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ARTE, DIPINTI, QUADRI E SCULTURE ANTICHE E CONTEMPORANEE - pagina 7

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque
ARARPI0258388

Dipinto Mosè salvato dalle Acque

ARARPI0258388
Dipinto Mosè salvato dalle Acque

Olio su tela. Il dipinto guarda all'opera analoga di Paolo Veronese (1528-1588), databile intorno al 1560-70 e oggi conservata al museo del Prado, della quale il nostro dipinto riprende la composizione delle figure, cambiando tutto lo sfondo e l'abbigliamento dei personaggi. L'opera del Veronese ebbe un tale successo da essere replicata dalla sua stessa bottega, con numerose varianti: la nostra opera deriva probabilmente da una di queste copie, replicata in epoca successiva. L' episodio raffigurato è narrato nel libro biblico dell'Esodo e racconta il ritrovamento del piccolo Mosè, lasciato dalla madre in una cesta lungo le rive del fiume Nilo, per salvarlo dalla strage dei figli di Israele perpetrata dal Faraone; la figlia del Faraone, recatasi al fiume con il suo seguito, lo trova e lo salva, adottandolo. Le figure della scena sono raffigurate in abiti settecenteschi, in particolare spicca per ricchezza e sontuosità l'abito della principessa; unico elemento esotico è la presenza di un servitore di colore nel seguito, mentre anche lo sfondo rimanda ad un paesaggio del nord -Europa, con una folta vegetazione boschiva. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice del XI secolo.

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Dipinto di Antal Berkes
ARARNO0258384

Dipinto di Antal Berkes

La Strada di Campagna 1905

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Dipinto di Antal Berkes

La Strada di Campagna 1905

Olio su tela. firmato e datato in basso a destra, Il pittore ungherese Antal Berkes nei primi anni della sua carriera realizzò paesaggi, ma successivamente si dedicò agli scorci e vedute cittadine, di Budapest, Parigi, Vienna. Questo dipinto appartiene ancora alla prima produzione, proponendo la veduta di una strada si campagna, che attraverso un bosco ove sono collocati alcuni casolari; sullo sterrato è in sosta un carro trainato da cavalli. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto di Giuseppe Casciaro
ARARNO0257879

Dipinto di Giuseppe Casciaro

Paesaggio con Figure

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Dipinto di Giuseppe Casciaro

Paesaggio con Figure

Tecnica mista su cartone. Firmato in basso a sinistra. Al retro timbro dello studio dell'artista. Il pittore di origini pugliesi Giuseppe Casciaro, pittore e docente dell'Istituto di Belle Arti di Napoli ove si formò, fu essenzialmente un paesaggista e produsse in particolare vedute dei dintorni di Napoli, dell'Irpinia (Nusco) e della Puglia. Predilesse la tecnica pittorica del pastello in cui eccelse. Qui è proposto lo scorcio di una campagna mediterranea, traversata da un sentiero con viandanti. E' presentato in cornice in stile.

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Dipinto di Cesare Maggi
ARARNO0257416

Dipinto di Cesare Maggi

Il Castello di Tarasp 1960

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Dipinto di Cesare Maggi

Il Castello di Tarasp 1960

Olio su cartone. Firmato e datato in basso a destra. L'artista di origine romana Cesare Maggi si affermò come paesaggista di stampo divisionista, ritraendo paesaggi alpini engadinesi e valdostani, spesso vivacizzati dall'inserimento di figure e animali. Diventato amico del pittore Giacomo Grosso a Torino nel 1901, si orientò poi con successo verso il genere del ritratto, accantonando la tecnica divisionista. Pur prediligendo ancora le vedute d'alta montagna, ampliò i propri soggetti impegnandosi anche nelle marine e nelle nature morte. Qui è proposto lo scorcio innevato del Castello di Tarasp, rocca del XI secolo nella Bassa Engadina Svizzera. Si tratta di un'opera tarda dell'artista, che rimase però legato fino all'ultimo al suo soggetto prediletto, il paesaggio alpino, pur avendo abbandonato ormai la tecnica divisionista del suo primo periodo. L'opera è presentata in cornice in stile.

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Dipinto di Gaetano Peratici
ARARCO0257136

Dipinto di Gaetano Peratici

L'Angelo della Morte 1979

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Dipinto di Gaetano Peratici

L'Angelo della Morte 1979

Olio su tavola. Firmato e datato in basso a sinistra. Ulteriore firma, data e il titolo al retro. La produzione artistica di Angelo Peratici è caratterizzata da una voglia di libertà espressiva che attinge alla sua fervida fantasia per rappresentare la realtà. Partendo da questa innata pulsione trasfiguratrice della realtà, la sua arte si è trasformata in un laborioso processo di ricerca, fecondo di immagini metaforiche e visionarie, a volte grottesche, eccentriche, che vediamo realizzate in particolare nella produzione dei primi anni '80.

