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QUADRI E DIPINTI DEL '800

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Gruppo Otto Medaglie con Profili Uomini Illustri
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Gruppo Otto Medaglie con Profili Uomini Illustri

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Gruppo Otto Medaglie con Profili Uomini Illustri

Medaglioni stampati su placche di rame. Gli otto medaglioni derivano dalla serie di medaglie di "Uomini illustri italiani". Queste otto in particolare effigiano i profili di otto uomini illustri del mondo dell'arte e della scienza: Antonio Allegri detto il Correggio, Andrea Appiani, Benvenuto Cellini, Andrea Palladio, Scipione Maffei, Galileo Galilei, Francesco Guicciardini e Girolamo Vida. Sono montate in pannello di cartone rivestito di velluto e incorniciato in cornice in stile.

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Mentore Silvani
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Mentore Silvani

Paesaggio Innevato con Figure 1872

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Mentore Silvani

Paesaggio Innevato con Figure 1872

Olio su tela. Firmato, datato 1872 e localizzato Parma in basso a destra. E' un grande paesaggio invernale di forte impatto scenico, che ben si inserisce nel tradizionalismo scenografico proprio della pittura di Mentore Silvani, artista nativo di Traversetolo (Parma), pittore paesaggista ma noto anche come scenografo. Nella scena, spruzzata del bianco di una breve nevicata che crea quella tipica atmosfera invernale rarefatta e silenziosa, tra alberi spogli e secchi, si snoda una strada sterrata percorsa da un viandante; a destra una costruzione diroccata con il lavatoio ove attinge acqua una donna; al centro una colonnina su cui è montata un'immagine sacra. Formatosi nella sua città natale, il Silvani partecipò alle esposizioni dell'Incoraggiamento di Parma a partire dal 1864 , ed è prevalentemente nella sua città che si ritrovano oggi le sue opere (presso il Comune di Parma, la Galleria Nazionale , il Liceo artistico Paolo Toschi) ; espose peraltro anche a Milano (1872) e a Firenze (1875). Formatosi come scenografo alla scuola di Gerolamo Magnani, il Silvani svolse tale incarico a Parma ma anche a Venezia a partire dal 1871. La sua produzione pittorica, che annovera paesaggi prevalentemente rurali della campagna parmense, è sempre caratterizzata dalla fedeltà al dato reale. L'opera qui proposta è presentata in cornice coeva.

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Coppia di Ritratti 1883
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Coppia di Ritratti 1883

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Coppia di Ritratti 1883

Matita su carta. In basso a destra, su entrambi, la scritta "Pietro Mulazzi disegnò" , con la data 1883. Di artista ignoto ma abile nell'utilizzo delle matite, sono i ritratti di una coppia borghese, i cui volti in grigio ben emergono dallo sfondo di carta rossa. Sono presentati in cornici dorate coeve, con diverse mancanze (da restaurare).

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Dipinto di Giovanni Muzzioli
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Dipinto di Giovanni Muzzioli

Bacco Ebbro

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Dipinto di Giovanni Muzzioli

Bacco Ebbro

Olio su tela. Firmato in basso a destra. Il dio è raffigurato in piedi a riempire la scena, rivestito solo di un telo che gli cinge i lombi e da foglie d'edera, poste sui fianchi e sulla testa, mentre regge in una mano un calice; lo sguardo è vacuo e stralunato. Alle sue spalle, un putto semisdraiato gioca con dell'edera. All'intorno, nuvole bianche, così come è bianco il terreno d'appoggio, con sprazzi di cielo azzurro e un cespuglio verde a creare gli unici contrasti. Al retro dell'opera è presente etichetta "Mario Galli Collezione d'Arte", con numero di catalogazione 64 e scritta autografa dell'artista. L'opera ben rappresenta la pittura di questo artista modenese d'origine, ma che si formò artisticamente prima a Roma poi a Firenze, ove trascorse gran parte della vita. La sua ricca produzione propose inizialmente soprattutto soggetti storici, ma poi si volse anche al ritratto e infine al paesaggio: la sua unicità si riconosce nella capacità di spaziare dal soggetto storico, spesso collocato in ambientazioni ricavate dall'antica Pompei, al naturalismo di stampo macchiaiolo, del suo secondo periodo, nel quale il Muzzioli ricercava una significativa percezione dell'atmosfera e della luce in soggetti ispirati all'ambiente rurale toscano, spesso collocati nell'antichità. In quest'opera, un ritratto di un personaggio mitologico, traspare fortemente l'intento luministico dell'artista, la ricerca dell'effetto della luce che gioca nei corpi nudi del dio e del putto, a sfumare poi nello sfondo. L'etichetta della Galleria d'arte riconduce al fiorentino Mario Galli (1877 -1946), scultore che fu anche importante collezionista di opere soprattutto di macchiaioli. L'opera presenta un cretto importante ed è stata ritelata. E' presentata in cornice in stile.

