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In questa sezione si possono trovare tutte le opere di Arte dell’Ottocento disponibili nel nostro catalogo online. Un’ampia e raffinata selezione che comprende paesaggi, nature morte, ritratti, volti, soggetti sacri, scorci e vedute di artisti dell'800 con cui arricchire gli ambienti della tua abitazione

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Dipinto Acquarello di Arturo Ferrari
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Dipinto Acquarello di Arturo Ferrari

San Lorenzo Milano 1898

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Dipinto Acquarello di Arturo Ferrari

San Lorenzo Milano 1898

Acquarello su carta. Firmato in basso a sinistra. Etichetta in metallo sulla cornice con il titolo e la data dell' opera. Arturo Ferrari fu un pittore milanese che fece delle vedute prospettiche milanesi il soggetto ricorrente all'interno della sua vasta produzione di oli e acquerelli. In breve tempo divenne l'artefice di una rievocazione poetica e sentimentale della vecchia Milano che nel passaggio verso il Novecento, complice una radicale ristrutturazione edilizia, andava assumendo un nuovo volto. Questo scorcio di Milano propone un particolare di Piazza Vetra con il varco di accesso laterale alle Colonne di San Lorenzo e la cupola della Basilica omonima. L'opera è presentata in cornice in stile.

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Dipinto di Tranquillo Cremona
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Dipinto di Tranquillo Cremona

Confidenze

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Dipinto di Tranquillo Cremona

Confidenze

Acquarello su carta. Monogramma dell'artista in alto a sinistra. Tranquillo Cremona, dopo un primo periodo vicino alla pittura romantica, a partire dal 1870 si allontanò dalle influenze di Francesco Hayez e assunse una pittura dai contorni indefiniti, elaborando insieme all'amico Daniele Ranzoni il concetto di " macchia scapigliata": dopo un primo intervento con i pennelli, rifiniva le opere con le dita per sfumare, utilizzando tutte le dita per rendere la massima vaporosità ai propri dipinti. Tale tecnica (che gli costò la vita per l'intossicazione da piombo dovuta al contatto ripetuto sulla pelle dei colori) fu paragonata da Camillo Boito alle vedute della lanterna magica, quando non ancora si è trovato il giusto fuoco della lente: l'immagine già si distingue, ma è immersa in un vapore quasi aeriforme. I soggetti delle opere di Tranquillo Cremona furono sempre figure umane, presenti nelle scene storico-letterarie del periodo romantico, come nei ritratti e nelle scene di genere della fase scapigliata; i suoi soggetti erano presi dalla vita quotidiana, nella sua semplicità e immediatezza spontanea, come queste tre figure femminili raffigurate in un momento di conversazione confidenziale e intima tra amiche. L'opera è presentata in cornice di fine '800.

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Dipinto Paesaggio con Edifici e Figure
ARAROT0280651

Dipinto Paesaggio con Edifici e Figure

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Dipinto Paesaggio con Edifici e Figure

Olio su tela. Scuola fiamminga del XIX secolo. Il paesaggio collinare presenta sulla sinistra in primo piano un'alta pianta svettante sui campi sottostanti, con un cacciatore intento a mirare ad una preda nascosta tra le sue sue fronde; poco discoste alcune case coloniche, dal tipico tetto nordico spiovente, davanti alle quali si intuiscono altre figure; sullo sfondo in lontananza si delinea il profilo sfumato di una città. Sulla cornice è applicata targhetta attributiva a Anthonie Van Borssom (1629 -1677), pittore fiammingo paesaggista, alla cui produzione il dipinto guarda per alcuni tratti. La tavola pittorica è stata parchettata. Il dipinto è presentato in cornice dorata di metà '900.