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Dipinto Paesaggio con Pastori ed Armenti
ARARPI0257876

Dipinto Paesaggio con Pastori ed Armenti

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Dipinto Paesaggio con Pastori ed Armenti

Olio su tela. La grande scena, ambientata in una campagna collinare, con un borgo e rovine di sfondo a sinistra, è completamente occupata dal gruppo compatto delle numerose figure viventi: seduta al centro la famiglia del pastore, che osserva la compagna che tiene tra le braccia il bambinello in fasce; tutti intorno, gli animali, dal fido cane pastore alle bestie del gregge, pecore, capre e mucche, anch'essi a riposo. Spicca il grande naturalismo delle figure di animali, che rimanda come modalità pittorica alle opere della scuola di Philipp Peter Roos, detto Rosa da Tivoli (1657-1706), il pittore tedesco considerato uno dei migliori pittore di animali attivi in Italia nel XVII secolo, caratterizzato dalla peculiare capacità di evocare il vello e gli sguardi degli animali. L'opera, restaurata e ritelata, è presentata in cornice dorata in stile.

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Dipinto Sant'Ambrogio visita San Vittore in Carcere
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Dipinto Sant'Ambrogio visita San Vittore in Carcere

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Dipinto Sant'Ambrogio visita San Vittore in Carcere

Olio su tela. Scuola lombarda del XVII secolo. In prima tela e montato su telaio originale. Ambientata in un carcere, la scena presenta Sant'Ambrogio vescovo che indirizza verso il cielo la persona alla sua destra, un soldato con la Croce al collo, identificabile in San Vittore, soldato romano originario della Mauritania, che prestò servizio a Milano all'epoca di Massimiano e che venne martirizzato per la sua fede cristiana. Fu il vescovo milanese a raccontare la vita e il martirio del santo in uno dei suoi scritti e a diffonderne il culto. Alla sinistra un altro probabile martire della fede, che assiste alla proclamazione di beatitudine del compagno di cella; intorno, numerose altre figure di condannati. Il dipinto ottagonale appartiene probabilmente ad una serie dedicata al culto del Santo vescovo di Milano. La tela necessita di restauro e pulizia, presentando diverse macchie e tagli (una lacerazione al centro, altre minori ai lati).

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Dipinto Cristo Redentore ed Angeli
ARARPI0256603

Dipinto Cristo Redentore ed Angeli

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Dipinto Cristo Redentore ed Angeli

Olio su tela. Scuola Nord-italiana del XVII-XVIII secolo. La scena vede al centro la figura del Cristo Risorto che, assiso sulle nubi, regge con una mano la Croce e con l'altra indica verso il basso, ove è rivolto anche il Suo sguardo, verso i destinatari della Redenzione; Egli è circondato da angeli ed è illuminato da un fascio di luce intensa che si proietta diagonalmente dall'alto a sinistra, squarciando le nubi, simbolo della presenza di Dio Padre. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dorata di fine '800.

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Dipinto Paesaggio con Fiume e Figure
ARARPI0256615

Dipinto Paesaggio con Fiume e Figure

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Dipinto Paesaggio con Fiume e Figure

Gouache su cartoncino. Accompagnata da autentica di Finarte del1982, che la definisce "scuola di Marco Ricci". Il paesaggio propone un'ampia vallata incastonata tra cime montuose e abitata da un villaggio, con il fiume in primo piano, sulla cui riva si intrattengono in conversazione alcuni personaggi. I colori sono tenui e luminosi. L'opera è presentata in cornice in stile.