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Dipinto di Charles Christophe Coventry
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Dipinto di Charles Christophe Coventry

Il Pranzo in Famiglia 1802

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Dipinto di Charles Christophe Coventry

Il Pranzo in Famiglia 1802

Olio su tela. Firmato e datato in basso a sinistra. Scena di genere di gusto popolare, ritrae una famiglia borghese che si accinge a pranzare: il padre, già seduto al tavolo, sta per benedire il pasto, mentre la moglie e il figlio, in piedi, seguono la preghiera. Poco si sa di Charles Christophe Coventry, pittore inglese di cui si conoscono prevalentemente scene di genere di ambientazione popolare, come questa. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto di Giuseppe Canella
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Dipinto di Giuseppe Canella

Scontro tra Militari e Guerriglieri in Spagna

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Dipinto di Giuseppe Canella

Scontro tra Militari e Guerriglieri in Spagna

Olio su tela. Corredato da expertise del professor Fernando Mazzocca. Il dipinto appartiene ad una serie di opere del pittore veronese Giuseppe Canella ambientate in Spagna, a seguito del soggiorno dell'artista in tal paese tra il 1820 e il 1823, che lo portò a sostare presso diverse città spagnole, ultima Madrid ove frequentò la corte. Dai suoi viaggi in giro per l'Europa, il Canella riportava numerosi disegni da cui prendeva gli spunti per le opere rielaborate successivamente nel suo studio di Milano, sovente poi presentate alle Esposizioni dell'Accademia di Brera. In quest' opera il rimando è ad un periodo drammatico della storia della Spagna, segnata dai moti costituzionali contro il re Ferdinando VII di Borbone, che provocarono l'intervento francese in appoggio alla monarchia contro i rivoltosi. In realtà l'evento storico è quasi un pretesto per il Canella per rievocare l'asprezza e il fascino del paesaggio montuoso, che fa da scenografia monumentale allo scontro tra l'esercito e i rivoltosi, figurine piccole e quasi indistinte. Il dipinto, in ottime condizioni, presenta solo lievissime cadute di colore, già restaurate. E' presentato in cornice coeva.

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Dipinto di Angelos Giallinas
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Dipinto di Angelos Giallinas

Scorcio di Corfù con Chiesetta e Monaco

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Dipinto di Angelos Giallinas

Scorcio di Corfù con Chiesetta e Monaco

Acquarello su carta. Firmato in basso a sinistra. Angelos Giallinas, nato a Corfù, si distinse per le numerose vedute della sua isola nativa, anche se la sua produzione paesaggistica include scorci della Grecia, di altre isole greche, di città italiane e orientali. I suoi scorci ad acquarello sono pervasi da un'atmosfera sospesa, velata. Il dipinto presenta lievi graffi. In cornice.

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Dipinto di Angelos Giallinas
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Dipinto di Angelos Giallinas

Scorcio di Corfù con Monaco

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Dipinto di Angelos Giallinas

Scorcio di Corfù con Monaco

Acquarello su carta. Firmato in basso a sinistra. Angelos Giallinas, nato a Corfù, si distinse per le numerose vedute della sua isola nativa, anche se la sua produzione paesaggistica include scorci della Grecia, di altre isole greche, di città italiane e orientali. I suoi scorci ad acquarello sono pervasi da un'atmosfera sospesa, velata. Il dipinto presenta lievi graffi. In cornice.

