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QUADRI E DIPINTI ANTICHI - pagina 3

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Dipinto Ritratto di Giovane Nobiluomo
ARARPI0267777

Dipinto Ritratto di Giovane Nobiluomo

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Dipinto Ritratto di Giovane Nobiluomo

Olio su tela. Scuola olandese del XVII secolo. Il giovane nobiluomo, molto serio, si affaccia da una cornice dipinta ovale, su cui appoggia la mano a ostentare l'anello del casato. Il dipinto, già ritelato e applicato su telaio recente, necessita di ulteriore restauro per cadute di colore nella parte dipinta. Presentato in cornice in stile.

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Dipinto Ritratto Maschile
ARARPI0267776

Dipinto Ritratto Maschile

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Dipinto Ritratto Maschile

Olio su tela. Scuola olandese del XVII secolo. Il giovane nobiluomo, molto serio, si affaccia da una cornice dipinta ovale, su cui appoggia la mano a ostentare l'anello del casato. Il dipinto, già ritelato e applicato su telaio recente, necessita di ulteriore restauro per cadute di colore nella parte dipinta. Presentato in cornice in stile.

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Dipinto Paesaggio con Scena di Predicazione
ARARPI0267795

Dipinto Paesaggio con Scena di Predicazione

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Dipinto Paesaggio con Scena di Predicazione

Olio su tela. Scuola veneta del XVIII secolo. Il grande paesaggio nordico, con pendici montuose verdeggianti in mezzo alle quali scorre un fiume, è abitata da diverse figure in primo piano: un gruppo di persone sta ascoltando un giovane in piedi al centro, che annuncia qualcosa, indicando, con il braccio proteso verso l'alto, il sole che squarcia le nubi scure. Evoca una predicazione di San Giovanni Battista, benchè nessun elemento iconografico riconduca specificamente a tale personaggio. Il dipinto, restaurato e ritelato, è montato su telaio di inizio '900. E' presentato in cornice coeva.

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Dipinto con Trionfo di Bacco
ARARPI0267785

Dipinto con Trionfo di Bacco

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Dipinto con Trionfo di Bacco

Olio su tela. Il grande dipinto rappresenta il trionfo del dio Bacco, incarnazione del piacere, che ormai ebbro, se ne sta seduto per terra, tenendo tra le gambe un orcio da cui sgorga il vino, mentre intorno a lui diverse Menadi danzano, suonano, e una donna ingioiellata, forse Arianna di stirpe regale, gli getta sul capo petali di fiori; in alto un angelo suona una tromba in segno di festa, mentre in basso a sinistra dormono, accovacciati per terra, due piccoli satiri . L'intreccio dei corpi e la gamma cromatica piuttosto omogenea, che va dagli incarnati rosa pallido delle ninfe al colore rubizzo terroso di Bacco, sfumante nello sfondo anch'esso rossiccio, conferiscono alla scena uniformità ma ampio movimento. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Paesaggio Invernale con Figure
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Dipinto Paesaggio Invernale con Figure

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Dipinto Paesaggio Invernale con Figure

Olio su tela. L'ampia veduta inquadra un paesaggio montano innevato, con un'ampia vallata sotto cime aguzze, nella quale si apre un laghetto; piccole figure di viandanti percorrono il sentiero che parte dal borgo sulla sinistra. Il candore della neve crea un'atmosfera ovattata e luminosa, in contrasto con il cielo scuro di nubi. Il dipinto è presentato in cornice dorata di inizio '900.

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Dipinto di Christian Georg Schütz I
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ARARPI0233328

Dipinto di Christian Georg Schütz I

Paesaggio fluviale con Pastorella e Rovine

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Dipinto di Christian Georg Schütz I

Paesaggio fluviale con Pastorella e Rovine

Olio su tela. Firmato " Schütz fecit" sul rudere a destra della pastorella. Christian Georg Schütz il Vecchio cattura un paesaggio idilliaco e sereno, attraversato da un fiume sinuoso e lento; sulla riva destra si ergono alcune rovine architettoniche di strutture classicheggianti, mentre in primo piano, seduta al centro, serena e composta, una pastorella fila la lana mentre sorveglia il suo piccolo gregge di caprette e vacche. Il dipinto è un inno alla natura, dove gli elementi naturalistici, la terra, il cielo, il fiume si incontrano per formare una scena armoniosa ed equilibrata, pervasa di luce rosata, in cui le figure viventi e i resti architettonici si inseriscono con equilibrio e pacatezza. Schütz realizzò soprattutto scorci fluviali del Reno e del Meno, luoghi da lui abitati, e lavorò per importanti committenti tedeschi, nobili e prelati. Il dipinto ha partecipato a diverse aste d'arte. Restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Dipinto di Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini
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Dipinto di Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini

Venditrice di Ciliegie corteggiata e due Suonatori 1720 ca.

