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Mobile Espositore Inglese Anni 40-50
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MOMOMO0279212

Mobile Espositore Inglese Anni 40-50

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Mobile Espositore Inglese Anni 40-50

Particolare mobile espositore vintage, con scritta originale in lingua inglese, ed etichetta della manifattura sul retro, composto da vani contenitore con ante in vetro ad apertura verticale, in legno di mogano.

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Dipinto della Bottega di Francesco Bassano
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ARARPI0278456

Dipinto della Bottega di Francesco Bassano

Natività

ARARPI0278456
Dipinto della Bottega di Francesco Bassano

Natività

Olio su tela. Seconda metà XVI secolo. Il dipinto proviene dalla collezione storica familiare del conte Castracane, come è documentato dalla ricevuta cartacea originale autografa di Francesco Bassano (allegata all' opera) che cita: "V. S. Ill.ma Conte Castracane. Recipio de so messo sua somma de quinquaginta ducati per lo dipinto de mano mia de Nativitas Domini Nostri come Ella mhavea ordenato. Dev.mo Obb.mo Servo suo Franciscus da Ponte de Bassano. Il die 12 decembre 1589". Sul retro del telaio è presente anche cartiglio di inventario in alto e la scritta "proprietà Castracane" in basso. Il citato conte Castracane appartiene alla nobile famiglia dei Castracani degli Altelminelli di Fano, di origine lucchese. Francesco Dal Ponte da Bassano, detto Il Giovane, lavorò per molti anni nella importante bottega del padre Jacopo, detto Bassano il Vecchio, per poi trasferirsi a Venezia nel 1578 ove attivò un suo atelier personale, pur continuando a collaborare con la bottega di Bassano, gestita nel frattempo dal fratello Leandro dopo la morte del padre; verso la fine degli anni Ottanta si manifestò però in Francesco una crisi che si rifletté anche nella produzione allegorica: in un progressivo avvicinamento al gusto del fratello Leandro, il colore si schiarì perdendo di forza, le forme si dilatarono e si semplificarono, la composizione si fece frammentaria. La produzione della famiglia bassanesca si distinse soprattutto per i soggetti sacri, inseriti però in scenari agresti, che portano a definirli biblico-pastorali. Anche in questo dipinto la Sacra Famiglia non caratterizza la centralità della scena, ma è uno dei due gruppi di umanissime figure che occupa la parte destra della scena, mentre a sinistra campeggia il gruppo di pastori con gli animali della campagna e i semplici oggetti della vita quotidiana. Il contesto rurale è ben definito anche dagli oggetti di contorno, nonostante la capanna della nascita sia sostituita da una struttura architettonica a colonne marmoree, ma di un colore che si confonde con le altre strutture circostanti. Unici elementi spirituali sono l'angelo- solitario!- che compare ai pastori per l'annuncio, relegato in alto, piccolo e appena accennato; e l' aureola che circonda il capo del Bambin Gesù, peraltro raffigurato placidamente addormentato, inconsapevole di ciò che gli succede intorno e di ciò che lo aspetta. Caratteristici nella produzione della bottega bassanesca paterna furono la ricchezza e vivacità cromatica e i contrasti luminosi, che però si smorzarono in Francesco, traducendosi in scelte cromatiche più tenui e in forme semplificate, perdendo in parte la loro forza. Lo si nota anche in quest' opera, collocata negli ultimi anni di vita dell' artista, soprattutto negli abiti dei personaggi; si noti in particolare come la veste di Maria non sia più rossa come da tradizione, colore fortemente simbolico del dolore umano, ma è della stessa tonalità rosea della casacca del pastore centrale, quasi a sottolineare l' appartenenza della Madonna all' umanità umile e semplice. Peraltro Francesco Bassano nell'ultimo periodo, a causa del suo stato di salute compromesso da una grave ipocondria (morì suicida nel 1592), ebbe commissioni di opere che solo in parte furono eseguite da lui, ma delegate almeno parzialmente, ai suoi aiutanti. Questo depone per un' opera a lui commissionata e proveniente dalla sua bottega, come la sua dichiarazione autografa dichiara, ma probabilmente non realizzata direttamente dal maestro, quanto piuttosto da un suo collaboratore. Il dipinto risulta restaurato e ritelato. È presentato in cornice lignea antica di fine '700 - inizio '800.

