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ARTE, DIPINTI, QUADRI E SCULTURE ANTICHE E CONTEMPORANEE - pagina 4

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Dipinto di Salvatore Sportelli
ARARNO0247293

Dipinto di Salvatore Sportelli

Figura Seduta

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Dipinto di Salvatore Sportelli

Figura Seduta

Olio su tavola. Firmato in basso a destra. Il pittore Salvatore Sportelli d' origine pugliese ma vissuto a lungo a Lodi, ove insegnava ( di recente si è tenuta una sua mostra postuma nella città), ha prodotto numerose figure popolari e scene di genere caratterizzate da uno sguardo al post-impressionismo . L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto di Lorenzo Delleani
ARAROT0242908

Dipinto di Lorenzo Delleani

Interno di Stalla, 1889

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Dipinto di Lorenzo Delleani

Interno di Stalla, 1889

Olio su tavola. Firmato e datato 30-11-1889 in basso a sinistra. Il Delleani, che inizialmente dipinse prevalentemente soggetti storici, si avvicinò progressivamente alla pittura paesaggistica "en plein air", soprattutto dei luoghi delle sue origini, le valli piemontesi, caratterizzando i suoi scorci con vibrazioni cromatiche e calde luminosità. Negli ultimi decenni della sua vita peraltro, egli si lasciò coinvolgere anche dal filone orientalista, per ritornare però poi ai suoi scorci paesaggistici, realizzando soprattutto tavolette ricche di caldi colori e suggestive atmosfere. Più rara ma altrettanto suggestiva la sua produzione di interni, come questo di una stalla, dove le figure animate, le pecore, compaiono come macchie quasi indistinte di colore all'interno di un ambiente giocato tutto sugli effetti luministici di un'unica gamma cromatica. Restaurato e parchettato, il dipinto è presentato in cornice dorata di inizio '900, con tracce di restauro e piccole mancanze.

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Ritratto di Donna con Manicotto
ARARPI0132209

Ritratto di Donna con Manicotto

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Ritratto di Donna con Manicotto

Olio su tela. Scuola veneta del XVIII secolo. Il ritratto propone la figura di una giovane donna che indossa un abito d'uso quotidiano, ma impreziosito dai bordi in pelliccia maculata; curiosamente, ella ostenta con il braccio alzato un manicotto di pelliccia infilato su una mano, probabilmente un vezzo per sottolineare una moda del tempo. IL dipinto presenta segni di restauro, con conservazione della tela originale, seppur rimontata su telaio nuovo. E' presentato in cornice ovale coeva, ma sormontata da fregio ligneo aggiunto in epoca posteriore.

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Dipinto di Mario Previ
ARARCO0245269

Dipinto di Mario Previ

Il Taglialegna 1980

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Dipinto di Mario Previ

Il Taglialegna 1980

Olio su vetro. In basso a sinistra presenti la firma e la data, accompagnate dal simbolo dell'artista, la figurina stilizzata di un uomo in carrozzina. E' un'opera su vetro del pittore Mario Previ, che dall'età di diciotto anni vive e dipinge su una carrozzina, per una tetraplegia conseguente ad un tuffo nel suo Taro. Ha detto di sè :" Il mondo, il passare del tempo, da questo punto di vista (la sedia a rotelle) insegnano tante cose. Impari a svegliarti ogni mattina con uno scopo, anche se il tuo corpo è dolente, se ogni gesto genera sofferenza e dipendi dagli altri e mollare potrebbe essere una soluzione facile. E invece, l'arte, la pittura, insieme alla serenità del mio mondo, degli amici, mi danno un'energia incredibile. Mi hanno salvato, dandomi la forza di vivere". Nel 1974, tre anni dopo l'incidente, ispirato da una trasmissione televisiva sui pittori naif jugoslavi, in particolare dalle opere su vetro di Mijo Kovacic, Previ inizia a dipingere e ad imparare l'arte della pittura su vetro da autodidatta, fino ad arrivare a farsi conoscere ed apprezzare per i suoi dipinti. Nei suoi naif Mario Previ racconta una realtà ormai quasi scomparsa, storie reali se pur in tono fiabesco, fa rivivere tradizioni perdute, spaccati di vita appartenuta ad altre generazioni, quelle della civiltà contadina (da cui peraltro lui proviene), ma ciò che più emerge dalle sue visioni sono le “forë”, quelle che si potevano ascoltare un tempo nei “firossi”, le serate tradizionali delle frazioni del parmense dedicate al ritrovarsi per raccontare aneddoti, racconti e curiosità storiche, spesso di fronte al fuoco del caminetto, quando fuori c'era freddo e nevicava. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto Betsabea al Bagno
ARARPI0240154