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Dipinto di Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini

Venditrice di Ciliegie corteggiata e due Suonatori 1720 ca.

Olio su tela. Il dipinto è corredato di expertise dello storico dell'arte dottor Giuseppe Sava. Protagonista della scena di mercato all'aperto è una venditrice di ciliegie, che indossa un vistoso cappello di paglia e siede al fianco di una cesta di tali frutti posata su una panca di legno, a fianco di un cippo su cui poggia la stadera. Con lo sguardo sorridente, quasi ammiccante, rivolto verso lo spettatore, sta accettando le avances dell' uomo che, alle sue spalle, le sta poggiando una mano sulla spalla, con uno sguardo lascivo, mentre due suonatori sulla sinistra improvvisano un concertino. Il gruppo composito e allegro rimanda alla produzione di Giacomo Francesco Cipper, detto il Todeschini (1664 -1736), pittore di origini austriache ma lombardo per formazione e stile pittorico, che fu un "cantore di contadini, venditori ambulanti intenti nelle loro occupazioni quotidiane o negli svaghi", specialista di scene di mercato, concertini all'aperto, giocatori di carte, scene di umile vita quotidiana realizzati con ridenti forzature caricaturali e una ricerca dell'effetto comico. Il Cipper attinse questa stile narrativo dal pittore danese detto Monsù Bernardo, a lungo attivo in Italia tra Bergamo e Milano: in particolare da lui derivò la predilezione per le storie quotidiane e i personaggi umili, così come l'indole impertinente di tali personaggi, che cercano l'attenzione dell' osservatore attraverso un sguardo fisso su di lui. Anche in questo dipinto la donna protagonista appunta il suo sguardo malizioso sull' osservatore, sorridendo con complicità e ironia del gioco del corteggiamento di cui i tre uomini la fanno protagonista, sottintendendo un "mercato" che non è più solo quello delle ciliegie. Nella sua expertise il dottor Sava sottolinea le relazioni stilistiche e tipologiche di questo dipinto con altri personaggi del Cipper, a suffragio della attribuzione; è inoltre spiegata l'evoluzione stilistica negli aspetti formali e tecnici delle sue opere - i colori che si schiariscono, con un' evidente predilezione per gli ocra, i nocciola, il verde salvia, tra cui si insinua l'azzurro polvere; i fondali lattiginosi la luminosità più soffusa e il chiaroscuro meno plastico-, evoluzione che consente di collocare l'opera nella sua produzione degli inizi del '700. Il dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in cornice antica adattata.

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Dipinto L'attesa della Battaglia
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Dipinto L'attesa della Battaglia

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Dipinto L'attesa della Battaglia

Olio su tela. La scena di grandi dimensioni è ambientata all'esterno di una fortezza rocciosa e presenta una guarnigione di soldati che si sta preparando alla battaglia: in primo piano a sinistra, presso un albero, il gruppo dei comandanti a cavallo osserva i lavori e danno gli ordini, mentre le truppe armano i cannoni sugli spalti, preparano rudimentali lance e affilano le armi bianche. I colori sono tersi e spenti, con gradazioni di grigi che passano dal cielo terso con nuvoloni alla fortezza rocciosa, per perdersi nel terreno virando ad un beige sabbioso; spiccano solo alcune divise degli ufficiali, che spezzano l'uniformità cromatica. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dorata di inizio '900.

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Dipinto Capriccio Architettonico con Figure
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Dipinto Capriccio Architettonico con Figure

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Dipinto Capriccio Architettonico con Figure

Olio su tela. Seconda metà del XVIII secolo. Una porzione di una grande struttura architettonica in rovina riempie tutta la scena: un porticato sormontato da una balaustra, invasa da piante, cinge un cortile ove diverse figure popolari si muovono, impegnati nelle loro attività. Un cielo azzurro e luminoso sormonta la struttura e la luce filtra da uno degli archi a creare un gioco di luce e ombre sotto il porticato. Sul retro del telaio è presente un'attribuzione a Gaetano Vetturali (1701-1783), anche se la qualità delle figure appare qui superiore a quelle dell'artista lucchese, affermatosi nel suo territorio per i capricci architettonici di grande impatto scenografico. Il dipinto è presentato in cornice dorata in stile.