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Dipinto di Angelos Giallinas
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Dipinto di Angelos Giallinas

Veduta di Corfù

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Dipinto di Angelos Giallinas

Veduta di Corfù

Acquarello su carta. Firmato in basso a sinistra. Angelos Giallinas, nato a Corfù, si distinse per le numerose vedute della sua isola nativa, anche se la sua produzione paesaggistica include scorci della Grecia, di altre isole greche, di città italiane e orientali. I suoi scorci ad acquarello sono pervasi da un'atmosfera sospesa, velata. Questa stessa veduta dell' isola è stata presentata, in esemplare di dimensioni però inferiori, ad un'asta di Sotheby's a Londra nel 2002. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto Ritratto maschile
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Dipinto Ritratto maschile

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Dipinto Ritratto maschile

Olio su tela. Scuola francese di fine '700 - inizio '800. Ritratto di gentiluomo in elegante abito borghese. La tela presenta lievi strappi e necessita di pulizia. E' presentato in cornice dorata del XIX secolo.

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Bozzetto di Francesco Paolo Michetti
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Bozzetto di Francesco Paolo Michetti

Studio per Vegetazione

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Bozzetto di Francesco Paolo Michetti

Studio per Vegetazione

Matita su carta. Firmato in basso a destra. Il Michetti, originario dell'Abruzzo, studiò pittura all'Accademia di Belle Arti di Napoli, ove formò il suo stile realistico e naturalistico. Ma l'Abruzzo rurale, con la sua natura ancora incontaminata, fu sempre la sua fonte di ispirazione principale. Qui è presentato un piccolo studio di vegetazione campestre. In cornice.

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Dipinto di Achille Zo
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Dipinto di Achille Zo

Ritratto Femminile

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Dipinto di Achille Zo

Ritratto Femminile

Olio su tela. Firmato a destra, a metà tela. E' il ritratto di una donna che porta il lutto, una giovane vedova, come si desume, non solo dall'abito nero, ma piuttosto dal copricapo e soprattutto dal cammeo con un ritratto maschile, che porta appeso al collo. Achille Zo fu un artista francese (di Bayonne, paese dei Pirenei che subì l'influenza culturale dei Paesi baschi) , che pur avendo soggiornato ripetutamente a Parigi e Bordeaux, ove si formò artisticamente, fece poi diversi viaggi in Spagna, sia a Madrid (nel 1856) che in Andalusia (1860) , producendo per diversi anni opere a soggetto storico o scene di genere spagnole. Alla fine degli anni '60, si volse invece all'orientalismo. Diversi anche i ritratti nella sua produzione. Il dipinto qui proposto, in prima tela, è presentato in bella cornice coeva della seconda metà del XIX secolo.

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Dipinto di Scena con Filatrice 1876
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Dipinto di Scena con Filatrice 1876

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Dipinto di Scena con Filatrice 1876

Olio su tela, applicata a tavola. Scuola francese. Firmato F. Barthélemy e datato 1876 in basso a sinistra. La scena è di gusto e ambientazione orientaleggiante, e suggerisce l'educazione, domestica e intellettuale, di una giovinetta (si impone il richiamo seppur laico all'Educazione della Vergine!): una fanciulla, in piedi al centro della scena, mentre è intenta ad un lavoro di ricamo ascolta l'insegnamento della madre, che tiene tra le mani dei fogli scritti; la donna anziana è vestita in abito orientale e adagiata su un triclinio, mentre, alle sue spalle, una serva scosta la tenda, lasciando apparire lo sfondo di un imponente tempio classicheggiante. La scena è caratterizzata da particolari dell'ambientazione curati e ricchi di dettagli, come nel mazzo di fiori sul tavolo da ricamo, nel tessuto che ricopre il triclinio su cui è adagiata la madre; l'atmosfera intima e domestica è sottolineata dai colori di terra delle mura del palazzo, su cui spiccano le tinte vivaci delle figure, ben illuminate dalla luce erompente dall' esterno. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Gruppo di Antichi Libretti Figurati Giapponesi
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Gruppo di Antichi Libretti Figurati Giapponesi

