Mario Sironi

Cattedrale

Codice: ARTNOV0000995

non disponibile
Aggiungi al carrello
PAGAMENTI SICURI
pagamenti sicuri
Richiedi informazioni
Fissa appuntamento
Vai su noleggio.dimanoinmano.it per noleggiare il prodotto
Noleggia
Mario Sironi

Cattedrale

Codice: ARTNOV0000995

non disponibile
Aggiungi al carrello
PAGAMENTI SICURI
pagamenti sicuri
Richiedi informazioni
Fissa appuntamento
Vai su noleggio.dimanoinmano.it per noleggiare il prodotto
Noleggia

Mario Sironi - Cattedrale

Caratteristiche

Cattedrale

Artista:  Mario Sironi (1885-1961)

Epoca:  Contemporanea

Descrizione

Tempera diluita, china e tracce di matita su cartoncino. Al verso schizzo di "Figura" a matita. Opera archiviata dall'Associazione per il patrocinio e la promozione della figura e dell'opera di Mario Sironi. Allegata scheda tecnica della stessa. In cornice con vetro.

Dimensioni cornice (cm):
Altezza: 40
Larghezza: 40

Dimensioni opera (cm):
Altezza: 20
Larghezza: 20
Profondità: 5

Con certificato di autenticità

Informazioni aggiuntive

Artista: Mario Sironi (1885-1961)

Nato a Sassari il 12 maggio 1885,Mario Sironi compì la sua formazione a Roma, dove la famiglia si era trasferita l'anno dopo la sua nascita, tanto che egli "si considerava più che altro romano, e del Romano aveva anche l'accento". La sua adolescenza fu segnata, oltre che dalle suggestioni della Città Eterna, da appassionate letture (Schopenhauer, Nietzsche, Heine, Leopardi, i romanzieri francesi) e dallo studio della musica, soprattutto di Wagner, che suonava al pianoforte con la sorella maggiore Cristina, futura concertista. Nel 1902 si iscrisse alla facoltà di ingegneria, ma l'anno dopo fu colpito da una crisi depressiva, primo sintomo del disagio esistenziale che lo accompagnerà tutta la vita. Abbandonata quindi l'università e incoraggiato dal giudizio positivo del vecchio scultore Ximenes e del divisionista Discovolo, Sironi si dedicò alla pittura, frequentando la Scuola Libera del Nudo in via Ripetta e lo studio di Balla. Qui incontra Boccioni (che, nonostante qualche momento di incomprensione, diventa l'amico più caro della sua giovinezza), Severini e altri artisti. Iniziò anche a eseguire illustrazioni, disegnando tre copertine per "L'Avanti della Domenica" e, nel 1905, partecipò per la prima volta a una mostra. Nello stesso periodo Sironi iniziò a intraprendere i primi viaggi: nel 1906 a Parigi, dove in quel periodo si trovava anche Boccioni; nel 1908 a Erfurt, in Germania, dove ritornò anche nel 1910-1911, ospite dello scultore Tannenbaum. I diari e le lettere di Boccioni ci informano delle ricorrenti crisi depressive di Sironi, che lo portarono a chiudersi in casa, senza vedere nessuno, concentrandosi ossessivamente sul disegno. Rivelano però anche il suo profondo amore per i classici, proprio mentre i manifesti futuristi incitano a distruggere i musei. A partire dal 1913, ispirato dall'opera di Boccioni, si avvicinò al futurismo, che interpretò però alla luce della sua incessante ricerca volumetrica. Nel 1915 si trasferì per breve tempo a Milano, dove collaborò alla rivista “Gli Avvenimenti” ed entrò nel nucleo dirigente del futurismo. Allo scoppio della guerra si arruolò nel Battaglione Volontari Ciclisti, di cui facevano parte anche Boccioni, Marinetti, Sant'Elia, Funi, Russolo, e in dicembre firmò il manifesto futurista L'orgoglio italiano. Fu in prima linea fino al 1918, quando venne spostato all'Ufficio Propaganda, dove collaborò con Bontempelli alla rivistina di trincea “Il Montello”. Rientrato a Roma nel 1919, partecipò alla Grande Esposizione Nazionale Futurista, esponendo quindici opere prevalentemente sul tema della guerra. Ormai, però, suggestioni metafisiche mutuate da Carlo Carrà e Giorgio De Chirico pervadono la sua pittura. Nel gennaio 1920, con Achille Funi, Leonardo Dudreville e Luigi Russolo, Sironi firmò il manifesto futurista Contro tutti i ritorni in pittura, che nonostante il titolo contiene già molte istanze del futuro Novecento Italiano. Oltre che alla pittura, Sironi continuò a dedicarsi al disegno e all'illustrazione: dal 1922 al 25 luglio 1943 fu il principale illustratore del Il Popolo d'Italia, il quotidiano di Benito Mussolini sulquale dal 1922 al 1926 fece delle caricature molto pesanti degli antifascisti dell'epoca. Nel dicembre 1922 fondò con Anselmo Bucci, Gian Emilio Malerba, Pietro Marussig, Ubaldo Oppi e ancora con Dudreville e Funi, il Novecento Italiano, il movimento aspirante a una “moderna classicità”, cioè a una forma classica, priva di pittoricismi ottocenteschi, filtrata attraverso una sintesi purista. Nel 1924 Sironi partecipò alla Biennale di Venezia col gruppo novecentista. Intorno agli anni '30 la sua pittura abbandonò il segno nitido della prima stagione novecentista e attraversò un periodo espressionista, caratterizzato da una approssimazione della figura e da una violenza della pennellata che disorientò la maggior parte dei critici. Lungo il decennio successivo si dedicò sempre più alla grande decorazione, trascurando il quadro da cavalletto, che considerava ormai una forma insufficiente. La pittura murale, per lui, non fu solo una tecnica, ma un modo radicalmente diverso, antico e classico, ma anche nuovo e fascista, perché, come affermò lui stesso, “sociale per eccellenza” di pensare l'arte. Tutto il decennio lo vide impegnato in una serie di lavori monumentali, in cui, superate le sprezzature espressioniste, adottò una composizione multicentrica, spesso a riquadri, governata da una spazialità e una prospettiva prerinascimentali. Nel settembre 1943 Sironi aderì alla Repubblica di Salò, seguendo con crescente angoscia l'evolversi degli eventi. Il 25 aprile rischiò anche di essere fucilato: fermato a un posto di blocco a Milano da una brigata partigiana, sarebbe stato ucciso se Gianni Rodari, che faceva parte della brigata e l'aveva riconosciuto, non gli avesse firmato un lasciapassare. Non smise comunque di lavorare, ma negli ultimi anni, ma rifiutò polemicamente di partecipare alle Biennali di Venezia, pur continuando a esporre in Italia (Triennale di Milano, 1951; Quadriennale di Roma, 1955) e all'estero (mostra itinerante negli Stati Uniti, con Marino Marini, nel 1953). Eseguì inoltre scenografie e costumi per diversi teatri. La sua salute intanto si deteriorò, anche per il sopraggiungere di un'artrite progressiva e morì a Milano il 13 agosto 1961, a seguito di una broncopolmonite.

