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DIPINTI DEL '900
 

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In questa sezione si possono trovare tutte le opere di Arte del Novecento disponibili nel nostro catalogo online. Un’ampia e raffinata selezione che comprende paesaggi, nature morte, ritratti, volti, soggetti sacri, scorci e vedute di artisti del 900 con cui arricchire gli ambienti della tua abitazione

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Dipinto di Giovanni Balansino
ARARNO0200958
Dipinto di Giovanni Balansino

Il Parco 1979

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Dipinto di Giovanni Balansino

Il Parco 1979

Olio su faesite. Firmato in basso a destra. Al retro ulteriore firma, data e il titolo. Giovanni Balansino, piemontese d'origine ma lombardo d'adozione, scelse di raffigurare con la sua pittura fatta di pennellate ampie e nervose, il suo amore per entrambe le terre, dedicando ad esse gran parte della sua produzione. Nel dipinto proposto, Il Balansino presenta uno scorcio di un parco cittadino, con un piccolo rilievo terrazzato, animato da un paio di figurine appena abbozzate che si confondono nell'ambiente naturale, per le sovrapposizioni dei colori stesi con pennellate rapide e dai contorni indefiniti. l'opera è presentata in cornice.

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Grande Dipinto con Scena di Genere
ARARNO0198678
Grande Dipinto con Scena di Genere

ARARNO0198678
Grande Dipinto con Scena di Genere

Tecnica mista su tela. La grande scena, dipinta nell' unica gamma del rosso-rosa, vede sulla destra due grandi figure, mentre tutta la parte sinistra è occupata da un paesaggio desertico, con le onde delle dune che si perdono in lontananza. Le due figure rappresentano un cavaliere seduto, con turbante ed abito saraceno, rifocillato da una fanciulla in abiti occidentali, che gli sta porgendo un vassoio carico di cibo, mentre sul piano d'appoggio sottostante si trovano un bacile d'acqua, spighe di grano e frutti vari. Potrebbe trattarsi di una tra le tante rappresentazioni della vicenda di Angelica e Medoro, raccontata dall' Ariosto nell' Orlando Furioso, che dice l'amore tra la fanciulla cristiana e il fante saraceno rimasto ferito in uno scontro, che fuggirono poi insieme nel Catai, scatenando così la pazzia di Orlando. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto di Mario Cortiello  1976
ARARNO0199527
Dipinto di Mario Cortiello 1976

I giochi di Pulcinella

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Dipinto di Mario Cortiello 1976

I giochi di Pulcinella

Olio (misto) su tela. Firmato e datato in basso a destra. Al retro ulteriore firma, il titolo, la tecnica, e dichiarazione di autenticità. Mario Cortiello, pittore napoletano allievo di Gennaro Villani e poi amico e collaboratore di Umberto Lilloni, partecipò con un suo stile personale al rinnovamento della pittura napoletana, senza allontanarsi dalla tradizione. Dotato di fertile invenzione e di notevole capacità rappresentativa, ha lasciato una produzione ricca e varia. Ricorrenti nella sua produzione gli scorci paesaggistici o urbani, popolati da numerose figure, spesso, nell'ambientazione napoletana, da Pulcinella, raffigurati fluttuanti su sfondi onirici, tanto da essere definito lo Chagall napoletano. In quest'opera Cortiello sottolinea l'anima ludica e contemporaneamente erotica del personaggio in maschera che incarna lo spirito partenopeo, proponendo alcuni Pulcinella intenti in giochi erotici con donnine nude, in aperta campagna. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto con Paesaggio di Giovanni Balansino
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Dipinto con Paesaggio di Giovanni Balansino

L'Olona

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Dipinto con Paesaggio di Giovanni Balansino

L'Olona

Olio su faesite. Firmato in basso a destra. Al retro ulteriore firma e il titolo. Giovanni Balansino, piemontese d'origine ma lombardo d'adozione, scelse di raffigurare con la sua pittura fatta di pennellate ampie e nervose, il suo amore per entrambe le terre, dedicando ad esse gran parte della sua produzione. Nel dipinto proposto, Il Balansino presenta uno scorcio del fiume Olona, corso d'acqua interamente in Lombardia, nel suo scorrere attraverso le borgate della pianura lombarda. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto con Paesaggio  firmato Giovanni Balansino
ARARNO0197927
Dipinto con Paesaggio firmato Giovanni Balansino