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Gruppo di Antichi Libretti Figurati Giapponesi

Composti da fogli xilografati, cuciti insieme e in parte colorati, con figure e testi abbinati. Il gruppo è composto da 23 libretti, dei quali due in tre copie ed uno in quattro copie; un'altra coppia presenta stessa copertina ma contenuti differenti. I libretti si possono considerare come "manga" del XIX secolo: la parola "manga" ancor oggi può designare tante produzioni diverse, come vignette singole, disegni sparsi, illustrazioni più elaborate, strisce a fumetti, albi a fumetti, nonché disegni animati. Partendo quindi dall'assunto che non esiste una “forma manga” ma diversi modi di concepire oggetti e forme grafiche tutti denominabili con tale parola, il termine manga si può attestare nell'uso letterario e saggistico in Giappone già nel XVIII secolo per indicare, come detto sopra, disegni e bozzetti. Ma è dalla prima metà dell'Ottocento che si afferma, grazie alla progressiva pubblicazione, a partire dal 1814, dei 15 volumi di illustrazioni, studî, divertimenti grafici e dettagliate stampe bicromatiche di Katsushika Hokusai. Se invece si vuole dare alla parola il significato più specifico di “storie disegnate in sequenza”, l'esordio allora va collocato alla seconda metà del XIX secolo, analogamente a come avvenuto in Europa e negli Stati Uniti per i fumetti. I libretti si presentano in buone condizioni.

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Dipinto di Joseph Haier
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Dipinto di Joseph Haier

Corteggiamento al Pozzo 1873

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Dipinto di Joseph Haier

Corteggiamento al Pozzo 1873

Olio su tela. Firmato e datato in basso a destra. Haier fu un pittore e fotografo viennese, ma vissuto a lungo nella Repubblica ceca. Nella su produzione pittorica rientrano ritratti e molte scene di genere, ambientate come questa nell' ambiente rurale ceco. Si ha un venditore di giare, trasportate sul dorso del suo somarello, che si intrattiene presso un pozzo in conversazione amorosa con una fanciulla, la quale intanto porge un ciuffo di erbetta alla docile bestia. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Riproduzione del XIX Secolo della Croce smaltata di Pasquale I.
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Riproduzione del XIX Secolo della Croce smaltata di Pasquale I.

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Riproduzione del XIX Secolo della Croce smaltata di Pasquale I.

Formelle di rame decorate a smalti. Si tratta di una riproduzione ottocentesca della Croce smaltata di Pasquale I (817 -824), importante stauroteca in rame sbalzato e dorato, che conservava al suo interno frammenti minuti della Croce di Cristo, e che divenne parte del Tesoro deposto da Leone III (795-816) nell' oratorio detto Sancta Sanctorum in Laterano. La Croce è costituita da cinque formelle, disposte a forma di croce latina, sulle quali sono rappresentati con vivaci figurazioni smaltate sette episodi della vita di Gesù. Nella formella superiore si hanno l' Annunciazione e la Visitazione di Maria; nella formella al centro la Nascita di Gesù; a sinistra la Fuga in Egitto e a destra l'Adorazione dei Magi; nel braccio inferiore infine la Presentazione di Gesù al tempio e il Battesimo di Gesù. Le formelle sono composte su una base lignea e presentate in cornice a teca con vetro.