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Tavolo Parietale Neoclassico
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ANTCON0000192

Tavolo Parietale Neoclassico

Milano, fine XIX Secolo

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Tavolo Parietale Neoclassico

Milano, fine XIX Secolo

Tavolo parietale retto da gambe tronco-piramidali di impianto architettonico, piedino con plinto da cui parte la gamba scanalata che si innesta al capitello con modanature intagliate a nastro e a foglie susseguenti, sopra al capitello la gamba è raccordata alle fasce con quattro mensole intagliate con riccioli laterali e motivo a perlinatura sul fronte. Le fasce con semplici riserve presentano rosoni intagliati sugli spigoli e protome leonina al centro della fascia frontale. Piano in marmo Macchiavecchia. Laccata in bicromia ocra e rosso con dorature a missione sugli intagli. Le gambe sono ad incastro asportabili. Il mobile ha tutte le caratteristiche per essere parte di un apparato decorativo più ampio, con boiserie e altri mobili come era d'uso nella fine del XVIII Sec. la cromia originale era posta sui mobili ad intaglio proprio perché coordinata con la stanza intera. Il mobile è molto bello a livello di disegno e raccoglie alcuni dei modelli proposti in Accademia a Brera da Giocondo Albertolli, direttore della cattedra d'ornato.

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Lampada da Tavolo Anni 60 Stilnovo
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MOILIL0278530

Lampada da Tavolo Anni 60 Stilnovo

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Lampada da Tavolo Anni 60 Stilnovo

Lampada da tavolo vintage di produzione Stilnovo con base in alluminio smaltato bianco, grande diffusore in vetro color salmone, accensione a pulsante.

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Coppia Porta Lanterna
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Coppia Porta Lanterna

Lombardia inizio XVIII secolo

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Coppia Porta Lanterna

Lombardia inizio XVIII secolo

Coppia di porta lanterna con struttura in ferro e corpo in legno intagliato e dorato. Espressione del gusto pienamente barocco, i bracci sono mossi a “S”, mentre l'essenza lignea è intagliata con caratteristici motivi a fiore e fogliacei che si arricciano. Le corolle floreali alle estremità dei bracci celano il gancio che in origine tratteneva la catena reggi lanterna.

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Tripode Portavasi
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Tripode Portavasi

Parigi Ultimo Quarto XIX Secolo

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Tripode Portavasi

Parigi Ultimo Quarto XIX Secolo

Tripode porta vaso in bronzo dorato e ceramica di Sèvres, realizzato su modello di Pierre Gouthière. Basamento circolare in porcellana di Sèvres blu cobalto, con decori dorati sul piano e serto di foglie di mirto sulla fascia; al di sotto tre piedi in bronzo dorato con motivo spiraliforme reggono il tutto. Sul piano poggiano i tre piedi caprini in bronzo con al centro pigna capovolta; il tripode è contenuto da una fascia ornata da greche nella parte inferiore, i montanti terminano con teste di fauno caratterizzate da lunga barba e corna d'ariete, connesse tra loro da festoni di pampini e grappoli d'uva. Al centro, calandosi dall'alto seguendo una traiettoria spiraliforme, la figura di un serpente con corpo ricoperto di squame e la bocca spalancata. Sulla sommità presenta un secondo elemento a pigna, contrapposto al primo, sormontato da cespo di foglie disposte a raggiera e dal piatto porta vaso, quest'ultimo abbellito da greca e terminante con elemento a ringhiera traforato dal bordo estroflesso. Questi elementi, originariamente separati da un vaso in porcellana di Sèvres qui mancante, sono stati sovrapposti e fissati tra loro in un secondo momento. La base presenta marchio manifattura di Sèvres.

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Consolle Barocchetto in Legno Intagliato e Dorato
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Consolle Barocchetto in Legno Intagliato e Dorato

Firenze Metà XVIII Secolo

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Consolle Barocchetto in Legno Intagliato e Dorato

Firenze Metà XVIII Secolo

Consolle barocchetto in legno intagliato e dorato con piano in marmo Giallo di Siena, Firenze metà XVIII secolo. Sorretta da quattro gambe mosse raccordate tra loro da traversa centrale, la consolle è decorata con intagli a ricciolo, volute a "C" ed elementi rocaille, fogliacei e floreali, quest'ultimi posti nella fascia sottopiano. Restauri sul piano.