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Dipinto con Paesaggio firmato Giovanni Balansino

Olio su faesite. Firmato in basso a destra. Al retro ulteriore firma, la data e il titolo. Giovanni Balansino, piemontese d'origine ma lombardo d'adozione, scelse di raffigurare con la sua pittura fatta di pennellate ampie e nervose, il suo amore per entrambe le terre, dedicando ad esse gran parte della sua produzione, nella quale rientra questo scorcio di un paese della piana lombarda. In cornice.

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Disegno a Inchiostro di Mario Sironi
ARARNO0190579
Disegno a Inchiostro di Mario Sironi

Due figure

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Disegno a Inchiostro di Mario Sironi

Due figure

Inchiostro di china su carta. Firmato in basso a destra. Accompagnato da autentica su foto della moglie Matilde Sironi datata settembre 1963 e da certificato su foto dell' archivio J.A. PF. con numero 031 e dati dell'opera. Mario Sironi si dedicò molto al disegno e allo studio di figura, e nella sua produzione rientrano molti disegni, studi di figure, bozzetti per successivi dipinti. Si riscontra già in questi disegni tutta la potenza e forza espressiva dei corpi di Sironi, la cui mente, fucina incessante di idee e progetti spesso realizzati su larga scala (realizzò numerosi murales), si avvaleva spesso per disegnare di supporti cartacei di fortuna, anche di piccole dimensioni, sui quali tracciava, in pochi centimetri, grandi progetti, idee provocatorie e immagini poetiche. L'opera proviene da un'importante collezione privata milanese. E' presentata in cornice.

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Dipinto con Paesaggio Brianzolo con Figure
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Dipinto con Paesaggio Brianzolo con Figure

In Brianza

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Dipinto con Paesaggio Brianzolo con Figure

In Brianza

Olio su tela. In basso a sinistra è presente monogramma DB. Al retro il titolo e un timbro di Galleria. Lo scorcio di campagna brianzola, ancora pianeggiante, vede un pastore che lascia pascolare le sue mucche nei prati subito fuori del paese, in prossimità della strada sterrata fiancheggiata dai pali della luce; svettano verticali, pressochè paralleli, due tronchi nudi es ottili, che ripartiscono la scena in tre inquadrature. L'opera è presentata in cornice coeva.

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Dipinto Ritratto Femminile di Ezio Pastorio
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Dipinto Ritratto Femminile di Ezio Pastorio

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Dipinto Ritratto Femminile di Ezio Pastorio

Tecnica mista su carta. Firmato in basso a destra. Ezio Pastorio, cremonese di origine ma dopo gli studi trapiantato in Valseriana, è considerato "un grande maestro del '900 italiano, che ha saputo rinnovare il linguaggio artistico del paesaggio pur mantenendo un forte legame con la pittura dell'800". La sua produzione è di stampo post-impressionista, soprattutto nell'ampia produzione paesaggistica che raffigura la pianura padana e bergamasca, la laguna veneziana e alcuni scorci parigini, ammirati durante alcuni viaggi. Nelle sue opere Pastorio realizza atmosfere suggestive utilizzando gamme infinite di colori, che si armonizzano e a volte anche si contrastano, ma sempre presentati come una trasparenza che annulla la staticità della rappresentazione e con una delicatezza che esprime la sua devota religiosità nei confronti della natura e del creato. Meno frequente nella sua produzione la ritrattistica, che esprime comunque la sua capacità di utilizzo del colore come delicata trasparenza, che fa risaltare anche nei volti gli effetti di luci e ombre generati dalle espressioni umane. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto con Paesaggio di Berto Ferrari
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Dipinto con Paesaggio di Berto Ferrari

Spiaggia Ligure

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Dipinto con Paesaggio di Berto Ferrari

Spiaggia Ligure

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. Si tratta di uno scorcio della riviera ligure, in prossimità di una cala, sormontata dalle abitazioni a ridosso della costa. Berto Ferrari, nato e vissuto sempre in Liguria, fu un abile e sensibile marinista e paesaggista di tradizione post-impressionista, che dipinse le bellezze della Riviera Ligure e numerose vedute dell'entroterra appenninico. Il dipinto presenta cadute di colore e tracce di restauro. E' in cornice coeva.