Dipinto Betsabea al Bagno

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Dipinto Betsabea al Bagno

Olio su tela. Il dipinto di grandi dimensioni, riprende le modalità pittoriche del XVII secolo ma è di epoca successiva, ed è stato realizzato su una tela applicata su altra più antica. La scena racconta l' episodio biblico (tratto dal Libro dei Re) ampiamente narrato pittoricamente, affigura il bagno di Betsabea, la moglie del generale Uria, al servizio del re Davide. Secondo il racconto biblico, Davide si trova nella terrazza del suo palazzo quando nota la donna che si fa il bagno nel giardino della sua abitazione, attorniata dalle sue ancelle. Davide se ne invaghisce e la seduce, mettendola incinta. Per mascherare il misfatto, richiama il generale Uria dal fronte, per farlo giacere con la moglie, ma Uria non vuole lasciare i suoi soldati; allora Davide lo manda a combattere in prima linea sperando che resti ucciso: così avviene e Davide può sposare Betsabea, ma verrà punito da Dio per l'adulterio e l'empietà commessa. Il dipinto propone il momento in cui Betsabea, appena uscita dal bagno, mentre si specchia nello specchio che le regge una schiava, e circondata da altre serve, legge il biglietto che le ha mandato il re Davide; quest'ultimo compare in alto a destra, affacciato al terrazzo. La scena è dominata dalle figure femminili intrecciate tra loro, in un viluppo di vesti e tessuti, e contornate dai fiori del giardino; al centro spicca lo specchio in una ricca cornice dorata. Il dipinto presenta un rattoppo in basso a destra. E' presentato in cornice antica dorata.

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Dipinto naif di Mario Previ
ARARCO0241617

Dipinto naif di Mario Previ

Il falò sotto la nevicata, 1979

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Dipinto naif di Mario Previ

Il falò sotto la nevicata, 1979

Olio su vetro. In basso a destra presenti la firma e la data, accompagnate dal simbolo dell'artista, la figurina stilizzata di un uomo in carrozzina. E' un'opera su vetro del pittore Mario Previ, che dall'età di diciotto anni vive e dipinge su una carrozzina, per una tetraplegia conseguente ad un tuffo nel suo Taro. Ha detto di sè :" Il mondo, il passare del tempo, da questo punto di vista (la sedia a rotelle) insegnano tante cose. Impari a svegliarti ogni mattina con uno scopo, anche se il tuo corpo è dolente, se ogni gesto genera sofferenza e dipendi dagli altri e mollare potrebbe essere una soluzione facile. E invece, l'arte, la pittura, insieme alla serenità del mio mondo, degli amici, mi danno un'energia incredibile. Mi hanno salvato, dandomi la forza di vivere". Nel 1974, tre anni dopo l'incidente, ispirato da una trasmissione televisiva sui pittori naif jugoslavi, in particolare dalle opere su vetro di Mijo Kovacic, Previ inizia a dipingere e ad imparare l'arte della pittura su vetro da autodidatta, fino ad arrivare a farsi conoscere ed apprezzare per i suoi dipinti. Nei suoi naif Mario Previ racconta una realtà ormai quasi scomparsa, storie reali se pur in tono fiabesco, fa rivivere tradizioni perdute, spaccati di vita appartenuta ad altre generazioni, quelle della civiltà contadina (da cui peraltro lui proviene), ma ciò che più emerge dalle sue visioni sono le “forë”, quelle che si potevano ascoltare un tempo nei “firossi”, le serate tradizionali delle frazioni del parmense dedicate al ritrovarsi per raccontare aneddoti, racconti e curiosità storiche, spesso di fronte al fuoco del caminetto, quando fuori c'era freddo e nevicava. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto David con la Testa di Golia
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Dipinto David con la Testa di Golia

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Dipinto David con la Testa di Golia