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Paesaggio con Figure
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Paesaggio con Figure

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Paesaggio con Figure

Olio su tela. Il dipinto, realizzato nella prima metà del '900, riprende nel soggetto e nella modalità pittorica le opere paesaggistiche: in un paesaggio ricco di vegetazione e con cime di sfondo, una giovane popolana chiede la carità ad alcuni viandanti che si riposano sul ciglio della strada, in prossimità di un arco in pietra. La tela è stata sottoposta ad invecchiamento ed è presentata in cornice di fine '800.

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Dipinto Paesaggio con Cavalieri e Rovine
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Dipinto Paesaggio con Cavalieri e Rovine

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Dipinto Paesaggio con Cavalieri e Rovine

Olio su tela. Scuola nord-italiana di fine'700-inizio '800. Nell' ampio paesaggio, che lascia spaziare lo sguardo su una vasta piana con colline sfumate che si profilano all'orizzonte, è inserita sulla destra una rovina architettonica in pietra, mentre sulla sinistra un ponte, altrettanto vecchio e diroccato, scavalca il fiume. Numerose figure di viandanti, a piedi o a cavallo, riempiono la scena. Il dipinto, ancora in prima tela, è presentato in cornice dorata di inizio '900.

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Dipinto Paesaggio con Pastorella e Pecore
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Dipinto Paesaggio con Pastorella e Pecore

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Dipinto Paesaggio con Pastorella e Pecore

Olio su tela. Scuola centro-europea della fine del '700. Il grande dipinto propone un paesaggio rurale, con un'abitazione contadina sulla sinistra, la pastorella in primo piano a sinistra che guarda il suo gregge di pecore all'abbeverata nel vicino torrente. L'atmosfera dai colori smorzati e le luci soffuse, con nuvole rosate nel cielo, rimanda ad un crepuscolo quieto e tranquillo. In prima tela, il dipinto è presentato in cornice coeva ridorata.

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Dipinto Il Suicidio di Porzia
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Dipinto Il Suicidio di Porzia

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Dipinto Il Suicidio di Porzia

Olio su tela. La donna rappresentata nella scena è riconducibile a Porzia, la nobildonna romana moglie di Bruto, vissuta quindi nel I secolo a.C.: secondo la leggenda ella si suicidò inghiottendo un carbone ardente, ed è in tale fatale momento che è qui raffigurata. Il dipinto è molto vicino ai modi pittorici dell' omonimo dipinto della scuola del Cignani, attribuito al suo allievo Marcantonio Franceschini e conservato presso Palazzo Tozzoni ad Imola. La figura di Porzia, collocata in un interno con elementi classici, occupa tutto il campo della scena, ed è rappresentata seduta davanti al braciere ardente, nell'atto di mettersi in bocca il carbone; la sua espressione rivela la sofferenza del gesto che sta compiendo, ma anche la sua determinazione, lo sguardo che guarda lontano già la colloca lontana dalla vita che sta lasciando. Il dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in cornice antica del XVIII secolo.

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Dipinto di Michiel Caree
ARARPI0262367

Dipinto di Michiel Caree

Paesaggio con Pastori ed Armenti

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Dipinto di Michiel Caree

Paesaggio con Pastori ed Armenti

Olio su tela. Firmato in basso a destra. In uno splendido paesaggio classico, con colline verdeggianti che si affacciano su un corso d'acqua, ruscello in primo piano che diventa poi un ampio fiume in lontananza, sono inseriti le figure di un pastore ed una pastorella che portano il loro gregge all'abbeverata. Le scene pastorali di questo tipico hanno caratterizzato la produzione dell'artista olandese Michiel Carree, che fu pittore di corte del re di Prussia nei primi decenni del XVIII secolo. Il dipinto, in prima tela, è presentato in cornice dorata coeva, in legno intagliato e dorato.