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Dipinto di Paesaggio con Casolare e Figure 1930
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Dipinto di Paesaggio con Casolare e Figure 1930

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Dipinto di Paesaggio con Casolare e Figure 1930

Pastelli su carta. In basso a destra firma non coerente e data 1930. In un campagna ordinata, si erge sulla sinistra un casolare con i panni stesi al sole sui fili all'aperto; sulla destra, cammina sulla stradina un uomo con le stampelle, mentre un altro si accende una sigaretta sulla riva sovrastante. Al centro , un palo della luce divide in due la scena. L'opera è presentata in cornice in stile.

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Dipinto di Riccardo Pellegrini
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Dipinto di Riccardo Pellegrini

Scorcio di Mandello Lario 1909

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Dipinto di Riccardo Pellegrini

Scorcio di Mandello Lario 1909

Olio su tela. Firma e localizzazione (Mandello) in basso a sinistra. Al retro ulteriore firma, data e il titolo per esteso. Riccardo Pellegrini, pittore milanese, fu allievo di Domenico Morelli e si formò nel clima del romanticismo. Fu paesaggista e pittore di genere, ma realizzò anche pregevoli nature morte, dagli accesi colori e dal disegno preciso e realistico. La sua produzione paesaggistica attinse ai vari luoghi che visitò e visse, in Italia e all'estero, soprattutto in Spagna e Francia. In questo paesaggio, Pellegrini propone uno scorcio della montagna che sovrasta la località sulle rive del lago di Como: una montagna brulla e spoglia, seppur abitata, con la baita sul cucuzzolo e una figurina femminile che riempie i secchi al rivo d'acqua che scorre tra le rocce; i colori sono quelli delle brume invernali, divisi quasi trasversalmente tra i grigio-azzurri della parte superiore, con nuvoloni carichi di pioggia che sovrastano le cime dall'altro lato del lago (che si intuisce, senza vedersi), e il verde-marrone della terra che occupa la metà inferiore, con i rami degli alberi spogli protesi a collegare le due metà. La quiete dei monti, titolo dell'opera, ben traspare e pervade l'animo dell'osservatore. Il dipinto è presentato in cornice coeva.

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Francesco Camarda
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Francesco Camarda

Ritratto di Bambino

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Francesco Camarda

Ritratto di Bambino

Olio su tela. Firmato in basso a destra. Pittore palermitano, Francesco Camarda si distinse per la pittura di figura, dedicata ai ritratti e al nudo, e soprattutto per la pittura animalista, sulla scia della produzione verista dei fratelli Palizzi. Seppe esprimere una pittura dal colore vivace e fresco. In questo piccola tela è proposto il ritratto di un bambino seduto su una seggiolina, incappucciato a incorniciare il viso paffuto e sorridente, lo sguardo diretto, le manine pienotte poggiate sulle ginocchia in una posa fiera e risoluta. L'opera è presentata in cornice coeva.

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Gaetano Valbusa
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Gaetano Valbusa

Scorcio di Paese Innevato

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Gaetano Valbusa

Scorcio di Paese Innevato

Olio su faesite. Firmato in basso a destra. Nato nel 1905, Gaetano Valbusa lavorò per oltre quarant'anni come operaio nelle Officine Meccaniche bresciane, fino alla pensione, dedicandosi alla pittura solo come passione. Paesaggista, grazie alle trasferte di lavoro potè ritrarre "en plein air" scorci di tutto il mondo, anche se gli scorci dei luoghi bresciani sono il soggetto più ricorrente. Affiliato alla Associazione Artisti Bresciani, potè esporre le sue opere e farsi conoscere dalla critica. Nelle sue tele i paesaggi sono permeati di grande serenità e tranquillità, elegia di ricordi sereni di vita vissuta. Lo scorcio qui proposto è presentato in cornice.

