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QUADRI E DIPINTI ANTICHI

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In questa sezione si possono trovare tutte le opere di pittura antica disponibili nel nostro catalogo online. Un’ampia e raffinata selezione che comprende paesaggi, nature morte, ritratti, volti, soggetti sacri, scorci e vedute con cui poter arricchire ogni ambiente della tua casa.

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Dipinto Paesaggio con Cascata e Figure
ARARPI0277340

Dipinto Paesaggio con Cascata e Figure

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Dipinto Paesaggio con Cascata e Figure

Olio su tela. Scuola fiamminga del XVII secolo. Al retro è presente cartiglio da collezione. In un paesaggio collinare di rocce e macchie d'alberi, sovrastante un piccolo borgo sulla sinistra, scorre un torrente a formare una cascata spumeggiante; sulle rive alcune figure di contadini in transito o in conversazione; sulla destra spicca l'uccello dalla lunga coda, posato su un arbusto secco. Sullo sfondo, le colline sfumano nel cielo denso di nuvoloni. Il dipinto è presentato in cornice di fine '800 ridorata.

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Dipinto Paesaggio con Figure
ARARPI0270124

Dipinto Paesaggio con Figure

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Dipinto Paesaggio con Figure

Olio su tela. Scuola veneta di fine '600- inizio '700. All' interno di un grande paesaggio classico, ricco di vegetazione e con atmosfere rosate, si trova un piccolo manipolo di soldati: alcuni, a riposo sopra un roccione affacciato su un corso d'acqua, guardano uno di loro che si bagna ,dopo aver deposto l'armatura nell'acqua. La rela è stata presentata in asta Lempertz nel 2017 con attribuzione ad Andrea Locatelli (1695 -1741) e stima di 7/9 mila €; i modi pittorici dell' opera paiono peraltro più vicini a quelli di Marco Ricci (1676 -1730), ampiamente ripresi anche da altri autori dell'ambito veneto. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dorata di fine '800.

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La predicazione di San Giovanni Battista
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La predicazione di San Giovanni Battista

Bottega di Fans Francken II

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Carlo Antonio Crespi
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Carlo Antonio Crespi

Natura Morta con Fiori Frutta un Pappagallo e Cacciagione

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Carlo Antonio Crespi

Natura Morta con Fiori Frutta un Pappagallo e Cacciagione

Olio su tela. La grande composizione è ricca di numerosi elementi differenti: al centro campeggia una grande composizione floreale, di multiple varietà a colori vivaci; sulla sinistra dei fiori, poggiato su un capitello dorico, è appoggiato un pappagallino dai colori sgargianti e contrastanti con quelli spenti degli uccelli che giacciono sul piano sottostante, insieme ad alcune zucche e ad un vaso in peltro. Secondo l'esperto d'arte dr. Gianluca Bocchi (di cuisi allega expertise), l'opera è riconducibile alla produzione di Carlo Antonio Crespi, pittore attivo a Como intorno alla metà del XVIII secolo, della stessa famiglia Crespi a cui appartiene anche l'omonimo bolognese. Il Crespi comasco amava realizzare composizioni con i prodotti della fertile terra padana, in compagnia di piccoli animali, ceramiche o ceste in vimini, vasi di fiori, il tutto sullo sfondo di elementi architettonici barocchi o classicheggianti. Le sue tele, spesso di grandi dimensioni, riconducono al mondo delle ville e dei palazzi della campagna settecentesca lombarda. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile. Proviene da importante collezione (sul retro è citato il commendatore Arturo Stucchi, imprenditore comasco).

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Madonna con Bambino Angeli e Santi
ARARPI0152910

Madonna con Bambino Angeli e Santi

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Madonna con Bambino Angeli e Santi

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII-XVIII secolo. L'opera di carattere devozionale, vede la Madonna, assisa sulle nubi e assistita da due angeli che le sorreggono le vesti, è venerata da due santi, in ginocchio ai suoi piedi: a destra la giovane donna in abiti principeschi, ai cui piedi è poggiata una corona regale, rimanda ad Elisabetta d'Ungheria; a sinistra, il santo che tiene in braccio il Bambin Gesù è identificabile in San Gaetano da Thiene. Particolare è il gioco di sguardi tra i vari personaggi, che si intrecciano insieme alle posizioni e ai gesti, a creare un movimento quasi circolare. Il dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in cornice antica ridorata ad inizio '900, con attuali diverse mancanze (da restaurare).