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Tavolino Piano Commesso
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Tavolino Piano Commesso

Toscana Inghilterra Metà XIX Secolo

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Tavolino Piano Commesso

Toscana Inghilterra Metà XIX Secolo

Piano circolare in marmo commesso, con scacchiera policroma al centro; il marmo è inquadrato in un supporto in legno esotico, sorretto da un balaustro centrale tornito poggiante su tre piedi sagomati e scanalati.

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Auditorium. Progetti Roma anno XIII E. F.
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Auditorium. Progetti Roma anno XIII E. F.

Mario Palanti
Rizzoli & C.

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Mario Palanti
Rizzoli & C.

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Comò Barocchetto Napoletano
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ANMOCA0091745

Comò Barocchetto Napoletano

Napoli Terzo Quarto XVIII Secolo

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Comò Barocchetto Napoletano

Napoli Terzo Quarto XVIII Secolo

Comò barocchetto impiallacciato in bois de violette, Napoli terzo quarto XVIII secolo. Sul fronte mosso presenta due cassetti con catena a scomparsa, ornato da grande riserva quadripartita ospitante doppia bordura in legno esotico e bois de rose posti a lisca di pesce, motivo riproposto anche nelle riserve dei fianchi. Sul fronte riserva polilobata con intarsio floreale abitato da pappagallo. Il piano sagomato è in marmo breccia rossa appenninica; la maniglieria è bronzea come le scarpette che rivestono i piedi e le applicazioni dei montanti e del grembiale, ma non coeva. Interni in pioppo.

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Scrivania con Alzata Impero Centro Italia
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Scrivania con Alzata Impero Centro Italia

XIX Secolo - dal 1801 al 1900

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Scrivania con Alzata Impero Centro Italia

XIX Secolo - dal 1801 al 1900

Scrivania Impero Centro Italia, sorretta da piedi leonini, sul fronte presenta anta a scomparsa, apribile attraverso meccanismo accessibile sul fondo del mobile e celante due cassetti, è sormontata da un cassetto dalle dimensioni ridotte. Nella parte superiore anta a rullo a scomparsa, celante piano a scrittoio estraibile con inserto in finto marocchino (sostituito successivamente), dotato di sistema a molla che da accesso a segreti; presenti vani e cassetti. L'alzata presenta un'unica anta con specchio celante castello con scomparti e cassetti. I montanti sul fronte presentano la caratteristica forma tronco-piramidale, terminante con gocciolatoi in bronzo dorato e sormontate da erme femminili in bronzo brunito nel corpo inferiore, mentre in quello superiore ci sono cariatidi egizie. In mogano, gli interni sono in castagno.

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Gueridon Restaurazione
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Gueridon Restaurazione

Regno delle Due Sicilie Primo Quarto XIX Secolo

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Gueridon Restaurazione

Regno delle Due Sicilie Primo Quarto XIX Secolo

Gueridon sorretto da tre montanti intagliati con piedi leonini e nella parte superiore con delle cariatidi, a reggere la fascia sottopiano. Le figure femminili sono stanti, abbigliate secondo il gusto egizio: indossano un vestito scollato che lascia scoperti i seni, stretto in vita da una cintura, portano dei bracciali e delle collane, mentre i capelli sono acconciati secondo il gusto egizio, con treccine che ricadono ordinatamente sulle spalle. Queste figure sono in parte ebanizzate, per realizzare la pelle, mentre gli abiti e i dettagli sono dorate. Le gambe sono connesse da un pianetto a forma di triangolo concavo. Il piano circolare è in alabastro, racchiuso entro una cornice impiallacciata in ciliegio.