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Paesaggio con Figure
ARARPI0159214
Paesaggio con Figure

ARARPI0159214
Paesaggio con Figure

Olio su tela. Il dipinto, realizzato nella prima metà del '900, riprende nel soggetto e nella modalità pittorica le opere paesaggistiche: in un paesaggio ricco di vegetazione e con cime di sfondo, una giovane popolana chiede la carità ad alcuni viandanti che si riposano sul ciglio della strada, in prossimità di un arco in pietra. La tela è stata sottoposta ad invecchiamento ed è presentata in cornice di fine '800.

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Paesaggio firmato Zocchi
ARARNO0151908
Paesaggio firmato Zocchi

Paesaggio con Covone

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Paesaggio firmato Zocchi

Paesaggio con Covone

Olio su tavola. Firmato G. Zocchi in basso a destra. Si tratta probabilmente di opera tarda del pittore fiorentino Guglielmo Zocchi, più noto per le vivaci scene di genere di ambientazione greco-romana, che gli valsero grande successo soprattutto all'estero. Rara la produzione paesaggistica. Il dipinto è presentato in cornice coeva con mancanze.

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Maurice Denis
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Maurice Denis

Sur le Canapé d'Argent Pâle 1911

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Maurice Denis

Sur le Canapé d'Argent Pâle 1911

Litografia a colori su carta velina. Il titolo in basso a sinistra. Sul passepartout il nome e la dicitura "lithographie originale". E' la planche n.10 della serie "Amour", creata nel 1899 dall'artista francese e ispirata dalle poesie d'amore che Denis scrisse per la sua futura moglie, Marthe Meurier. Della serie iniziale, furono fatte alcune repliche di cui quella su carta velina datata 1911. Maurice Denis, pittore francese, si formò artisticamente in coincidenza della nascita del movimento simbolista che lo influenzò fortemente, imponendosi per la sua semplicità e per la sua filosofia di un'arte che fosse sintesi tra mondo esterno e spiritualità dell'artista. Nelle sue primissime opere, lo stile pittorico fu di stampo naturalista e neoimpressionista, ma col tempo tese verso un puro decorativismo, caratterizzato da zone di colore piatto e contorni netti. Nel 1888, all'Accademia Julian di Parigi, Maurice Denis fondò con Paul Sérusier, Pierre Bonnard e Paul Ranson, il gruppo dei pittori Nabis (Profeti), gruppo che si rifaceva, nei propri ideali estetici, alle opere e alla poetica di Paul Gauguin, per il superamento del naturalismo impressionista tramite un ritorno all'arte primitiva e giapponese. Delle riunioni dei Nabis, tenute solitamente nella redazione della rivista "Revue Blanche" o all'Accademia Ranson, Denis apprezzò in modo particolare il clima mistico, il gergo esoterico e il soprannome che ogni pittore ricevette dal gruppo: Denis venne chiamato "il Nabi dalle belle immagini". Come "Nabi" Maurice Denis dipinse quadri di stampo intimistico, enigmatico ed i temi della sua pittura, di carattere religioso o situazioni della vita quotidiana, furono portati in una dimensione ideale ed irreale, in un'atmosfera di calda e serena intimità, ottenuta con un tratto estremamente delicato. Una costante della sua vita fu la professione della fede cattolica, che ebbe sempre per lui un ruolo prioritario. Ricevette numerose commissioni per la decorazione di chiese e questo lo fece tornare alla grande tradizione della pittura murale eseguendo affreschi solenni di impianto monumentale, ispirati da un cattolicesimo letterario. Il fervore religioso portò Maurice Denis a fondare, nel 1919, gli Ateliers d'Art Sacré, dedicando molto tempo alla preghiera, tanto da diventare terziario di San Domenico, senza isolarlo dal mondo, per cui partecipò alla vita sociale del tempo. Oltre la vasta produzione di pittore, Denis fu un grande disegnatore e illustratore. Fino alla sua morte Maurice Denis continuò a dipingere in un'interpretazione moderna della grande pittura antica, supportato dalla sua forte vena artistica, continuamente alimentata dai suoi viaggi, molti dei quali in Italia, che lo portarono ad entrare in contatto diretto con i preraffaelliti ed i neoclassici.

