Giovane Pescivendolo

Paesaggio Invernale con Slitta

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. Un paesaggio ove cielo e terra si confondono nelle sfumature del bianco e del grigio, abitato e animato solo da alcune figurine sfumate con una slitta di fascine trainata da un cavallo. L'opera ben esprime la capacità dell'artista russo Ivan Karpoff, trasferitosi da giovane in Italia e rimastovi sino alla morte, di raccontare un paesaggio lombardo, con una sensibilità slava, trasferendovi degli elementi tipici della sua terra natia. Il dipinto è presentato in cornice.

Piccolo Scorcio con Figure

Acquarello su carta. Firmato a matita in basso a destra. L'artista russo-scozzese William Walcot, architetto, grafico e incisore, dipinse numerosi scorci delle città europee o del Sudafrica in cui visse, in uno stile che fece di lui il maggior esponente dell'Art Nouveau russa. Nel piccolo dipinto qui proposto si vedono alcune figure probabilmente di venditori ambulanti, raccolti sotto un ombrellone, in prossimità di una via urbana percorsa da un calesse. In cornice in stile.

Scorcio di Campagna Lombarda

Olio su tela. Firmato in basso a destra. E' opera dell'artista nato e vissuto a Milano Vespasiano Quarenghi, che si distinse per i suoi scorci della campagna lombarda, raffigurata da diversi angoli e in diverse stagioni, con una tecnica che risente ancora dell' impressionismo. In cornice in stile.

A grandezza naturale è ritratto un fanciullo in abito nero e calze bianco, alla foggia dei nobili spagnoli della metà del Seicento. la mano sinistra il bambino tiene due preziosi tulipani e nell'altra un cappello. Alle sue spalle, una fontana zampillante e una composizione di fiori variopinti. Il dipinto è stato già attribuito precedentemente a Juan Bautista Martinez del Mazo (1612 -1667), pittore genero del Velazquez al cui stile si rifaceva e che realizzò numerosi ritratti. Il dipinto faceva probabilmente parte di una composizione di ritratti. Restaurato e ritelato.

Incisione su Seta

Incisione su seta, applicata a tela. Si tratta della trasposizione coeva su seta in grande dimensione della stampa realizzata come frontespizio della tesi di laurea di Giovanni Angelo Altemps (1642 -1680), figlio di Pietro e nipote di Giovanni Angelo Altemps (1583 -1620); il laureato, prelato domestico, fu governatore di Fano e di Spoleto e poi cerimoniere di Papa Alessandro VII. Nella Roma barocca del XVII secolo i frontespizi delle tesi di laurea venivano disegnati e incisi dai più importanti artisti del tempo, e davano lo spunto per illustrare filologicamente - attraverso simboli, allegorie, metafore - il contenuto dei lavori di tesi. Le copie ornate di tali frontespizi, le versioni più ricche e belle, venivano consegnate al Pontefice. In questa scena, davanti ad una fontana barocca e circondato da angeli e ninfe, un uomo riceve sul capo la corona d'alloro; sopra di lui, una scritta con il nome del Papa Alessandro VII e del laureato. L'opera è presentata in cornice di inizio '900, in stile.

Ritratto Femminile 1913

Tecnica mista su carta. Firmato e datato in basso a destra. Nato a Milano nel 1880, Aldo Mazza fu illustratore, pubblicitario e pittore. Vicino alla corrente divisionista, egli realizzò numerosi ritratti femminili e di bambini, ma anche paesaggi urbani e composizioni floreali. Il disegno qui proposto è presentato in cornice a vista.

Olio su tela. Scuola spagnola del XVII secolo. All'interno di un giardino, è ritratta una giovane ragazza in un elegante abito da corte, ricco di nastri e passamanerie. Nella mano sinistra la ragazzina regge una rosa, nella destra un fazzoletto bianco bordato di pizzo; in questa mano inoltre indossa due anelli mentre, appeso alla scollatura tramite un ricco fiocco d'oro, vi è un pendaglio in filigrana al cui interno è montato un cammeo. Anche l'acconciatura è riccamente adorna di fiori. Il dipinto è stato già attribuito precedentemente a Juan Bautista Martinez del Mazo (1612 -1667), pittore spagnolo genero del Velazquez al cui stile si rifaceva e che realizzò numerosi ritratti. I l dipinto faceva probabilmente parte di una composizione di ritratti. Restaurato e ritelato.