Olio su tela. Scuola centro-italiana del XVII secolo. Il dipinto richiama nello stile pittorico la produzione di Angelo Caroselli (1585-1652), artista barocco romano che fu pittore, copista, restauratore, ma anche pasticheur e conoscitore in materia d'arte, ovvero realizzatore di dipinti “alla maniera di” – nella “tecnica” e nello “stile” di un determinato tempo artistico o di un determinato autore, anche assemblando “parti” tratte da dipinti diversi. Inizialmente di stampo caravaggesco, Il Caroselli sviluppò in seguito un suo linguaggio artistico personale, che fu copiato da molti artisti minori. In quest'opera risalta l'espressività fissa e quasi esasperata del personaggio, la cui eleganza del vestito secentesco e i tratti quasi femminei del volto dal roseo incarnato, contrastano con la crudezza della testa di Golia, sanguinolenta, con l'ampia ferita da taglio che spicca sul pallore mortale. Il dipinto è stato restaurato e ritelato, conservando il telaio ligneo originale. E' presentato in cornice lignea coeva.

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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta
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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta

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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta

Olio su tela. Scuola italiana del XVII-XVIII secolo. Una grande composizione di fiori variopinti, in vasi di metallo sbalzato, e alcuni frutti sparsi per terra, sono collocati a ridosso di una parete che dà su un paesaggio marittimo: la luminosità del cielo e del mare sulla destra contrasta con la zona d'ombra sulla sinistra, sulla quale spiccano i colori dei fiori. Il dipinto, ritelato e restaurato, presenta un cretto marcato. E' presentato in cornice coeva laccata e dorata.

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Grande Succo d'Erba XIX Secolo
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Grande Succo d'Erba XIX Secolo

Le Nove Muse

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Grande Succo d'Erba XIX Secolo

Le Nove Muse

Succo d'erba. In basso a destra compare la parola Euterp. L'enorme succo d'erba raffigura le nove Muse, divinità greche femminili, tutte sorelle, in quanto figlie di Zeus e di Mnemosine, e aventi come guida il dio Apollo. Esse rappresentavano l'ideale supremo dell'Arte, intesa come verità del "Tutto" ovvero l'«eterna magnificenza del divino». Inizialmente considerate in modo generico divinità del canto e delle danze gioconde, deputate a mettere in musica e versi storie quali l'origine del mondo, la nascita degli dei e degli uomini, le imprese di Zeus, e raffigurate spesso accompagnate da vari strumenti musicali, a partire dall'epoca ellenistica vennero loro associate tutte le espressioni canore e musicali comprese quelle tristi e funebri, ed altre arti quali il teatro, e a ciascuna di esse fu associato un genere d'arte specifico, in modo che potessero essere invocate singolarmente per esercitare la loro ispirazione e protezione. La parola "Euterp" rimanda al nome di una di esse, appunto Euterpe, musa della poesia lirica e della musica, tradizionalmente raffigurata con un flauto; ma il nome Euterpe etimologicamente significa "Colei che rallegra" che porta gioia, e si può pensare quindi la scelta di tale nome a titolare l'arazzo voglia rimandare alla più antica funzione delle Muse, quelle di portatrici di gioia attraverso l'arte. In questa presentazione, le muse compaiono mentre danzano, agghindate di veli e tralci fioriti; nelle loro mani o posati accanto, compaiono strumenti o altri oggetti simboli dell'arte che esse ispirano (le maschere teatrali sia tragica che comica, la tavolozza pittorica, vari strumenti musicali...). IL grande dipinto presenta segni di usura e macchie di umidità.

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Gruppo di quattro Foto di Eva Barrett
ARARNO0236829

Gruppo di quattro Foto di Eva Barrett

Ritratti di Bambini 1930

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Gruppo di quattro Foto di Eva Barrett

