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ARTE, DIPINTI, QUADRI E SCULTURE ANTICHE E CONTEMPORANEE

Opere d'arte dal '600 ad oggi, dipinti e quadri di ogni epoca, sculture e ceramiche

 

La nostra collezione di opere d'arte racchiude articoli unici, con una ricca varità di epoche e tecniche pittoriche e scultoree dal XVI secolo fino ai giorni nostri.
Nella nostra galleria d’arte online è presente un' importante e raffinata selezione di
quadri antichi, arte contemporanea, dipinti antichi e sculture con cui potrai arricchire la tua casa. 

Ogni opera nel nostro catalogo è stata attentamente selezionata per rappresentare il meglio dell'espressione artistica attraverso le epoche, garantendo agli amanti dell'arte e ai collezionisti la possibilità di trovare l'articolo perfetto che parli al cuore e all'anima.

Opere d’arte

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Arte Antica e Antiquariato: Tesori del Passato
 

Esplorate la nostra sezione dedicata all'arte antica e all'arte antiquariato, dove il fascino della storia si fonde con la bellezza estetica. Da dipinti antichi che raccontano storie di civiltà passate a quadri antichi che catturano momenti immortali, ogni pezzo è una finestra aperta su un mondo scomparso. Queste opere antiche non sono solo decorazioni, ma frammenti di storia che arricchiscono qualsiasi ambiente, portando con sé storie di epoche passate.
 

Arte Contemporanea: Espressioni del Presente

Per coloro che cercano qualcosa di attuale, la nostra collezione di arte contemporanea presenta opere di artisti emergenti e affermati. Queste creazioni spaziano da interpretazioni moderne di temi classici a esplorazioni audaci di concetti e materiali nuovi. L'arte contemporanea nel nostro catalogo è pensata per stimolare il pensiero e ispirare conversazioni, rendendola perfetta per ambienti moderni che abbracciano l'innovazione e lo stile.
 

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Che siate alla ricerca di un pezzo storico per completare la vostra collezione o di un'opera moderna per aggiungere un tocco di freschezza alla vostra casa, il nostro catalogo offre qualcosa per ogni gusto ed esigenza. Con filtri facili da usare e descrizioni dettagliate, trovare il vostro prossimo acquisto d'arte antica è semplice e piacevole. Ogni opera è accompagnata da informazioni sulla provenienza, l'epoca e l'artista, assicurando trasparenza e fiducia nell'acquisto.
 

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Invitiamo gli appassionati d'arte, i collezionisti e chiunque sia mosso dalla bellezza e dalla storia a esplorare il nostro catalogo. Con aggiornamenti regolari e nuove scoperte, c'è sempre qualcosa di emozionante da scoprire. Per chi ama l'arte antica, l'arte contemporanea, i dipinti antichi, i quadri antichi e l'arte antiquariato, il nostro eCommerce è la destinazione ideale per arricchire la propria vita con opere di inestimabile valore.
 

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Dipinto Ritratto Femminile
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Dipinto Ritratto Femminile

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Dipinto Ritratto Femminile

Olio su tela. Ritratto di giovane signora che esibisce una elaborata acconciatura, dei grandi orecchini pendenti e una vistosa stola di pelliccia; alle sue spalle un tramonto crea un gioco di luce sullo sfondo scuro del cielo. Il dipinto è presentato in cornice coeva ridorata.

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Dipinto 'Dodicesima Notte il Re Beve' XIX secolo
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Dipinto 'Dodicesima Notte il Re Beve' XIX secolo

Copia da David Teniers II

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Dipinto 'Dodicesima Notte il Re Beve' XIX secolo

Copia da David Teniers II

Olio su tavola. Il dipinto è una copia rivisitata della celebre opera di David Teniers il Giovane (1610 -1690), eseguito tra il 1634 ed il 1640 e conservato attualmente al museo del Prado di Madrid. Il titolo della vivace scena fa riferimento alla cosiddetta Dodicesima Notte, festa corrispondente all'Epifania, appunto dodici giorni dopo Natale, che era l'ultima notte di festeggiamenti, in cui si poteva bere oltre i limiti, dedicarsi all'amore, agli scambi di coppia e di genere, una sorta di carnevale, durante il quale veniva eletto il King of Misrule (letteralmente il re del Malgoverno) un sovrano alla rovescia che imponeva le sue leggi, sovvertendo regole e comportamenti. Quest' opera, come molte altre del Teniers, ebbe tale successo legato alle numerose commissioni di reali ed aristocratici nel corso del XVIII secolo, da indurre una ampia produzione postuma di copisti, molti dei quali firmarono addirittura con il nome dell'artista. Il dipinto qui presentato ha diverse cadute di colore, da riprendere. È in cornice di fine '800, adattata per misure.