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Maurice Henry
ARARNO0150780
Maurice Henry

Senza Titolo 1930

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Maurice Henry

Senza Titolo 1930

Inchiostro su carta. Firma e data in basso. Accompagnato da autentica su foto della Galleria Giò Marconi di Milano e timbro di archivio privato. Si tratta di disegno del giovane artista che diverrò presto uno dei più importanti esponenti del surrealismo mondiale, che fu poeta e pittore, ma anche cineasta, critico d'arte e cinematografico, fotografo e disegnatore umoristico. Nato nel nord della Francia, nel 1927 si stabilisce a Parigi, dove entra in contatto con un gruppo di giovani poeti e filosofi, con cui fonda il movimento ''Grand Jeu'': il gioco è inteso come arte di vivere. Dal 1928 collabora con testi, poemi e disegni alla rivista del movimento e intanto collabora come redattore e reporter con diverse testate parigine, Nel 1932, esauritasi l'esperienza del ''Grand Jeu'', passa al movimento surrealista, collaborando alle sue pubblicazioni e partecipando alle sue mostre. Il suo umorismo vira verso l'insolito e la crudeltà, sempre più derisorio dell'assurdità del quotidiano, del lato tragico dell'esistenza comune, a cui spirito e inconscio si ribellano, tentando di accedere all'inosservabile. Conosce Salvador Dalí. Nel 1939 inizia anche l'attività di cineasta, Nel 1941 ha luogo la sua prima mostra personale a Parigi: il primo acquirente è Pablo Picasso. Partecipa a tutte le mostre surrealiste, tra cui quella internazionale del 1947 a Parigi. Nel 1951, per questioni relative alla disciplina interna al gruppo, abbandona con altri il movimento surrealista, pur continuando a praticarne la poetica. Nel 1955 si appassiona anche alla fotografia. Dal 1968 si dedica quasi esclusivamente alla pittura, abbandonando l'attività di disegnatore umoristico. Nello stesso anno si stabilisce definitivamente a Milano: in Italia espone in diverse mostre personali , quelle di Milano presso la Galleria Marconi. L'opera qui presentata, un disegno giovanile, proviene da importante collezione privata milanese. E' presentato in cornice.

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Maurice Henry
ARARNO0150777
Maurice Henry

Le Prophète 1927

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Maurice Henry

Le Prophète 1927

Inchiostro su carta. Firma, data e titolo in basso. Accompagnato da autentica su foto della Galleria Giò Marconi di Milano e timbro di archivio privato. Si tratta di disegno del giovane artista che diverrò presto uno dei più importanti esponenti del surrealismo mondiale, che fu poeta e pittore, ma anche cineasta, critico d'arte e cinematografico, fotografo e disegnatore umoristico. Nato nel nord della Francia, nel 1927 si stabilisce a Parigi, dove entra in contatto con un gruppo di giovani poeti e filosofi, con cui fonda il movimento ''Grand Jeu'': il gioco è inteso come arte di vivere. Dal 1928 collabora con testi, poemi e disegni alla rivista del movimento e intanto collabora come redattore e reporter con diverse testate parigine, Nel 1932, esauritasi l'esperienza del ''Grand Jeu'', passa al movimento surrealista, collaborando alle sue pubblicazioni e partecipando alle sue mostre. Il suo umorismo vira verso l'insolito e la crudeltà, sempre più derisorio dell'assurdità del quotidiano, del lato tragico dell'esistenza comune, a cui spirito e inconscio si ribellano, tentando di accedere all'inosservabile. Conosce Salvador Dalí. Nel 1939 inizia anche l'attività di cineasta, Nel 1941 ha luogo la sua prima mostra personale a Parigi: il primo acquirente è Pablo Picasso. Partecipa a tutte le mostre surrealiste, tra cui quella internazionale del 1947 a Parigi. Nel 1951, per questioni relative alla disciplina interna al gruppo, abbandona con altri il movimento surrealista, pur continuando a praticarne la poetica. Nel 1955 si appassiona anche alla fotografia. Dal 1968 si dedica quasi esclusivamente alla pittura, abbandonando l'attività di disegnatore umoristico. Nello stesso anno si stabilisce definitivamente a Milano: in Italia espone in diverse mostre personali , quelle di Milano presso la Galleria Marconi. L'opera qui presentata, un disegno giovanile, proviene da importante collezione privata milanese. E' presentato in cornice.