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Dipinto Cleopatra scioglie una Perla in una Coppa di Aceto
ARARPI0261673

Dipinto Cleopatra scioglie una Perla in una Coppa di Aceto

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Dipinto Cleopatra scioglie una Perla in una Coppa di Aceto

Olio su tela. Scuola romana della seconda metà del XVII secolo. La scena racconta un episodio della storia d'amore tra la regina d'Egitto e il triumviro romano Antonio: Cleopatra, per dimostrare la sua ricchezza e sedurre il bel generale, allestisce un sontuosissimo banchetto, durante il quale sceglie una perla di inestimabile valore e la scioglie nell'aceto, offrendo poi la bevanda, considerata un potente afrodisiaco, ad Antonio. Nel dipinto la regina si sta accingendo a mettere la perla nella coppa: particolare è il nastro cui è legata la perla, che ricorda quello del dipinto omonimo di Carlo Maratta (1625 -1713). Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice lignea di fine '800.

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La Continenza di Scipione
ARARPI0135940

La Continenza di Scipione

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La Continenza di Scipione

Olio su tavola. Scuola nord-europea del XVII secolo. La scena raffigura un episodio della vita di Scipione narrato da Tito Livio e da Valerio Massimo. Publio Cornelio Scipione, poi noto come Scipione l'Africano, nel 209 a.C. durante la campagna di Spagna, dopo la presa di Cartagena ricevette come omaggio personale una bellissima vergine, che si trovava nel gruppo degli ostaggi. Ma egli, ascoltando le suppliche della sua famiglia, la rispettò rimandandola ai genitori e al fidanzato, con l'unica raccomandazione che il suo promesso sposo si adoperasse per la pace tra Roma e Cartagine. Nella raffigurazione Scipione è al centro, seduto sul suo trono, e si rivolge a sinistra, ai genitori supplici della fanciulla, mentre con un gesto clemente, indica loro di riprendersi la figlia, in piedi a destra, affiancata dal fidanzato. All'intorno , soldati e seguaci del re. La scena è ricca di figure, luminosa e colorata, e sottolinea la positività del re, personaggio centrale e potente, ma capace di mitezza e clemenza. Il dipinto, restaurato, è stato rinforzato al retro con listelli lignei. E' presentato in cornice in stile.

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Louis Dorigny attribuibile a
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ARARPI0148941

Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

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Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

Olio su tela. La grande tela racconta un episodio tratto dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, in cui la giovane Erminia, principessa d'Antiochia segretamente innamorata di Tancredi, assiste al ferimento in duello dell'amato. Spinta dall'amore indossa quindi le armi della guerriera Clorinda, sua intima amica, e di notte esce per raggiungere l'amato Tancredi e curarlo. Ma al campo cristiano un raggio di luce lunare la illumina e, scambiata per Clorinda dalle sentinelle, è costretta ad una fuga precipitosa: capita così in un villaggio abitato da pastori che vivono lontani dalla guerra in uno spazio idilliaco, dove chiede e ottiene di essere ospitata per qualche tempo nella speranza (vana) di dimenticare il suo amore infelice. L'opera, già attribuito a Carlo Loth, è piuttosto rimandabile alla produzione di Louis Dorigny, il pittore parigino che visse a lungo in Italia, a Roma, a Venezia e infine definitivamente a Verona, ove ottenne numerose commesse da veronesi ma anche da committenti veneti e lombardi, estendendo la sua attività di affrescatore da Bergamo sino a Udine. A Verona fin dall'inizio del secolo, le preferenze in campo pittorico andavano verso un linguaggio classicistico complesso nella composizione, ma pacato ed elegante, anche nelle grandi opere decorative. A questa pittura si uniforma il Dorigny, che in questa tela coniuga l'equilibrato classicismo di Simon Vouet (di cui era nipote) con i chiaroscuri appresi a Roma e la pacata eleganza veneta. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Natura Morta con Fiori Uva e Funghi
ARARPI0150724

Natura Morta con Fiori Uva e Funghi

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Natura Morta con Fiori Uva e Funghi

Olio su tela. Scuola lombarda di fine '600-inizio '700. La ricca composizione propone un grande mazzo di fiori variopinti in un vaso sbalzato, vicino a un ciotola piena di funghi porcini e ad un grappolo d'uva: con diverse intensità di colore, i vari elementi naturalistici emergono dallo sfondo completamente scuro, creando effetti di luci ed ombre. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto Festa di Paese
ARARPI0262382

Dipinto Festa di Paese

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Dipinto Festa di Paese

Olio su tela. Scuola fiamminga del XVIII secolo. Vivace e movimentata scena, che raffigura una festa popolare nel paese: un gruppo di uomini e donne davanti alla locanda del paese, riconoscibile dall'insegna, danza accompagnato dai musicanti sulla sinistra, mentre la gente all'intorno osserva, beve, chiacchiera. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dorata in stile.

