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QUADRI E DIPINTI DEL '800

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Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme
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Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme

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Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme

Tecnica mista (matita, penna, inchiostro marrone e gesso bianco) su carta. Scuola italiana di inizio '800. La scena rappresenta l'incontro tra un alto sacerdote e un condottiero: se questi è seguito da tutto il suo esercito, con soldati di diverso grado truci e armati, il sacerdote è seguito da tutto il popolo che inneggia al vincitore, mentre due giovani donne in ginocchio offrono corone di fiori. Alle spalle della scena, le possenti mura con la porta d' ingresso ad una città, verso la quale indica il sacerdote, quasi a consegnarla al condottiero. L'abbigliamento del sacerdote, in particolare la presenza del pettorale cosiddetto "della Decisione" che egli indossa, rimandano ad un sacerdote israelita, e quindi la città potrebbe essere Gerusalemme; invece l' abbigliamento del condottiero vincitore, con l'elmo sormontato da due cavalli, rimanda ad Alessandro Magno, che nel 332 a.C. conquistò effettivamente la città. Il disegno è presentato in cornice in legno intagliato di fine '800.

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Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este
ARAROT0247129

Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este

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Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este

Tecnica mista (matita, penna, inchiostro marrone e gesso bianco) su carta. Scuola italiana di inizio '800. Ludovico Maria Sforza piange sulla tomba della giovane moglie Beatrice d'Este (1475 -1497); attorno a lui i frati di Santa Maria delle Grazie e alla sua sinistra Bramante e Leonardo. Sul lato corto del baldacchino marmoreo della tomba è presente lo stemma degli Sforza, con due serpenti e due aquile. Il Moro fu profondamente scosso dalla morte precoce per parto della giovanissima moglie Beatrice, compagna della vita privata ma anche di quella politica, così come alla stregua del del marito, una mecenate per i geni dell'arte della loro corte, quali appunto Leonardo da Vinci e Il Bramante, autori di molte opere pittoriche e architettoniche della corte viscontea-sforzesca. Di questo episodio si conoscono diverse versioni soprattutto ottocentesche, da quella del 1815 di Giovanni Battista Cigola alla Pinacoteca Ambrosiana, a quella di Alessandro Reati del 1850 ca. Il dipinto è presentato in cornice in legno intagliato di fine '800.

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Dipinto di Henry Clifford Warren
ARAROT0234107

Dipinto di Henry Clifford Warren

Paesaggio fluviale con Figure 1878

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Dipinto di Henry Clifford Warren

Paesaggio fluviale con Figure 1878

Acquarello e matita su carta. Firmato e datato in basso a sinistra. Del pittore inglese Henry Clifford Warren si conoscono diversi scorci paesaggistici della campagna inglese, realizzati prevalentemente ad acquarello. Qui è proposta la veduta di una campagna boschiva attraversata da un ampio fiume, con un pastore che conduce le sue mucche al pascolo sulla collina in primo piano. Presentato in cornice.

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Dipinto con Scena di Genere
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Dipinto con Scena di Genere

L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

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Dipinto con Scena di Genere

L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

Olio su tela. Scuola francese del XIX secolo. La scena, ambientata nella povera camera da di un anziano veterano di guerra, che piange nel suo letto, vede i familiari comunicargli la triste notizia della sconfitta di Waterloo, come si deduce dal foglio di giornale tra le mani della donna, su cui spicca il nome della storica località ove fu sconfitto definitivamente Napoleone Bonaparte. La tela presenta segni di restauri precedenti, in particolare è ben visibile il rattoppo in corrispondenza della figura femminile. E' presentato in cornice di inizio '900.

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Soggetto Storico
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Soggetto Storico

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Soggetto Storico

Olio su tela. Metà XIX secolo. La grande scena racconta un episodio storico, non identificato, ambientato in periodo rinascimentale, in cui un arcivescovo ascolta la supplica di un giovanetto in arme, accompagnato dalla madre, che sostiene la sua supplica. L'ambientazione è all'interno del salone di ricevimento dell'alto prelato, presumibilmente nel palazzo vescovile, che dalla loggia sullo sfondo si affaccia sul Duomo, di cui si intravvede la cupola; il vescovo è circondato dai suoi sottoposti e da guardie, mentre persone diverse del popolo assistono. Particolare è la presenza dell'uomo seduto in primo piano a sinistra, che guarda verso lo spettatore e indica la scena, come se la stesse raccontando. L'atmosfera è giocata sui contrasti tra luci e ombre, tra i colori vivaci dei personaggi dominanti rispetto ai toni spenti e soffusi delle figure di contorno, che tendono letteralmente a sparire nell'ombra ai limiti della scena. L'opera rientra in quell'ampia produzione ottocentesca che si rifaceva al soggetto storico o letterario, riproponendolo in chiave romantica. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in importante cornice della seconda metà dell' 800, con mancanze.

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Dipinto Paesaggio invernale con Figure
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Dipinto Paesaggio invernale con Figure

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Dipinto Paesaggio invernale con Figure

Olio su tela. Scuola nord- europea di inizio '800. Il dipinto, secondo il gusto ottocentesco, vuole proporre più una scena di genere che un paesaggio: in primo piano spiccano infatti, in un paesaggio di campagna, brullo e con tracce di neve, le figure di una famigliola che scende da una sorta di slitta in legno, piena di paglia e trainata dal cavallo. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice lignea dorata in stile, con diverse mancanze.