Ritratti di Bambini 1930

Fotografie ritoccate a pastelli. Firmate in basso a destra. Al retro di tre di esse la data 11 novembre 1930. E' proposta una sequenza fotografica del ritratto di tre bambini, che cambiano leggermente la posa o l'espressione. Sono opera della fotografa britannica Eva Barrett che, dopo una prima esperienza come pittrice, decise di dedicarsi alla fotografia, pensando che "fosse meglio essere una fotografa di prim'ordine che una [pittrice] di seconda qualità". Trasferitasi a Roma nel 1913, stabilì qui il suo laboratorio. Pittorialista, con una macchina di piccole dimensioni, Eva Barrett creò un proprio metodo fotografico che ricordava gli schizzi dei disegni: applicava pochi leggerissimi tratti di matita riuscendo a realizzare immagini sottotono ma dai neri particolarmente densi, mantenendo così le caratteristiche della fotografia e del ritratto. In questo modo ebbe notevole successo e la sua carriera decollò. Eva Barrett fotografò la famiglia reale italiana, le mogli e i figli di ambasciatori stranieri, nonché ricevette numerose commissioni dai reali europei in Belgio, Svezia, Grecia. I quattro ritratti sono presentati in cornici in stile.

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Disegno di Claudio Bravo Camus
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ARARNO0235215

Disegno di Claudio Bravo Camus

Chiquito Futbolista de Tanger 1982

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Disegno di Claudio Bravo Camus

Chiquito Futbolista de Tanger 1982

Sanguigna su carta. Firmato e datato in cifre romane in basso a destra. In alto a destra il titolo. Claudio Bravo Camus è stato un pittore cileno affermatosi soprattutto per le composizioni (in particolare i pacchi) e i ritratti iperrealistici, tra cui quelli di eminenti personaggi politici. Considerato a tutta ragione uno dei più grandi maestri dell'iperrealismo, Claudio Bravo ha rincorso nella pittura la fotografia, ma partendo sempre dall'osservazione diretta degli oggetti stessi: "Gli occhi vedono molto più della fotocamera: mezzi toni, ombre, cambiamenti minuti di colore e luci", ha dichiarato. Il ritratto qui presentato, quello di un noto giocatore di calcio marocchino, emana un realismo minuzioso e mimetico, in particolare nello guardo dell'uomo; è stato realizzato negli anni in cui l'artista visse a Tangeri, ove si era rifugiato per sfuggire alla dittatura franchista. E' presentato in cornice.

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Dipinto con Scena di Genere
ARAROT0233383

Dipinto con Scena di Genere

L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

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Dipinto con Scena di Genere

L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

Olio su tela. Scuola francese del XIX secolo. La scena, ambientata nella povera camera da di un anziano veterano di guerra, che piange nel suo letto, vede i familiari comunicargli la triste notizia della sconfitta di Waterloo, come si deduce dal foglio di giornale tra le mani della donna, su cui spicca il nome della storica località ove fu sconfitto definitivamente Napoleone Bonaparte. La tela presenta segni di restauri precedenti, in particolare è ben visibile il rattoppo in corrispondenza della figura femminile. E' presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto Paesaggio boschivo
ARARNO0235293

Dipinto Paesaggio boschivo

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Dipinto Paesaggio boschivo

Olio su tela. Firmato Bertolotti in basso a destra. E' proposto lo scorcio di un bosco, con piante rade ed alte e un sottobosco ricco di rocce ricoperte da un prato verde; attraverso gli alberi, si apre al centro uno squarcio, inondato di luce, che inquadra aspre cime montuose. Il dipinto, di forte impatto scenografico, è presentato in cornice coeva.

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Dipinto Giovane che accende la Pipa
ARARPI0229465

Dipinto Giovane che accende la Pipa

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Dipinto Giovane che accende la Pipa

Olio su tela. Il dipinto propone il ritratto a mezzo busto di un giovane uomo che, in deshabillé, sta accendendo la pipa attingendo il fuoco con un bastoncino dalla candela posata davanti a lui, sul tavolo ove è appoggiata anche una spada: forse si tratta di un giovane cavaliere in un momento di riposo. E' proprio la candela, unica fonte di luce della scena, a suggerire che l'artista guardasse alla produzione di Georges De La Tour (1593 -1652), il pittore francese di stampo caravaggesco che si affermò per le sue scene "notturne", caratterizzate da figure, solitamente gente di basso rango più che modelli storici o personaggi altolocati, illuminate dalla luce di una candela, a creare una speciale atmosfera di intimità. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Soggetto Storico
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Soggetto Storico

