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10 cm 260 cm

7 cm 798 cm

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ARTE, DIPINTI, QUADRI E SCULTURE ANTICHE E CONTEMPORANEE

- pagina 9

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Louis Dorigny attribuibile a
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ARARPI0148941

Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

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Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

Olio su tela. La grande tela racconta un episodio tratto dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, in cui la giovane Erminia, principessa d'Antiochia segretamente innamorata di Tancredi, assiste al ferimento in duello dell'amato. Spinta dall'amore indossa quindi le armi della guerriera Clorinda, sua intima amica, e di notte esce per raggiungere l'amato Tancredi e curarlo. Ma al campo cristiano un raggio di luce lunare la illumina e, scambiata per Clorinda dalle sentinelle, è costretta ad una fuga precipitosa: capita così in un villaggio abitato da pastori che vivono lontani dalla guerra in uno spazio idilliaco, dove chiede e ottiene di essere ospitata per qualche tempo nella speranza (vana) di dimenticare il suo amore infelice. L'opera, già attribuito a Carlo Loth, è piuttosto rimandabile alla produzione di Louis Dorigny, il pittore parigino che visse a lungo in Italia, a Roma, a Venezia e infine definitivamente a Verona, ove ottenne numerose commesse da veronesi ma anche da committenti veneti e lombardi, estendendo la sua attività di affrescatore da Bergamo sino a Udine. A Verona fin dall'inizio del secolo, le preferenze in campo pittorico andavano verso un linguaggio classicistico complesso nella composizione, ma pacato ed elegante, anche nelle grandi opere decorative. A questa pittura si uniforma il Dorigny, che in questa tela coniuga l'equilibrato classicismo di Simon Vouet (di cui era nipote) con i chiaroscuri appresi a Roma e la pacata eleganza veneta. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Natura Morta con Fiori Uva e Funghi
ARARPI0150724

Natura Morta con Fiori Uva e Funghi

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Natura Morta con Fiori Uva e Funghi

Olio su tela. Scuola lombarda di fine '600-inizio '700. La ricca composizione propone un grande mazzo di fiori variopinti in un vaso sbalzato, vicino a un ciotola piena di funghi porcini e ad un grappolo d'uva: con diverse intensità di colore, i vari elementi naturalistici emergono dallo sfondo completamente scuro, creando effetti di luci ed ombre. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto Festa di Paese
ARARPI0262382

Dipinto Festa di Paese

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Dipinto Festa di Paese

Olio su tela. Scuola fiamminga del XVIII secolo. Vivace e movimentata scena, che raffigura una festa popolare nel paese: un gruppo di uomini e donne davanti alla locanda del paese, riconoscibile dall'insegna, danza accompagnato dai musicanti sulla sinistra, mentre la gente all'intorno osserva, beve, chiacchiera. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dorata in stile.

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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino
ARARPI0135936

Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino

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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino

Olio su tela. Nella bella composizione si vedono, appoggiati su una credenza di legno intarsiato, un cestino colmo di ciliegie, di cui alcune sparse sul piano, e un piatto colmo di ribes rosso, frammisti a foglie e a qualche fiorellino di ciliegio. Sul manico del cesto è appoggiato un cardellino; a incorniciare la composizione, sulla destra un grande mazzo di fiori variopinti in vaso, sulla sinistra un tendaggio rosso. Spiccano i colori vivaci dei frutti, dei fiori e della tenda, mentre il mobile d'appoggio si confonde con lo sfondo scuro, così come l'uccellino, distinguibile dallo sfondo scuro solo per il piumaggio bianco sulle ali e il contorno rosso degli occhietti. L'opera rientra nell' ampia produzione emiliana del XVII secolo di tale tipologia di soggetto, altamente decorativa. Il dipinto, restaurato e ritelato, presenta un cretto marcato e cadute di colore lungo i bordi.