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Dipinto Opera di Giorgio Villa
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Dipinto Opera di Giorgio Villa

L' Antico Triscele 1997

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Dipinto Opera di Giorgio Villa

L' Antico Triscele 1997

Tecnica mista su tavola. Firmato e datato in basso a destra. Al retro ulteriore firma, data e titolo. Spinto da un'intensa curiosità intellettuale che ha caratterizzato ogni momento della sua esperienza non solo creativa, ma anche umana e professionale, l'artista anconetano Giorgio Villa ha messo a punto propri principi, di pensiero e di azione, su rigorose basi di approccio scientifico-matematico, nutrite di una profonda ispirazione poetica e di un radicato senso della bellezza. La ricerca di una via da percorrere, svincolata da schemi o legami culturali caratterizza il suo fare arte; Villa si muove nella sfera dell'immaginazione, dei sentimenti e della poesia delle immagini. Ogni opera è frutto di un'ispirazione meditata, momento per momento, concedendo spazio alla riflessione, al gesto ponderato, analizzando i rapporti fra spazio e materia, fra colori e forma, per individuare la sintesi perfetta, che rende unica e irripetibile un'opera d'arte. In quest' opera Villa raffigura la Triscele, ovvero l' antico simbolo formato da tre spirali unite in un punto centrale, più generalmente tre spirali intrecciate, o, per estensione, qualsiasi altro simbolo con tre protuberanze e una triplice simmetria rotazionale.

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La predicazione di San Giovanni Battista
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La predicazione di San Giovanni Battista

Bottega di Fans Francken II

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Dipinto di Giovanni Muzzioli
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Dipinto di Giovanni Muzzioli

Bacco Ebbro

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Dipinto di Giovanni Muzzioli

Bacco Ebbro

Olio su tela. Firmato in basso a destra. Il dio è raffigurato in piedi a riempire la scena, rivestito solo di un telo che gli cinge i lombi e da foglie d'edera, poste sui fianchi e sulla testa, mentre regge in una mano un calice; lo sguardo è vacuo e stralunato. Alle sue spalle, un putto semisdraiato gioca con dell'edera. All'intorno, nuvole bianche, così come è bianco il terreno d'appoggio, con sprazzi di cielo azzurro e un cespuglio verde a creare gli unici contrasti. Al retro dell'opera è presente etichetta "Mario Galli Collezione d'Arte", con numero di catalogazione 64 e scritta autografa dell'artista. L'opera ben rappresenta la pittura di questo artista modenese d'origine, ma che si formò artisticamente prima a Roma poi a Firenze, ove trascorse gran parte della vita. La sua ricca produzione propose inizialmente soprattutto soggetti storici, ma poi si volse anche al ritratto e infine al paesaggio: la sua unicità si riconosce nella capacità di spaziare dal soggetto storico, spesso collocato in ambientazioni ricavate dall'antica Pompei, al naturalismo di stampo macchiaiolo, del suo secondo periodo, nel quale il Muzzioli ricercava una significativa percezione dell'atmosfera e della luce in soggetti ispirati all'ambiente rurale toscano, spesso collocati nell'antichità. In quest'opera, un ritratto di un personaggio mitologico, traspare fortemente l'intento luministico dell'artista, la ricerca dell'effetto della luce che gioca nei corpi nudi del dio e del putto, a sfumare poi nello sfondo. L'etichetta della Galleria d'arte riconduce al fiorentino Mario Galli (1877 -1946), scultore che fu anche importante collezionista di opere soprattutto di macchiaioli. L'opera presenta un cretto importante ed è stata ritelata. E' presentata in cornice in stile.