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Soggetto Storico

Olio su tela. Metà XIX secolo. La grande scena racconta un episodio storico, non identificato, ambientato in periodo rinascimentale, in cui un arcivescovo ascolta la supplica di un giovanetto in arme, accompagnato dalla madre, che sostiene la sua supplica. L'ambientazione è all'interno del salone di ricevimento dell'alto prelato, presumibilmente nel palazzo vescovile, che dalla loggia sullo sfondo si affaccia sul Duomo, di cui si intravvede la cupola; il vescovo è circondato dai suoi sottoposti e da guardie, mentre persone diverse del popolo assistono. Particolare è la presenza dell'uomo seduto in primo piano a sinistra, che guarda verso lo spettatore e indica la scena, come se la stesse raccontando. L'atmosfera è giocata sui contrasti tra luci e ombre, tra i colori vivaci dei personaggi dominanti rispetto ai toni spenti e soffusi delle figure di contorno, che tendono letteralmente a sparire nell'ombra ai limiti della scena. L'opera rientra in quell'ampia produzione ottocentesca che si rifaceva al soggetto storico o letterario, riproponendolo in chiave romantica. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in importante cornice della seconda metà dell' 800, con mancanze.

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Dipinto Natura morta con Selvaggina, Cane e Nido di Uccellini
ARARPI0229489

Dipinto Natura morta con Selvaggina, Cane e Nido di Uccellini

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Dipinto Natura morta con Selvaggina, Cane e Nido di Uccellini

Olio su tavoletta. Scuola nord-europea di fine XIX secolo. Nella composizione all'interno di una rimessa giace su un piano della selvaggina cacciata; a sinistra spunta il muso del cane cacciatore che è però rivolto verso un nido pieno di uccellini pigolanti, collocato sopra la stanga del calesse che si vede a destra. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto su Tavola Annunciazione XVI secolo
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Dipinto su Tavola Annunciazione XVI secolo

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Dipinto su Tavola Annunciazione XVI secolo

Olio su tavola. Scuola centro-italiana della seconda metà del '500. La sacra scena dell'Annunciazione vede le due figure protagoniste collocate in primo piano in un interno che corrisponde alla stanza di Maria. La giovane donna è seduta davanti ad un piccolo scrittoio ligneo, sorretto da figure di angeli, su cui poggiano il libro di preghiere e un vasetto con fiorellini; ai suoi piedi, il cestino del lavoro di cucito. Maria ha il corpo parzialmente rivolto all'indietro, in un movimento contorto, quasi di tentativo di fuga, come se volesse allontanarsi dall'altra figura, quella dell' Arcangelo Gabriele. Costui sta in piedi sulla destra, maestoso ed elegante, con una mano che regge un giglio e l' altra che indica verso l'alto sopra di lui, dove sta uscendo da un varco di luce la colomba bianca, simbolo dello Spirito Santo. Sullo sfondo, alte colonne con drappeggi che sormontano la pedana su cui poggia il letto di Maria. La composizione rimanda, nello stile figurativo e nelle scelte cromatiche, alla pittura già manierista delle scuole del centro Italia: in particolare vi è un forte concordanza di stile e composizione con alcune opere dello stesso soggetto del pittore Bastiano Vini Detto Bastiano Veronese (1525/1530 - 1602), che dal 1540 circa visse e lavorò a Pistoia. E' in tale città che si ritrovano alcune sue Annunciazioni: in particolare quella nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie (una pala d'altare di dimensioni superiori ai due metri di altezza), mostra evidenti rassomiglianze sul piano formale e compositivo con quella qui presentata. Vi è concordanza nell' ambientazione della scena sacra: una stanza, sul cui sfondo è una tenda che copre parzialmente un letto, arredata con gli elementi essenziali alla narrazione, il leggio e la sedia riccamente ornati con cariatidi di putti o angioletti che paiono intagliati nel legno. Corrisponde, anche se con lievi variazioni, lo schema compositivo, con le due figure che si dispongono "a fregio" sullo stesso piano di posa, e corrispondono altresì i tratti somatici della Vergine e dell'Arcangelo. Si differenzia invece il pavimento, che, mentre è omogeneo nella nostra tavola, in quella pistoiese si presenta con cromie alternate a scacchiera, ma pare che tale disegno del pavimento sia stato aggiunto in un periodo successivo, in occasione del rifacimento dell'altare nel 1637-1639, in pendant con quello di altra opera dello stesso Sebastiano Vini nella stessa chiesa, una Sacra Conversazione. Pare quindi piuttosto certo che la nostra tavola sia stata dipinta guardando all'opera di Bastiano Veronese, probabilmente su richiesta specifica del committente, e prima della variazione del pavimento, quindi collocabile nella seconda metà del XVI secolo. Il dipinto è stato sottoposto a restauro, con applicazione di due rinforzi al retro della tavola. E' presentato in cornice di fine '800. (Riferimento per la pala d'altare di Pistoia: Catalogo dei beni culturali https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900035285)