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Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche
ARARPI0150725

Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche

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Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche

Olio su tela. Scuola lombarda di fine '600-inizio '700. La ricca composizione propone un grande mazzo di fiori variopinti in un vaso sbalzato, vicino a due grosse zucche e a frutta mista (uva e pesche): con diverse intensità di colore, i vari elementi naturalistici emergono dallo sfondo completamente scuro, creando effetti di luci ed ombre. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Grande Dipinto a Soggetto Mitologico
ARARPI0167017

Grande Dipinto a Soggetto Mitologico

La Favola di Apollo e Marsia

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Grande Dipinto a Soggetto Mitologico

La Favola di Apollo e Marsia

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII secolo. La grande tela deriva da un'incisione del 1562 ad opera del veneziano Giulio Sanuto, che riprendeva fedelmente l'opera omonima del Bronzino (1503-1572), attualmente conservata all'Hermitage; rispetto all'originale, l'incisione aggiunse il gruppo di Muse e modificò lo sfondo paesaggistico introducendo gli scorci dei paesi. L'opera è suddivisa in quattro scene, che vanno lette da destra verso sinistra. Nella prima scena è raffigurata la contesa musicale tra Apollo e il sileno Marsia, che suonava il flauto talmente bene da essere ritenuto superiore allo stesso dio; i due contendenti si stanno esibendo, il dio con la lira e il sileno con il flauto addirittura capovolto (per aumentare la difficoltà dell'impresa), davanti al re Mida e alla dea Minerva, riconoscibile dai suoi attributi, l'elmo, la lancia e lo scudo. Nella seconda scena Apollo è intento a scorticare Marsia, per punirlo dell'aver vinto la gara musicale; appoggiati per terra di fianco a lui, il suo mantello e la lira. Nella terza scena, è Re Mida ad esser punito dal dio per avergli preferito Marsia: Apollo sta infilando le orecchie d'asino a Mida, mentre Minerva assiste. Infine la quarta scena, in primo piano a sinistra, è caratterizzata da una figura particolare, identificata nel fedele servitore e barbiere del re: poichè Mida gli aveva ordinato di mantenere il segreto sulle sue orecchie d'asino, non potendo sfogarsi altrimenti, egli scavò una buca nel terreno e urlò lì dentro il suo segreto; in quel luogo però, la leggenda vuole che crebbe un cespuglio di canne che con il vento sussurravano "Re mida ha le orecchie d'asino", rivelando così il temuto segreto. Il dipinto è stato precedentemente restaurato e ritelato, ma necessita attualmente di eventuale ulteriore ripresa del colore. Sul retro a matita è presente una vecchia attribuzione alla scuola ferrarese ("Ercole da Ferrara"). E' presentato in cornice in stile di fine '800.

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Paesaggio con San Gerolamo Penitente
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Paesaggio con San Gerolamo Penitente

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Paesaggio con San Gerolamo Penitente

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII-XVIII secolo. In un ampio paesaggio collinare piuttosto brullo, che si allarga sfumando sulla destra, si inserisce un alto roccione, conformato ad arco, sotto il quale vi è San Gerolamo penitente, raffigurato in atto di preghiera e di adorazione della Croce. Conformemente ai canoni della pittura del XVII-XVIII secolo, la figura del Santo, adeguata all'iconografia nelle vesti e nell'atteggiamento, è però inserita in un paesaggio poco consono, vicino a quello del pittore che si rifaceva alla realtà paesaggistica a lui nota. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Paesaggio con Bestiame e Pastorella
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Dipinto Paesaggio con Bestiame e Pastorella

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Dipinto Paesaggio con Bestiame e Pastorella

Olio su tela. In un paesaggio di tipo nordico, con catene di monti di sfondo e verdi colline, è collocata in primo piano una piccola mandria di vacche, guardate da una pastorella che, seduta a riposare sul ciglio della strada, indica al cane al suo fianco il castelletto, probabile meta del loro tragitto. Il dipinto, ritelato, presenta piccole ma diffuse cadute di colore e graffi. E' presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto con Scena di Danza 1923
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Dipinto con Scena di Danza 1923

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Dipinto con Scena di Danza 1923

Tempera su tela. firmato Mimy e datato in basso a destra. La scena ambientata in un elegante salotto, vede un gruppo di signore e gentiluomini che durante un ricevimento si intrattengono musicalmente: mentre una donna suona la spinetta, una giovane coppia danza. L'opera è presentata in cornice in stile, con grossa mancanza nella parte superiore.

