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Dipinto di Primo Carena
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Dipinto di Primo Carena

Filosofo

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Dipinto di Primo Carena

Filosofo

Olio su cartone. Firmato in basso a destra. Proveniente da collezione privata pavese. Il dipinto propone un soggetto più volte ripreso da Primo Carena, sia con gruppi di più personaggi inseriti in un paesaggio, sia con una figura solitaria come appare in questo dipinto, che appartiene alla produzione degli anni Cinquanta. L'uomo sulla spiaggia, nella posa seduto appoggiandosi con il gomito ad un capitello marmoreo, e nel drappo appoggiato alle gambe, richiama il personaggio anziano seduto in un'opera di De Chirico , il Saluto degli Argonauti, e sottende bene il richiamo alla pittura metafisica che il pittore pavese volle esprimere nei suoi dipinti di figura degli anni 50-60. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto Ritratto maschile con Veste a Fiori
ARARPI0207610
Dipinto Ritratto maschile con Veste a Fiori

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Dipinto Ritratto maschile con Veste a Fiori

Olio su tela. Scuola italiana del XVIII secolo. Nel ritratto di questo gentiluomo spicca in particolare la veste da camera realizzata in un elegante tessuto fiorato, nelle tonalità del rosso mattone che richiama il colore della parrucca. Contrasta quasi la severità della posa e lo sguardo austero del personaggio, con l'eleganza quasi frivola del suo abbigliamento. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto Giovane che accende la Pipa
ARARPI0229465
Dipinto Giovane che accende la Pipa

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Dipinto Giovane che accende la Pipa

Olio su tela. Il dipinto propone il ritratto a mezzo busto di un giovane uomo che, in deshabillé, sta accendendo la pipa attingendo il fuoco con un bastoncino dalla candela posata davanti a lui, sul tavolo ove è appoggiata anche una spada: forse si tratta di un giovane cavaliere in un momento di riposo. E' proprio la candela, unica fonte di luce della scena, a suggerire che l'artista guardasse alla produzione di Georges De La Tour (1593 -1652), il pittore francese di stampo caravaggesco che si affermò per le sue scene "notturne", caratterizzate da figure, solitamente gente di basso rango più che modelli storici o personaggi altolocati, illuminate dalla luce di una candela, a creare una speciale atmosfera di intimità. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Paesaggio con Sosta dei Cavalli
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Paesaggio con Sosta dei Cavalli

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Paesaggio con Sosta dei Cavalli

Olio su tela. La grande scena è ambientata all'entrata di un villaggio in prossimità di una sosta per i cavalli: numerosi cavalieri sono fermi con le loro bestie, a cui provvedono i servitori e i villani che riempiono di fieno la mangiatoia; uno dei servitori, sulla destra, fa abbeverare gli animali nel corso d'acqua che scorre lì vicino. Di sfondo, le case del villaggio disposte lungo il fiume, che a destra sfocia poi nel paesaggio collinare. Si tratta di un'opera realizzata con grande probabilità da un autore fiammingo operante in Lombardia. Alcuni richiami del vestiario e della costruzione indicano per certo la contaminazione nord-europea, mentre altri particolari indicano la localizzazione lombarda di realizzazione. Il dipinto proviene da una prestigiosa dimora storica di famiglia nobile lombarda. Ancora in prima tela, presenta nella fascia più bassa alcuni tagli. E' presentato in sottile cornice coeva.

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Dipinto Ritratto di Giovane Dama
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Dipinto Ritratto di Giovane Dama

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Dipinto Ritratto di Giovane Dama

Olio su tela. Scuola spagnola del XIX secolo. La giovane donna, che veste una cappa nera su un vivace abito giallo e bianco, porta una rosa infilata su un orecchio e indossa eleganti orecchini pendenti lavorati a sbalzo; in mano tiene una maschera nera, discosta dal viso, dal quale allontana con l'altra mano anche il cappuccio, per rivelarsi sorridente e forse anche un po' maliziosa. Un cielo di nuvole grige si apre in uno squarcio di azzurro a contornare la figura, che spicca luminosa . Il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto con Daniele nella fossa dei Leoni
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Dipinto con Daniele nella fossa dei Leoni

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Dipinto con Daniele nella fossa dei Leoni