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Dipinto Seguace di Louis Léopold Robert
ARAROT0276818

Dipinto Seguace di Louis Léopold Robert

Il Ritorno dalla Festa della Madonna dell' Arco a Napoli

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Dipinto Seguace di Louis Léopold Robert

Il Ritorno dalla Festa della Madonna dell' Arco a Napoli

Olio su tela. Si tratta della copia di un celebre dipinto del pittore Louis Léopold Robert (1794 -1835), che fu esposto al Salon de Paris nel 1827 e comprato dal re Luigi Filippo ; attualmente è conservato al Museo del Louvre. Il dipinto raffigura una scena gioiosa di festa, ricca di folklore con personaggi in costume che ballano la tarantella e sullo sfondo il fantastico panorama della città di Napoli. Il Robert, artista svizzero, soggiornò diverse volte in Italia, dove trovò ispirazione per la realizzazione di molte opere e si affermò come pittore romantico di genere e paesaggista da Grand Tour, i cui soggetti furono molto apprezzati e replicati. Il dipinto del "Ritorno dalla festa della Madonna dell' arco a Napoli", costitutiva parte di un progetto di Robert, che intendeva dipingere quattro grandi tele sulle stagioni, ambientate in quattro diverse parti d'Italia: questa rappresentava la Primavera. La tela qui presentata, non firmata, è comunque di alta qualità pittorica . Restaurata e ritelata, è presentata in cornice di fine'800 - inizio '900.

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Dipinto Giovane Donna con Pappagallo
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Dipinto Giovane Donna con Pappagallo

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Dipinto Giovane Donna con Pappagallo

Olio su tela. Scuola francese del XIX secolo. Monogramma JP in basso a sinistra. Di gusto orientalista, il dipinto ritrae una giovane donna in abiti orientali, adornata di gioielli, che tiene appoggiato sulla mano un pappagallino. Questo uccello ha nella simbologia cristiana un significato di purezza e innocenza, mentre nella iconografia più laica indica eleganza, capacità comunicativa o, più genericamente, rimanda all' esotismo. Il dipinto è presentato in cornice coeva.

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Dipinto Tre Figure Femminili
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Dipinto Tre Figure Femminili

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Dipinto Tre Figure Femminili

Olio su tela. Gustosa raffigurazione di vita popolare con figure macchiettistiche: tre popolane a figura intera sono rappresentate per strada mentre conversano fitto fitto tra di loro, a scambiarsi confidenze o... pettegolezzi! Non firmato, il dipinto necessita di restauro per strappo in basso.

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Dipinto 'Dodicesima Notte il Re Beve' XIX secolo
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Dipinto 'Dodicesima Notte il Re Beve' XIX secolo

Copia da David Teniers II

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Dipinto 'Dodicesima Notte il Re Beve' XIX secolo

Copia da David Teniers II

Olio su tavola. Il dipinto è una copia rivisitata della celebre opera di David Teniers il Giovane (1610 -1690), eseguito tra il 1634 ed il 1640 e conservato attualmente al museo del Prado di Madrid. Il titolo della vivace scena fa riferimento alla cosiddetta Dodicesima Notte, festa corrispondente all'Epifania, appunto dodici giorni dopo Natale, che era l'ultima notte di festeggiamenti, in cui si poteva bere oltre i limiti, dedicarsi all'amore, agli scambi di coppia e di genere, una sorta di carnevale, durante il quale veniva eletto il King of Misrule (letteralmente il re del Malgoverno) un sovrano alla rovescia che imponeva le sue leggi, sovvertendo regole e comportamenti. Quest' opera, come molte altre del Teniers, ebbe tale successo legato alle numerose commissioni di reali ed aristocratici nel corso del XVIII secolo, da indurre una ampia produzione postuma di copisti, molti dei quali firmarono addirittura con il nome dell'artista. Il dipinto qui presentato ha diverse cadute di colore, da riprendere. È in cornice di fine '800, adattata per misure.

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Gruppo Otto Medaglie con Profili Uomini Illustri
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Gruppo Otto Medaglie con Profili Uomini Illustri

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Gruppo Otto Medaglie con Profili Uomini Illustri

Medaglioni stampati su placche di rame. Gli otto medaglioni derivano dalla serie di medaglie di "Uomini illustri italiani". Queste otto in particolare effigiano i profili di otto uomini illustri del mondo dell'arte e della scienza: Antonio Allegri detto il Correggio, Andrea Appiani, Benvenuto Cellini, Andrea Palladio, Scipione Maffei, Galileo Galilei, Francesco Guicciardini e Girolamo Vida. Sono montate in pannello di cartone rivestito di velluto e incorniciato in cornice in stile.