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Maurice Henry

Les Bouches de Naples gemissent de Terreur ou de Plaisir 1969

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Maurice Henry

Les Bouches de Naples gemissent de Terreur ou de Plaisir 1969

Inchiostro su carta. Firma, data e titolo in basso. Accompagnato da autentica su foto della Galleria Giò Marconi di Milano e timbro di archivio privato. Si tratta di disegno del giovane artista che diverrò presto uno dei più importanti esponenti del surrealismo mondiale, che fu poeta e pittore, ma anche cineasta, critico d'arte e cinematografico, fotografo e disegnatore umoristico. Nato nel nord della Francia, nel 1927 si stabilisce a Parigi, dove entra in contatto con un gruppo di giovani poeti e filosofi, con cui fonda il movimento ''Grand Jeu'': il gioco è inteso come arte di vivere. Dal 1928 collabora con testi, poemi e disegni alla rivista del movimento e intanto collabora come redattore e reporter con diverse testate parigine, Nel 1932, esauritasi l'esperienza del ''Grand Jeu'', passa al movimento surrealista, collaborando alle sue pubblicazioni e partecipando alle sue mostre. Il suo umorismo vira verso l'insolito e la crudeltà, sempre più derisorio dell'assurdità del quotidiano, del lato tragico dell'esistenza comune, a cui spirito e inconscio si ribellano, tentando di accedere all'inosservabile. Conosce Salvador Dalí. Nel 1939 inizia anche l'attività di cineasta, Nel 1941 ha luogo la sua prima mostra personale a Parigi: il primo acquirente è Pablo Picasso. Partecipa a tutte le mostre surrealiste, tra cui quella internazionale del 1947 a Parigi. Nel 1951, per questioni relative alla disciplina interna al gruppo, abbandona con altri il movimento surrealista, pur continuando a praticarne la poetica. Nel 1955 si appassiona anche alla fotografia. Dal 1968 si dedica quasi esclusivamente alla pittura, abbandonando l'attività di disegnatore umoristico. Nello stesso anno si stabilisce definitivamente a Milano: in Italia espone in diverse mostre personali , quelle di Milano presso la Galleria Marconi. L'opera qui presentata, un disegno giovanile, proviene da importante collezione privata milanese. E' presentato in cornice.

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Giuseppe Mascarini
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Giuseppe Mascarini

Ritratto Femminile 1950

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Giuseppe Mascarini

Ritratto Femminile 1950

Olio su tela. Firmato e datato (1-5-1950) in basso a sinistra. Nato a Bologna ma formatosi artisticamente all'Accademia di Brera di Milano, nei primi anni del '900 studia a Parigi, ove può ammirare la pittura dei grandi maestri del passato e seguire con grande interesse le nuove tendenze pittoriche che avanzano nel clima di rinnovamento generale portato dal nuovo secolo. Difatto influssi di tematiche quali il simbolismo e il divisionismo si ritrovano nei suoi dipinti delle prime decadi del novecento, ma Mascarini sceglie di non lasciarsi dalle nuove correnti che acclamano la destrutturazione della forma, rimanendo nel chiuso del suo studio a dipingere gli affetti e gli sguardi della quotidianità a lui più prossima. Il suo linguaggio figurativo attinge al naturalismo lombardo del tardo ottocento, la sua pittura è inquadrata in un disegno sobrio ed equilibrato. Paesaggista e ritrattista, propone scenari delicati e placidi, come i ghiacciai che dipinge salendo nel silenzio dell'alta montagna che egli ama molto, e ritratti dai volti incorniciati con armonia da pennellate morbide, che esprimono sentimenti intimi. Il ritratto di signora qui presentato propone una figura che, seppur elegante nella sua mise da sera, esprime nel volto e nella posa serenità, pacatezza, intimismo piuttosto che mondanità. L'opera è presentata in cornice coeva.

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