Olio su tela. L'episodio biblico raffigurato si riferisce alla storia di Daniele, il profeta alla corte di re Dario il Medo che, per aver pregato il suo Dio, venne condannato ad essere gettato nella fossa dei leoni. Ma Dio salvò Daniele, mandando un angelo a chiudere le fauci delle belve, e il re graziò Daniele facendo invece condannare chi lo aveva denunciato. Il soggetto è stato più volte raffigurato nell'arte, per il fascino legato alla storia ma anche per il suo sapore esotico per la presenza delle belve; in particolare si ricorda la versione di Rubens del 1615, ove il profeta è raffigurato, nudo nella fossa sottoterra, mentre prega ardentemente, circondato da una folla di leoni feroci. L'opera qui presentata propone invece una versione centrata sul dialogo tra il profeta e l'angelo, che si fronteggiano spiccando con i colori vividi delle loro vesti sullo sfondo scuro di una prigione; c'è un solo leone, accucciato mansuetamente ai piedi dell'angelo, e prevale quindi la dimensione spirituale e salvifica dell'evento biblico. Secondo il famoso storico dell'arte Maurizio Marini specialista nella pittura di Caravaggio e dell'arte barocca, che aveva avuto anni fa l' occasione di visionare il dipinto, l'opera potrebbe essere attribuibile ad Antonio Maria Vassallo (1620 -1664) per le scelte compositive e cromatiche. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato con cornice listello.

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Dipinto con Paesaggio  firmato Giovanni Balansino
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Dipinto con Paesaggio firmato Giovanni Balansino

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Dipinto con Paesaggio firmato Giovanni Balansino

Olio su faesite. Firmato in basso a destra. Al retro ulteriore firma, la data e il titolo. Giovanni Balansino, piemontese d'origine ma lombardo d'adozione, scelse di raffigurare con la sua pittura fatta di pennellate ampie e nervose, il suo amore per entrambe le terre, dedicando ad esse gran parte della sua produzione, nella quale rientra questo scorcio di un paese della piana lombarda. In cornice.

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Dipinto Con Diana al Bagno spiata da un Fauno
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Dipinto Con Diana al Bagno spiata da un Fauno

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Dipinto Con Diana al Bagno spiata da un Fauno

Olio su tela. Scuola francese del XVIII secolo. Il soggetto mitologico della dea Diana al bagno fu ampiamente diffuso nella pittura del XVIII secolo e, in particolare nell'area fiamminga, anche nel secolo precedente. Esso venne proposto in diverse varianti, con la dea da sola, o accompagnata da ninfe , o con Atteone; in questo caso la bella divinità, riconoscibile dalla faretra appesa al ramo d'albero e dal cane da caccia che la accompagna. si accinge a bagnarsi in uno specchio d'acqua mentre alle sue spalle un fauno malizioso la spia. Il corpo femminile discinto occupa tutta la scena, centrale e di un biancore che risalta in mezzo alle ombre del bosco frondoso, con tutte le altre figure ed elementi che le fanno da contorno. Il piccolo dipinto è stato restaurato e ritelato ad inizio '900.

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Dipinto Allegorico
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Dipinto Allegorico

Putti che giocano a Carte

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Dipinto Allegorico

Putti che giocano a Carte

Olio su tela. Nella scena, ambientata in un interno ma con ampia finestra che inquadra un paesaggio, tre putti seduti su panchetti giocano con delle carte, tentando di costruirne un castello. Restaurato.

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Grande Dipinto con Scena di Genere
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Grande Dipinto con Scena di Genere

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Grande Dipinto con Scena di Genere

Tecnica mista su tela. La grande scena, dipinta nell' unica gamma del rosso-rosa, vede sulla destra due grandi figure, mentre tutta la parte sinistra è occupata da un paesaggio desertico, con le onde delle dune che si perdono in lontananza. Le due figure rappresentano un cavaliere seduto, con turbante ed abito saraceno, rifocillato da una fanciulla in abiti occidentali, che gli sta porgendo un vassoio carico di cibo, mentre sul piano d'appoggio sottostante si trovano un bacile d'acqua, spighe di grano e frutti vari. Potrebbe trattarsi di una tra le tante rappresentazioni della vicenda di Angelica e Medoro, raccontata dall' Ariosto nell' Orlando Furioso, che dice l'amore tra la fanciulla cristiana e il fante saraceno rimasto ferito in uno scontro, che fuggirono poi insieme nel Catai, scatenando così la pazzia di Orlando. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto Paesaggio con Rovine e Figure
ARARPI0222519
Dipinto Paesaggio con Rovine e Figure