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Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme
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Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme

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Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme

Tecnica mista (matita, penna, inchiostro marrone e gesso bianco) su carta. Scuola italiana di inizio '800. La scena rappresenta l'incontro tra un alto sacerdote e un condottiero: se questi è seguito da tutto il suo esercito, con soldati di diverso grado truci e armati, il sacerdote è seguito da tutto il popolo che inneggia al vincitore, mentre due giovani donne in ginocchio offrono corone di fiori. Alle spalle della scena, le possenti mura con la porta d' ingresso ad una città, verso la quale indica il sacerdote, quasi a consegnarla al condottiero. L'abbigliamento del sacerdote, in particolare la presenza del pettorale cosiddetto "della Decisione" che egli indossa, rimandano ad un sacerdote israelita, e quindi la città potrebbe essere Gerusalemme; invece l' abbigliamento del condottiero vincitore, con l'elmo sormontato da due cavalli, rimanda ad Alessandro Magno, che nel 332 a.C. conquistò effettivamente la città. Il disegno è presentato in cornice in legno intagliato di fine '800.

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Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este
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Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este

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Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este

Tecnica mista (matita, penna, inchiostro marrone e gesso bianco) su carta. Scuola italiana di inizio '800. Ludovico Maria Sforza piange sulla tomba della giovane moglie Beatrice d'Este (1475 -1497); attorno a lui i frati di Santa Maria delle Grazie e alla sua sinistra Bramante e Leonardo. Sul lato corto del baldacchino marmoreo della tomba è presente lo stemma degli Sforza, con due serpenti e due aquile. Il Moro fu profondamente scosso dalla morte precoce per parto della giovanissima moglie Beatrice, compagna della vita privata ma anche di quella politica, così come alla stregua del del marito, una mecenate per i geni dell'arte della loro corte, quali appunto Leonardo da Vinci e Il Bramante, autori di molte opere pittoriche e architettoniche della corte viscontea-sforzesca. Di questo episodio si conoscono diverse versioni soprattutto ottocentesche, da quella del 1815 di Giovanni Battista Cigola alla Pinacoteca Ambrosiana, a quella di Alessandro Reati del 1850 ca. Il dipinto è presentato in cornice in legno intagliato di fine '800.

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Dipinto di Henry Clifford Warren
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Dipinto di Henry Clifford Warren

Paesaggio fluviale con Figure 1878

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Dipinto di Henry Clifford Warren

Paesaggio fluviale con Figure 1878

Acquarello e matita su carta. Firmato e datato in basso a sinistra. Del pittore inglese Henry Clifford Warren si conoscono diversi scorci paesaggistici della campagna inglese, realizzati prevalentemente ad acquarello. Qui è proposta la veduta di una campagna boschiva attraversata da un ampio fiume, con un pastore che conduce le sue mucche al pascolo sulla collina in primo piano. Presentato in cornice.

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Dipinto con Scena di Genere
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Dipinto con Scena di Genere

L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

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Dipinto con Scena di Genere

L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

Olio su tela. Scuola francese del XIX secolo. La scena, ambientata nella povera camera da di un anziano veterano di guerra, che piange nel suo letto, vede i familiari comunicargli la triste notizia della sconfitta di Waterloo, come si deduce dal foglio di giornale tra le mani della donna, su cui spicca il nome della storica località ove fu sconfitto definitivamente Napoleone Bonaparte. La tela presenta segni di restauri precedenti, in particolare è ben visibile il rattoppo in corrispondenza della figura femminile. E' presentato in cornice di inizio '900.

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Soggetto Storico
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Soggetto Storico

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Soggetto Storico

Olio su tela. Metà XIX secolo. La grande scena racconta un episodio storico, non identificato, ambientato in periodo rinascimentale, in cui un arcivescovo ascolta la supplica di un giovanetto in arme, accompagnato dalla madre, che sostiene la sua supplica. L'ambientazione è all'interno del salone di ricevimento dell'alto prelato, presumibilmente nel palazzo vescovile, che dalla loggia sullo sfondo si affaccia sul Duomo, di cui si intravvede la cupola; il vescovo è circondato dai suoi sottoposti e da guardie, mentre persone diverse del popolo assistono. Particolare è la presenza dell'uomo seduto in primo piano a sinistra, che guarda verso lo spettatore e indica la scena, come se la stesse raccontando. L'atmosfera è giocata sui contrasti tra luci e ombre, tra i colori vivaci dei personaggi dominanti rispetto ai toni spenti e soffusi delle figure di contorno, che tendono letteralmente a sparire nell'ombra ai limiti della scena. L'opera rientra in quell'ampia produzione ottocentesca che si rifaceva al soggetto storico o letterario, riproponendolo in chiave romantica. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in importante cornice della seconda metà dell' 800, con mancanze.