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Dipinto di Aldo Mondino
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Dipinto di Aldo Mondino

Senza Titolo

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Dipinto di Aldo Mondino

Senza Titolo

Olio su linoleum, con applicazioni in polistirolo ricoperto di stagnola. Firmato al retro. Corredata di autentica dell'Archivio Aldo Mondino. L'eclettico artista torinese Aldo Mondino ha articolato la sua ricerca artistica attraverso continue metamorfosi che hanno reso la sua produzione polimorfa: un tentativo incessante di trovare una risposta personale alle trasformazioni che si consumavano negli Anni Settanta, cercando di far coesistere la storia dell'arte con le immagini del consumo di massa, le fantasie personali, la religione, il classicismo, il misticismo, i viaggi in Oriente, gli amici e il kitsch. Il suo ostinato bisogno di sperimentare con i materiali – come il caffè, le caramelle, lo zucchero, le colate di cioccolato del suo amato Piemonte, i marshmallow importati dall'America, il bronzo, i fiori, le Bic rigorosamente blu, la ceramica e i tappeti in eraclite – dimostra la sua capacità di far dialogare arte, artigianato, vita comune, natura e religione. Il tutto condito dall'uso dell'ironia, per smascherare le convenzioni con garbo. Negli anni Ottanta Aldo Mondino intraprende un viaggio tra Marocco e Palestina che lascia in lui una vera e propria impronta, tanto da generare la serie di opere dei Dervisci, soggetti danzanti dipinti su linoleum, che praticano la danza rituale caratteristica della tradizione turca eseguendo movimenti fluidi e circolari. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto Madonna con Bambino ed Angeli
ARARPI0256592

Dipinto Madonna con Bambino ed Angeli

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Dipinto Madonna con Bambino ed Angeli

Olio su tela. Scuola italiana del XVII-XVIII secolo. Maria e il Bambin Gesù, in piedi sulle sue ginocchia, sono raffigurati già nella gloria dei cieli, con angioletti accanto. Peculiari sono la collana e i braccialetti di corallo portati dal Bambino: nella simbologia cristiana il colore di tale materiale rappresenta il sangue che Gesù dovrà versare; peraltro sin dai tempi antichi, il corallo era considerato anche un talismano di protezione contro il malocchio e le forze del male, e se ne adornava i bambini piccoli per proteggerli dal maligno. Il dipinto è in prima tela e presentato in cornice antica coeva.

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Riproduzione del XIX Secolo della Croce smaltata di Pasquale I.
OGANOG0254336

Riproduzione del XIX Secolo della Croce smaltata di Pasquale I.

OGANOG0254336
Riproduzione del XIX Secolo della Croce smaltata di Pasquale I.

Formelle di rame decorate a smalti. Si tratta di una riproduzione ottocentesca della Croce smaltata di Pasquale I (817 -824), importante stauroteca in rame sbalzato e dorato, che conservava al suo interno frammenti minuti della Croce di Cristo, e che divenne parte del Tesoro deposto da Leone III (795-816) nell' oratorio detto Sancta Sanctorum in Laterano. La Croce è costituita da cinque formelle, disposte a forma di croce latina, sulle quali sono rappresentati con vivaci figurazioni smaltate sette episodi della vita di Gesù. Nella formella superiore si hanno l' Annunciazione e la Visitazione di Maria; nella formella al centro la Nascita di Gesù; a sinistra la Fuga in Egitto e a destra l'Adorazione dei Magi; nel braccio inferiore infine la Presentazione di Gesù al tempio e il Battesimo di Gesù. Le formelle sono composte su una base lignea e presentate in cornice a teca con vetro.

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Dipinto di Lambert Von Babo
ARAROT0254812

Dipinto di Lambert Von Babo

Scena di Corteggiamento 1887

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Dipinto di Lambert Von Babo

Scena di Corteggiamento 1887

Olio su tela. Firmato e datato in basso a destra, con ulteriore iscrizione "Baden" (località?). La scena propone una giovane coppia in abiti popolari settecenteschi, seduta su una panchina sotto un alberello fiorito, lungo un sentiero di campagna: il ragazzo sta facendo provare alla fanciulla a suonare il flauto dolce, simpatico espediente di corteggiamento. Non si hanno indicazioni biografiche dell' artista, di provenienza germanica dal nome e dalla località indicata. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Paesaggio con Edificio e Figure
ARARPI0254808

Dipinto Paesaggio con Edificio e Figure

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Dipinto Paesaggio con Edificio e Figure

Olio su tela. Scuola genovese del XVIII secolo. Il paesaggio di campagna vede ergersi al centro una struttura fatiscente, i ruderi di un edificio attraverso le cui pareti squarciate si vedono scorrere le masse di nuvole bianche dello sfondo; davanti ad esso scorre un torrentello, al quale sta lavando i panni una donna, mentre il compagno siede su masso poco distante, in linea con la figura femminile e quasi simmetrico con la figura femminile. La scena è caratterizzata da una particolare ricerca luministica, da un dinamismo delle forme (si può notare la continuità direzionale delle chiome dell'albero con il tetto del rudere e le nuvole) e dalla teatralità delle figure, elementi tutti che hanno definito la produzione pittorica del barocco genovese. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Natività di Gesù
ARARPI0254199