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Dipinto Paesaggio con Rovine e Figure

Olio su tela. Al retro è presente un cartiglio con una vecchia attribuzione a Hubert Robert (1733 -1808), pittore francese che viaggiò in Italia riportandone diversi vedute e scorci pittoreschi, e popolati da rovine architettoniche. In quest'opera, lo scorcio di una campagna collinare, è ambientato in un borgo con casolari e la fontana al centro, in mezzo ai quali si ergono però anche rovine architettoniche classicheggianti: al centro tre colonne di un tempio, più sulla sinistra le rovine di un anfiteatro. Diverse figurine popolari si aggirano tra le strutture. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice.

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Charles Moody (1979)
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Charles Moody (1979)

Olio su compensato

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Charles Moody (1979)

Olio su compensato

Charles Moody (1979), olio su compensato. Firmato al retro. L'opera è stata esposta alla personale dell'artista "Borderland" presso la Galleria Corso Venezia Otto a Milano, come dimostra il cartiglio cartaceo al retro. Charles Moody si laurea nel 2003 all'Art Institute of Boston e, dopo tre anni vissuti a Milano, sceglie di vivere a New York. Nella sua arte l'attenzione è rivolta al processo (arte concettuale, process art) più che al contenuto dell'immagine ed è in questo scarto che la pittura si esprime al meglio. Un'arte che nasce dall'approvazione di immagini televisive (quasi mai cinematografiche) ed in particolare da popolari soap opera. Il lavoro di Moody va oltre l'immagine mediale di massa personalizzando la scelta su immagini particolari che, ai suoi occhi, offrono una potenzialità narrativa; sono immagini di transizione, momenti di passaggio tra una scena e l'altra. L'artista si serve di una manualità pittorica ad olio per riprodurre la bassa qualità dell'immagine televisiva esaltando l'effetto "blurring", di sfocatura. Ci troviamo di fronte ad una perdita della dimensione spaziale, in una temporalità confusa-diffusa-impalpabile in cui si fa fatica a riconoscere i confini (appunto "Borderland"). In queste distorsioni percettive, in cui il tempo si dilata si espande, ogni quadro rappresenta un "punto di indiscernibilità" all'interno del quale il riconoscimento dell'oggetto rappresentato passa in secondo piano. Il tempo di Moody non è né cronaca né storia ma sospensione. (Da "Charles Moody, Borderland", a cura di Gianni Romano, catalogo della mostra, CorsoVeneziaOtto, novembre-dicembre 2009)

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Dipinto Allegoria dei Piaceri
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Dipinto Allegoria dei Piaceri

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Dipinto Allegoria dei Piaceri

Olio su tela. Scuola nord-europea del XVIII secolo. La scena allegorica presenta una donna discinta seduta sulle ginocchia di un uomo, presso un tavolo apparecchiato con una brocca, un calice, una tabacchiera ed un sigaro acceso. I due personaggi sono in atteggiamento di scherzosa complicità, intenti entrambi a fumare una lunga pipa. Lo sfondo propone un paesaggio frondoso. Le figure e gli oggetti rimandano ai piaceri materiali e carnali della vita, il fumo, il bere, la compagnia femminile; i personaggi rosei e pasciuti ricordano anche il piacere della buona tavola. Tali soggetti furono ricorrenti nella pittura fiamminga o più generalmente nordica, che li proponeva in chiave ironica e ammiccante. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Dipinto ovale Paesaggio con Figure
ARARPI0208923
Dipinto ovale Paesaggio con Figure

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Dipinto ovale Paesaggio con Figure

Olio su tela, applicata su faesite nella seconda metà del '900. Il dipinto riprende i modi pittorici del XVIII secolo, con un taglio decorativo. In un paesaggio tranquillo, con struttura architettonica sulla destra e la verde vallata con il fiume che si apre sulla sinistra, camminano sul sentiero due figure, una donna con il suo involto di panni e il viandante con la bisaccia e il bastone. L'operaè presentata in cronice in stile.