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Dipinto Attribuito a John Watson Gordon
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Dipinto Attribuito a John Watson Gordon

Ritratto di Lord Wood of Inchyra

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Dipinto Attribuito a John Watson Gordon

Ritratto di Lord Wood of Inchyra

Olio su tela. Al retro è presente cartiglio con attribuzione e titolo dell'opera. Sir John Watson Gordon si affermò come ritrattista, realizzando nella sua vita i ritratti di moltissimi personaggi inglesi illustri, e divenendo anche pittore di corte. Il nobiluomo qui ritratto appartiene alla casata dei Wood di Inchyra, località nello Perthshire in Scozia. Il dipinto è presentato in cornice.

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Mentore Silvani
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Mentore Silvani

Paesaggio Innevato con Figure 1872

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Mentore Silvani

Paesaggio Innevato con Figure 1872

Olio su tela. Firmato, datato 1872 e localizzato Parma in basso a destra. E' un grande paesaggio invernale di forte impatto scenico, che ben si inserisce nel tradizionalismo scenografico proprio della pittura di Mentore Silvani, artista nativo di Traversetolo (Parma), pittore paesaggista ma noto anche come scenografo. Nella scena, spruzzata del bianco di una breve nevicata che crea quella tipica atmosfera invernale rarefatta e silenziosa, tra alberi spogli e secchi, si snoda una strada sterrata percorsa da un viandante; a destra una costruzione diroccata con il lavatoio ove attinge acqua una donna; al centro una colonnina su cui è montata un'immagine sacra. Formatosi nella sua città natale, il Silvani partecipò alle esposizioni dell'Incoraggiamento di Parma a partire dal 1864 , ed è prevalentemente nella sua città che si ritrovano oggi le sue opere (presso il Comune di Parma, la Galleria Nazionale , il Liceo artistico Paolo Toschi) ; espose peraltro anche a Milano (1872) e a Firenze (1875). Formatosi come scenografo alla scuola di Gerolamo Magnani, il Silvani svolse tale incarico a Parma ma anche a Venezia a partire dal 1871. La sua produzione pittorica, che annovera paesaggi prevalentemente rurali della campagna parmense, è sempre caratterizzata dalla fedeltà al dato reale. L'opera qui proposta è presentata in cornice coeva.

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Coppia di Ritratti 1883
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Coppia di Ritratti 1883

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Coppia di Ritratti 1883

Matita su carta. In basso a destra, su entrambi, la scritta "Pietro Mulazzi disegnò" , con la data 1883. Di artista ignoto ma abile nell'utilizzo delle matite, sono i ritratti di una coppia borghese, i cui volti in grigio ben emergono dallo sfondo di carta rossa. Sono presentati in cornici dorate coeve, con diverse mancanze (da restaurare).

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Dipinto di Giovanni Muzzioli
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ARAROT0198569

Dipinto di Giovanni Muzzioli

Bacco Ebbro

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Dipinto di Giovanni Muzzioli

Bacco Ebbro

Olio su tela. Firmato in basso a destra. Il dio è raffigurato in piedi a riempire la scena, rivestito solo di un telo che gli cinge i lombi e da foglie d'edera, poste sui fianchi e sulla testa, mentre regge in una mano un calice; lo sguardo è vacuo e stralunato. Alle sue spalle, un putto semisdraiato gioca con dell'edera. All'intorno, nuvole bianche, così come è bianco il terreno d'appoggio, con sprazzi di cielo azzurro e un cespuglio verde a creare gli unici contrasti. Al retro dell'opera è presente etichetta "Mario Galli Collezione d'Arte", con numero di catalogazione 64 e scritta autografa dell'artista. L'opera ben rappresenta la pittura di questo artista modenese d'origine, ma che si formò artisticamente prima a Roma poi a Firenze, ove trascorse gran parte della vita. La sua ricca produzione propose inizialmente soprattutto soggetti storici, ma poi si volse anche al ritratto e infine al paesaggio: la sua unicità si riconosce nella capacità di spaziare dal soggetto storico, spesso collocato in ambientazioni ricavate dall'antica Pompei, al naturalismo di stampo macchiaiolo, del suo secondo periodo, nel quale il Muzzioli ricercava una significativa percezione dell'atmosfera e della luce in soggetti ispirati all'ambiente rurale toscano, spesso collocati nell'antichità. In quest'opera, un ritratto di un personaggio mitologico, traspare fortemente l'intento luministico dell'artista, la ricerca dell'effetto della luce che gioca nei corpi nudi del dio e del putto, a sfumare poi nello sfondo. L'etichetta della Galleria d'arte riconduce al fiorentino Mario Galli (1877 -1946), scultore che fu anche importante collezionista di opere soprattutto di macchiaioli. L'opera presenta un cretto importante ed è stata ritelata. E' presentata in cornice in stile.

