di riposo. E' proprio la candela, unica fonte di luce della scena, a suggerire che l'artista guardasse alla produzione di Georges De La Tour (1593 -1652), il pittore francese di stampo caravaggesco che si affermò per le sue scene "notturne", caratterizzate da figure, solitamente gente di basso rango più che modelli storici o personaggi altolocati, illuminate dalla luce di una candela, a creare una speciale atmosfera di intimità. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Carataco davanti all'Imperatore Claudio
ARARPI0229467

Dipinto Carataco davanti all'Imperatore Claudio

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Dipinto Carataco davanti all'Imperatore Claudio

Olio su tela. Scuola nord-europea del XVIII secolo. Carataco fu un re celta della tribù dei britanni Catuvellauni e leader della resistenza anti-romana e celebre come combattente per la libertà. Per otto anni resistette all'invasione romana della Gran Bretagna a partire dal 43 d.C. Per otto anni fu l'uomo più ricercato dell'Impero romano, braccato senza sosta, di combattimento in combattimento, di fortezza in fortezza, sulle montagne del Galles, finché non fu tradito e consegnato ai Romani nel 51 d.C. da Cartimandua, regina dei Briganti dello Yorkshire, a cui era ricorso per chiedere aiuto. Sconfitto, fu portato in catene a Roma con tutta la sua famiglia: condotto davanti all'imperatore, il re britanno parlò con tale saggezza ed orgoglio (con il discorso riportato da Tacito nei suoi Annales) che Claudio, colpito dalle sue parole, concesse la grazia a lui, alla moglie e ai fratelli, consentendo di trascorrere il resto dei loro giorni a Roma. Il dipinto ripropone il momento della perorazione di Carataco, al centro della scena in catene, perorante con fervore la sua causa davanti all'imperatore: questi sta seduto sul suo trono, affiancato dalla moglie e attorniato da senatori e soldati. Il dipinto, restaurato e ritelato a fine '800, presenta lievi danni.

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Soggetto Storico
ARAROT0132005

Soggetto Storico

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Soggetto Storico

Olio su tela. Metà XIX secolo. La grande scena racconta un episodio storico, non identificato, ambientato in periodo rinascimentale, in cui un arcivescovo ascolta la supplica di un giovanetto in arme, accompagnato dalla madre, che sostiene la sua supplica. L'ambientazione è all'interno del salone di ricevimento dell'alto prelato, presumibilmente nel palazzo vescovile, che dalla loggia sullo sfondo si affaccia sul Duomo, di cui si intravvede la cupola; il vescovo è circondato dai suoi sottoposti e da guardie, mentre persone diverse del popolo assistono. Particolare è la presenza dell'uomo seduto in primo piano a sinistra, che guarda verso lo spettatore e indica la scena, come se la stesse raccontando. L'atmosfera è giocata sui contrasti tra luci e ombre, tra i colori vivaci dei personaggi dominanti rispetto ai toni spenti e soffusi delle figure di contorno, che tendono letteralmente a sparire nell'ombra ai limiti della scena. L'opera rientra in quell'ampia produzione ottocentesca che si rifaceva al soggetto storico o letterario, riproponendolo in chiave romantica. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in importante cornice della seconda metà dell' 800, con mancanze.

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Dipinto Paesaggio invernale con Figure
ARAROT0229486

Dipinto Paesaggio invernale con Figure

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Dipinto Paesaggio invernale con Figure

Olio su tela. Scuola nord- europea di inizio '800. Il dipinto, secondo il gusto ottocentesco, vuole proporre più una scena di genere che un paesaggio: in primo piano spiccano infatti, in un paesaggio di campagna, brullo e con tracce di neve, le figure di una famigliola che scende da una sorta di slitta in legno, piena di paglia e trainata dal cavallo. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice lignea dorata in stile, con diverse mancanze.

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Dipinto su Tavola Annunciazione XVI secolo
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Dipinto su Tavola Annunciazione XVI secolo

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Dipinto su Tavola Annunciazione XVI secolo

Olio su tavola. Scuola centro-italiana della seconda metà del '500. La sacra scena dell'Annunciazione vede le due figure protagoniste collocate in primo piano in un interno che corrisponde alla stanza di Maria. La giovane donna è seduta davanti ad un piccolo scrittoio ligneo, sorretto da figure di angeli, su cui poggiano il libro di preghiere e un vasetto con fiorellini; ai suoi piedi, il cestino del lavoro di cucito. Maria ha il corpo parzialmente rivolto all'indietro, in un movimento contorto, quasi di tentativo di fuga, come se volesse allontanarsi dall'altra figura, quella dell' Arcangelo Gabriele. Costui sta in piedi sulla destra, maestoso ed elegante, con una mano che regge un giglio e l' altra che indica verso l'alto sopra di lui, dove sta uscendo da un varco di luce la colomba bianca, simbolo dello Spirito Santo. Sullo sfondo, alte colonne con drappeggi che sormontano la pedana su cui poggia il letto di Maria. La composizione rimanda, nello stile figurativo e nelle scelte cromatiche, alla pittura già manierista delle scuole del centro Italia: in particolare vi è un forte concordanza di stile e composizione con alcune opere dello stesso soggetto del pittore Bastiano Vini Detto Bastiano Veronese (1525/1530 - 1602), che dal 1540 circa visse e lavorò a Pistoia. E' in tale città che si ritrovano alcune sue Annunciazioni: in particolare quella nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie (una pala d'altare di dimensioni superiori ai due metri di altezza), mostra evidenti rassomiglianze sul piano formale e compositivo con quella qui presentata. Vi è concordanza nell' ambientazione della scena sacra: una stanza, sul cui sfondo è una tenda che copre parzialmente un letto, arredata con gli elementi essenziali alla narrazione, il leggio e la sedia riccamente ornati con cariatidi di putti o angioletti che paiono intagliati nel legno. Corrisponde, anche se con lievi variazioni, lo schema compositivo, con le due figure che si dispongono "a fregio" sullo stesso piano di posa, e corrispondono altresì i tratti somatici della Vergine e dell'Arcangelo. Si differenzia invece il pavimento, che, mentre è omogeneo nella nostra tavola, in quella pistoiese si presenta con cromie alternate a scacchiera, ma pare che tale disegno del pavimento sia stato aggiunto in un periodo successivo, in occasione del rifacimento dell'altare nel 1637-1639, in pendant con quello di altra opera dello stesso Sebastiano Vini nella stessa chiesa, una Sacra Conversazione. Pare quindi piuttosto certo che la nostra tavola sia stata dipinta guardando all'opera di Bastiano Veronese, probabilmente su richiesta specifica del committente, e prima della variazione del pavimento, quindi collocabile nella seconda metà del XVI secolo. Il dipinto è stato sottoposto a restauro, con applicazione di due rinforzi al retro della tavola. E' presentato in cornice di fine '800. (Riferimento per la pala d'altare di Pistoia: Catalogo dei beni culturali https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900035285)

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Statua Allegoria dell'Autunno in Marmo Bianco
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ARARAR0183427

Statua Allegoria dell'Autunno in Marmo Bianco

Italia Metà XIX Secolo

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Statua Allegoria dell'Autunno in Marmo Bianco

Italia Metà XIX Secolo

Statua femminile in marmo bianco statuario, personificazione allegorica dell'autunno, Italia metà XIX secolo. Figura intera vestita all'antica con toga, copricapo di pampini e grappoli d'uva, questi ultimi posti anche lungo il fianco sinistro; con il braccio destro regge frutti autunnali. Poggiante su base circolare. Piccole rotture.

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