Dipinto Natività di Gesù

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Dipinto Natività di Gesù

Olio su tavola di quercia. Scuola fiamminga del XVII-XVIII secolo. La sacra raffigurazione propone il momento della nascita di Gesù in una grotta, vegliato e adorato da Maria e Giuseppe insieme a quattro angeli; le figure sono ben caratterizzate e sottolineate da cromie vivaci, mentre alle loro spalle l'asino e il bue si confondono con l'uniformità cromatica della grotta e della terra. Sulla destra, in secondo piano e in colori tenui, sfumante nel paesaggio di sfondo è raffigurata la scena dell'annuncio ai pastori. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Paesaggio Invernale
ARARPI0253839

Dipinto Paesaggio Invernale

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Dipinto Paesaggio Invernale

Olio su tela. Il dipinto si rifà ai modi pittorici di Francesco Foschi (1710 -1780), autore specializzato in paesaggi e che diffuse ampiamente il gusto per quelli invernali. In questo si ha uno scorcio di un paesaggio montano, con un borgo collocato in una valle sotto cime rocciose e innevate. Anche le abitazioni e i prati sono spruzzati di neve, assente invece sul sentiero percorso da numerose figure; l'atmosfera rosata del cielo evoca l'inizio di una nuova giornata, già fervente di attività. Il dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in cornice di metà '900.

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Dipinto Paesaggio con Casa sul Lago
ARARNO0251988

Dipinto Paesaggio con Casa sul Lago

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Dipinto Paesaggio con Casa sul Lago

Olio su tela. Scuola centro-europea della prima metà del '900. Firma non identificata in basso a sinistra. In un'ampia vallata sotto cime montuose aguzze, si apre un laghetto, sul quale si affacciano alcune abitazioni e navigano barchette; alcune figurine popolane sono impegnate nelle attività quotidiane. Gradevole e sereno nelle cromie verdi- azzurre della natura. E' presentato in cornice in stile.

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Dipinto Ritratto di Madre con Figlia
ARARNO0250947

Dipinto Ritratto di Madre con Figlia

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Dipinto Ritratto di Madre con Figlia

Olio su tela. Scuola centro-europea della prima metà del '900. Firma non identificata in basso a sinistra. Dolcezza e tenerezza traspaiono da queste due figure abbracciate, simili nei tratti del volto e nell'espressione, composte nei loro vestiti eleganti e vivaci, con lo sfondo di una carta da parati floreale. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Festa Galante nel Parco
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ARARPI0196018

Dipinto Festa Galante nel Parco

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Dipinto Festa Galante nel Parco

Olio su tavola. Scuola francese. Metà XVIII secolo. La scena raffigura una festa all'interno di un parco cintato da mura con varchi ad arco che si aprono sulla campagna, e ornato sulla destra con un'anfora su colonnina e al centro, dietro le figure, con una fontana zampillante, con statue di putti e conchiglie. Due coppie di dame e gentiluomini riccamente vestiti si intrattengono galantemente, circondati dalla servitù; uno degli uomini sta suonando il violino, accovacciato davanti alla sua dama che, affiancata dalla damigella, segue la melodia sullo spartito retto dal moretto al suo fianco, mentre due musicanti accompagnano la suonata con il flauto e un mandolino; l'altra coppia, in atteggiamento di dialogo intimo, ascolta sulla sinistra, mentre sulla destra anche il cacciatore che rientra dalla caccia osserva la scena. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto di Maximilian Pfeiler
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ARARPI0109333

Dipinto di Maximilian Pfeiler

Natura morta con Uva, Fichi, Melagrana e Pesche

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Dipinto di Maximilian Pfeiler

Natura morta con Uva, Fichi, Melagrana e Pesche

Olio su tela. Firmato “Max. PF.” sulla cornice superiore del capitello. La natura morta è composta da uva, melagrana e pesche poste su un capitello, nella composizione è presente anche un vassoio d'argento; sullo sfondo un paesaggio con alberi e rovine, sulla sinistra si intravvede un angolo di cielo ceruleo, appena velato da nuvole. Maximilian Pfeiler si affermò per le sue nature morte in cui, a fare da sfondo ai fiori e ai frutti, collocava un frammento architettonico, introducendo già quel gusto verso le rovine antiche che si consoliderà a pieno nel XVIII secolo. Il dipinto è stato ritelato e restaurato (piccole ridipinture). E' presentato in cornice in stile.