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Ritratto di Nobile XVII Secolo
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Ritratto di Nobile XVII Secolo

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Ritratto di Nobile XVII Secolo

Olio su tela. Ritratto di un nobiluomo, fiero con la mano posata sull' elsa della spada e vestito di un manto bordato di ermellino. In alto a destra compare lo stemma della sua casata, che vede un leone rampante rosso coronato e impugnate una spada; di traverso una fascia con tre gruppi di palle disposte a fiore. Un leone rampante simile a questo si ritrova nello stemma di alcune città del centro-Italia, quali Faenza. Restaurato e ritelato, il dpinto è presentato in cornice coeva in legno intagliato e laccato.

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Disegno, Volta della Sala delle Aquile
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Disegno, Volta della Sala delle Aquile

Domus Aurea Vincenzo Brenna

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Dipinto di Luca Caccioni
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Dipinto di Luca Caccioni

La Conversazione 1992

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Dipinto di Luca Caccioni

La Conversazione 1992

Tecnica mista su carta. Il titolo in basso. Al retro timbro dell'artista con firma, la data, il titolo. Caccioni, artista che è nato, si è formato e vive tuttora a Bologna, è uno dei protagonisti di una generazione che è giunta ormai ad una definitiva maturazione linguistica e occupa uno spazio di rilievo all'interno del panorama artistico contemporaneo. La sua ricerca utilizza principalmente materiali inconsueti come gli acetati, il pvc e, più recentemente, fondali scenici di opere teatrali dell'Ottocento, sui quali interviene dipingendo forme tratte da una memoria personale e dalle suggestioni provenienti da culture e periodi storici diversi. Elemento ricorrente nell'opera di Luca Caccioni è la scrittura, segno autosignificante che disegna l'opera ed è capace di raccontare pensieri; lavorando per sovrapposizione, le immagini sono costruite per addizione o sottrazione del colore sui vari supporti. Opera in cornice.

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Dipinto con Scena di Battaglia
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Dipinto con Scena di Battaglia

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Dipinto con Scena di Battaglia

Olio su tela. Scuola lombarda della fine del XVII secolo. Scena di una battaglia combattuta in una piana tra le cavallerie di due eserciti nordici. Al centro due cavalieri si stanno affrontando all'arma bianca, mentre intorno a loro c'è chi spara, chi suona la tromba, chi caduto da cavallo implora aiuto; polvere e nuvole sfumano i contorni del paesaggio circostante. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto di Michiel Caree
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Dipinto di Michiel Caree

Paesaggio con Pastori ed Armenti

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Dipinto di Michiel Caree

Paesaggio con Pastori ed Armenti

Olio su tela. Firmato in basso a destra. In uno splendido paesaggio classico, con colline verdeggianti che si affacciano su un corso d'acqua, ruscello in primo piano che diventa poi un ampio fiume in lontananza, sono inseriti le figure di un pastore ed una pastorella che portano il loro gregge all'abbeverata. Le scene pastorali di questo tipico hanno caratterizzato la produzione dell'artista olandese Michiel Carree, che fu pittore di corte del re di Prussia nei primi decenni del XVIII secolo. Il dipinto, in prima tela, è presentato in cornice dorata coeva, in legno intagliato e dorato.

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Louis Dorigny attribuibile a
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Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

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Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

Olio su tela. La grande tela racconta un episodio tratto dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, in cui la giovane Erminia, principessa d'Antiochia segretamente innamorata di Tancredi, assiste al ferimento in duello dell'amato. Spinta dall'amore indossa quindi le armi della guerriera Clorinda, sua intima amica, e di notte esce per raggiungere l'amato Tancredi e curarlo. Ma al campo cristiano un raggio di luce lunare la illumina e, scambiata per Clorinda dalle sentinelle, è costretta ad una fuga precipitosa: capita così in un villaggio abitato da pastori che vivono lontani dalla guerra in uno spazio idilliaco, dove chiede e ottiene di essere ospitata per qualche tempo nella speranza (vana) di dimenticare il suo amore infelice. L'opera, già attribuito a Carlo Loth, è piuttosto rimandabile alla produzione di Louis Dorigny, il pittore parigino che visse a lungo in Italia, a Roma, a Venezia e infine definitivamente a Verona, ove ottenne numerose commesse da veronesi ma anche da committenti veneti e lombardi, estendendo la sua attività di affrescatore da Bergamo sino a Udine. A Verona fin dall'inizio del secolo, le preferenze in campo pittorico andavano verso un linguaggio classicistico complesso nella composizione, ma pacato ed elegante, anche nelle grandi opere decorative. A questa pittura si uniforma il Dorigny, che in questa tela coniuga l'equilibrato classicismo di Simon Vouet (di cui era nipote) con i chiaroscuri appresi a Roma e la pacata eleganza veneta. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Coppia di Mori Veneziani Reggicero
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Coppia di Mori Veneziani Reggicero