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Dipinto con Scena Mitologica
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ARARPI0183429

Dipinto con Scena Mitologica

Amore e Psiche

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Dipinto con Scena Mitologica

Amore e Psiche

Olio su tela. Scuola nord -Italia del XVII secolo. La scena si rifà, con alcune variazioni ma molto vicina nelle dimensioni, ad una parte del grande affresco intitolato "Banchetto degli dei" nella Camera di Cupido ( o Camera di Amore e Psiche) di Palazzo Té a Mantova, grande raffigurazione di oltre nove metri realizzata da Giulio Romano con la sua bottega nel XVI secolo. La scena proposta (che a Mantova è collocata sulla destra del grande banchetto), vede Amore e Psiche sdraiati su un triclinio, mentre una piccola figura alata li incorona d'alloro e due ninfe lavano la mano di Amore; sullo sfondo a destra un gruppo di satiri sta sacrificando una capra all'ara di una divinità, mentre al centro, in lontananza, una città brucia. Il banchetto degli dei è il momento conclusivo del mito dei due innamorati, che, dopo molte prove e peripezie, ottengono il permesso di Venere per sposarsi. L'opera, restaurata e ritelata, è presentata in cornice antica.

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Ritratto di Nobile XVII Secolo
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Ritratto di Nobile XVII Secolo

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Ritratto di Nobile XVII Secolo

Olio su tela. Ritratto di un nobiluomo, fiero con la mano posata sull' elsa della spada e vestito di un manto bordato di ermellino. In alto a destra compare lo stemma della sua casata, che vede un leone rampante rosso coronato e impugnate una spada; di traverso una fascia con tre gruppi di palle disposte a fiore. Un leone rampante simile a questo si ritrova nello stemma di alcune città del centro-Italia, quali Faenza. Restaurato e ritelato, il dpinto è presentato in cornice coeva in legno intagliato e laccato.

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Dipinto Paesaggio Fluviale con Architetture
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Dipinto Paesaggio Fluviale con Architetture

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Dipinto Paesaggio Fluviale con Architetture

Olio su tela. Di grande formato e sagoma ottagonale, la tela presenta un paesaggio inscritto in una cornice dipinta con fregi, rientrando nella categoria della pittura settecentesca concepita a scopo d'arredo. La scena è ambientata presso un fiume, sulla cui riva si innalzano rovine architettoniche di strutture classicheggianti, che svettano maestose sulle figurine di personaggi popolari animanti la scena. Il dipinto, già restaurto e ritelato, presenta diversi piccoli buchi, cadute di colore e macchie diffuse.

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Dipinto Paesaggio Costiero con Edifici e Figure
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Dipinto Paesaggio Costiero con Edifici e Figure

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Dipinto Paesaggio Costiero con Edifici e Figure

Olio su tela. Di grande formato e sagoma ottagonale, la tela presenta un paesaggio inscritto in una cornice dipinta con fregi, rientrando nella categoria della pittura settecentesca concepita a scopo d'arredo. Il paesaggio propone un villaggio in prossimità della costa, con barchette di pescatori sulla riva del mare; sulla sinistra domina in primo paino la rovina di un colonnato, sotto il quale conversano due figure. La tela, già in passato restaurata e ritelata, presenta diffuse cadute di colore, piccoli buchi e macchie.

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Disegno, Volta della Sala delle Aquile
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Disegno, Volta della Sala delle Aquile

Domus Aurea Vincenzo Brenna

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Dipinto di Baldassarre D'Anna
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Dipinto di Baldassarre D'Anna

Adorazione dei Pastori, 1620 ca.

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Dipinto di Baldassarre D'Anna

Adorazione dei Pastori, 1620 ca.