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Dipinto Paesaggio invernale con Figure
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Dipinto Paesaggio invernale con Figure

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Dipinto Paesaggio invernale con Figure

Olio su tela. Scuola nord- europea di inizio '800. Il dipinto, secondo il gusto ottocentesco, vuole proporre più una scena di genere che un paesaggio: in primo piano spiccano infatti, in un paesaggio di campagna, brullo e con tracce di neve, le figure di una famigliola che scende da una sorta di slitta in legno, piena di paglia e trainata dal cavallo. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice lignea dorata in stile, con diverse mancanze.

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Giovanni Boni
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Giovanni Boni

Scena d'Assedio

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Giovanni Boni

Scena d'Assedio

Olio su tela. Al di fuori delle fortificazioni di una città un condottiero, attorniato dai suoi soldati, si accinge ad accendere la miccia del cannone. L'esercito difende la cittadella al di fuori delle mura e i soldati scrutano l'orizzonte guardando verso il basso: ciò induce a collocare la scena sulle fortificazioni di una città, in particolare di quelle di Genova che si ergono sulle montagne retrostanti e dalle quali i genovesi difendevano la città dagli attacchi provenienti dal mare; la collocazione a Genova è avallata dallo stendardo che sventola sulle mura, la Croce di San Giorgio (croce rossa in campo bianco) vessillo della Repubblica di Genova. La foggia delle armature, delle armi e delle vesti rimanderebbe all'assedio di Genova del 1522. Si tratta quindi della rappresentazione ottocentesca di un episodio storico, che rientra perciò in quella produzione pittorica diffusa ampiamente in Italia nel XIX secolo, ispirata al nuovo romanzo storico proposto dalla letteratura. Sul retro del telaio è riportato il nome G. Boni, insieme a un numero che rimanda alla partecipazione a mostra ufficiale. Giovanni Boni fu allievo dell'Accademia di Brera, in particolare seguace di Giuseppe Sogni, artista che tra i primi predilesse la pittura a soggetto storico nelle sue innovative declinazioni romantiche. Del Boni non si conosce molto, nè dal punto di vista biografico nè della sua produzione. Di sua sicura attribuzione si conosce solamente il Nudo d'uomo (Accademia dipinta) con cui vinse il primo premio per la Scuola del Nudo a Brera nel 1852. L'opera rende con efficacia espressiva le figure e il pathos della scena; i personaggi in primo piano sono molto ben caratterizzati nelle pose, nelle espressioni, nei dettagli degli abiti e delle armi, mentre poi le altre figure sfumano in secondo piano, suggerendo la presenza di un esercito numeroso. Il dipinto, ancora in prima tela, presenta piccole diffuse cadute di colore. E' presentato in cornice in stile.

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Il Tragico Ritorno
ARTOTT0000724

Il Tragico Ritorno

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Il Tragico Ritorno

Olio su tela. Si tratta molto probabilmente di una rappresentazione pittorica di un tragico episodio antisemitico. A destra un militare in uniforme russa, di ritorno a casa ferito, si ritrova davanti agli occhi la drammatica scena della famiglia trucidata, che il rabbino sta vegliando in preghiera. La finestra divelta e i cassetti a soqquadro indicano l'irruzione forzata degli assassini. A sinistra della specchiera troviamo una scritta in ebraico che potrebbe suggerire la localizzazione o la traccia che l'artista propone. La parola potrebbe essere tradotta con "Ciro", e potrebbe riferirsi alla zona della Georgia ed Azerbaijan attraversata dal Kura, fiume che dalla Turchia sfocia nel Mar Caspio, noto appunto nell'800 come Ciro. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice dell'800.

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