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Dipinto Sacra Famiglia con Sant'Anna
ARARPI0224942

Dipinto Sacra Famiglia con Sant'Anna

Seguace di Peter Paul Rubens

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Dipinto Sacra Famiglia con Sant'Anna

Seguace di Peter Paul Rubens

Olio su tela. Il dipinto deriva dall' opera di Rubens (1577 -1640) conservata al Museo del Prado a Madrid, riprodotta in controparte in incisione da Paulus Pontius (1603 -1658), come appare anche in questa versione. Occupa il centro verticale della scena la figura di Maria, il cui volto fu ispirato a quello di Isabel Brandt, la prima moglie del pittore fiammingo, morta nel1626 ad appena 35 anni. La Madonna tiene in braccio il Bambin Gesù, che la guarda teneramente ma seriamente negli occhi, mentre una manina è poggiata sul seno scopero della madre, da cui ha appena ricevuto nutrimento; dietro, in piedi, Sant'Anna avvolge le spalle della figlia e del nipote in un tenero e protettivo abbraccio, sorridendo compiaciuta: Sul lato sinistra, un po' separato e al buio, Giuseppe assiste pensoso e preoccupato: unica figura umana che non rientra nella luce emanata dal volto del Bambino, irradiata su quello di Maria e, di riflesso, anche su quello di Sant' Anna. rispetto all'opera del maestro, è rispettata la composizione delle figure, ma variano diversi particolari, in particolare nelle vesti di Sant' Anna, di Maria, nel drappeggio che cinge i fianchi del Bambino., ad avvalorare l'ipotesi che si tratti di opera di seguace del maestro fiammingo. Il dipinto, restaurato e ritelato, si presenta in buone condizioni, con solo un graffio nel colore in alto al centro.

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Dipinto con La Sacra Famiglia a Tavola
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Dipinto con La Sacra Famiglia a Tavola

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Dipinto con La Sacra Famiglia a Tavola

Olio su tela. Scuola centro-italiana del XVII secolo. L'insolita e particolare rappresentazione presenta sulla sinistra le tre figure della Sacra Famiglia, con Gesù già fanciullo, seduti alla tavola e benedicenti il semplice pasto che si accingono a consumare (composto da frutta e pane); la scena, soggetto raffigurato piuttosto raramente e in genere con carattere di maggior sacralità per la presenza di angeli che servono il cibo alla famiglia, ha qui invece il sapore dell'intimità domestica molto normale e semplice. Spicca invece maestosamente tutto intorno alla Sacra Famiglia, lo scorcio di una città rinascimentale, con alti palazzi a logge e colonnati, presentati secondo una bell'effetto prospettico che conduce, in fondo a destra, alle mura di ingresso ad una città riccamente turrita, probabilmente Gerusalemme. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di fine '800.

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Dipinto Natura morta con Frutta, Ortaggi e Gatto
ARARPI0225885

Dipinto Natura morta con Frutta, Ortaggi e Gatto

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Dipinto Natura morta con Frutta, Ortaggi e Gatto

Olio su tela. Scuola italiana del XVII secolo. La grande composizione presenta una varietà di alimenti su un tavolo di cucina: a sinistra un grande canestro di vimini pieno di ortaggi, sormontato da un gruppo di pesci appesi; altri ortaggi sono posati sul piano del tavolo, accanto a un piatto di ciliege, ad uno con una forma di pane, e più indietro un altro con gamberi; sulla destra spicca un vaso colmo di fiori variopinti e, seduto sul rialzo di una madia, un gatto nero che si lecca tranquillamente la zampa. Spicca la nitidezza dei colori, esaltati dai riflessi di luce alcuni alimenti, come le ciliege o i gamberi, e sulla brocca in rame davanti ai fiori. Il dipinto, restauratoe ritelato, è presentato in cornice a listello.