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Dipinto Ritratto maschile
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Dipinto Ritratto maschile

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Dipinto Ritratto maschile

Olio su tela. Scuola francese di fine '700 - inizio '800. Ritratto di gentiluomo in elegante abito borghese. La tela presenta lievi strappi e necessita di pulizia. E' presentato in cornice dorata del XIX secolo.

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Bozzetto di Francesco Paolo Michetti
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Bozzetto di Francesco Paolo Michetti

Studio per Vegetazione

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Bozzetto di Francesco Paolo Michetti

Studio per Vegetazione

Matita su carta. Firmato in basso a destra. Il Michetti, originario dell'Abruzzo, studiò pittura all'Accademia di Belle Arti di Napoli, ove formò il suo stile realistico e naturalistico. Ma l'Abruzzo rurale, con la sua natura ancora incontaminata, fu sempre la sua fonte di ispirazione principale. Qui è presentato un piccolo studio di vegetazione campestre. In cornice.

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Dipinto di Luigi Bisi
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Dipinto di Luigi Bisi

L'antico battistero di Gravedona

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Dipinto di Luigi Bisi

L'antico battistero di Gravedona

Matita e acquarello su carta. Firmato in basso a sinistra. Dello stesso soggetto ma con personaggi, esiste dell'artista milanese la versione su tela, conservata presso la civica Raccolta d'arte Museo dell'Ottocento di Villa Belgioioso Bonaparte, a Milano. Luigi Bisi si specializzò in vedute di interni di chiese della Lombardia, con una predilezione per il Duomo di Milano. L'opera è presentata in cornice.

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Riproduzione del XIX Secolo della Croce smaltata di Pasquale I.
OGANOG0254336

Riproduzione del XIX Secolo della Croce smaltata di Pasquale I.

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Riproduzione del XIX Secolo della Croce smaltata di Pasquale I.

Formelle di rame decorate a smalti. Si tratta di una riproduzione ottocentesca della Croce smaltata di Pasquale I (817 -824), importante stauroteca in rame sbalzato e dorato, che conservava al suo interno frammenti minuti della Croce di Cristo, e che divenne parte del Tesoro deposto da Leone III (795-816) nell' oratorio detto Sancta Sanctorum in Laterano. La Croce è costituita da cinque formelle, disposte a forma di croce latina, sulle quali sono rappresentati con vivaci figurazioni smaltate sette episodi della vita di Gesù. Nella formella superiore si hanno l' Annunciazione e la Visitazione di Maria; nella formella al centro la Nascita di Gesù; a sinistra la Fuga in Egitto e a destra l'Adorazione dei Magi; nel braccio inferiore infine la Presentazione di Gesù al tempio e il Battesimo di Gesù. Le formelle sono composte su una base lignea e presentate in cornice a teca con vetro.

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Dipinto di Lambert Von Babo
ARAROT0254812

Dipinto di Lambert Von Babo

Scena di Corteggiamento 1887

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Dipinto di Lambert Von Babo

Scena di Corteggiamento 1887

Olio su tela. Firmato e datato in basso a destra, con ulteriore iscrizione "Baden" (località?). La scena propone una giovane coppia in abiti popolari settecenteschi, seduta su una panchina sotto un alberello fiorito, lungo un sentiero di campagna: il ragazzo sta facendo provare alla fanciulla a suonare il flauto dolce, simpatico espediente di corteggiamento. Non si hanno indicazioni biografiche dell' artista, di provenienza germanica dal nome e dalla località indicata. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme
ARAROT0248042

Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme

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Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme