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Dipinto Il Sacrificio di Ifigenia
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Dipinto Il Sacrificio di Ifigenia

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Dipinto Il Sacrificio di Ifigenia

Olio su tela. Scuola romana del XVII secolo. Il cruento episodio del sacrificio di Ifigenia, raccontato anche nell'Iliade, prende origine dall' ira di Artemide, dea della caccia, che offesa con Agamennone per le sue vanterie di cacciatore, impedisce alla flotta greca di salpare alla volta di Troia; l'indovino Calcante allora profetizza che si potrà placare 'ira della dea solo sacrificandole la figlia minore dello stesso re Agamennone, Ifigenia, e così avviene. Al centro della scena è raffigurata la fanciulla prostrata ai piedi dell'ara sacrificale, mentre viene preparata dai sacerdoti secondo i rituali; nell'angolo a sinistra si intravvedono il padre Agamennone (con la corona abbandonata ai suoi piedi) con la madre Clitennestra che, disperati, non osano guardare. In alto, assiste alla scena la dea Artemide, riconoscibile dalla luna sulla chioma, dall'arco che tiene in mano e da un cervo, suo animale simbolico, ai piedi del baldacchino: secondo una versione meno violenta del mito, al momento del sacrificio Ifigenia viene sostituita da Artemide con una cerva, come potrebbe indicare la presenza dell'animale in questa rappresentazione. L'opera qui presentata deriva dal dipinto di Pietro Testa, pubblicata tra il 1640 e il 1642 (oggi presso la Galleria Spada a Roma) e dalle sue incisioni: da esso viene ripresa tutta la composizione delle figure, sebbene modificate negli abiti, nei colori e in diversi particolari. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900, coeva al restauro.

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Coppia di Mori Veneziani Reggicero
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Coppia di Mori Veneziani Reggicero

Venezia Prima Metà XIX Secolo

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Coppia di Mori Veneziani Reggicero

Venezia Prima Metà XIX Secolo

Coppia di mori reggicero poggianti su basi, Venezia prima metà XIX secolo. Mori intagliati e laccati, abbigliati con veste e calzari dorati a mecca e variopinti; con il braccio alzato sorreggono una base per cero, mentre nell'altra impugnano un piccolo piatto. I due mori poggiano su altrettante basi ottagonali laccate, decorate da elementi marmorizzati e da coppia di protomi leonine intagliate e dorate. Piatti non coevi.

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Dipinto di Joseph Haier
ARAROT0257930

Dipinto di Joseph Haier

Corteggiamento al Pozzo 1873

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Dipinto di Joseph Haier

Corteggiamento al Pozzo 1873

Olio su tela. Firmato e datato in basso a destra. Haier fu un pittore e fotografo viennese, ma vissuto a lungo nella Repubblica ceca. Nella su produzione pittorica rientrano ritratti e molte scene di genere, ambientate come questa nell' ambiente rurale ceco. Si ha un venditore di giare, trasportate sul dorso del suo somarello, che si intrattiene presso un pozzo in conversazione amorosa con una fanciulla, la quale intanto porge un ciuffo di erbetta alla docile bestia. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto di Giuseppe Casciaro
ARARNO0257879

Dipinto di Giuseppe Casciaro

Paesaggio con Figure

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Dipinto di Giuseppe Casciaro

Paesaggio con Figure

Tecnica mista su cartone. Firmato in basso a sinistra. Al retro timbro dello studio dell'artista. Il pittore di origini pugliesi Giuseppe Casciaro, pittore e docente dell'Istituto di Belle Arti di Napoli ove si formò, fu essenzialmente un paesaggista e produsse in particolare vedute dei dintorni di Napoli, dell'Irpinia (Nusco) e della Puglia. Predilesse la tecnica pittorica del pastello in cui eccelse. Qui è proposto lo scorcio di una campagna mediterranea, traversata da un sentiero con viandanti. E' presentato in cornice in stile.

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Dipinto di Gaetano Peratici
ARARCO0257136

Dipinto di Gaetano Peratici

L'Angelo della Morte 1979

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Dipinto di Gaetano Peratici

L'Angelo della Morte 1979

Olio su tavola. Firmato e datato in basso a sinistra. Ulteriore firma, data e il titolo al retro. La produzione artistica di Angelo Peratici è caratterizzata da una voglia di libertà espressiva che attinge alla sua fervida fantasia per rappresentare la realtà. Partendo da questa innata pulsione trasfiguratrice della realtà, la sua arte si è trasformata in un laborioso processo di ricerca, fecondo di immagini metaforiche e visionarie, a volte grottesche, eccentriche, che vediamo realizzate in particolare nella produzione dei primi anni '80.