Venezia Prima Metà XIX Secolo

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Coppia di Mori Veneziani Reggicero

Venezia Prima Metà XIX Secolo

Coppia di mori reggicero poggianti su basi, Venezia prima metà XIX secolo. Mori intagliati e laccati, abbigliati con veste e calzari dorati a mecca e variopinti; con il braccio alzato sorreggono una base per cero, mentre nell'altra impugnano un piccolo piatto. I due mori poggiano su altrettante basi ottagonali laccate, decorate da elementi marmorizzati e da coppia di protomi leonine intagliate e dorate. Piatti non coevi.

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Dipinto di Giuseppe Casciaro
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Dipinto di Giuseppe Casciaro

Paesaggio con Figure

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Dipinto di Giuseppe Casciaro

Paesaggio con Figure

Tecnica mista su cartone. Firmato in basso a sinistra. Al retro timbro dello studio dell'artista. Il pittore di origini pugliesi Giuseppe Casciaro, pittore e docente dell'Istituto di Belle Arti di Napoli ove si formò, fu essenzialmente un paesaggista e produsse in particolare vedute dei dintorni di Napoli, dell'Irpinia (Nusco) e della Puglia. Predilesse la tecnica pittorica del pastello in cui eccelse. Qui è proposto lo scorcio di una campagna mediterranea, traversata da un sentiero con viandanti. E' presentato in cornice in stile.

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Dipinto di Maximilian Pfeiler
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Dipinto di Maximilian Pfeiler

Natura morta con Uva, Fichi, Melagrana e Pesche

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Dipinto di Maximilian Pfeiler

Natura morta con Uva, Fichi, Melagrana e Pesche

Olio su tela. Firmato “Max. PF.” sulla cornice superiore del capitello. La natura morta è composta da uva, melagrana e pesche poste su un capitello, nella composizione è presente anche un vassoio d'argento; sullo sfondo un paesaggio con alberi e rovine, sulla sinistra si intravvede un angolo di cielo ceruleo, appena velato da nuvole. Maximilian Pfeiler si affermò per le sue nature morte in cui, a fare da sfondo ai fiori e ai frutti, collocava un frammento architettonico, introducendo già quel gusto verso le rovine antiche che si consoliderà a pieno nel XVIII secolo. Il dipinto è stato ritelato e restaurato (piccole ridipinture). E' presentato in cornice in stile.

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Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este
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Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este

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Dipinto Ludovico il Moro sulla Tomba di Beatrice d'Este

Tecnica mista (matita, penna, inchiostro marrone e gesso bianco) su carta. Scuola italiana di inizio '800. Ludovico Maria Sforza piange sulla tomba della giovane moglie Beatrice d'Este (1475 -1497); attorno a lui i frati di Santa Maria delle Grazie e alla sua sinistra Bramante e Leonardo. Sul lato corto del baldacchino marmoreo della tomba è presente lo stemma degli Sforza, con due serpenti e due aquile. Il Moro fu profondamente scosso dalla morte precoce per parto della giovanissima moglie Beatrice, compagna della vita privata ma anche di quella politica, così come alla stregua del del marito, una mecenate per i geni dell'arte della loro corte, quali appunto Leonardo da Vinci e Il Bramante, autori di molte opere pittoriche e architettoniche della corte viscontea-sforzesca. Di questo episodio si conoscono diverse versioni soprattutto ottocentesche, da quella del 1815 di Giovanni Battista Cigola alla Pinacoteca Ambrosiana, a quella di Alessandro Reati del 1850 ca. Il dipinto è presentato in cornice in legno intagliato di fine '800.