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Dipinto Paesaggio di Raoul Viviani
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Dipinto Paesaggio di Raoul Viviani

Il viottolo di San Rocco (Camogli)

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Dipinto Paesaggio di Raoul Viviani

Il viottolo di San Rocco (Camogli)

Olio su cartone. Firmato in basso a sinistra. Al retro presente titolo a matita. Originalissimo paesaggista che si cimentò nella pittura ad olio ma anche nell'acquarello e nell' incisione, Raul Viviani si avvicinò molto alla pittura divisionista sviluppando però una sua tecnica personale, caratterizzata da sottilissimi filamenti di colore dalla forma di sottili virgole, che definiscono le strutture dei suoi paesaggi. Con il suo trasferimento in Liguria, che rese il paesaggio di tale regione protagonista delle sue opere, la sua tecnica mutò, allontanandosi dall'originale divisionismo per aprirsi ad una pennellata ampia e sommaria, che sfociò infine nell'ultimo periodo in una produzione di nature morte dai colori violenti e contrastanti. Nel periodo ligure si può collocare anche questo paesaggio, che propone uno scorcio di una nota località ligure, reso ancora nello stile caratteristico del Viviani, fatto di pennellate a sottili filamenti, sovrapposte a macchie di colore vivace, nelle gamme cromatiche dei colori della natura. In cornice.

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Mosè e le Figlie di Jetro
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ARARPI0093373
Mosè e le Figlie di Jetro

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Mosè e le Figlie di Jetro

Tempera su carta, applicata a faesite. L'episodio biblico raffigurato, narrato nel libro dell'Esodo, racconta di come il giovane Mosè, ancora alla corte del faraone d'Egitto, difende le sette giovani figlie del sacerdote Jetro, importunate da alcuni pastori madianiti mentre attingono acqua al pozzo. A seguito di questo suo intervento, Mosè riceverà in moglie una delle figlie di Jetro, Sefora. Soggetto ampiamente riproposto nell'arte, è qui presentato con un'attenzione particolare alla componente ritrattistica, con un'esacerbazione particolare dei tratti espressivi, sia nei volti che nelle pose, dei personaggi. La scena è molto movimentata, con la figura di Mosè centrale, vigorosa e combattiva, che divide in due il campo: alla sua sinistra le sette ragazze, ognuna caratterizzata da un comportamento diverso; alla destra i pastori importuni, che subiscono l'ira di Mosè. Di sfondo, un paesaggio tipico delle produzioni dl XVIII secolo, con una rovina architettonica dietro il pozzo. L'opera è presentata in cornice in stile.

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Raoul Viviani
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Raoul Viviani

La Strada di Campagna

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Raoul Viviani

La Strada di Campagna

Olio su faesite. Firmato in basso a sinistra. Trasferitosi da piccolo con la famiglia a Milano, nel 1898, ancora molto giovane, Raoul Viviani si iscrive all'Accademia di Brera, dove studia sotto la guida di Giuseppe Mentessi (1857-1931). Contemporaneamente frequenta la scuola di nudo della Famiglia Artistica, con la quale espone per la prima volta a soli 17 anni, riscuotendo subito un grande successo di pubblico e di critica, come pittore di paesaggio dalla forte personalità e modernità e per il suo originalissimo stile caratterizzato da forti sperimentazioni cromatiche. Nel 1912 partecipa alla biennale di Venezia e partecipa successivamente a numerose mostre nazionali ed internazionali. Dal 1926 inizia la sua carriera nel campo della critica d'arte, scrivendo per diverse testate giornalistiche, ma la sua opposizione al fascismo lo porta a scegliere l'esilio volontario: nel 1931 si trasferisce in Uruguay, ove fonda e dirige l'Accademia di Belle Arti di Montevideo. Rientrato a Milano nel 1937, riprende la sua attività sia pittorica che di critico. Negli anni '50 si trasferisce a Rapallo per motivi di salute e vi resta sino alla morte. Originalissimo paesaggista, che si cimenta nella pittura d olio ma anche nell'acquarello e nell' incisione, si avvicina molto alla pittura divisionista sviluppando però una sua tecnica personale, caratterizzata da sottilissimi filamenti di colore dalla forma di sottili virgole, che definiscono le strutture dei suoi paesaggi. Con il suo trasferimento in Liguria, diventa protagonista delle sue opere il paesaggio ligure i e anche la sua tecnica muta, allontanandosi dall'originale divisionismo per aprirsi ad una pennellata ampia e sommaria, che sfocia infine nell'ultimo periodo in una produzione di nature morte dai colori violenti e contrastanti. In quest'opera in cui ben si apprezza la caratteristica tecnica del Viviani, lungo il sentiero di campagna che costeggia il canale, compare una figura di donna, che costituisce un'eccezione nella sua produzione, solitamente piva di elementi figurativi. Opera in cornice.