Olio su tela. XVIII secolo. I due paesaggi ambientati lungo la costa marittima, sono riempiti dalle numerose imbarcazioni ormeggiate, tra cui si vedono sia galeoni da guerra che barche di pescatori, e sono animati da numerose figurine impegnate nelle loro attività marittime. In uno dei due spiccano sulla destra le rovine di un castelletto. Questi dipinti rientrano in un'ampia produzione paesaggistica diffusasi nel '700, che amava inserire rovine e resti di un' era passata, soprattutto quella classica, in paesaggi e scorci di vita presente; il genere pittorico del capriccio architettonico voleva proporre un mondo sospeso tra realtà ed inquieta fantasia, dove le figure, piccole e abbozzate, vivono in uno scenario irreale perchè arcaico, superato, e la povertà e semplicità del presente contrasta con l'opulenza delle vestigia del passato. Restaurati e ritelati, i due dipinti sono presentati in cornici coeve in legno intagliato e dorato.

Olio su tela. XVIII secolo. I due dipinti propongono delle vedute dominate da imponenti rovine architettoniche animate da figure popolari; nell'uno, ambientato in prossimità di un porto marittimo, spicca al centro un obelisco, che si erge parallelo agli alberi delle barche retrostanti e alla colonna con la statua di un cavaliere sulla destra; nell'altro dipinto, i resti imponenti di un palazzo classico in rovina dominano sul dolce paesaggio fluviale. I due dipinti rientrano in un'ampia produzione settecentesca diffusasi soprattutto in area veneta, che he proponeva un mondo sospeso tra realtà ed inquieta fantasia, dove le figure, piccole e abbozzate, vivono in uno scenario irreale perchè arcaico, superato, e la povertà e semplicità del presente contrasta con l'opulenza delle vestigia del passato. I dipinti, restaurati e ritelati, sono presentati in cornici coeve in legno intagliato e dorato.

Olio su tela. Secolo XVIII. La scena, animato da numerose figurine di viandanti e popolani. è dominata nell'emicampo sinistro dalla importante struttura architettonica di un antico palazzo classico, in rovina ma ancora imponente; a destra si apre un paesaggio ampio, attraversato da un corso d'acqua. Il dipinto rientra in quell'ampia produzione di questo soggetto pittorico diffusosi nel XVIII secolo soprattutto in area veneta, che proponeva un mondo sospeso tra realtà ed inquieta fantasia, dove le figure, piccole e abbozzate, vivono in uno scenario irreale perchè arcaico, superato, e la povertà e semplicità del presente contrasta con l'opulenza delle vestigia del passato. IL dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice coeva in legno intagliato e dorato.

Olio su tela. Secolo XVIII. Le due scene, animate da numerose figurine di viandanti e popolani. sono dominate nell'emicampo destro da importanti strutture architettoniche, di palazzi o templi classici, in rovina ma ancora imponenti; a sinistra si apre un paesaggio ampio, attraversato da un corso d'acqua. I dipinti rientrano in quell'ampia produzione di questo soggetto pittorico diffusosi nel XVIII secolo soprattutto in area veneta, che proponeva un mondo sospeso tra realtà ed inquieta fantasia, dove le figure, piccole e abbozzate, vivono in uno scenario irreale perchè arcaico, superato, e la povertà e semplicità del presente contrasta con l'opulenza delle vestigia del passato. Restaurati e ritelati, i due dipinti sono presentati in cornice coeva in legno intagliato e dorato.

Scrittura, 11/1997

Acrilico su tavola. Al retro presenti il nome, il titolo, le dimensioni e la data. Sul telaio la firma dell'artista a penna e il timbro "Paolo Barrile Messaggio Terre". Paolo Barrile, artista ambientalista comportamentale, si distingue per una pittura fortemente materica, che utilizza per portare messaggi di forte impatto ecologico e ambientalista; in particolare è l'artista del Messaggio Terra e dell'Arte Amplificata, in cui esprime la sua "follia ecologica" su scala planetaria. La serie "Scrittura" appartiene al suo periodo delle scritture e dei graffiti (1993-2005): in queste sue opere Barrile parte dalle tag più belle che trova per la strada, scritte di getto, e le riprende con amore, disponendole con i suoi colori e i suoi equilibri compositivi, con l'intento di salvare e tramandare ai posteri i grafiti con cui i giovani riempiono le mura delle città. Allegato al dipinto, il libro "Paolo Barrile", ed. STVE 2005.