Olio su tela. Scuola veneta del XVII secolo. Guardando ai modelli diffusi da Jacopo Bassano, il dipinto presenta una scena ricca di figure e di elementi di contorno propri della vita pastorale, elegante ma con una rustica semplicità. I pastori creano con Maria e Giuseppe un cerchio di figure adoranti il Bambin Gesù, cerchio a cui partecipano anche gli animali, il bue e la pecorella, mentre gli angioletti completano la scena volteggiando in alto. L'opera è riconducibile alla produzione di Baldassarre D'Anna, pittore nato a Venezia che si formò presso Leonardo Corona, di cui ripropose la vivezza cromatica e l'istanza chiaroscurale, e lavorò poi a Venezia, in Dalmazia, in Istria e in tutta l'area friulana. Si colloca nella fase migliore dell' artista, tra il 1610 e il 1620, in particolare si ritrovano le stesse caratteristiche e molti personaggi della serie di otto tele realizzate intorno al 1620 per il Santuario delle Grazie di Cordovado in provincia di Pordenone: analoghi sono i colori vividi stesi con campiture nette e panneggi spigolosi, i contorni energici, le fisionomie severe e marcate che si riscontrano tanto nei pastori che nella Madonna inginocchiata. Si ritrovano peraltro nell'opera le note realistiche "alla Bassano", come il cesto di uova da cui fuoriesce un tovagliolo, le architetture prive di qualsiasi monumentalità. Per le sue piccole dimensioni tale tela è riconducibile ad una committenza privata, destinata alla devozione personale o al collezionismo. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice dorata in stile. Il dipinto è corredato di expertise.

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Dipinto Ritratto maschile
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Dipinto Ritratto maschile

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Dipinto Ritratto maschile

Olio su tela. Scuola italiana del XVIII secolo. L'uomo, vestito di nero con un colletto bianco, posa davanti ad una mensola su cui poggiano alcuni oggetti: un crocifisso, una campanella, un calamaio, che identificano l'uomo come un magistrato. Il dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in cornice in stile.

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Davide e Abigail
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Davide e Abigail

Vincent Malò ,quarto decennio del XVII secolo

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Dal perduto affresco con allegoria dell'Asia
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Dal perduto affresco con allegoria dell'Asia

Andrea Appiani

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Dipinto Scena di Pentimento di un Re
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Dipinto Scena di Pentimento di un Re

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Dipinto Scena di Pentimento di un Re

Olio su tela. Al centro della scena un re si inginocchia in atteggiamento contrito davanti ad un uomo anziano, che si china verso di lui con atteggiamento di benevola accoglienza; all'intorno i soldati del seguito e altri dignitari assistono partecipi e ossequianti. Potrebbe trattarsi dell'episodio biblico del pentimento di re Davide davanti al profeta Natan, che gli ha aperto gli occhi sul suo peccato di concubinato con Betsabea e di omicidio del marito Uria, e gli assicura poi il perdono del Signore. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile, composta con elementi antichi, con diverse mancanze.

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Dipinto con Scena di Battaglia
ARARPI0270148

Dipinto con Scena di Battaglia

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Dipinto con Scena di Battaglia

Olio su tela. Scuola lombarda della fine del XVII secolo. Scena di una battaglia combattuta in una piana tra le cavallerie di due eserciti nordici. Al centro due cavalieri si stanno affrontando all'arma bianca, mentre intorno a loro c'è chi spara, chi suona la tromba, chi caduto da cavallo implora aiuto; polvere e nuvole sfumano i contorni del paesaggio circostante. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Il Giudizio di Paride
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Dipinto Il Giudizio di Paride

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Dipinto Il Giudizio di Paride

Olio su tela. Il grande dipinto racconta il famoso episodio mitologico del Giudizio di Paride, l'evento che contribuì a scatenare la guerra di Troia. Paride, principe troiano, fu chiamato a dirimere la controversia tra le tre dee Era, Atena e Afrodite, su chi meritasse l'assegnazione del pomo d'oro da assegnare "alla più bella", gettato dalla dea Discordia sulla mensa degli dei. Ognuna delle tre dee promise a Paride una ricompensa in cambio della mela, ed egli scelse Afrodite, che gli aveva promesso la donna più bella del mondo, ovvero Elena la moglie di Menelao, re di Sparta. Nella grande scena Paride è seduto al centro, tra le gambe della dea Afrodite, alla quale tende la mela con il braccio alzato; Afrodite con una mano sta prendendo il pomo, mentre si volta verso l'alto a indicare al dio Cupido, volteggiante sopra di lei, di svolgere il suo incarico. Sulla sinistra le altre due dee danno le spalle, indignate e corrucciate, mentre in alto il dio Mercurio decreta la vittoria di Afrodite, indicandola con il suo bastone, il caduceo simbolo dell' accordo raggiunto, e il dio Cupido, su indicazione di Afrodite, prepara lo strale infuocato con cui farà innamorare Elena di Paride. Completa la scena un putto che dall'alto rovescia da un vaso dell'acqua, forse una sorta di battesimo, ovvero consacrazione della scelta. Le figure, imponenti e fortemente carnali, riempiono la scena in un intreccio di corpi, che con la variazione dei colori degli incarnati - pallidi quelli delle divinità, più acceso quello del principe pastore, (l'unico mortale del fatto!), ma giocati tutti in un' unica gamma cromatica-, realizzano una omogeneità cromatica. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto di Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini
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ARARPI0266288

Dipinto di Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini

Venditrice di Ciliegie corteggiata e due Suonatori 1720 ca.