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Scultura in Bronzo di Gino Masciarelli
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Scultura in Bronzo di Gino Masciarelli

Volo d'Anatre

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Scultura in Bronzo di Gino Masciarelli

Volo d'Anatre

Scultura in bronzo. Firma incussa sulla base. Gino Masciarelli, scultore d'origine abruzzese ma che ha vissuto nel milanese, dopo aver lavorato anche presso il Centro Sperimentale di Ricerca Scientifica “F. Marinotti” in Lombardia, occupandosi di ripresa cinematografica ad alta frequenza, imparò a cogliere in molte sue opere l'instabilità dei corpi in movimento e la dissoluzione della materia nello spazio. Nelle sculture "Gruppi umani" e "Voli " - alla cui serie appartiene l'opera qui presentata-, si può osservare il dinamismo del volo quasi fosse una sequenza fotografica. Ha detto lo stesso artista :" “Solo 8 secondi impressionavano 300 metri di pellicola, lo scopo era rallentare quello che l'occhio umano non può vedere, volevo catturare il movimento e la proiezione di questi secondi durava un paio d'ore” .

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Dipinto David con la Testa di Golia
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Dipinto David con la Testa di Golia

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Dipinto David con la Testa di Golia

Olio su tela. Scuola centro-italiana del XVII secolo. Il dipinto richiama nello stile pittorico la produzione di Angelo Caroselli (1585-1652), artista barocco romano che fu pittore, copista, restauratore, ma anche pasticheur e conoscitore in materia d'arte, ovvero realizzatore di dipinti “alla maniera di” – nella “tecnica” e nello “stile” di un determinato tempo artistico o di un determinato autore, anche assemblando “parti” tratte da dipinti diversi. Inizialmente di stampo caravaggesco, Il Caroselli sviluppò in seguito un suo linguaggio artistico personale, che fu copiato da molti artisti minori. In quest'opera risalta l'espressività fissa e quasi esasperata del personaggio, la cui eleganza del vestito secentesco e i tratti quasi femminei del volto dal roseo incarnato, contrastano con la crudezza della testa di Golia, sanguinolenta, con l'ampia ferita da taglio che spicca sul pallore mortale. Il dipinto è stato restaurato e ritelato, conservando il telaio ligneo originale. E' presentato in cornice lignea coeva.

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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta
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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta

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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta

Olio su tela. Scuola italiana del XVII-XVIII secolo. Una grande composizione di fiori variopinti, in vasi di metallo sbalzato, e alcuni frutti sparsi per terra, sono collocati a ridosso di una parete che dà su un paesaggio marittimo: la luminosità del cielo e del mare sulla destra contrasta con la zona d'ombra sulla sinistra, sulla quale spiccano i colori dei fiori. Il dipinto, ritelato e restaurato, presenta un cretto marcato. E' presentato in cornice coeva laccata e dorata.

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Dipinto con Scena di Genere
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Dipinto con Scena di Genere

L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

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Dipinto con Scena di Genere

L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

Olio su tela. Scuola francese del XIX secolo. La scena, ambientata nella povera camera da di un anziano veterano di guerra, che piange nel suo letto, vede i familiari comunicargli la triste notizia della sconfitta di Waterloo, come si deduce dal foglio di giornale tra le mani della donna, su cui spicca il nome della storica località ove fu sconfitto definitivamente Napoleone Bonaparte. La tela presenta segni di restauri precedenti, in particolare è ben visibile il rattoppo in corrispondenza della figura femminile. E' presentato in cornice di inizio '900.

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Soggetto Storico
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Soggetto Storico

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Soggetto Storico

Olio su tela. Metà XIX secolo. La grande scena racconta un episodio storico, non identificato, ambientato in periodo rinascimentale, in cui un arcivescovo ascolta la supplica di un giovanetto in arme, accompagnato dalla madre, che sostiene la sua supplica. L'ambientazione è all'interno del salone di ricevimento dell'alto prelato, presumibilmente nel palazzo vescovile, che dalla loggia sullo sfondo si affaccia sul Duomo, di cui si intravvede la cupola; il vescovo è circondato dai suoi sottoposti e da guardie, mentre persone diverse del popolo assistono. Particolare è la presenza dell'uomo seduto in primo piano a sinistra, che guarda verso lo spettatore e indica la scena, come se la stesse raccontando. L'atmosfera è giocata sui contrasti tra luci e ombre, tra i colori vivaci dei personaggi dominanti rispetto ai toni spenti e soffusi delle figure di contorno, che tendono letteralmente a sparire nell'ombra ai limiti della scena. L'opera rientra in quell'ampia produzione ottocentesca che si rifaceva al soggetto storico o letterario, riproponendolo in chiave romantica. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in importante cornice della seconda metà dell' 800, con mancanze.