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Dipinto di Paolo Baratella
ARARCO0221351

Dipinto di Paolo Baratella

Platone e Aristotele

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Dipinto di Paolo Baratella

Platone e Aristotele

Tecnica mista su tela. Al verso presenti firma, titolo, data e dedica. Paolo Baratella, artista ferrarese recentemente scomparso, ha sviluppato la sua arte componendo vasti cicli pittorici ispirati a soggetti contemporanei; di lui si hanno pertanto delle serie di opere riunite sotto titoli significativi. Dalla fmetà degli anni '80 e negli anni Duemila, i suoi apparati scenografici si arricchiscono maggiormente di riferimenti iconografici culturali, pittorici e letterali. In particolare Baratella si rivolge con maggiore attenzione all`iconografia dell`arte, della filosofia e della storia. In quest'opera l'artista presenta i ritratti dei due sommi filosofi greci (presi dalle loro raffigurazioni tradizionali classiche) e li sfuma in una cornice di colori rosa-azzurro. Le due singole tele sono affiancate all'interno di una cornice in legno lavorato, sui cui due traversi orizzontali sono incise le parole "Timeo" opera scritta da Platone, e "Etica" tema ricorrente della filosofia aristotelica.

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Scultura di Marco Cornini
ARARCO0218910

Scultura di Marco Cornini

Ragazza in poltrona

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Scultura di Marco Cornini

Ragazza in poltrona

Scultura in terracotta. Firmata in basso a destra. Marco Cornini, artista milanese formatosi all'Accademia di Brera, lavora prevalentemente con la terracotta, con cui realizza figure umane, sia maschili che femminili, uomini e donne, o meglio ancora ragazzi e ragazze più o meno della sua stessa generazione, in momenti della loro intimità, spesso di coppia ma anche individuale, con valenze sentimentali, erotiche, passionali. Qui è proposta una donna nuda seduta in poltrona in una stanza, in atteggiamento di intimistica disperazione.

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Dipinto di Hercules Sanders
ARARPI0220300

Dipinto di Hercules Sanders

Figure con Natura Morta Autunnale

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Dipinto di Hercules Sanders

Figure con Natura Morta Autunnale

Olio su tela. Sulla botte in basso a sinistra è presente la firma H.Sanders. La scena, ambientata in esterno in una via di una città fiamminga, con il canale di sfondo sulla sinistra, vede in primo piano una venditrice di ortaggi dietro il suo banchetto, che è allestito con una variegata composizione di ortaggi invernali, una natura morta composta da cavolfiori, verze, carote, pannocchie; al fianco della donna, un passante che porta in spalla un arpione, le sta offrendo dei pesci, evidentemente il frutto del suo pescato che vuole vendere. L' ambientazione fa pensare ad Amsterdam, città ove nacque e visse il pittore olandese Hercules (o Herkules) Sanders, che si affermò prevalentemente come ritrattista, ma di cui è nota una scena di genere in interno, attualmente presso il Detroit Institute of Arts, datata 1647 e intitolata "Donna che pulisce il pesce", la cui figura femminile molto somiglia alla venditrice dell'opera qui presentata. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto La Predica di San Giovanni Battista
ARARPI0220299

Dipinto La Predica di San Giovanni Battista

ARARPI0220299
Dipinto La Predica di San Giovanni Battista

Olio su tela. Scuola fiamminga del XVII-XVIII secolo. La grande scena si svolge in un vasto paesaggio nordico, all'interno di un bosco ricco di piante ritorte, e sulla destra una città sormontata da picchi rocciosi. All'interno del bosco un folto gruppo di figure, figure popolari ma anche altolocate, tutti in abiti orientali, che fanno cerchio intorno a Giovanni Battista, ritratto nel suo costume iconografico tradizionale (vestito di pelli, con il bastone sormontato dalla Croce e avvolto dal cartiglio, un agnellino ai piedi): lo sguardo di Giovanni è rivolto verso l'alto, in linea con un uccello che vola sopra le cime degli alberi, raffigurazione simbolica dello Spirito Santo che ispira le parole del predicatore. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di fine '800 - inizio '900.

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