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Dipinto di Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini

Venditrice di Ciliegie corteggiata e due Suonatori 1720 ca.

Olio su tela. Il dipinto è corredato di expertise dello storico dell'arte dottor Giuseppe Sava. Protagonista della scena di mercato all'aperto è una venditrice di ciliegie, che indossa un vistoso cappello di paglia e siede al fianco di una cesta di tali frutti posata su una panca di legno, a fianco di un cippo su cui poggia la stadera. Con lo sguardo sorridente, quasi ammiccante, rivolto verso lo spettatore, sta accettando le avances dell' uomo che, alle sue spalle, le sta poggiando una mano sulla spalla, con uno sguardo lascivo, mentre due suonatori sulla sinistra improvvisano un concertino. Il gruppo composito e allegro rimanda alla produzione di Giacomo Francesco Cipper, detto il Todeschini (1664 -1736), pittore di origini austriache ma lombardo per formazione e stile pittorico, che fu un "cantore di contadini, venditori ambulanti intenti nelle loro occupazioni quotidiane o negli svaghi", specialista di scene di mercato, concertini all'aperto, giocatori di carte, scene di umile vita quotidiana realizzati con ridenti forzature caricaturali e una ricerca dell'effetto comico. Il Cipper attinse questa stile narrativo dal pittore danese detto Monsù Bernardo, a lungo attivo in Italia tra Bergamo e Milano: in particolare da lui derivò la predilezione per le storie quotidiane e i personaggi umili, così come l'indole impertinente di tali personaggi, che cercano l'attenzione dell' osservatore attraverso un sguardo fisso su di lui. Anche in questo dipinto la donna protagonista appunta il suo sguardo malizioso sull' osservatore, sorridendo con complicità e ironia del gioco del corteggiamento di cui i tre uomini la fanno protagonista, sottintendendo un "mercato" che non è più solo quello delle ciliegie. Nella sua expertise il dottor Sava sottolinea le relazioni stilistiche e tipologiche di questo dipinto con altri personaggi del Cipper, a suffragio della attribuzione; è inoltre spiegata l'evoluzione stilistica negli aspetti formali e tecnici delle sue opere - i colori che si schiariscono, con un' evidente predilezione per gli ocra, i nocciola, il verde salvia, tra cui si insinua l'azzurro polvere; i fondali lattiginosi la luminosità più soffusa e il chiaroscuro meno plastico-, evoluzione che consente di collocare l'opera nella sua produzione degli inizi del '700. Il dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in cornice antica adattata.

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Dipinto di Michiel Caree
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Dipinto di Michiel Caree

Paesaggio con Pastori ed Armenti

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Dipinto di Michiel Caree

Paesaggio con Pastori ed Armenti

Olio su tela. Firmato in basso a destra. In uno splendido paesaggio classico, con colline verdeggianti che si affacciano su un corso d'acqua, ruscello in primo piano che diventa poi un ampio fiume in lontananza, sono inseriti le figure di un pastore ed una pastorella che portano il loro gregge all'abbeverata. Le scene pastorali di questo tipico hanno caratterizzato la produzione dell'artista olandese Michiel Carree, che fu pittore di corte del re di Prussia nei primi decenni del XVIII secolo. Il dipinto, in prima tela, è presentato in cornice dorata coeva, in legno intagliato e dorato.