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Giovanni Boni
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Giovanni Boni

Scena d'Assedio

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Giovanni Boni

Scena d'Assedio

Olio su tela. Al di fuori delle fortificazioni di una città un condottiero, attorniato dai suoi soldati, si accinge ad accendere la miccia del cannone. L'esercito difende la cittadella al di fuori delle mura e i soldati scrutano l'orizzonte guardando verso il basso: ciò induce a collocare la scena sulle fortificazioni di una città, in particolare di quelle di Genova che si ergono sulle montagne retrostanti e dalle quali i genovesi difendevano la città dagli attacchi provenienti dal mare; la collocazione a Genova è avallata dallo stendardo che sventola sulle mura, la Croce di San Giorgio (croce rossa in campo bianco) vessillo della Repubblica di Genova. La foggia delle armature, delle armi e delle vesti rimanderebbe all'assedio di Genova del 1522. Si tratta quindi della rappresentazione ottocentesca di un episodio storico, che rientra perciò in quella produzione pittorica diffusa ampiamente in Italia nel XIX secolo, ispirata al nuovo romanzo storico proposto dalla letteratura. Sul retro del telaio è riportato il nome G. Boni, insieme a un numero che rimanda alla partecipazione a mostra ufficiale. Giovanni Boni fu allievo dell'Accademia di Brera, in particolare seguace di Giuseppe Sogni, artista che tra i primi predilesse la pittura a soggetto storico nelle sue innovative declinazioni romantiche. Del Boni non si conosce molto, nè dal punto di vista biografico nè della sua produzione. Di sua sicura attribuzione si conosce solamente il Nudo d'uomo (Accademia dipinta) con cui vinse il primo premio per la Scuola del Nudo a Brera nel 1852. L'opera rende con efficacia espressiva le figure e il pathos della scena; i personaggi in primo piano sono molto ben caratterizzati nelle pose, nelle espressioni, nei dettagli degli abiti e delle armi, mentre poi le altre figure sfumano in secondo piano, suggerendo la presenza di un esercito numeroso. Il dipinto, ancora in prima tela, presenta piccole diffuse cadute di colore. E' presentato in cornice in stile.

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Il Tragico Ritorno
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Il Tragico Ritorno

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Il Tragico Ritorno

Olio su tela. Si tratta molto probabilmente di una rappresentazione pittorica di un tragico episodio antisemitico. A destra un militare in uniforme russa, di ritorno a casa ferito, si ritrova davanti agli occhi la drammatica scena della famiglia trucidata, che il rabbino sta vegliando in preghiera. La finestra divelta e i cassetti a soqquadro indicano l'irruzione forzata degli assassini. A sinistra della specchiera troviamo una scritta in ebraico che potrebbe suggerire la localizzazione o la traccia che l'artista propone. La parola potrebbe essere tradotta con "Ciro", e potrebbe riferirsi alla zona della Georgia ed Azerbaijan attraversata dal Kura, fiume che dalla Turchia sfocia nel Mar Caspio, noto appunto nell'800 come Ciro. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice dell'800.

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Dipinto di Giovanni Sottocornola
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Dipinto di Giovanni Sottocornola

Interno di Stalla

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Dipinto di Giovanni Sottocornola

Interno di Stalla

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. L'opera è stata precedentemente acquisita all'asta Sotheby's di Milano del 10/12/2007. E' stata esposta nel 1991 nella mostra "Giovanni Sottocornola. Immagini da una collezione" tenuta a Milano presso la Galleria Silbernagl. Dopo una prima fase pittorica dedicata ai ritratti e alle nature morte, Giovanni Sottocornola si avvicinò negli anni Ottanta del XIX secolo ai temi sociali, che stavano diventando i soggetti prediletti dai giovani pittori lombardi attenti agli aspetti più miseri della società, legati all'adozione di tecniche artistiche originali. Il Sottocornola abbracciò la pratica della pittura divisionista, della quale scrisse nel 1895 "Per ora è certo, sono convinto non esservi altra pittura più atta a rendere certe sensazioni che questa". Tale tipo di pittura rimase peraltro nell'artista tutta incentrata sulla luce, sulle sue incerte vibrazioni tonali, come accade nell'Interno di stalla, realizzato verso il finire degli anni Ottanta, ove sono i giochi di luci ed ombre a giocare e creare gli effetti visivi nelle pennellate di colore giocate su poche gamme cromatiche, quelle dei bruni, espresse in un'ampia molteplicità di tonalità. L'opea è presentata in cornice in stile.

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Ritratto di Giovane Donna 1858
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Ritratto di Giovane Donna 1858

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Ritratto di Giovane Donna 1858

Matita, carboncino e biacca su carta. Firmato (Amalia Bianchi?) e datato in basso a destra. Molto efficace l'utilizzo dei diversi pigmenti pittorici, che creano giochi di chiaro-scuri e ben sottolineano gli elementi della figura. Il ritratto è presentato in cornice ottocentesca lignea, abbellita da inserti in cuoio a foggia di foglie e fiori, con alcune piccole cadute e mancanze.

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Doppio Ritratto Caricaturale
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Doppio Ritratto Caricaturale

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Doppio Ritratto Caricaturale

Olio su tela. Scuola francese di fine '800. Traccia di firma non identificata in alto a destra. In primo piano, i volti di due personaggi popolari che paiono caricaturali, forse personaggi di una rappresentazione teatrale: pare la scena di un corteggiamento satirico, con l'uomo che guarda lascivamente alla donna, non certo giovane e piacente, che tiene in mano un mazzetto di fiori con espressione tra il rassegnato e il confuso. Il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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