Epoca: Contemporanea

E' difficile definire cos'è l'Arte Contemporanea, perché essa non corrisponde ad un periodo temporale né ad una corrente artistica unica e specifica. Secondo la suddivisione dell'arte in periodi storici, il periodo dell'Arte Contemporanea avrebbe inizio dal 1789, a conclusione dell'Arte Moderna, e con l'introduzione a quel secolo, il XIX, che vede comparire un mezzo di espressione figurata nuovo e rivoluzionario, la Fotografia, e che comincia a ricercare un modo diverso di guardare alla realtà e di rappresentarla, in particolare con l'Impressionismo, che sceglie di mediare la visione della realtà con il filtro dei sentimenti che essa evoca. D'altra parte tutto il XX secolo è permeato dall'insorgere di numerose correnti pittoriche, che cercano di interpretare le istanze del presente utilizzando nuovi mezzi di produzione e adattandosi ai tempi e ai modi di vivere e che filtrano la realtà attraverso sentimenti, visioni intimiste, interpretazioni metafisiche, generando diverse molteplici correnti pittoriche. Perciò molti ritengono che l'arte contemporanea sia quella modalità di espressione artistica che tende a coinvolgere nuovi strumenti di espressione che spaziano dalle performance, alla fotografia, dall'installazione, al video, dall'elaborazione digitale, al testo, partendo quindi da alcune correnti di avanguardia del XX secolo ed arrivando sino ai giorni nostri. Attenzione però: fino ad oggi non è mai scomparsa, in nessun secolo, nella produzione artistica pittorica una ampia rappresentanza di artisti che hanno scelto di rimanere fedeli alla tecnica pittorica più tradizionale, così come alla rappresentazione della realtà in modo più conforme e oggettivo possibile, che quindi si possono ritenere Contemporanei solo in un'accezione più temporale, cioè perché vissuti negli ultimi decenni del periodo storico in corso.