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Louis Dorigny attribuibile a
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Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

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Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

Olio su tela. La grande tela racconta un episodio tratto dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, in cui la giovane Erminia, principessa d'Antiochia segretamente innamorata di Tancredi, assiste al ferimento in duello dell'amato. Spinta dall'amore indossa quindi le armi della guerriera Clorinda, sua intima amica, e di notte esce per raggiungere l'amato Tancredi e curarlo. Ma al campo cristiano un raggio di luce lunare la illumina e, scambiata per Clorinda dalle sentinelle, è costretta ad una fuga precipitosa: capita così in un villaggio abitato da pastori che vivono lontani dalla guerra in uno spazio idilliaco, dove chiede e ottiene di essere ospitata per qualche tempo nella speranza (vana) di dimenticare il suo amore infelice. L'opera, già attribuito a Carlo Loth, è piuttosto rimandabile alla produzione di Louis Dorigny, il pittore parigino che visse a lungo in Italia, a Roma, a Venezia e infine definitivamente a Verona, ove ottenne numerose commesse da veronesi ma anche da committenti veneti e lombardi, estendendo la sua attività di affrescatore da Bergamo sino a Udine. A Verona fin dall'inizio del secolo, le preferenze in campo pittorico andavano verso un linguaggio classicistico complesso nella composizione, ma pacato ed elegante, anche nelle grandi opere decorative. A questa pittura si uniforma il Dorigny, che in questa tela coniuga l'equilibrato classicismo di Simon Vouet (di cui era nipote) con i chiaroscuri appresi a Roma e la pacata eleganza veneta. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto di Maximilian Pfeiler
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ARARPI0109333

Dipinto di Maximilian Pfeiler

Natura morta con Uva, Fichi, Melagrana e Pesche

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Dipinto di Maximilian Pfeiler

Natura morta con Uva, Fichi, Melagrana e Pesche

Olio su tela. Firmato “Max. PF.” sulla cornice superiore del capitello. La natura morta è composta da uva, melagrana e pesche poste su un capitello, nella composizione è presente anche un vassoio d'argento; sullo sfondo un paesaggio con alberi e rovine, sulla sinistra si intravvede un angolo di cielo ceruleo, appena velato da nuvole. Maximilian Pfeiler si affermò per le sue nature morte in cui, a fare da sfondo ai fiori e ai frutti, collocava un frammento architettonico, introducendo già quel gusto verso le rovine antiche che si consoliderà a pieno nel XVIII secolo. Il dipinto è stato ritelato e restaurato (piccole ridipinture). E' presentato in cornice in stile.

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Ritratto di Donna con Manicotto
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Ritratto di Donna con Manicotto

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Ritratto di Donna con Manicotto

Olio su tela. Scuola veneta del XVIII secolo. Il ritratto propone la figura di una giovane donna che indossa un abito d'uso quotidiano, ma impreziosito dai bordi in pelliccia maculata; curiosamente, ella ostenta con il braccio alzato un manicotto di pelliccia infilato su una mano, probabilmente un vezzo per sottolineare una moda del tempo. IL dipinto presenta segni di restauro, con conservazione della tela originale, seppur rimontata su telaio nuovo. E' presentato in cornice ovale coeva, ma sormontata da fregio ligneo aggiunto in epoca posteriore.

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Dipinto David con la Testa di Golia
ARARPI0240139

Dipinto David con la Testa di Golia

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Dipinto David con la Testa di Golia

Olio su tela. Scuola centro-italiana del XVII secolo. Il dipinto richiama nello stile pittorico la produzione di Angelo Caroselli (1585-1652), artista barocco romano che fu pittore, copista, restauratore, ma anche pasticheur e conoscitore in materia d'arte, ovvero realizzatore di dipinti “alla maniera di” – nella “tecnica” e nello “stile” di un determinato tempo artistico o di un determinato autore, anche assemblando “parti” tratte da dipinti diversi. Inizialmente di stampo caravaggesco, Il Caroselli sviluppò in seguito un suo linguaggio artistico personale, che fu copiato da molti artisti minori. In quest'opera risalta l'espressività fissa e quasi esasperata del personaggio, la cui eleganza del vestito secentesco e i tratti quasi femminei del volto dal roseo incarnato, contrastano con la crudezza della testa di Golia, sanguinolenta, con l'ampia ferita da taglio che spicca sul pallore mortale. Il dipinto è stato restaurato e ritelato, conservando il telaio ligneo originale. E' presentato in cornice lignea coeva.

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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta
ARARPI0240147

Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta

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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta

Olio su tela. Scuola italiana del XVII-XVIII secolo. Una grande composizione di fiori variopinti, in vasi di metallo sbalzato, e alcuni frutti sparsi per terra, sono collocati a ridosso di una parete che dà su un paesaggio marittimo: la luminosità del cielo e del mare sulla destra contrasta con la zona d'ombra sulla sinistra, sulla quale spiccano i colori dei fiori. Il dipinto, ritelato e restaurato, presenta un cretto marcato. E' presentato in cornice coeva laccata e dorata.

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