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Dipinto Natura morta con Selvaggina, Cane e Nido di Uccellini
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Dipinto Natura morta con Selvaggina, Cane e Nido di Uccellini

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Dipinto Natura morta con Selvaggina, Cane e Nido di Uccellini

Olio su tavoletta. Scuola nord-europea di fine XIX secolo. Nella composizione all'interno di una rimessa giace su un piano della selvaggina cacciata; a sinistra spunta il muso del cane cacciatore che è però rivolto verso un nido pieno di uccellini pigolanti, collocato sopra la stanga del calesse che si vede a destra. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto di Hercules Sanders
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Dipinto di Hercules Sanders

Figure con Natura Morta Autunnale

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Dipinto di Hercules Sanders

Figure con Natura Morta Autunnale

Olio su tela. Sulla botte in basso a sinistra è presente la firma H.Sanders. La scena, ambientata in esterno in una via di una città fiamminga, con il canale di sfondo sulla sinistra, vede in primo piano una venditrice di ortaggi dietro il suo banchetto, che è allestito con una variegata composizione di ortaggi invernali, una natura morta composta da cavolfiori, verze, carote, pannocchie; al fianco della donna, un passante che porta in spalla un arpione, le sta offrendo dei pesci, evidentemente il frutto del suo pescato che vuole vendere. L' ambientazione fa pensare ad Amsterdam, città ove nacque e visse il pittore olandese Hercules (o Herkules) Sanders, che si affermò prevalentemente come ritrattista, ma di cui è nota una scena di genere in interno, attualmente presso il Detroit Institute of Arts, datata 1647 e intitolata "Donna che pulisce il pesce", la cui figura femminile molto somiglia alla venditrice dell'opera qui presentata. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Scultura Angelo Reggivaso Barocco
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ARARAR0214259

Scultura Angelo Reggivaso Barocco

Lombardia Inizio XVIII Secolo

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Scultura Angelo Reggivaso Barocco

Lombardia Inizio XVIII Secolo

Scultura di angelo reggivaso barocco in legno di tiglio intagliato e completamente ridipinto di nero in epoca successiva, Lombardia inizio XVIII secolo. La figura, abbigliata con veste ornata da lambrecchini, è posta su basamento sorretto da quattro piedi ferini. Gli assaggi eseguiti hanno riportato alla luce le cromie originali.

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Dipinto con Daniele nella fossa dei Leoni
ARARPI0209156

Dipinto con Daniele nella fossa dei Leoni

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Dipinto con Daniele nella fossa dei Leoni

Olio su tela. L'episodio biblico raffigurato si riferisce alla storia di Daniele, il profeta alla corte di re Dario il Medo che, per aver pregato il suo Dio, venne condannato ad essere gettato nella fossa dei leoni. Ma Dio salvò Daniele, mandando un angelo a chiudere le fauci delle belve, e il re graziò Daniele facendo invece condannare chi lo aveva denunciato. Il soggetto è stato più volte raffigurato nell'arte, per il fascino legato alla storia ma anche per il suo sapore esotico per la presenza delle belve; in particolare si ricorda la versione di Rubens del 1615, ove il profeta è raffigurato, nudo nella fossa sottoterra, mentre prega ardentemente, circondato da una folla di leoni feroci. L'opera qui presentata propone invece una versione centrata sul dialogo tra il profeta e l'angelo, che si fronteggiano spiccando con i colori vividi delle loro vesti sullo sfondo scuro di una prigione; c'è un solo leone, accucciato mansuetamente ai piedi dell'angelo, e prevale quindi la dimensione spirituale e salvifica dell'evento biblico. Secondo il famoso storico dell'arte Maurizio Marini specialista nella pittura di Caravaggio e dell'arte barocca, che aveva avuto anni fa l' occasione di visionare il dipinto, l'opera potrebbe essere attribuibile ad Antonio Maria Vassallo (1620 -1664) per le scelte compositive e cromatiche. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato con cornice listello.

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