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Dipinto Cristo e l'Adultera
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Dipinto Cristo e l'Adultera

Scuola fiamminga XVI Secolo

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Dipinto Cristo e l'Adultera

Scuola fiamminga XVI Secolo

Olio su tavola. Scuola fiamminga del XVI secolo. L'opera riporta alla base una targhetta attributiva a Lambert Van Noort (1520 -1571), giustificata dalla vicinanza ai suoi modi pittorici che si riscontra nei volti di Gesù e della Maddalena, ma non confermabile per le altre parti del dipinto. L' opera racconta l'episodio del Vangelo di Giovanni in cui gli scribi e i farisei portarono da Gesù una donna accusata di adulterio, per mettere alla prova la sua osservanza della legge di Mosè, che prevedeva la lapidazione. Ma Gesù, chinatosi a terra, si mise a scrivere con il dito nella polvere, poi sollecitato, pronunciò le parole "Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra" , salvando la donna e successivamente perdonandola. La grande scena è gremita da un folto e serrato gruppo di personaggi. Gesù al centro, è l'unica figura china per terra, estraniato dal resto del gruppo e fisso nel suo gesto di scrivere con un dito; in piedi dietro di lui, con un preciso allineamento verticale del suo viso con quello del Cristo, vi è la donna accusata, che si copre il corpo con il mantello osservando il gesto di Crsito, mentre attende la sentenza; tutto intorno gli scribi, i farisei, alcuni soldati, che invece parlano animatamente tra loro, si agitano, si confrontano indicando ciò che Gesù sta facendo. Il soggetto fu ampiamente rappresentato nella pittura fiamminga, con modalità interpretative differenti. Se in questo dipinto la scuola fiamminga si percepisce bene nei volti dai tratti duri e nei corpi piuttosto rigidi nei movimenti degli scribi e dei farisei, così come nella rappresentazione dell'edificio di sfondo e nella meticolosa raffigurazione dei calzari in primo piano destra, le due figure di Gesù e della donna risentono invece dell' influenza italiana, che addolcì i tratti dei visi, diede ai movimenti del corpo una maggior compostezza e leggiadria, e con l'aiuto di un colore più luminoso li fece risaltare in mezzo alle altre figure. La tavola del dipinto è stata sottoposta a restauro e parchettata nella prima metà del '900. Il dipinto è presentato in cornice antica adattata.

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Dipinto di Maurizio Goracci
ARARCO0225394
Dipinto di Maurizio Goracci

Figura Femminile a Cavallo

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Dipinto di Maurizio Goracci

Figura Femminile a Cavallo

Olio su tavola. Firmato in alto a destra. Maurizio Goracci, in arte Mago, è un pittore romano di soggetti figurativi. L'opera raffigura una donna nuda avvolta in un drappo rosa, seduta su un cavallo che pascola: le figure di MaGo, seppur ben definite, son sempre collocate in uno sfondo surreale, sfumato in gamme di colori acidi, che conferisce un senso di fantastico. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto di Giovanni Balansino
ARARNO0202278
Dipinto di Giovanni Balansino

Strada a Cervasca 1981

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Dipinto di Giovanni Balansino

Strada a Cervasca 1981

Olio su faesite. Firmato in basso a destra. Al retro ulteriore firma, data e il titolo. Giovanni Balansino, piemontese d'origine ma lombardo d'adozione, scelse di raffigurare con la sua pittura fatta di pennellate ampie e nervose, il suo amore per entrambe le terre, dedicando ad esse gran parte della sua produzione. Nel dipinto proposto, Giovanni Balansino presenta lo scorcio di una via di campagna in prossimità di un paesino che identifica in Cervasca, piccolo comune montano del cuneese, animato da due figurine appena abbozzate che si confondono nell'ambiente naturale, per le sovrapposizioni dei colori stesi con pennellate rapide e dai contorni indefiniti. L'opera è presentata in cornice.

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