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Libreria ed Etagere Napoleone III Francesi
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ANMOAL0135327

Libreria ed Etagere Napoleone III Francesi

XIX Secolo - dal 1801 al 1900

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Libreria ed Etagere Napoleone III Francesi

XIX Secolo - dal 1801 al 1900

Coppia di etagere porta libri. Libreria da centro Napoleone III francese, sorretta da gambe mosse, la fascia inferiore sia sul fronte che sui fianchi è sagomata; sul fronte presenta due ante rifinite a finti libri, con coste in pelle applicate, in modo da simulare una libreria a giorno. Nella parte superiore vano a giorno e pianetto superiore a vassoio. L'etagere presenta una forma simile, ma nel vano centrale vi sono vari pianetti collocati a diverse altezze. Interni in mogano, sono impiallacciati in bois de rose, con taglio a 45° e quadripartito sui piani; i mobili sono ornati da bronzi dorati e lavorati a volute fogliacee, nelle scarpette, sui montanti a scendere, sulla fascia inferiore e nelle maniglie laterali.

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Sedia '316' di Peter Hvidt per Søborg Mobelfabrik
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Sedia '316' di Peter Hvidt per Søborg Mobelfabrik

Anni 50

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Sedia '316' di Peter Hvidt per Søborg Mobelfabrik

Anni 50

Sedia vintage di manifattura danese con struttura in legno di teak e seduta in paglia.

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Coppia di Tripodi
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ANMOCO0144512

Coppia di Tripodi

Inghilterra primo quarto XIX secolo

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Coppia di Tripodi

Inghilterra primo quarto XIX secolo

Coppia di tripodi sorretti da montanti a sciabola dotati di piedi leonini, sono connessi da un piccolo pianetto esagonale nella parte inferiore; superiormente inquadrano un piano anch'esso esagonale, dall'alta fascia ornata con intagli a rosoni, riproposti anche sulla sommità dei montanti. In palissandro.

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Busto di gentiluomo
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Busto di gentiluomo

Claude Munier

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Coppia di Torciere
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ANILLA0152931

Coppia di Torciere

Milano, 1750 ca.

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Coppia di Torciere

Milano, 1750 ca.

Coppia di reggi-lume in legno di cirmolo intagliato laccato bianco e parzialmente dorato, sorretti da un'asta cilindrica. Composti da grandi volute a “C” contrapposte, sono intagliati con riccioli e motivi fogliacei, abbellite da un ramo fiorito che scende dalla corolla superiore, appoggio per il cero. Sopra i due lumi è presente il piatto in lamierino di ferro traforato e dorato.

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Consolle Barocchetto Veneto
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ANTACO0128595

Consolle Barocchetto Veneto

XVIII Secolo - dal 1701 al 1800

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Consolle Barocchetto Veneto

XVIII Secolo - dal 1701 al 1800

Consolle barocchetto veneto sorretta da gambe mosse, il grembiale sul fronte e sui fianchi è intagliato con caratteristici motivi a rocaille. In noce, il piano sagomato è in alabastro con bordura in marmo nero paragone e bianco botticino.

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Natura morta, Bartolomeo Arbotori
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Natura morta, Bartolomeo Arbotori

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Trumeau Romano Metà XVIII Secolo
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ANMORI0276260

Trumeau Romano Metà XVIII Secolo

Roma Secondo Quarto XVIII Secolo

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Trumeau Romano Metà XVIII Secolo

Roma Secondo Quarto XVIII Secolo

Trumeau in noce completamente lastronato in bois de violette, filettature e intarsi fitomorfi ad intreccio, in acero, su tutta la superficie. Base a tre cassetti dal fronte mosso, lesene traforate e intagliate con movimento a ricciolo,due poste sui montanti frontali a 45 gradi e altre quattro a metà dei fianchi dove il mobile si allarga attraverso una lievitazione costruttiva. Anta a ribalta, celante scarabattolo con coppia di cassetti laterali sormontati e vano a giorno centrale, segreto nel piano scorrevole. Alzata con coppia di ante specchio al mercurio e due tiretti porta lume sottostanti, castello interno composto da tre cassetti e vani a giorno, cimasa con modanatura intagliata a volute.  Le parti intagliate del mobile, cornici e riccioli sono ebanizzati, i piedi terminano a mensola frontalmente. Interno dei cassetti in pioppo. Bocchette antiche in bronzo cesellato e dorato. Restauri. Roma, secondo quarto XVIII Secolo.