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Dipinto Paesaggio con Pastori ed Armenti
ARARPI0257876

Dipinto Paesaggio con Pastori ed Armenti

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Dipinto Paesaggio con Pastori ed Armenti

Olio su tela. La grande scena, ambientata in una campagna collinare, con un borgo e rovine di sfondo a sinistra, è completamente occupata dal gruppo compatto delle numerose figure viventi: seduta al centro la famiglia del pastore, che osserva la compagna che tiene tra le braccia il bambinello in fasce; tutti intorno, gli animali, dal fido cane pastore alle bestie del gregge, pecore, capre e mucche, anch'essi a riposo. Spicca il grande naturalismo delle figure di animali, che rimanda come modalità pittorica alle opere della scuola di Philipp Peter Roos, detto Rosa da Tivoli (1657-1706), il pittore tedesco considerato uno dei migliori pittore di animali attivi in Italia nel XVII secolo, caratterizzato dalla peculiare capacità di evocare il vello e gli sguardi degli animali. L'opera, restaurata e ritelata, è presentata in cornice dorata in stile.

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Dipinto Sant'Ambrogio visita San Vittore in Carcere
ARARPI0257875

Dipinto Sant'Ambrogio visita San Vittore in Carcere

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Dipinto Sant'Ambrogio visita San Vittore in Carcere

Olio su tela. Scuola lombarda del XVII secolo. In prima tela e montato su telaio originale. Ambientata in un carcere, la scena presenta Sant'Ambrogio vescovo che indirizza verso il cielo la persona alla sua destra, un soldato con la Croce al collo, identificabile in San Vittore, soldato romano originario della Mauritania, che prestò servizio a Milano all'epoca di Massimiano e che venne martirizzato per la sua fede cristiana. Fu il vescovo milanese a raccontare la vita e il martirio del santo in uno dei suoi scritti e a diffonderne il culto. Alla sinistra un altro probabile martire della fede, che assiste alla proclamazione di beatitudine del compagno di cella; intorno, numerose altre figure di condannati. Il dipinto ottagonale appartiene probabilmente ad una serie dedicata al culto del Santo vescovo di Milano. La tela necessita di restauro e pulizia, presentando diverse macchie e tagli (una lacerazione al centro, altre minori ai lati).

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Dipinto Cristo Redentore ed Angeli
ARARPI0256603

Dipinto Cristo Redentore ed Angeli

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Dipinto Cristo Redentore ed Angeli

Olio su tela. Scuola Nord-italiana del XVII-XVIII secolo. La scena vede al centro la figura del Cristo Risorto che, assiso sulle nubi, regge con una mano la Croce e con l'altra indica verso il basso, ove è rivolto anche il Suo sguardo, verso i destinatari della Redenzione; Egli è circondato da angeli ed è illuminato da un fascio di luce intensa che si proietta diagonalmente dall'alto a sinistra, squarciando le nubi, simbolo della presenza di Dio Padre. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dorata di fine '800.

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Dipinto Madonna con Bambino ed Angeli
ARARPI0256592

Dipinto Madonna con Bambino ed Angeli

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Dipinto Madonna con Bambino ed Angeli

Olio su tela. Scuola italiana del XVII-XVIII secolo. Maria e il Bambin Gesù, in piedi sulle sue ginocchia, sono raffigurati già nella gloria dei cieli, con angioletti accanto. Peculiari sono la collana e i braccialetti di corallo portati dal Bambino: nella simbologia cristiana il colore di tale materiale rappresenta il sangue che Gesù dovrà versare; peraltro sin dai tempi antichi, il corallo era considerato anche un talismano di protezione contro il malocchio e le forze del male, e se ne adornava i bambini piccoli per proteggerli dal maligno. Il dipinto è in prima tela e presentato in cornice antica coeva.

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Riproduzione del XIX Secolo della Croce smaltata di Pasquale I.
OGANOG0254336

Riproduzione del XIX Secolo della Croce smaltata di Pasquale I.

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Riproduzione del XIX Secolo della Croce smaltata di Pasquale I.

Formelle di rame decorate a smalti. Si tratta di una riproduzione ottocentesca della Croce smaltata di Pasquale I (817 -824), importante stauroteca in rame sbalzato e dorato, che conservava al suo interno frammenti minuti della Croce di Cristo, e che divenne parte del Tesoro deposto da Leone III (795-816) nell' oratorio detto Sancta Sanctorum in Laterano. La Croce è costituita da cinque formelle, disposte a forma di croce latina, sulle quali sono rappresentati con vivaci figurazioni smaltate sette episodi della vita di Gesù. Nella formella superiore si hanno l' Annunciazione e la Visitazione di Maria; nella formella al centro la Nascita di Gesù; a sinistra la Fuga in Egitto e a destra l'Adorazione dei Magi; nel braccio inferiore infine la Presentazione di Gesù al tempio e il Battesimo di Gesù. Le formelle sono composte su una base lignea e presentate in cornice a teca con vetro.