Tecnica mista (matita, penna, inchiostro marrone e gesso bianco) su carta. Scuola italiana di inizio '800. La scena rappresenta l'incontro tra un alto sacerdote e un condottiero: se questi è seguito da tutto il suo esercito, con soldati di diverso grado truci e armati, il sacerdote è seguito da tutto il popolo che inneggia al vincitore, mentre due giovani donne in ginocchio offrono corone di fiori. Alle spalle della scena, le possenti mura con la porta d' ingresso ad una città, verso la quale indica il sacerdote, quasi a consegnarla al condottiero. L'abbigliamento del sacerdote, in particolare la presenza del pettorale cosiddetto "della Decisione" che egli indossa, rimandano ad un sacerdote israelita, e quindi la città potrebbe essere Gerusalemme; invece l' abbigliamento del condottiero vincitore, con l'elmo sormontato da due cavalli, rimanda ad Alessandro Magno, che nel 332 a.C. conquistò effettivamente la città. Il disegno è presentato in cornice in legno intagliato di fine '800.

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Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este
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Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este

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Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este

Tecnica mista (matita, penna, inchiostro marrone e gesso bianco) su carta. Scuola italiana di inizio '800. Ludovico Maria Sforza piange sulla tomba della giovane moglie Beatrice d'Este (1475 -1497); attorno a lui i frati di Santa Maria delle Grazie e alla sua sinistra Bramante e Leonardo. Sul lato corto del baldacchino marmoreo della tomba è presente lo stemma degli Sforza, con due serpenti e due aquile. Il Moro fu profondamente scosso dalla morte precoce per parto della giovanissima moglie Beatrice, compagna della vita privata ma anche di quella politica, così come alla stregua del del marito, una mecenate per i geni dell'arte della loro corte, quali appunto Leonardo da Vinci e Il Bramante, autori di molte opere pittoriche e architettoniche della corte viscontea-sforzesca. Di questo episodio si conoscono diverse versioni soprattutto ottocentesche, da quella del 1815 di Giovanni Battista Cigola alla Pinacoteca Ambrosiana, a quella di Alessandro Reati del 1850 ca. Il dipinto è presentato in cornice in legno intagliato di fine '800.

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Dipinto di Lorenzo Delleani
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Dipinto di Lorenzo Delleani

Interno di Stalla, 1889

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Dipinto di Lorenzo Delleani

Interno di Stalla, 1889

Olio su tavola. Firmato e datato 30-11-1889 in basso a sinistra. Il Delleani, che inizialmente dipinse prevalentemente soggetti storici, si avvicinò progressivamente alla pittura paesaggistica "en plein air", soprattutto dei luoghi delle sue origini, le valli piemontesi, caratterizzando i suoi scorci con vibrazioni cromatiche e calde luminosità. Negli ultimi decenni della sua vita peraltro, egli si lasciò coinvolgere anche dal filone orientalista, per ritornare però poi ai suoi scorci paesaggistici, realizzando soprattutto tavolette ricche di caldi colori e suggestive atmosfere. Più rara ma altrettanto suggestiva la sua produzione di interni, come questo di una stalla, dove le figure animate, le pecore, compaiono come macchie quasi indistinte di colore all'interno di un ambiente giocato tutto sugli effetti luministici di un'unica gamma cromatica. Restaurato e parchettato, il dipinto è presentato in cornice dorata di inizio '900, con tracce di restauro e piccole mancanze.

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Grande Succo d'Erba XIX Secolo
ARAROT0237979

Grande Succo d'Erba XIX Secolo

Le Nove Muse

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Grande Succo d'Erba XIX Secolo

Le Nove Muse

Succo d'erba. In basso a destra compare la parola Euterp. L'enorme succo d'erba raffigura le nove Muse, divinità greche femminili, tutte sorelle, in quanto figlie di Zeus e di Mnemosine, e aventi come guida il dio Apollo. Esse rappresentavano l'ideale supremo dell'Arte, intesa come verità del "Tutto" ovvero l'«eterna magnificenza del divino». Inizialmente considerate in modo generico divinità del canto e delle danze gioconde, deputate a mettere in musica e versi storie quali l'origine del mondo, la nascita degli dei e degli uomini, le imprese di Zeus, e raffigurate spesso accompagnate da vari strumenti musicali, a partire dall'epoca ellenistica vennero loro associate tutte le espressioni canore e musicali comprese quelle tristi e funebri, ed altre arti quali il teatro, e a ciascuna di esse fu associato un genere d'arte specifico, in modo che potessero essere invocate singolarmente per esercitare la loro ispirazione e protezione. La parola "Euterp" rimanda al nome di una di esse, appunto Euterpe, musa della poesia lirica e della musica, tradizionalmente raffigurata con un flauto; ma il nome Euterpe etimologicamente significa "Colei che rallegra" che porta gioia, e si può pensare quindi la scelta di tale nome a titolare l'arazzo voglia rimandare alla più antica funzione delle Muse, quelle di portatrici di gioia attraverso l'arte. In questa presentazione, le muse compaiono mentre danzano, agghindate di veli e tralci fioriti; nelle loro mani o posati accanto, compaiono strumenti o altri oggetti simboli dell'arte che esse ispirano (le maschere teatrali sia tragica che comica, la tavolozza pittorica, vari strumenti musicali...). IL grande dipinto presenta segni di usura e macchie di umidità.