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La predicazione di San Giovanni Battista
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La predicazione di San Giovanni Battista

Bottega di Fans Francken II

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Carlo Antonio Crespi
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Carlo Antonio Crespi

Natura Morta con Fiori Frutta un Pappagallo e Cacciagione

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Carlo Antonio Crespi

Natura Morta con Fiori Frutta un Pappagallo e Cacciagione

Olio su tela. La grande composizione è ricca di numerosi elementi differenti: al centro campeggia una grande composizione floreale, di multiple varietà a colori vivaci; sulla sinistra dei fiori, poggiato su un capitello dorico, è appoggiato un pappagallino dai colori sgargianti e contrastanti con quelli spenti degli uccelli che giacciono sul piano sottostante, insieme ad alcune zucche e ad un vaso in peltro. Secondo l'esperto d'arte dr. Gianluca Bocchi (di cuisi allega expertise), l'opera è riconducibile alla produzione di Carlo Antonio Crespi, pittore attivo a Como intorno alla metà del XVIII secolo, della stessa famiglia Crespi a cui appartiene anche l'omonimo bolognese. Il Crespi comasco amava realizzare composizioni con i prodotti della fertile terra padana, in compagnia di piccoli animali, ceramiche o ceste in vimini, vasi di fiori, il tutto sullo sfondo di elementi architettonici barocchi o classicheggianti. Le sue tele, spesso di grandi dimensioni, riconducono al mondo delle ville e dei palazzi della campagna settecentesca lombarda. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile. Proviene da importante collezione (sul retro è citato il commendatore Arturo Stucchi, imprenditore comasco).

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Mentore Silvani
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ARAROT0147772

Mentore Silvani

Paesaggio Innevato con Figure 1872

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Mentore Silvani

Paesaggio Innevato con Figure 1872

Olio su tela. Firmato, datato 1872 e localizzato Parma in basso a destra. E' un grande paesaggio invernale di forte impatto scenico, che ben si inserisce nel tradizionalismo scenografico proprio della pittura di Mentore Silvani, artista nativo di Traversetolo (Parma), pittore paesaggista ma noto anche come scenografo. Nella scena, spruzzata del bianco di una breve nevicata che crea quella tipica atmosfera invernale rarefatta e silenziosa, tra alberi spogli e secchi, si snoda una strada sterrata percorsa da un viandante; a destra una costruzione diroccata con il lavatoio ove attinge acqua una donna; al centro una colonnina su cui è montata un'immagine sacra. Formatosi nella sua città natale, il Silvani partecipò alle esposizioni dell'Incoraggiamento di Parma a partire dal 1864 , ed è prevalentemente nella sua città che si ritrovano oggi le sue opere (presso il Comune di Parma, la Galleria Nazionale , il Liceo artistico Paolo Toschi) ; espose peraltro anche a Milano (1872) e a Firenze (1875). Formatosi come scenografo alla scuola di Gerolamo Magnani, il Silvani svolse tale incarico a Parma ma anche a Venezia a partire dal 1871. La sua produzione pittorica, che annovera paesaggi prevalentemente rurali della campagna parmense, è sempre caratterizzata dalla fedeltà al dato reale. L'opera qui proposta è presentata in cornice coeva.

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Dipinto con Scena Mitologica
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ARARPI0183429

Dipinto con Scena Mitologica

Amore e Psiche

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Dipinto con Scena Mitologica

Amore e Psiche

Olio su tela. Scuola nord -Italia del XVII secolo. La scena si rifà, con alcune variazioni ma molto vicina nelle dimensioni, ad una parte del grande affresco intitolato "Banchetto degli dei" nella Camera di Cupido ( o Camera di Amore e Psiche) di Palazzo Té a Mantova, grande raffigurazione di oltre nove metri realizzata da Giulio Romano con la sua bottega nel XVI secolo. La scena proposta (che a Mantova è collocata sulla destra del grande banchetto), vede Amore e Psiche sdraiati su un triclinio, mentre una piccola figura alata li incorona d'alloro e due ninfe lavano la mano di Amore; sullo sfondo a destra un gruppo di satiri sta sacrificando una capra all'ara di una divinità, mentre al centro, in lontananza, una città brucia. Il banchetto degli dei è il momento conclusivo del mito dei due innamorati, che, dopo molte prove e peripezie, ottengono il permesso di Venere per sposarsi. L'opera, restaurata e ritelata, è presentata in cornice antica.

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