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Dipinto Paesaggio con Edificio e Figure
ARARPI0254808

Dipinto Paesaggio con Edificio e Figure

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Dipinto Paesaggio con Edificio e Figure

Olio su tela. Scuola genovese del XVIII secolo. Il paesaggio di campagna vede ergersi al centro una struttura fatiscente, i ruderi di un edificio attraverso le cui pareti squarciate si vedono scorrere le masse di nuvole bianche dello sfondo; davanti ad esso scorre un torrentello, al quale sta lavando i panni una donna, mentre il compagno siede su masso poco distante, in linea con la figura femminile e quasi simmetrico con la figura femminile. La scena è caratterizzata da una particolare ricerca luministica, da un dinamismo delle forme (si può notare la continuità direzionale delle chiome dell'albero con il tetto del rudere e le nuvole) e dalla teatralità delle figure, elementi tutti che hanno definito la produzione pittorica del barocco genovese. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Paesaggio Invernale
ARARPI0253839

Dipinto Paesaggio Invernale

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Dipinto Paesaggio Invernale

Olio su tela. Il dipinto si rifà ai modi pittorici di Francesco Foschi (1710 -1780), autore specializzato in paesaggi e che diffuse ampiamente il gusto per quelli invernali. In questo si ha uno scorcio di un paesaggio montano, con un borgo collocato in una valle sotto cime rocciose e innevate. Anche le abitazioni e i prati sono spruzzati di neve, assente invece sul sentiero percorso da numerose figure; l'atmosfera rosata del cielo evoca l'inizio di una nuova giornata, già fervente di attività. Il dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in cornice di metà '900.

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Dipinto Paesaggio con Casa sul Lago
ARARNO0251988

Dipinto Paesaggio con Casa sul Lago

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Dipinto Paesaggio con Casa sul Lago

Olio su tela. Scuola centro-europea della prima metà del '900. Firma non identificata in basso a sinistra. In un'ampia vallata sotto cime montuose aguzze, si apre un laghetto, sul quale si affacciano alcune abitazioni e navigano barchette; alcune figurine popolane sono impegnate nelle attività quotidiane. Gradevole e sereno nelle cromie verdi- azzurre della natura. E' presentato in cornice in stile.

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Dipinto Festa Galante nel Parco
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ARARPI0196018

Dipinto Festa Galante nel Parco

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Dipinto Festa Galante nel Parco

Olio su tavola. Scuola francese. Metà XVIII secolo. La scena raffigura una festa all'interno di un parco cintato da mura con varchi ad arco che si aprono sulla campagna, e ornato sulla destra con un'anfora su colonnina e al centro, dietro le figure, con una fontana zampillante, con statue di putti e conchiglie. Due coppie di dame e gentiluomini riccamente vestiti si intrattengono galantemente, circondati dalla servitù; uno degli uomini sta suonando il violino, accovacciato davanti alla sua dama che, affiancata dalla damigella, segue la melodia sullo spartito retto dal moretto al suo fianco, mentre due musicanti accompagnano la suonata con il flauto e un mandolino; l'altra coppia, in atteggiamento di dialogo intimo, ascolta sulla sinistra, mentre sulla destra anche il cacciatore che rientra dalla caccia osserva la scena. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto di Maximilian Pfeiler
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ARARPI0109333

Dipinto di Maximilian Pfeiler

Natura morta con Uva, Fichi, Melagrana e Pesche

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Dipinto di Maximilian Pfeiler

Natura morta con Uva, Fichi, Melagrana e Pesche

Olio su tela. Firmato “Max. PF.” sulla cornice superiore del capitello. La natura morta è composta da uva, melagrana e pesche poste su un capitello, nella composizione è presente anche un vassoio d'argento; sullo sfondo un paesaggio con alberi e rovine, sulla sinistra si intravvede un angolo di cielo ceruleo, appena velato da nuvole. Maximilian Pfeiler si affermò per le sue nature morte in cui, a fare da sfondo ai fiori e ai frutti, collocava un frammento architettonico, introducendo già quel gusto verso le rovine antiche che si consoliderà a pieno nel XVIII secolo. Il dipinto è stato ritelato e restaurato (piccole ridipinture). E' presentato in cornice in stile.

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