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Dipinto con Scena di Genere
ARAROT0233383

Dipinto con Scena di Genere

L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

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Dipinto con Scena di Genere

L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

Olio su tela. Scuola francese del XIX secolo. La scena, ambientata nella povera camera da di un anziano veterano di guerra, che piange nel suo letto, vede i familiari comunicargli la triste notizia della sconfitta di Waterloo, come si deduce dal foglio di giornale tra le mani della donna, su cui spicca il nome della storica località ove fu sconfitto definitivamente Napoleone Bonaparte. La tela presenta segni di restauri precedenti, in particolare è ben visibile il rattoppo in corrispondenza della figura femminile. E' presentato in cornice di inizio '900.

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Soggetto Storico
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Soggetto Storico

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Soggetto Storico

Olio su tela. Metà XIX secolo. La grande scena racconta un episodio storico, non identificato, ambientato in periodo rinascimentale, in cui un arcivescovo ascolta la supplica di un giovanetto in arme, accompagnato dalla madre, che sostiene la sua supplica. L'ambientazione è all'interno del salone di ricevimento dell'alto prelato, presumibilmente nel palazzo vescovile, che dalla loggia sullo sfondo si affaccia sul Duomo, di cui si intravvede la cupola; il vescovo è circondato dai suoi sottoposti e da guardie, mentre persone diverse del popolo assistono. Particolare è la presenza dell'uomo seduto in primo piano a sinistra, che guarda verso lo spettatore e indica la scena, come se la stesse raccontando. L'atmosfera è giocata sui contrasti tra luci e ombre, tra i colori vivaci dei personaggi dominanti rispetto ai toni spenti e soffusi delle figure di contorno, che tendono letteralmente a sparire nell'ombra ai limiti della scena. L'opera rientra in quell'ampia produzione ottocentesca che si rifaceva al soggetto storico o letterario, riproponendolo in chiave romantica. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in importante cornice della seconda metà dell' 800, con mancanze.

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Dipinto di Giovanni Sottocornola
ARAROT0214056

Dipinto di Giovanni Sottocornola

Interno di Stalla

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Dipinto di Giovanni Sottocornola

Interno di Stalla

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. L'opera è stata precedentemente acquisita all'asta Sotheby's di Milano del 10/12/2007. E' stata esposta nel 1991 nella mostra "Giovanni Sottocornola. Immagini da una collezione" tenuta a Milano presso la Galleria Silbernagl. Dopo una prima fase pittorica dedicata ai ritratti e alle nature morte, Giovanni Sottocornola si avvicinò negli anni Ottanta del XIX secolo ai temi sociali, che stavano diventando i soggetti prediletti dai giovani pittori lombardi attenti agli aspetti più miseri della società, legati all'adozione di tecniche artistiche originali. Il Sottocornola abbracciò la pratica della pittura divisionista, della quale scrisse nel 1895 "Per ora è certo, sono convinto non esservi altra pittura più atta a rendere certe sensazioni che questa". Tale tipo di pittura rimase peraltro nell'artista tutta incentrata sulla luce, sulle sue incerte vibrazioni tonali, come accade nell'Interno di stalla, realizzato verso il finire degli anni Ottanta, ove sono i giochi di luci ed ombre a giocare e creare gli effetti visivi nelle pennellate di colore giocate su poche gamme cromatiche, quelle dei bruni, espresse in un'ampia molteplicità di tonalità. L'opea è presentata in cornice in stile.

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