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Dipinto dell'ambito di Giuseppe Maria Crespi
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ARARPI0178558

Dipinto dell'ambito di Giuseppe Maria Crespi

Maddalena penitente,1750 ca.

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Dipinto dell'ambito di Giuseppe Maria Crespi

Maddalena penitente,1750 ca.

Olio su tela. La figura della Maddalena è qui rappresentata, come da tradizione, con lunghi capelli rossi; con gesto di dolorosa dedizione fissa lo sguardo sul crocefisso, che tiene con la mano sinistra premuta contro il braccio destro, questo a sua volta ripiegato in segno di raccolta penitenza. Tutto il corpo è reso con una splendida torsione contrapposta, che ha l'effetto di far avvertire allo spettatore la tensione del momento vissuto dalla santa. Alla sua sinistra è visibile il teschio, suo attributo tradizionale, e sullo sfondo s'intuisce la sagoma della grotta in cui è collocata. La parte del corpo emerge, grazie all'intensa luminosità delle braccia, collegata alle sfumature rosso ocra dei capelli e del volto, accentuando anche così il carattere erotico della scena, ricordando la pittura esuberante di Rubens, che grande influenza ebbe sull'opera di Crespi. Quest'accattivante e piacevolissima figura della Maddalena segue la tendenza ampiamente diffusa nel '600 e '700 di raffigurare i santi con un sottofondo di umana sensualità, rivelando la preferenza dei committenti per temi sacri intrisi di elementi profani. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice di fine '800- inizio '900.

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Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme
ARAROT0248042

Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme

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Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme

Tecnica mista (matita, penna, inchiostro marrone e gesso bianco) su carta. Scuola italiana di inizio '800. La scena rappresenta l'incontro tra un alto sacerdote e un condottiero: se questi è seguito da tutto il suo esercito, con soldati di diverso grado truci e armati, il sacerdote è seguito da tutto il popolo che inneggia al vincitore, mentre due giovani donne in ginocchio offrono corone di fiori. Alle spalle della scena, le possenti mura con la porta d' ingresso ad una città, verso la quale indica il sacerdote, quasi a consegnarla al condottiero. L'abbigliamento del sacerdote, in particolare la presenza del pettorale cosiddetto "della Decisione" che egli indossa, rimandano ad un sacerdote israelita, e quindi la città potrebbe essere Gerusalemme; invece l' abbigliamento del condottiero vincitore, con l'elmo sormontato da due cavalli, rimanda ad Alessandro Magno, che nel 332 a.C. conquistò effettivamente la città. Il disegno è presentato in cornice in legno intagliato di fine '800.

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Dipinto Incoronazione della Vergine
ARARPI0247743

Dipinto Incoronazione della Vergine

ARARPI0247743
Dipinto Incoronazione della Vergine

Olio su tela. La grande scena raffigura Maria, già Assunta in cielo e sorretta sulle nuvole da angioletti, che riceve la Corona dalla santissima Trinità. Tale incoronazione esprime l'apoteosi di Maria, che diventando "Regina del cielo" assurge a tramite tra la terra, l'Umanità, e il Cielo, la Divinità: ciò che non è dato vedere all'uomo diventa possibile attraverso Maria che in questa glorificazione è più che mai il filo tenace che ci lega all'Altissimo, vera “porta del cielo”, come viene definita dai Padri della Chiesa. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este
ARAROT0247129

Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este

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Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este

Tecnica mista (matita, penna, inchiostro marrone e gesso bianco) su carta. Scuola italiana di inizio '800. Ludovico Maria Sforza piange sulla tomba della giovane moglie Beatrice d'Este (1475 -1497); attorno a lui i frati di Santa Maria delle Grazie e alla sua sinistra Bramante e Leonardo. Sul lato corto del baldacchino marmoreo della tomba è presente lo stemma degli Sforza, con due serpenti e due aquile. Il Moro fu profondamente scosso dalla morte precoce per parto della giovanissima moglie Beatrice, compagna della vita privata ma anche di quella politica, così come alla stregua del del marito, una mecenate per i geni dell'arte della loro corte, quali appunto Leonardo da Vinci e Il Bramante, autori di molte opere pittoriche e architettoniche della corte viscontea-sforzesca. Di questo episodio si conoscono diverse versioni soprattutto ottocentesche, da quella del 1815 di Giovanni Battista Cigola alla Pinacoteca Ambrosiana, a quella di Alessandro Reati del 1850 ca. Il dipinto è presentato in cornice in legno intagliato di fine '800.

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