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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino
ARARPI0135936

Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino

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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino

Olio su tela. Nella bella composizione si vedono, appoggiati su una credenza di legno intarsiato, un cestino colmo di ciliegie, di cui alcune sparse sul piano, e un piatto colmo di ribes rosso, frammisti a foglie e a qualche fiorellino di ciliegio. Sul manico del cesto è appoggiato un cardellino; a incorniciare la composizione, sulla destra un grande mazzo di fiori variopinti in vaso, sulla sinistra un tendaggio rosso. Spiccano i colori vivaci dei frutti, dei fiori e della tenda, mentre il mobile d'appoggio si confonde con lo sfondo scuro, così come l'uccellino, distinguibile dallo sfondo scuro solo per il piumaggio bianco sulle ali e il contorno rosso degli occhietti. L'opera rientra nell' ampia produzione emiliana del XVII secolo di tale tipologia di soggetto, altamente decorativa. Il dipinto, restaurato e ritelato, presenta un cretto marcato e cadute di colore lungo i bordi.

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Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche
ARARPI0150725

Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche

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Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche

Olio su tela. Scuola lombarda di fine '600-inizio '700. La ricca composizione propone un grande mazzo di fiori variopinti in un vaso sbalzato, vicino a due grosse zucche e a frutta mista (uva e pesche): con diverse intensità di colore, i vari elementi naturalistici emergono dallo sfondo completamente scuro, creando effetti di luci ed ombre. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Paesaggio con San Gerolamo Penitente
ARARPI0148816

Paesaggio con San Gerolamo Penitente

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Paesaggio con San Gerolamo Penitente

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII-XVIII secolo. In un ampio paesaggio collinare piuttosto brullo, che si allarga sfumando sulla destra, si inserisce un alto roccione, conformato ad arco, sotto il quale vi è San Gerolamo penitente, raffigurato in atto di preghiera e di adorazione della Croce. Conformemente ai canoni della pittura del XVII-XVIII secolo, la figura del Santo, adeguata all'iconografia nelle vesti e nell'atteggiamento, è però inserita in un paesaggio poco consono, vicino a quello del pittore che si rifaceva alla realtà paesaggistica a lui nota. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Paesaggio con Bestiame e Pastorella
ARARPI0262390

Dipinto Paesaggio con Bestiame e Pastorella

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Dipinto Paesaggio con Bestiame e Pastorella

Olio su tela. In un paesaggio di tipo nordico, con catene di monti di sfondo e verdi colline, è collocata in primo piano una piccola mandria di vacche, guardate da una pastorella che, seduta a riposare sul ciglio della strada, indica al cane al suo fianco il castelletto, probabile meta del loro tragitto. Il dipinto, ritelato, presenta piccole ma diffuse cadute di colore e graffi. E' presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto Il Sacrificio di Ifigenia
ARARPI0262151

Dipinto Il Sacrificio di Ifigenia

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Dipinto Il Sacrificio di Ifigenia

Olio su tela. Scuola romana del XVII secolo. Il cruento episodio del sacrificio di Ifigenia, raccontato anche nell'Iliade, prende origine dall' ira di Artemide, dea della caccia, che offesa con Agamennone per le sue vanterie di cacciatore, impedisce alla flotta greca di salpare alla volta di Troia; l'indovino Calcante allora profetizza che si potrà placare 'ira della dea solo sacrificandole la figlia minore dello stesso re Agamennone, Ifigenia, e così avviene. Al centro della scena è raffigurata la fanciulla prostrata ai piedi dell'ara sacrificale, mentre viene preparata dai sacerdoti secondo i rituali; nell'angolo a sinistra si intravvedono il padre Agamennone (con la corona abbandonata ai suoi piedi) con la madre Clitennestra che, disperati, non osano guardare. In alto, assiste alla scena la dea Artemide, riconoscibile dalla luna sulla chioma, dall'arco che tiene in mano e da un cervo, suo animale simbolico, ai piedi del baldacchino: secondo una versione meno violenta del mito, al momento del sacrificio Ifigenia viene sostituita da Artemide con una cerva, come potrebbe indicare la presenza dell'animale in questa rappresentazione. L'opera qui presentata deriva dal dipinto di Pietro Testa, pubblicata tra il 1640 e il 1642 (oggi presso la Galleria Spada a Roma) e dalle sue incisioni: da esso viene ripresa tutta la composizione delle figure, sebbene modificate negli abiti, nei colori e in diversi particolari. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900, coeva al restauro.

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